alotto
|
mercoledì 30 aprile 2008
|
per me, è un capolavoro!!!
|
|
|
|
Probabilmente "i critici" veri, per intenderci quelli che danno 5 stellette a Via col vento, avranno da ridire, ma persomalmete lo ritengo un film da vedere assolutamente. E' coraggioso, perchè affronta un tema assai delicato ed ampiamente dibattuto, lo fa con delicatezza, parte mostrandoci la realtà drammatica di un paese distrutto da una dittatura recente, usando il viaggio come strumento, non solo come viaggio attraverso un territorio, ma amche come viaggio nel tempo, che va a ritroso dai giorni nostri, fino alla terribile esperienza (forse piu' corretto definirli orrori) di una dittatura ormai lontana (ma non dimenticata).
Un'altro strumento usato dal regista con grande maestria sono gli oggetti, non visti come semplici elementi da collezzionare (Jonathan, il protagonista, lo fa in modo maniacale) ma come mezzo per ricordare, io sono stato ad auschwitz, ed ancor piu' dei forni crematori, mi hanno colpito appunto gli oggetti, gli occhiali per esempio, accatastati a montagna, credo che anche il meno dotato di fantasia, di fronte a quella vetrina non possa non pensare.
[+]
Probabilmente "i critici" veri, per intenderci quelli che danno 5 stellette a Via col vento, avranno da ridire, ma persomalmete lo ritengo un film da vedere assolutamente. E' coraggioso, perchè affronta un tema assai delicato ed ampiamente dibattuto, lo fa con delicatezza, parte mostrandoci la realtà drammatica di un paese distrutto da una dittatura recente, usando il viaggio come strumento, non solo come viaggio attraverso un territorio, ma amche come viaggio nel tempo, che va a ritroso dai giorni nostri, fino alla terribile esperienza (forse piu' corretto definirli orrori) di una dittatura ormai lontana (ma non dimenticata).
Un'altro strumento usato dal regista con grande maestria sono gli oggetti, non visti come semplici elementi da collezzionare (Jonathan, il protagonista, lo fa in modo maniacale) ma come mezzo per ricordare, io sono stato ad auschwitz, ed ancor piu' dei forni crematori, mi hanno colpito appunto gli oggetti, gli occhiali per esempio, accatastati a montagna, credo che anche il meno dotato di fantasia, di fronte a quella vetrina non possa non pensare....un paio d'occhiali....una persona.......
Il tutto poi è arricchito da panorami incantevoli (la fotografia è strepitosa), dialoghi (decisamente spassosi) centellinati tra inquadrature sempre perfette (Elija Wood mostra un'espressività da cinema muto oltre ad una capacità straordinaria nel trasmettere emozioni senza aprir bocca), una suspance che tiene attaccati alla poltrona in attesa della scena successiva il tutto accompagnato da una colonna sonora veramente azzeccata, (anche se a volte appare fin ridondante). Se si aggiunge poi che, per quel poco che me ne intendo, la credo una pellicola realizzata con un budget decisamente limitato, (cosa che mi piace considerare, pensate a certe pellicole hollywoodiane, realizzate con spese enormi ed incapaci di regalare un'emozione), credo sia giusto annoverarlo tra i capolavori.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alotto »
[ - ] lascia un commento a alotto »
|
|
d'accordo? |
|
cesko61
|
lunedì 25 settembre 2006
|
pelicula molto ingegnosa!
|
|
|
|
Quando esco dal cinema dopo aver visto un film così, in genere, grido al capolavoro. Poi mi riprendo, e mi rendo conto che in questo modo finisco col falsare tutti i criteri di valutazione (se ne esistono) che hanno giudicato i veri capolavori della storia del cinema.
Però.
E' un film bellissimo. Fuori dai canoni americani (non è più segno di originalità, siamo d'accordo), senza cadere negli stereotipi del film "alternativo" a tutti i costi.
E' un film molto drammatico, ma estremamente divertente.
E' una commedia geniale ("ingegnosa", come forse direbbe Alex!), ma con una perenne vena di malinconia.
Non annoia mai, la suspence (proprio così) è costante. Il dramma è vivo. La tenerezza prende al cuore.
[+]
Quando esco dal cinema dopo aver visto un film così, in genere, grido al capolavoro. Poi mi riprendo, e mi rendo conto che in questo modo finisco col falsare tutti i criteri di valutazione (se ne esistono) che hanno giudicato i veri capolavori della storia del cinema.
Però.
E' un film bellissimo. Fuori dai canoni americani (non è più segno di originalità, siamo d'accordo), senza cadere negli stereotipi del film "alternativo" a tutti i costi.
