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domenica 13 dicembre 2015
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ricchi, belli, infelici...
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Notevole lungometraggio per Francesco Maselli, un film che tocca temi importanti, delicati, persino quasi impossibile da proporre in quegli anni. Non era facile descrivere la vita dei giovani rampolli benestanti di provincia ad inizio anni '60. Gli attori però gli danno una mano. Tomas Milian soprattutto, nei panni di un egocentrico, superbo, arrogante Alberto de Matteis, ricco tanto da avere una Ferrari il cui rombo prepara gli amici al suo arrivo. Claudia Cardinale è Fedora, una splendida ragazza piuttosto povera che sogna di entrare nel ristrettissimo mondo dei "delfini". Antonella Lualdi, la cinica Elsa che illude l'altrettanto cinico Claudio Gora, persona viscida ma abile affarista. Gérard Blain, il "nostro" Anselmo che ci guida nella trama del film descrivendo personaggi e stati d'animo.
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Notevole lungometraggio per Francesco Maselli, un film che tocca temi importanti, delicati, persino quasi impossibile da proporre in quegli anni. Non era facile descrivere la vita dei giovani rampolli benestanti di provincia ad inizio anni '60. Gli attori però gli danno una mano. Tomas Milian soprattutto, nei panni di un egocentrico, superbo, arrogante Alberto de Matteis, ricco tanto da avere una Ferrari il cui rombo prepara gli amici al suo arrivo. Claudia Cardinale è Fedora, una splendida ragazza piuttosto povera che sogna di entrare nel ristrettissimo mondo dei "delfini". Antonella Lualdi, la cinica Elsa che illude l'altrettanto cinico Claudio Gora, persona viscida ma abile affarista. Gérard Blain, il "nostro" Anselmo che ci guida nella trama del film descrivendo personaggi e stati d'animo. Betsy Blair, magistrale nell'impersonare la nobile Rita Cheré, forse la più vera in questo gruppo di ricchi infelici e insoddisfatti che si sentono prigionieri di tanta ricchezza. E poi Sergio Fantoni, il medico puro, l'ingenuo e sognatore, uomo affascinante che stenta a capire quel mondo di straricchi antipatici ma dai quali si sente tuttavia attratto, innamorato senza speranza di Fedora. Le giornate trascorrono tra serate mondane, ricevimenti noiosi e i molti appuntamenti giornalieri al caffè della città dove parlare e sparlare di tutti "quelli importanti", i personaggi "in" che fanno tendenza e che possono suscitare scandalo anche solo per essere visti accompagnare una donna per qualche passo. I personaggi sono tutti ben definiti, anche quelli un pò marginali, e contribuiscono a creare l'atmosfera torbida e falsa che aleggia sopra le loro teste. Anselmo è il più umano, anche se non si sottrarrà neppure lui a suoi doveri già imposti dalla famiglia. Un personaggio riuscito, che si contrappone ad Alberto de Matteis. Definirlo antipatico è un eufemismo, è la quintessenza della superbia e dell'arroganza eppure... Appunto, eppure Fedora e le donne sono pazze di lui e farebbero follie per fare un giro sulla sua Ferrari. La folle corsa per le stradine con tanto di sorpassi azzardati al limite dell'incoscenza la dice lunga su questo ragazzo bello ma odioso, che pensa tutto gli sia dovuto solo perchè si chiama Alberto de Matteis. Le botte prese dal medico lo fanno forse tornare sui propri passi per qualche istante, ma è senza speranza, nulla può contro la sua esistenza scellerata e vuota. Povera Rita Cheré, lei che voleva nascondere a tutti i suoi disagi economici inscenando un partenza verso terre lontane e regalando agli amici souvenir per essere sempre presente nei loro pensieri. La mezza medaglia data al medico è un artificio squallido ma il peggio, cioè quello che non doveva succedere, è la scoperta della sua sopraggiunta povertà scoperta da tutti vedendo le stanze vuote da ogni mobile, tavolo, sedia, ad eccezione della grande sala, lasciata volutamente "normale" per la facciata, per sviare i suoi amici da possibili sospetti. Un ritratto impietoso di una gioventù ricca ma vuota di autentici valori morali. La derisione di tutti nei confronti di Rita è un pugno nello stomaco per lo spettatore sensibile, tanto che si rimane sgomenti e increduli. Ma c'è da pensare che all'epoca il luogo comune fosse proprio quello, amato se sei ricco e deriso se sei povero, peggio ancora se perdi per strada la tua ricchezza. L'unica ad aver vinto forse è Fedora, aiutata dalla sua avvenenza a entrare anche lei nell'Olimpo dei "delfini". - di "Joss" -
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parsifal
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venerdì 6 luglio 2018
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specchi e ombre
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Maselli, nome eminente del cinema italilano con numerose opere all'attivo, nel 1960 diede vita a quest'opera curandone la sceneggiatura , oltre alla regia, alla cui stesura partecipò anche Moravia, del quale si coglie la profonda critica alla società borghese , formulata illustrandone tutte le sue più crudeli ed efferate sfumature, nei più disparati frangenti. IL protagonista della vicenda è Anselmo ( Gerard Blain doppiato da Riccardo Cucciolla) delfino in primis di una ricca famiglia della cittadina in cui è nato e cresciuto ( l'intera vicenda si svolge a d Ascoli Piceno; di cui vengono illustrate dettagliatamente le bellezze architettoniche).
