pepolus
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venerdì 3 agosto 2007
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gere, espressivo più che mai...
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Gere è un attore che ci ha sempre abituato a interpretazioni impeccabili e significative, in questo film si ripropone come grande professionista, alle prese con un ruolo che se affidato ad un altro collega meno esperto, avrebbe reso il film banale, trascurabile, privo di coinvolgimento.
Invece l'attore, originario di Filadelfia, riesce a comunicare in modo egregio la situazione psicologica che sta vivendo il protagonista della storia, rimasto vedovo e solo, dopo aver perso prematuramente la moglie; Jon Klein (Gere) non sembra voler accettare la scomparsa, e resta rapito da una serie di fatti inconsueti che si verificano nella città di Point Pleasant. Uno strano personaggio, un specie di uomo falena, contatta alcuni abitanti del luogo sconvolegndoli con previsioni che diventano presto realtà; Klein inizia a ricevere delle telefonate misteriose, in cui una voce cupa e probabilmente non umana, lo tiene in costante agitazione.
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Gere è un attore che ci ha sempre abituato a interpretazioni impeccabili e significative, in questo film si ripropone come grande professionista, alle prese con un ruolo che se affidato ad un altro collega meno esperto, avrebbe reso il film banale, trascurabile, privo di coinvolgimento.
Invece l'attore, originario di Filadelfia, riesce a comunicare in modo egregio la situazione psicologica che sta vivendo il protagonista della storia, rimasto vedovo e solo, dopo aver perso prematuramente la moglie; Jon Klein (Gere) non sembra voler accettare la scomparsa, e resta rapito da una serie di fatti inconsueti che si verificano nella città di Point Pleasant. Uno strano personaggio, un specie di uomo falena, contatta alcuni abitanti del luogo sconvolegndoli con previsioni che diventano presto realtà; Klein inizia a ricevere delle telefonate misteriose, in cui una voce cupa e probabilmente non umana, lo tiene in costante agitazione. E' proprio questo stato d'animo che Gere riesce a trasmettere allo spettatore, che tende a restare incuriosito dalla storia, sebbene questa possa presentare degli elementi poco credibili agli scettici e pragmatici, ma che sicuramente ravviva l'interesse e difficilmente annoia.
Il film merita di essere visto, regala 2 orette scarse di intrattenimento, dovuto in gran parte alla bravura del protagonista.
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(di matteo m.)
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lester burnham
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lunedì 15 gennaio 2007
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pellington e gli sfortunati insetti
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Americano, classe 1962, amico di Cameron Crow, il nome di Mark Pellington potrebbe essere non nuovo a chi ama musica e serie tv: il regista di Baltimora (città natale di gente tipo Tom Clancy, Barry Levinson, Frank Zappa ma anche David Hasselhoff) ha lavorato alla regia di progetti video per U2, Pearl Jam e INXS, ha diretto alcuni episodi della serie “Cold Case” e ha pure recitato (Jerry Maguire). In mezzo il cinema ancora da regista, che almeno fino ad ora, lo ha premiato al botteghino molto meno di quanto forse merita: cito solo Arlington Road (1998) che, con poco più di 24 milioni di dollari di incasso, fu un flop e appunto The Mothman Prophecies (2002)che invece, con poco più di 35, fu appena sufficiente (il Sesto senso ne incassò quasi 300).
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Americano, classe 1962, amico di Cameron Crow, il nome di Mark Pellington potrebbe essere non nuovo a chi ama musica e serie tv: il regista di Baltimora (città natale di gente tipo Tom Clancy, Barry Levinson, Frank Zappa ma anche David Hasselhoff) ha lavorato alla regia di progetti video per U2, Pearl Jam e INXS, ha diretto alcuni episodi della serie “Cold Case” e ha pure recitato (Jerry Maguire). In mezzo il cinema ancora da regista, che almeno fino ad ora, lo ha premiato al botteghino molto meno di quanto forse merita: cito solo Arlington Road (1998) che, con poco più di 24 milioni di dollari di incasso, fu un flop e appunto The Mothman Prophecies (2002)che invece, con poco più di 35, fu appena sufficiente (il Sesto senso ne incassò quasi 300).