E' un film molto drammatico, ma estremamente divertente.
E' una commedia geniale ("ingegnosa", come forse direbbe Alex!), ma con una perenne vena di malinconia.
Non annoia mai, la suspence (proprio così) è costante. Il dramma è vivo. La tenerezza prende al cuore. L'humour è a volte demenziale, sempre irresistibile. I personaggi sono animati da un cast eccezionale (a parte Wood, attori mai sentiti nominare, ma non sono un intenditore).
Non lasciatevi sfuggire questo film. In sala, finché siete in tempo. Anche la fotografia colpisce l'occhio, senza mai prendere il posto del film (come per esempio secondo me accadeva in Gatto Bianco Gatto Nero). E poi c'è, dulcis in fundo, una colonna sonora da tenere fissa nel lettore CD dell'auto.
[-]
[+] gdm
(di sara)
[ - ] gdm
[+] un fil discreto
(di miri*93*)
[ - ] un fil discreto
[+] viva la lingua originale
(di jade)
[ - ] viva la lingua originale
|
|
[+] lascia un commento a cesko61 »
[ - ] lascia un commento a cesko61 »
|
|
d'accordo? |
|
angioletta
|
lunedì 18 giugno 2007
|
lacasadellamemoriaognicosaèilluminataèilluminante.
|
|
|
|
Faccio teatro o meglio preparo azioni teatrali. lavoro lasciando libere le emozioni, tentando di ascoltare ciò che accade dentro e attorno a me.
E'il mio modo per sentirmi viva il mio modo di esistere.
Così, partendo dalla mia esperienza in Kosovo nel 1998(ritrovamento di fosse comuni e quant'altro) ho montato uno spettacolo per bambini dal titolo "Il paese che non c'è più". questo "recipiente presentato ad un pubblico " vuol essere il significato della GIORNATA della MEMORIA spiegata ai bambini.
Ho ritrovato parecchie affinità in questo film. Ottima scelta della musica, fotografia e ritmo in armonia con tutto il resto.in alcuni momenti era poesia in altri aquarello ....i personaggi così disarmanti così diversi e così complementari.
[+]
Faccio teatro o meglio preparo azioni teatrali. lavoro lasciando libere le emozioni, tentando di ascoltare ciò che accade dentro e attorno a me.
E'il mio modo per sentirmi viva il mio modo di esistere.
Così, partendo dalla mia esperienza in Kosovo nel 1998(ritrovamento di fosse comuni e quant'altro) ho montato uno spettacolo per bambini dal titolo "Il paese che non c'è più". questo "recipiente presentato ad un pubblico " vuol essere il significato della GIORNATA della MEMORIA spiegata ai bambini.
Ho ritrovato parecchie affinità in questo film. Ottima scelta della musica, fotografia e ritmo in armonia con tutto il resto.in alcuni momenti era poesia in altri aquarello ....i personaggi così disarmanti così diversi e così complementari......ritmi pause silenzi che parlano più delle parole.....
emozioni emozioni emozioni.....bello da vedere e da sentire.....
[-]
[+] lasciare libere le emozioni
(di la donna del porto)
[ - ] lasciare libere le emozioni
|
|
[+] lascia un commento a angioletta »
[ - ] lascia un commento a angioletta »
|
|
d'accordo? |
|
beppe baiocchi
|
sabato 23 marzo 2013
|
e' il ricordo che illumina i nostri cammini
|
|
|
|
Cosa è che illumina il nostro cammino? Secondo Liev Schreiber (attore affermato e qui regista) è il ricordo. E' in questo modo che bisogna osservare "ogni cosa è illuminata".
La pellicola parla di Johnatan Safran Foer, un ebreo americano, un collezionista di ricordi che parte per l'ucraina, terra natia di suo nonno, (l'unico di cui non abbia ricordi del proprio passato se non una foto e un insetto incastonato in una pietra d'ambra) a cui era molto legato per comprendere il "suo" passato. A fare da guida sarà Alexander Perchov, detto Alex, fanatico della cultura nera americana, hippoppettaro con manie per il ballo e per Micheal Jackson ,suo nonno, antisemita fino al midollo e un cane.
[+]
Cosa è che illumina il nostro cammino? Secondo Liev Schreiber (attore affermato e qui regista) è il ricordo. E' in questo modo che bisogna osservare "ogni cosa è illuminata".