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Maselli, nome eminente del cinema italilano con numerose opere all'attivo, nel 1960 diede vita a quest'opera curandone la sceneggiatura , oltre alla regia, alla cui stesura partecipò anche Moravia, del quale si coglie la profonda critica alla società borghese , formulata illustrandone tutte le sue più crudeli ed efferate sfumature, nei più disparati frangenti. IL protagonista della vicenda è Anselmo ( Gerard Blain doppiato da Riccardo Cucciolla) delfino in primis di una ricca famiglia della cittadina in cui è nato e cresciuto ( l'intera vicenda si svolge a d Ascoli Piceno; di cui vengono illustrate dettagliatamente le bellezze architettoniche). Anselmo è un'anima sensibile e tormentata e riversa il suo malessere nella scrittura. Frequenta ovviamente gli altri delfini della borghesia cittadina , molto diversi dal lui per carattere ed inclinazioni. Troviamo tra i suoi amici il Marchese De Matteis, un giovane T.Milian che da vita ad un personaggio moltoben caratterizzato; arrogante, dispotico, manesco e con la perenne intenzione di prevaricare chiunque incontri sul suo cammino. Per puro puntiglio, scommette durante una festa , di sedurre seduta stante la giovane ed affascinante Fedora ( C.Cardinale doppiata da A.Asti) accompagnata da un giovane ed onesto medico Mario Corsi ( S.Fantoni) che poche sere prima aveva soccorso la loro amica Marina ( A.Ferrero) fidanzata di Anselmo da una crisi di etilismo acuto. L'arrogante marchese riuscirà , senza sforzi di sorta, nell'intento che si era proposto, tronfio come al solito esibirà Fedora i n società come se fosse un prezioso trofeo di caccia e di fronte alle sue perplessità di proseguire, risponderà con il ricatto morale. Altri personaggi completano il cast; Rita Cherèè ( B.Blair) più grande dei suoi amici , appartenente ad una famiglia aristocratica dall' albero genealogico tanto antico da risalire alla fondzione della città. Ammirata da tutti per il suo charme, a causa della sua disastrosa situazione finanziaria cerca prima di sposare il vecchio usuraio Ridolfi ( C.Gora) e poi inventa una partenza versa un altro continente , per salvare in extremis l' apparenza. Ma tutto viene a galla e durante la festa , i suoi amici (?) di sempre scoprono che lei è in rovina e dopo averla umiliata con il loro sarcasmo, l' abbandonano al suo destino. Fa spicco in tale frangente, durante la dolorosa agnizione, la crudeltà della sua presunta amica Elsa ( A.Lualdi) sorella di Anselmo, che non le risparmia crudeltà verbali di Ogni tipo. Marina fa ritorno dalla clinica in cui era andata a disintossicarsi, Anselmo è ansioso di ricongiungersi a lei per una nuova vita , lontno dalla provincia e dalla sua famiglia. Ma le i non è dello stesso parere; vuole entrare in affari con padre di Anselmo , ricco ,industriale che le ha proposto di lavorare per lui. Anselmo , dapprima restio, accetterà il fatto compiuto come Fedora, in stato interessante, dovrà accettare di sposare Alberto de MAtteis, pur non amandolo, in virtù delle convenzioni e delle convenienze ad esse ascritte. Tutto per bene, come diceva giustamente Pirandello. Disamina attenta e chirurgica dei vizi e delle storture della socierà borghese di provincia. Ottimo lavoro, da vedere e rivedere.
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ivanomaggiolo
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martedì 14 agosto 2018
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malinconico ma reale come un brivido
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E' l'anima di una vita che voleva essere ma che non era perche' viveva senza sentimenti senza un vero scopo senza dare alproprio essere la dgnita' che da la vita vera , fatta di giorni vissuti lottando , amando , odiando ma sempre pagando di proprio sia le vittorie che le sconfitte . C'e' in sottofondo l'amaro tocco di Moravia che annusa il morbo della borghesia superficiale , guasta di suo e malata nel suo fingersi felice .
Ma tutto sommato mi piacciono tutti , nella loro triste storia c'e' la malinconia del nostro passato .
Grazie a questi artisti ... viva questa cinematografia !
Ivano
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