eldon tyrell
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domenica 3 aprile 2005
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raccolta firme contro i responsabili
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Ci sono riusciti!
L'inumana faccia tosta della Medusa Productions di Berlusconi, quella
dei Vanzina e ancora peggio quella di Claudio Amendola non si ferma
davanti a nulla.
Ora hanno sfornato l'offesa definitiva: "Il ritorno del Monnezza", film
in cui si accingono a dissacrare la sacra maschera di Tomas Milian e in
cui fanno sfoggio di tutta la loro ignoranza in materia confondendo
personaggi e situazioni dei mitici film di Bruno Corbucci.
Sto cominciando a raccogliere firme contro tutti i responsabili.
Questa la prima stesura della missiva:
Siamo un gruppo di romani amanti del cinema di Tomas Milian, Bombolo e
Cannavale che voi in questo periodo vi accingete a dissacrare
distorcendo l'immagine del grande Tomas sovrapponendole quella del
figlio di papà Claudio Amendola, persona priva della verve e della
capacità di recitazione che sempre contraddistinse l'attore cubano sia
nei film di Bruno Corbucci (massimo esempio Squadra Antimafia) sia in
quelli di registi come Pasolini, Luchino Visconti e altri grandi del
Neorealismo.
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Ci sono riusciti!
L'inumana faccia tosta della Medusa Productions di Berlusconi, quella
dei Vanzina e ancora peggio quella di Claudio Amendola non si ferma
davanti a nulla.
Ora hanno sfornato l'offesa definitiva: "Il ritorno del Monnezza", film
in cui si accingono a dissacrare la sacra maschera di Tomas Milian e in
cui fanno sfoggio di tutta la loro ignoranza in materia confondendo
personaggi e situazioni dei mitici film di Bruno Corbucci.
Sto cominciando a raccogliere firme contro tutti i responsabili.
Questa la prima stesura della missiva:
Siamo un gruppo di romani amanti del cinema di Tomas Milian, Bombolo e
Cannavale che voi in questo periodo vi accingete a dissacrare
distorcendo l'immagine del grande Tomas sovrapponendole quella del
figlio di papà Claudio Amendola, persona priva della verve e della
capacità di recitazione che sempre contraddistinse l'attore cubano sia
nei film di Bruno Corbucci (massimo esempio Squadra Antimafia) sia in
quelli di registi come Pasolini, Luchino Visconti e altri grandi del
Neorealismo.
Inoltre la vostra produzione mostra una grande dose di disinformazione
nel confondere due personaggi diversi al fine di utilizzare il
personaggio meglio riuscito (Nico Giraldi) affibiandogli il nome più
conosciuto (Monnezza).
Anche gli altri accostamenti come Enzo Salvi a Bombolo sono totalmente
offensivi per la cultura che questi film hanno prodotto e per la memoria
di Renato Lechner in arte Bombolo.
Inoltre l'immagine proposta da Amendola e dai costumisti non è affatto
concordante con quella del vero coatto a cui Tomas Milian si rifaceva,
bensì viene proposto un pariolino degenere con ai piedi le Nike Shocks e
altri ammennicoli altrettanto offensivi alla figura del coatto romano.
Tutto questo è figlio di una superficiale e ignorante interpretazione
dello spirito romano degli anni Ottanta e di un'evidente mancanza di
originalità e dell'intima presunzione che l'essere figlio della voce del
vero Nico Giraldi permetta al falso borgataro di indossarne i costumi.
Rimane patetica anche l'apologia fatta nel sito dai due registi che, pur
essendo figli di insigne padre, non sanno nulla di ciò che fanno e
agiscono evidentemente spinti dallo scopo di lucro massacrando la
cultura di cui bene o male tutti noi siamo figli.
Esprimiamo con questa nostra tutto il disprezzo e il disgusto che ci
animano, per questo estremo assalto al nostro retroterra e alle nostre
radici culturali.
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aristoteles
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martedì 5 aprile 2016
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il non ritorno
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Di giustificabile,per la visione del film,c'è solo il ricordo di Tomas Milian e Bombolo.
Purtroppo il resto fa acqua da tutte le parti: sceneggiatura pessima,fascino del protagonista inesistente,simpatia dei personaggi proposti sottozero.
Nei primi dieci minuti avevo sperato in qualcosa di meglio poi il film ha preso la strada della delusione assoluta.
Ci sono degli eventi veramente tristi come la fuga dal carcere e l'apertura di una cassaforte che anche bambini di dieci anni avrebbero strutturato in maniera più complessa.
Ma come si fa a proporre roba simile sopratutto a chi,come me,apprezzava il mito trash del Monnezza??
La suoneria del telefonino con la voce di Bombolo è forse uno dei rari momenti di simpatia.
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Di giustificabile,per la visione del film,c'è solo il ricordo di Tomas Milian e Bombolo.
Purtroppo il resto fa acqua da tutte le parti: sceneggiatura pessima,fascino del protagonista inesistente,simpatia dei personaggi proposti sottozero.
Nei primi dieci minuti avevo sperato in qualcosa di meglio poi il film ha preso la strada della delusione assoluta.
Ci sono degli eventi veramente tristi come la fuga dal carcere e l'apertura di una cassaforte che anche bambini di dieci anni avrebbero strutturato in maniera più complessa.
Ma come si fa a proporre roba simile sopratutto a chi,come me,apprezzava il mito trash del Monnezza??
La suoneria del telefonino con la voce di Bombolo è forse uno dei rari momenti di simpatia.
Apprezzo Amendola ma questa roba è largamente insufficiente.