L’insuccesso economico di The Mothman Prophecies ha almeno una, forse due ragioni: la prima, per la verità marginale rispetto alla seconda ma non priva di importanza)e comune ai due film succitati, potrebbe essere dovuta ad una strategia “casting” che tende a privilegiare “solo” attori protagonisti non più giovanissimi (over 40) e "attori" solo sul set: Richard Gere (classe 1949), come Jeff Bridges (ancora 1949) e Tim Robbins(1958) (protagonisti di Arlington Road), hanno l’aria di persone intelligenti oltre che essere lavoratori di talento. L’impegno civile (e quindi politico) di Gere e Robbins è conosciuto e quanto a Bridges, per capire qualità e serietà dell’uomo, basti sapere che dal 1977 è sposato con la stessa donna. Insomma: sicuramente teste pensanti più che carne da tabloid.
La seconda, assolutamente prevalente, attiene non solo a The Mothman Prophecies ma anche ad un altro film, sempre sul paranormale (sempre filone vedo/sento la gente morta) e con protagonista un altro insetto: la libellula di Dragonfly (con Kevin Costner e Kathy Bates anche loro over 40) che uscì nello stesso periodo con pure sorte peggiore (sui 30 milioni di dollari di incasso). Ma lo “stesso periodo” erano proprio i primi mesi del 2002: troppo vicino il ricordo dell’11/9 per andare al cinema e vivere storie di angoscia e sciagure più o meno collettive (caso vuole che Arlington Road tratti la delicata questione degli attacchi terroristici, traendo probabilmente spunto anche da un attentato del 1993, quando una bomba scoppiò proprio nei garage sotterranei del World Trade Center provocando morti e feriti).
Sfortuna a parte, The Mothman Prophecies è un buon drama/thriller movie che ha il merito (o demerito) di tenersi lontano da tentazioni horror per ragioni non estranee alla sapiente sceneggiatura di Richard Hatem che di paranormale se ne intende (creatore e scrittore della serie tv MIRACLES e scrittore nella serie tv SUPERNATURAL).
Paura e angoscia hanno in pratica solo voce (quella originale è proprio di Pellington, che compare nel film anche come bar-tender) e non si vedono se non sulla carta (disegni eccezionali inquietanti) e sui visi di attori tutti bravissimi (su tutti forse “Gordon” Will Patton). Non svelo trama e in ogni caso ci ha già pensato (felicemente) Magrelli. Da dimenticare il “sottotitolo” tra parentesi della versione italiana. Da vedere la scena sul ponte (ottimamente girata e montata) e una Debra Missing (The Wedding Date, Will & Grace) mai più così bella.
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evildead
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mercoledì 31 dicembre 2014
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due occhi rossi...
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nella non facile impresa di traferire sullo schermo il testo di un saggio ,i cineasti americani si sono inventati una storia piuttosto frammentaria ma avvincente e suggestiva; e frammentario ma avvincente e suggestivo e' il libro di J. Keel da cui e' tratto il film,un saggio sui 2 anni ,1966-67 ,durante i quali la cittadina di Point Pleaseant,West Virginia ,fu al centro di svariati fenomeni paranormali ,culminati col crollo del ponte Silver Bridge ,che provoco' decine di vittime. il film sposta l'azione ai nostri giorni,la regia e' valida,gli effetti ottici molto suggestivi,Gere e' abbastanza sonnambulo e monoespressivo,ma funziona nell'ambito ipnotico della vicenda,la quale,proprio come nel libro ,dopo avere posto tante domande sul chi , sul cosa e sul perche' ,non da' nessuna risposta e si risolve in modo enigmatico ,come tutto il suo scorrere.
