alessandra
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mercoledì 11 febbraio 2009
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il semplice commento di una giovane studentessa
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Ho visto questo film con la mia classe poco tempo fa. A parer mio è stupendo; racchiude in sè il fragile filo che tiene attenti i ragazzi in una materia scolastica, cosa che non è sempre facile ottenere, e in più sa esprimere quello che è il mondo di ragazzini che non hanno quasi più niente e sfogano la propria rabbia e la propria frustrazione sugli insegnanti, diventando ciò che in realtà non sono. La regola del collegio, "azione-reazione", oltre che essere dettata da un troppo severo dirigente, può essere interpretata proprio come una soluzione agli "scherzi" che i ragazzi fanno agli adulti, ma non fa altro che incrementare il loro istinto vandalistico. La tattica del canto è ottima, la passione che il maestro ci mette coinvolge tutti e l'impegno dei ragazzi è una diverso sbocco per i sentimenti negativi che li spingevano alla ribellione.
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Ho visto questo film con la mia classe poco tempo fa. A parer mio è stupendo; racchiude in sè il fragile filo che tiene attenti i ragazzi in una materia scolastica, cosa che non è sempre facile ottenere, e in più sa esprimere quello che è il mondo di ragazzini che non hanno quasi più niente e sfogano la propria rabbia e la propria frustrazione sugli insegnanti, diventando ciò che in realtà non sono. La regola del collegio, "azione-reazione", oltre che essere dettata da un troppo severo dirigente, può essere interpretata proprio come una soluzione agli "scherzi" che i ragazzi fanno agli adulti, ma non fa altro che incrementare il loro istinto vandalistico. La tattica del canto è ottima, la passione che il maestro ci mette coinvolge tutti e l'impegno dei ragazzi è una diverso sbocco per i sentimenti negativi che li spingevano alla ribellione. Ho trovato che anche l'interpretazione sia molto buona, i sentimenti sembrano appartenere davvero all'attore oltre che al personaggio. Ma le battute che mi hanno fatto sorridere di più sono state quelle del piccolo Pepinot col suo compagno di banco nel compito in classe di aritmetica: "Siamo ancora amici vero?" "Certo, perchè?" "Allora quanto fa 5 più 3?" "facile: 53!". Qui si capisce bene in che condizioni scolastiche fossero e, da parte loro, quanta attenzione mettessero nella lezione.
Non penso di avere altro da aggiungere e il mio non è cetro un super commento; ma il film mi è piaciuto proprio tanto, per chi non l'avesse capito...! =)
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oh dae soo
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lunedì 5 aprile 2010
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la voce della liberta'
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Piccolo gioiello di un cinema, quello francese, capace di eccellere in questi ultimi 10 anni in tutti i generi, dalla commedia ( Veber, Giù al Nord e il recentissimo Nicholas) all'Horror (vera e propria nuova scuola), dall' azione (36, L'Ultima missione) al drammatico.
Clement Mathieu è un musicista, ma viene assunto come sorvegliante in un severissimo istituto di rieducazione per bambini. Il cattivissimo direttore ha un solo credo, azione-reazione per il quale ogni piccolo errore o malefatta dei ragazzi deve essere severamente punita. Mathieu invece ha un altro credo, la musica, e tramite essa, con la crezione di un coro, ridare speranza, felicità, vita ai piccoli "ospiti" dell'istituto.
Film misurato come pochi in cui niente è esagerato, nè la violenza nè l'amore, nè la condanna nè la retorica.
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Piccolo gioiello di un cinema, quello francese, capace di eccellere in questi ultimi 10 anni in tutti i generi, dalla commedia ( Veber, Giù al Nord e il recentissimo Nicholas) all'Horror (vera e propria nuova scuola), dall' azione (36, L'Ultima missione) al drammatico.
Clement Mathieu è un musicista, ma viene assunto come sorvegliante in un severissimo istituto di rieducazione per bambini. Il cattivissimo direttore ha un solo credo, azione-reazione per il quale ogni piccolo errore o malefatta dei ragazzi deve essere severamente punita. Mathieu invece ha un altro credo, la musica, e tramite essa, con la crezione di un coro, ridare speranza, felicità, vita ai piccoli "ospiti" dell'istituto.
Film misurato come pochi in cui niente è esagerato, nè la violenza nè l'amore, nè la condanna nè la retorica. Sono i bambini, le loro emozioni, le loro paure, le loro speranze ad essere protagoniste, a ricordarci che mai, mai, un bambino può essere segregato o inibito nelle proprie passioni o potenzialità. E qui viene in soccorso la musica, l' altra grande protagonista del film. E' attraverso essa che i ragazzi "migliorano", una musica educatrice che li compatta, che li rende più responsabili, che fornisce un appoggio nel caotico mare delle loro pulsioni frustrate. Le regole ferree non servono, un bambino circondato da regole si comporterà sempre, appena ne avesse la minima possibilità, come una tigre uscita dalla gabbia. La musica è il collante, la passione che li farà tornare vivi e, in un certo senso, "puri". Ed è sempre attraverso la musica che viene fuori lo straordinario personaggio di Morhange (eccezionale il giovane attore), ragazzo ribelle dalla voce meravigliosa, talento purissimo che rischiava di appassire tra le mura asfissianti dell'istituto.E lui diventa il simbolo di tutti, il simbolo della bellezza, della meraviglia, della dolcezza che OGNI bambino dovrebbe avere la possibilità di vivere e dimostrare. Il sorvegliante Mathieu non è un eroe, è solo una persona che conosce l'importanza dell'infanzia, e sa che quando questa viene corrotta o inibita rovina irrimediabilmente la vita futura.
Film che commuove e a volte diverte, ma sempre sotto le righe, con garbo. Film permeato fortemente da un'atmosfera neorealista per ambientazioni, anni (siamo nel 1949), protagonisti, tematiche. E ovvio il rimando del cuore allo "Zero in condotta" di Vigo. Forse non siamo di fronte a un capolavoro, ma a uno di quei film "veri
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