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michele il critico
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giovedì 12 maggio 2005
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il ritorno del monnezza
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IL RITORNO DEL MONNEZZA
regia: Carlo Vanzina
Claudio Amendola è il poliziotto Rocky Giraldi che sventa i reati a modo suo come il padre Nico (il personaggio che fu di Tomas Milian nella fortunata serie giallo/trash all'italiana degli anni '70) . Un giorno scopre che dietro un omicidio c'è un complotto troppo grande che coinvolge un senatore, un avvocato ed un questore i quali tenteranno di eliminarlo in ogni modo.
Cosa ha spinto Vanzina a riportare sul grande schermo la rozza genuinità di un Giraldi? Certamente non la necessità di raccontare un intreccio giallo assolutamente pretestuoso.
Il film, piuttosto, si regge sulla simpatia dei personaggi, su una serie di battute mai argute che però, oltrepassando i limiti dello stereotipo e della demenza, sfiorano l'intelligenza.
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IL RITORNO DEL MONNEZZA
regia: Carlo Vanzina
Claudio Amendola è il poliziotto Rocky Giraldi che sventa i reati a modo suo come il padre Nico (il personaggio che fu di Tomas Milian nella fortunata serie giallo/trash all'italiana degli anni '70) . Un giorno scopre che dietro un omicidio c'è un complotto troppo grande che coinvolge un senatore, un avvocato ed un questore i quali tenteranno di eliminarlo in ogni modo.
Cosa ha spinto Vanzina a riportare sul grande schermo la rozza genuinità di un Giraldi? Certamente non la necessità di raccontare un intreccio giallo assolutamente pretestuoso.
Il film, piuttosto, si regge sulla simpatia dei personaggi, su una serie di battute mai argute che però, oltrepassando i limiti dello stereotipo e della demenza, sfiorano l'intelligenza.
Barzellette al cinema.
In particolare queste battute riguardano il rapporto tra guardie e ladri; la polizia ne esce distrutta: corrotta, con un corpo stupido o, come nel caso del commissario protagonista, pericolosa per l'ordine pubblico (Giraldi è violento, spara in mezzo alla folla, scaraventa con superiorità razzista sulla neve un nordico "rompiscatole").
I ladri risultano decisamente più simpatici e coloriti nel loro modo di vivere. Certo che vedere il criminale Tramezzino quasi felice di tornare al gabbio è illusione cinematografica (e non c'è sotto la critica satirica con cui Benigni concluse un episodio di "Tu mi turbi").
Senza un'idea di fondo e sociologicamente inattendibile.
VOTO *
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(di blacky)
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elgatoloco
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lunedì 11 marzo 2019
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indegno, francamente
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"Il ritorno del Monnezza"di Carlo Vanzina(2005), scritto con Enrico Vanzina e con il protagonista Claudio Amendola(che vagamente si individua nella scrittura, con momenti di sinistra, per cui tutti i ricchi sono cattivi e corrotti, un qualcosa di abbastanza alieno dagli altri film dei Vanzina), è francamente insopportabile, a tratti, per la scarsa sceneggiatura che vuol ricalcare l'orginale di Bruno Corbucci, che registicamente "dà la birra"a Vanzina come ritmo e connessione-sconnessione delle varie parti(episodi non potremmo dire, a rigor di logica), per i dialoghi in un romanesco decisamente più forzato di quello dell'originale (Milian doppiato da Ferruccio, il papà di Claudio), con Claudio Amendola, che non ha la presenza scenica di Milian, ma sembra un rifacimento poco riuscito dell'originale(non a caso Milan si era lamentato e aveva fatto benissimo a farlo), con Enzo Salvi, con qualche altra presenza(unica piacevole quella di Elisabetta Rocchetti, brava), compreso un Kaspar Capparoni che, Rex a parte, nello spettacolo non sembra aver fatto moltissimo o comunque non sembra essersi affermato.
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"Il ritorno del Monnezza"di Carlo Vanzina(2005), scritto con Enrico Vanzina e con il protagonista Claudio Amendola(che vagamente si individua nella scrittura, con momenti di sinistra, per cui tutti i ricchi sono cattivi e corrotti, un qualcosa di abbastanza alieno dagli altri film dei Vanzina), è francamente insopportabile, a tratti, per la scarsa sceneggiatura che vuol ricalcare l'orginale di Bruno Corbucci, che registicamente "dà la birra"a Vanzina come ritmo e connessione-sconnessione delle varie parti(episodi non potremmo dire, a rigor di logica), per i dialoghi in un romanesco decisamente più forzato di quello dell'originale (Milian doppiato da Ferruccio, il papà di Claudio), con Claudio Amendola, che non ha la presenza scenica di Milian, ma sembra un rifacimento poco riuscito dell'originale(non a caso Milan si era lamentato e aveva fatto benissimo a farlo), con Enzo Salvi, con qualche altra presenza(unica piacevole quella di Elisabetta Rocchetti, brava), compreso un Kaspar Capparoni che, Rex a parte, nello spettacolo non sembra aver fatto moltissimo o comunque non sembra essersi affermato... Da dimenticare o quasi, rimpiangendo(almeno da parte di chi amava quel genere comico-giallo à la romanesca)Milian e Bombolo. Il tutto a un certo punto avrebbe potutto conoscere uno"scatto", un'impennata, invece assolutamwente nulla, calma piatta, viene da dire, perché nell'ora e mezza del film tutto è casuale, slegato e improvvisato e neppure singole sequenze sono in qualche modo"memorabili". El Gato
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