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nella non facile impresa di traferire sullo schermo il testo di un saggio ,i cineasti americani si sono inventati una storia piuttosto frammentaria ma avvincente e suggestiva; e frammentario ma avvincente e suggestivo e' il libro di J. Keel da cui e' tratto il film,un saggio sui 2 anni ,1966-67 ,durante i quali la cittadina di Point Pleaseant,West Virginia ,fu al centro di svariati fenomeni paranormali ,culminati col crollo del ponte Silver Bridge ,che provoco' decine di vittime. il film sposta l'azione ai nostri giorni,la regia e' valida,gli effetti ottici molto suggestivi,Gere e' abbastanza sonnambulo e monoespressivo,ma funziona nell'ambito ipnotico della vicenda,la quale,proprio come nel libro ,dopo avere posto tante domande sul chi , sul cosa e sul perche' ,non da' nessuna risposta e si risolve in modo enigmatico ,come tutto il suo scorrere.del resto non sapremo mai chi era Indrid Cold...
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scrigno magico
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martedì 13 ottobre 2015
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deludente
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Ritmo narrativo veramente deludente, si cerca di impressionare lo spettatore con musiche e inquadrature più che con una trama realmente coinvolgente. Gere monoespressivo. E quando non riesci a orchestrare qualcosa di convincente che fai? Lo giustifichi col paranormale, espediente di una regia con poche idee, ma confuse.
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noia1
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lunedì 5 gennaio 2015
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l’oscurità del vuoto dietro la verità
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Richard Gere alle prese con entità paranormali.
Forse Richard Gere per un ruolo del genere è una scelta un po’ banale, si poteva fare di peggio, di meglio sicuramente no ma azzeccarci di più sicuramente si. Il fascino usurato dell’attore ormai agli sgoccioli dei suoi tempi migliori non attinge appieno al ruolo che ci si aspetta per una trama simile, ci sarebbe stato meglio forse un attore scarno, non proprio così bello come lui, forse più nevrotico che affascinante.
Trama costruita perfettamente a partire dalla storia d’amore, una bellissima storia d’amore, credibile e per questo perfetta per essere rovinata, come sarebbe potuto essere tanto angosciante un film senza un inizio tanto perfetto disintegrato tanto bene? Quasi quello che accade al protagonista, la ferita causata dalla perdita, non ci rende testimoni ma affini a ciò che accade, tutto è estremamente credibile e perfetto per introdurci alla vera trama del film.
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Richard Gere alle prese con entità paranormali.
Forse Richard Gere per un ruolo del genere è una scelta un po’ banale, si poteva fare di peggio, di meglio sicuramente no ma azzeccarci di più sicuramente si. Il fascino usurato dell’attore ormai agli sgoccioli dei suoi tempi migliori non attinge appieno al ruolo che ci si aspetta per una trama simile, ci sarebbe stato meglio forse un attore scarno, non proprio così bello come lui, forse più nevrotico che affascinante.
Trama costruita perfettamente a partire dalla storia d’amore, una bellissima storia d’amore, credibile e per questo perfetta per essere rovinata, come sarebbe potuto essere tanto angosciante un film senza un inizio tanto perfetto disintegrato tanto bene? Quasi quello che accade al protagonista, la ferita causata dalla perdita, non ci rende testimoni ma affini a ciò che accade, tutto è estremamente credibile e perfetto per introdurci alla vera trama del film.
Apparizioni e chiamate misteriose perseguitano John, non sono semplici chiamate perché c’entrano con sua moglie, non sono solo avvertimenti perché, al di là dell’entità misteriosa dietro tutto ciò, più che il mistero dietro l’infinità di allusioni e richiami da qualche parte c’è sua moglie, che sia una trappola o una via di fuga non importa, sua moglie c’è e bisogna capire cosa ci sia dietro tutto ciò.
Non è il semplice film Hollywoodiano, altre sono pellicole che ponendo semplicemente due o tre star davanti alla cinepresa pretendono chissà cosa, qui da padrone fanno le atmosfere claustrofobiche, la frenesia del protagonista, le rivelazioni che si susseguono forsennatamente una dietro l’altra quasi un’onda che ti calpesta.
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