ultimoboyscout
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venerdì 16 novembre 2012
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ammazzali tutti, porter!
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Remake con adattamento ben riuscito di "Senza un attimo di tregua" di John Boorman. Titolo estremamente indovinato quello del film originale, perchè il protagonista non ha davvero tregua e non ne da ai suoi avversari. Segna l'esordio alla regia di Brian Helgeland già ottimo sceneggiatore di "L.A. Confidential", che qui scrive in collaborazione con Terry Hayes. Si tratta di un noir d'azione cupo e duro che esalta i clichè con la massima amoralità: gli uomini sono tutti assassini, le donne tutte prostitute e i poliziotti tutti corrotti. Mel Gibson interpreta l'antieroe solo contro tutti ossessionato dalla vendetta, un vero bastardo venato di ironia, un romantico impermeabile al dolore e invulnerabile persino alle martellate sulle dita dei piedi.
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Remake con adattamento ben riuscito di "Senza un attimo di tregua" di John Boorman. Titolo estremamente indovinato quello del film originale, perchè il protagonista non ha davvero tregua e non ne da ai suoi avversari. Segna l'esordio alla regia di Brian Helgeland già ottimo sceneggiatore di "L.A. Confidential", che qui scrive in collaborazione con Terry Hayes. Si tratta di un noir d'azione cupo e duro che esalta i clichè con la massima amoralità: gli uomini sono tutti assassini, le donne tutte prostitute e i poliziotti tutti corrotti. Mel Gibson interpreta l'antieroe solo contro tutti ossessionato dalla vendetta, un vero bastardo venato di ironia, un romantico impermeabile al dolore e invulnerabile persino alle martellate sulle dita dei piedi. E' un film costruito interamente sul suo protagonista e ha un fascino retrò assolutamente piacevole, un thriller senza buoni con Gibson che si confornta per la primna volta col ruolo di cattivo: nulla da eccepire, supera l'esame a pieni voti dando prova di versatilità e completezza. La violenza è eccessiva e spesso gratuita (cosa che al cinema non aiuta) ma si avvicina alla realtà più di tanti altri film sdolcinati e fasulli nonostante non proprio tutti siano brutti, sporchi e cattivi. Sconfina con ironia nel pulp e piace senza strafare, anche grazie ad un cast di tutto rispetto che spalleggia l'attore australiano: notevole Gregg Henry, un villain con la faccia da infame buono per ogni occasione, sensuale e spassosa Lucy Liu versione fetish, bella e brava appare Maria Bello senza tralasciare la solida prova di Kristofferson. Tutto si basa su toni spenti e sporchi, anche Chicago appare così, una città senza tempo e senza regole, dominata dal sadismo che conferisce al film l'aspetto di un western urbano sinistro e un pizzico comico.
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