La pellicola parla di Johnatan Safran Foer, un ebreo americano, un collezionista di ricordi che parte per l'ucraina, terra natia di suo nonno, (l'unico di cui non abbia ricordi del proprio passato se non una foto e un insetto incastonato in una pietra d'ambra) a cui era molto legato per comprendere il "suo" passato. A fare da guida sarà Alexander Perchov, detto Alex, fanatico della cultura nera americana, hippoppettaro con manie per il ballo e per Micheal Jackson ,suo nonno, antisemita fino al midollo e un cane. La ricerca avrà come punto d'arrivo Trachimbrod, un piccolo villaggio devastato dalla furia Nazista.
Schreiber appare un regista realmente "illuminato" capace di cogliere con sapiente miscela di ironia e drammaticità un tema delicato come quello della triste storia Ebraica durante il Nazismo. Un film altamente simbolico, infatti sempre riferendosi all'ottica che è la memoria delle cose passate che illumina il nostro presente non è un caso che i nonni si chiamino come i nipoti, che Johnatan sia un collezionista, che il nonno di Alex creda di essere cieco, cosa che sicuramente aumenta lo spessore della pellicola. Purtroppo il film qualche pecca la ha, dovuta forse all'iniesperienza del regista, come qualche incertezza nelle riprese, un ritmo sicuramente migliorabile, una fotografia che non colpisce troppo (tranne la casa con il campo di girasoli dove si rimane esterrefatti dalla bellezza di quel paradiso) ma che non intaccano la riuscita del film anche grazie ad una buona prova degli attori e ad un tema tanto sfuggente quanto suggestivo.
Un film diverso dal solito che aiuta, in qualche modo, a crescere
[-]
|
|
[+] lascia un commento a beppe baiocchi »
[ - ] lascia un commento a beppe baiocchi »
|
|
d'accordo? |
|
filippaccio
|
lunedì 28 luglio 2008
|
tanto di cappello....
|
|
|
|
Il film è veramente illuminato, passa attraverso una leggerezza che sfiora la comicità e poi cede il passo alla riflessione, alla profondità! Si capisce che viene da un libro e che probabilmente c'era margine per descrivere ancora piu' a fondo i personaggi, ma alla fine forse il prodotto non sarebbe stato quello che è! Bella la fotografia e la regia minuziosa e accurata! C'e' tanta umanità in questa pellicola e non stanca, ma appaga! Complimenti!
|
|
[+] lascia un commento a filippaccio »
[ - ] lascia un commento a filippaccio »
|
|
d'accordo? |
|
francesca meneghetti
|
sabato 11 febbraio 2012
|
un'alternativa per la giornata della memoria
|
|
|
|
E’ uno dei film che si utilizzano a scuola per la Giornata della memoria. Si è già scritto molto su “Ogni cosa è illuminata”: il rischio di ripetere il già detto è dunque molto alto. Però potrebbe essere interessante assumere un punto di vista particolare, quello dell’efficacia del messaggio del regista presso le giovani generazioni. In base a un’esperienza pluriennale, si può riconoscere che si tratta di uno dei film più efficaci, perché lontano dagli stereotipi. Per far presa su giovani spettatori, o si tiene alta la corda della tensione, come in “Schindler's List” (ma pochi, o solo Spilberg, ne sono capaci) o si alternano le chiavi del comico e del drammatico per aprire i loro cuori.
[+]
E’ uno dei film che si utilizzano a scuola per la Giornata della memoria. Si è già scritto molto su “Ogni cosa è illuminata”: il rischio di ripetere il già detto è dunque molto alto. Però potrebbe essere interessante assumere un punto di vista particolare, quello dell’efficacia del messaggio del regista presso le giovani generazioni. In base a un’esperienza pluriennale, si può riconoscere che si tratta di uno dei film più efficaci, perché lontano dagli stereotipi. Per far presa su giovani spettatori, o si tiene alta la corda della tensione, come in “Schindler's List” (ma pochi, o solo Spilberg, ne sono capaci) o si alternano le chiavi del comico e del drammatico per aprire i loro cuori. Del resto questa è la soluzione, adottata per affrontare l’arduo tema della Shoah, anche da Benigni con “La vita è bella” e da Radu Mihaileanu con “Train de vie”. Questa seconda strada, senza pregiudicare la riflessione, appare più indicata se si vuole evitare che la Giornata della memoria si trasformi in un rito, in un noioso laico requiem.
