m. giambrone
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sabato 19 gennaio 2019
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mia martini è una vincitrice
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Si doveva scegliere tra l’omaggio alla grande persona ed artista Mia Martini ed il documento biografico. Si è optato per il primo. Mimì ce l’ha fatta ad emergere, trionfare, decadere e ri-trionfare. Con la sua voce, la sua caparbietà e grazie ai grandi autori che hanno creduto in lei. Si capisce subito, tuttavia, che il “film della vita” della cantante sia estremamente edulcorato. Forse addirittura nella scelta dell’attrice, peraltro bravissima, ma la cui espressività non contiene quelle sfumature di rabbia, di dolore, di disinganno, di ribellione che lasciava trasparire a volte Mimì mentre cantava. Che non si voglia riflettere o far riflettere, bensì celebrare un’artista, appare chiaro anche dai silenzi sul suo malessere fisico e psicofisico.
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Si doveva scegliere tra l’omaggio alla grande persona ed artista Mia Martini ed il documento biografico. Si è optato per il primo. Mimì ce l’ha fatta ad emergere, trionfare, decadere e ri-trionfare. Con la sua voce, la sua caparbietà e grazie ai grandi autori che hanno creduto in lei. Si capisce subito, tuttavia, che il “film della vita” della cantante sia estremamente edulcorato. Forse addirittura nella scelta dell’attrice, peraltro bravissima, ma la cui espressività non contiene quelle sfumature di rabbia, di dolore, di disinganno, di ribellione che lasciava trasparire a volte Mimì mentre cantava. Che non si voglia riflettere o far riflettere, bensì celebrare un’artista, appare chiaro anche dai silenzi sul suo malessere fisico e psicofisico. Laddove però questo silenzio, coerentemente, sarebbe sembrato opportuno in relazione alla scomparsa dell’artista che, com’è noto, è segnata da parecchi dubbi legati alla causa della sua morte, una fredda didascalia pretende invece di far apparire come certe le cause naturali. Il film, ribadisco, può piacere solo se lo si considera come un giusto e doveroso riconoscimento del talento dell’artista. Mia Martini è nei nostri cuori e la sua voce è sempre presente, solco indelebile scavato nella storia musicale di questo paese. Una storia intrisa purtroppo anche di pagine tristi e squallide, appartenenti ad un ambiente che spesso mortifica e umilia gli artisti in nome di pregiudizi che fanno torto, talvolta, pure all’intelligenza umana.
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paolo butturini
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sabato 16 febbraio 2019
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l'intervista esiste e non è un'invenzione di sceneggiatura
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Soltanto una precisazione Raffaella, quell'intervista non è inventata, la feci io nel marzo del 1989 per "Epoca", se vuole le faccio avere una copia. Tanto per ristabilire una verità che riguarda Mia, ma anche la mia carriere di giornalista. Grazie. Paolo Butturini
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