Adulterio all'italiana |
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Un film di Pasquale Festa Campanile.
Con Nino Manfredi, Catherine Spaak, Maria Grazia Buccella, Akim Tamiroff.
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Commedia,
durata 95 min.
- Italia 1966.
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variazioni sul tema amore/sessodi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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mercoledì 29 luglio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non c'è grande immaginazione. in questo"Adulterio all'italiana"di Pasquale Festa Campanile(anche autore del soggetto e della sceneggiatura, scritta con Luigi Malerba e Franco Alessi, 1966). ma qualche spunto soprattutto psicosociologico interessante. Il marito borghese ha tradito la moglie con la migliore amica della stessa, dove lei decide di "rendergli la pariglia", con conseguenze poco piacevoli soprattutto per lui. Avrà da soffrirne lui, mentre lei se la caverà con poco, anzi in definitiva sarà la"perodnante vittoriosa". Da notare il tema dell'equiparazione/uguaglianza tra i sessi. che nell'Italia codina e"ritardata"rispetto agli States e a tutta la realtà europea, non solo"occidentale"all'epoca(prima del 1968, a voler essere precisi)ha un certo peso, una certa disinovoltura nel trattare il tema"tradimento", un tabù per decenni(anche perché, sul piano penale l'adulterio era un delitto comunque, ossia senza considerare circostanze attenuanti e modalità). Nino Manfredi e Catherine Spaak sono interpreti efficaci(meglio lei, era stato notato, ma probabilmente Manfredi era rimasto "bloccato"dal fatto di aver dovuto interpretare film analoghi nello stesso periodo, dunque era quasi"ritroso"o"timido"rispetto al ruolo, soprattutto volendo evitare di proporre dei"doppioni". Al cinema, forse, si mostravano e dicevano cose che, altrimenti, sarebbero rimasti giochi"specifici"o conversazioni mai meritevoli di andare"ad extra". Il cinema, in altri termini, era quasi uno"sfogo"di sentimenti e comportamenti che altrimenti sarebbero rimasti o a livello di "mero sogno"o invece di fatti da nascondere, da occultare dietro un vetro protettivo particolarmente spesso. Diciamo che rispetto all'inizio dle film(fughe in ascesnore, riconoscimenti etc.)la seconda parte del filn appare più dbole, con qualche elemento ripetivio, ma in complesso la"pièce", di decisa origine teatrale(Festa Campanile proviene dal teatro, anzi ha sempre intrecciato le due attività , di regista autore filmico e teatrale, senza preoccuparsi di "contaminare i generi". I due intepreti protagonisti sono , appunto, di buon livello, con maggiori spunti comico-espressivi per la Spaak, di cui questo è probabilmente il film migliore, senza che si possa parlare di un"Manifredi"appannato_è comunque sempre bravo, attento, vigile nel rapporto voce-movimenti, al punto che la sua mimica a tratti"trattenuta"e la gestualità non"esuberante"vogliono rendere un peronsaggio complesso quanto timido. Tra gli/le alri/e, bene Vittorio Caprioli, Mario Pisu(interprete troppo spesso trascurato-dimenticato(colpevolmente), mentre Maria Grazia Buccella fa la"Belloccia svampita", un ruolo a lei congeniale-. El Gato
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