”Ogni cosa illuminata” conquista il giovane spettatore a partire dal momento in cui il giovane protagonista, dagli occhiali enormi spessi come fondi di bottiglia (per vedere e cercare meglio), ordinato come un serial killer nel collezionare ricordi, giunge in Ucraina, e incontra un terzetto incredibile: un cane isterico, un vecchio sedicente cieco, biecamente razzista, che indossa sempre una laida canottiera, un suo nipote stralunato, che muore dalla voglia di Occidente (tra parentesi, l’attore che lo interpreta, Eugene Hütz, all'anagrafe Evgeny Aleksandrovitch Nikolaev, è straordinario sia per la bellissima faccia, magra, lunga ed espressiva, sia per il profilo biografico che lo vede anche come cantante di una rock band). E’ questo terzetto a rappresentare il volano della comicità che porta il giovane spettatore all’abbrivio, finché la ruota gira e si scopre, dietro le apparenze, un’altra verità.
Dal punto di vista didattico (che non è certo l’unico rispetto al cinema, anzi…) è proprio interessante questo contrasto tra apparenza e verità: gratta gratta, sotto il bieco razzista scopri il “marrano”, l’ebreo che ha rinnegato se stesso, e che si sente perciò in colpa. Il titolo richiama questo contrasto al contrario: nel senso che è la verità, opportunamente illuminata, ad oscurare l’apparenza, opaca e confusa.
Tra le tante belle inquadrature paesaggistiche, di questo “on the road” ucraino, resta negli occhi quella dei girasoli, e della casa isolata che si scopre nel mezzo, dopo una zoomata, circondata da panni bianchi stesi al sole e al vento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesca meneghetti »
[ - ] lascia un commento a francesca meneghetti »
|
|
d'accordo? |
|
romaamor
|
lunedì 20 agosto 2012
|
un capolavoro
|
|
|
|
Uno dei piu' bei film che abbia mai visto. Una storia toccante, profonda, "illuminante" appunto che scuote i registri piu' profondi del nostro animo. Un capolavoro anche per come si fondono armonicamente la musica, la fotografia, la sceneggiatura ed una recitazione da Oscar per tutti nessuno escluso. Un film che riconcilia con il mondo ed apre la strada alla memoria ed alle riflessioni, giocato sul filo dell' ironia , dell' umorismo sullo scenario drammatico degli eccidi nazisti.
|
|
[+] lascia un commento a romaamor »
[ - ] lascia un commento a romaamor »
|
|
d'accordo? |
|
yale
|
martedì 22 luglio 2008
|
delicatamente genuino, tragicamente comico
|
|
|
|
Un ebreo americano, un giovane ucraino, un vecchio scorbutico e la sua cagna, una vecchia e scassata Trabant in giro per l'Ucraina tra situazioni, personaggi e paesaggi unici alla ricerca di una persona: Augustine.
La storia è narrata in prima persona da Alex, nipote di un vecchio padrone di un'agenzia molto particolare: accoglie e guida gli ebrei americani che giungono in Ucraina in cerca dei parenti vittime della guerra. Alex, insieme al nonno si imbattono in un ragazzo decisamente strano Jonathan Safran Foer (adorabilmente strorpiato in Jofren) che è un "maniaco" collezionista di tutte quelle cose che lo catturano con la loro luce, col loro significato illuminante. Jonathan è un catalogatore di tutti gli oggetti che gli ricordano qualcuno o qualcosa.
[+]
Un ebreo americano, un giovane ucraino, un vecchio scorbutico e la sua cagna, una vecchia e scassata Trabant in giro per l'Ucraina tra situazioni, personaggi e paesaggi unici alla ricerca di una persona: Augustine.
La storia è narrata in prima persona da Alex, nipote di un vecchio padrone di un'agenzia molto particolare: accoglie e guida gli ebrei americani che giungono in Ucraina in cerca dei parenti vittime della guerra. Alex, insieme al nonno si imbattono in un ragazzo decisamente strano Jonathan Safran Foer (adorabilmente strorpiato in Jofren) che è un "maniaco" collezionista di tutte quelle cose che lo catturano con la loro luce, col loro significato illuminante. Jonathan è un catalogatore di tutti gli oggetti che gli ricordano qualcuno o qualcosa. Egli decide di ripercorrere la storia di suo nonno (ebreo ucraino emigrato in america) partendo da una foto che lo ritrare in compagnia di una donna: Augistine appunto. Inizia così un indimenticabile viaggio fitto di situazioni comiche, intense, paradossali e tragiche che terminerà con il ritrovato ricordo del villaggio di Trachimbord(uno dei tanti distrutti dalla guerra mondiale) e della storia dei suoi abitanti, uccisi dai nazisti. Nel finale si scoprirà anche la vera natura dello scorbutico (e a volte dall'atteggiamento antisemita) nonno di Alex.
Tutto il film scorre piacevole, dolcemente accompagnato da una bella colonna sonora, che fa di "Everything is illuminated" un film capolavoro nel suo genere (in fondo è uno dei tanti film "alla memoria") grazie ad una fotografia praticamente perfetta e alla storia originale che ti afferra dal primo secondo senza lasciarti più, neanche dopo i titoli di coda.
Yale
[-]
|
|
[+] lascia un commento a yale »
[ - ] lascia un commento a yale »
|
|
d'accordo? |
|
antonius block
|
mercoledì 5 dicembre 2012
|
una cannottiera alla rovescia
|
|
|
|
Ogni cosa è illuminata, dalla luce del passato. E ci vuole un intero viaggio per scoprirlo. La meta finale è la stessa, ma i protagonisti compiono tre tragitti differenti per raggiungerla. Il nonno cercando di nascondersi da questa luce, riparandosi con gli occhiali da sole, e ostentando una cecità più sul passato che sul presente. Alex interrogandosi su cosa tormenti il nonno. Jonathan appigliandosi ad un passato che non riesce a fare suo collezionando ricordi. L'illuminazione verrà raggiunta in un non luogo, dimenticato da tutti, custode di qualcosa che è successo, circondato da girasoli. E quando si riesce a spiegare il senso della vita usando come metafora una cannottiera alla rovescia, non si può non gridare al capolavoro! Grande film che riesce a unire comicità a drammaticità rimanendo sempre, illuminato.
[+]
Ogni cosa è illuminata, dalla luce del passato. E ci vuole un intero viaggio per scoprirlo. La meta finale è la stessa, ma i protagonisti compiono tre tragitti differenti per raggiungerla. Il nonno cercando di nascondersi da questa luce, riparandosi con gli occhiali da sole, e ostentando una cecità più sul passato che sul presente. Alex interrogandosi su cosa tormenti il nonno. Jonathan appigliandosi ad un passato che non riesce a fare suo collezionando ricordi. L'illuminazione verrà raggiunta in un non luogo, dimenticato da tutti, custode di qualcosa che è successo, circondato da girasoli. E quando si riesce a spiegare il senso della vita usando come metafora una cannottiera alla rovescia, non si può non gridare al capolavoro! Grande film che riesce a unire comicità a drammaticità rimanendo sempre, illuminato. Magnifica fotografia.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonius block »
[ - ] lascia un commento a antonius block »
|
|
d'accordo? |
|
estonia
|
martedì 1 luglio 2014
|
emozionante e simbolico
|
|
|
|
La memoria del passato ha la funzione essenziale di illuminare la via da percorrere nel presente e nel futuro, per non ripetere errori e orrori sepolti nell’oscurità della rimozione collettiva. Un viaggio surreale alla ricerca di un fantomatico villaggio di cui pochi ricordano le tracce (poiché distrutto dalla follia devastatrice del nazismo negli anni della seconda guerra mondiale) unisce un trio di personaggi inconsueti (un ebreo americano stralunato, un ragazzo ucraino e suo nonno). La prima parte del film, ironicamente paradossale, lascia il posto a un secondo tempo più drammatico e riflessivo, senza però mutarne i delicati equilibri emozionali e l’originale dinamica.
[+]
La memoria del passato ha la funzione essenziale di illuminare la via da percorrere nel presente e nel futuro, per non ripetere errori e orrori sepolti nell’oscurità della rimozione collettiva. Un viaggio surreale alla ricerca di un fantomatico villaggio di cui pochi ricordano le tracce (poiché distrutto dalla follia devastatrice del nazismo negli anni della seconda guerra mondiale) unisce un trio di personaggi inconsueti (un ebreo americano stralunato, un ragazzo ucraino e suo nonno). La prima parte del film, ironicamente paradossale, lascia il posto a un secondo tempo più drammatico e riflessivo, senza però mutarne i delicati equilibri emozionali e l’originale dinamica.
Una sorta di meticoloso collezionismo finisce per unire due mondi all’apparenza lontanissimi tra loro: quello del ragazzo alla ricerca delle sue radici e quello dell’anziana donna che queste radici vuole mantenere vive e intatte per chi vorrà ancora voltarsi indietro. Scatole polverose ricolme di oggetti ormai inutili ma significativi, e bustine di plastica che sembrano gli involucri sterili usati dai detective. L’importanza della memoria passa anche da qui, da questi scambi di cose appartenute ad altri in un’altra vita, da queste reciproche rivelazioni su legami e vissuti interpersonali, da questo incontro tra culture diverse da cui inevitabilmente si esce arricchiti di valori nuovi ma profondamente autentici.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a estonia »
[ - ] lascia un commento a estonia »
|
|
d'accordo? |
|
|