miriam
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sabato 10 giugno 2006
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don't touch my movie!
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Musiche splendide, atmosfere eccitanti e assolutamente avvolgenti. Tensione che ti si allaccia alle membra anche se il film denota poca suspence.. Freddezza delle azioni, uccisioni che nn vengono preparate dalla regia ma che accadono in pochi istanti. Diretto, preciso, tocca l'anima della fantasia, l'oscuro che c'è in noi..
Cast ottimo, la scelta di mostrare x pochi minuti un Bowie giovane e avvenente è da ammirare. La De Neuve di ghiaccio e la Sarandon magica come sempre..Non si poteva fare di meglio!
E poi..La Miriam forzutissima che adagia con una delicatezza infinita john tra gli uccelli, scena splendida..i suoi mille uomini a cui parla e che tiene rinchiusi assieme, veramente un ottimo spunto x accendere l'immaginazione.
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Musiche splendide, atmosfere eccitanti e assolutamente avvolgenti. Tensione che ti si allaccia alle membra anche se il film denota poca suspence.. Freddezza delle azioni, uccisioni che nn vengono preparate dalla regia ma che accadono in pochi istanti. Diretto, preciso, tocca l'anima della fantasia, l'oscuro che c'è in noi..
Cast ottimo, la scelta di mostrare x pochi minuti un Bowie giovane e avvenente è da ammirare. La De Neuve di ghiaccio e la Sarandon magica come sempre..Non si poteva fare di meglio!
E poi..La Miriam forzutissima che adagia con una delicatezza infinita john tra gli uccelli, scena splendida..i suoi mille uomini a cui parla e che tiene rinchiusi assieme, veramente un ottimo spunto x accendere l'immaginazione..
BELLO, OTTIMO!
La scelta del nome poi.. non si poteva fare di meglio che darle il mio!:)
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parsifal
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lunedì 12 giugno 2017
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eleganza e crudeltà
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Opera prima di Tony Scott, ispirato al romanzo “ THE HUNGER
( titolo originale del film) di W. Strieber , il film ebbe un successo
Che andò al di là delle aspettative dei produttori e del regista,
diventando una vera e propria icona della cinematografia degli
anni 80. La storia è incentrata sulla figura di Miriam, interpretata
da una splendida e crudele C. Deneuve. Ella possiede il dono
dell’immortalità , che richiede un prezzo molto alto da pagare,
almeno una volta ogni sei giorni; cibarsi di sangue umano.
E lo fa in compagnia di John, ( meraviglioso ed elegante D.Bowie)
Dandosi alle avventure metropoli notturne , come quella che
Avviene all’inizio del film.
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Opera prima di Tony Scott, ispirato al romanzo “ THE HUNGER
( titolo originale del film) di W. Strieber , il film ebbe un successo
Che andò al di là delle aspettative dei produttori e del regista,
diventando una vera e propria icona della cinematografia degli
anni 80. La storia è incentrata sulla figura di Miriam, interpretata
da una splendida e crudele C. Deneuve. Ella possiede il dono
dell’immortalità , che richiede un prezzo molto alto da pagare,
almeno una volta ogni sei giorni; cibarsi di sangue umano.
E lo fa in compagnia di John, ( meraviglioso ed elegante D.Bowie)
Dandosi alle avventure metropoli notturne , come quella che
Avviene all’inizio del film. I due predatori sono in discoteca, nella
Quale si esibiscono I Bauhaus , formazione di punta del Gothic
Rock Britannico di quegli anni, che eseguono uno migliori
Brani del loro repertorio “ Bela Lugosi’s Dead”, creando
Un’atmosfera ipnotica e cupa al tempo stesso.
Attirate le prede nella loro tela, le portano a casa.
I due giovani , una coppia spregiudicata che , ignara di tutto,
è convinta di vivere semplicemente un momento di
libertinaggio notturno, soccomberanno alla violenza dei
due amanti e saranno il loro pasto notturno.
Verranno uccisi con uno strumento molto particolare:
La Ankh , la croce egizia, simbolo dell’ aldilà , dell’anima
E della vita eterna. Ma non tutto dura per sempre; improvvisa=
Mente John, al quale Miriam aveva promesso oltre all’eterna
Vita anche l’eterna giovinezza, inizia ad invecchiare in tempi
Troppo rapidi, addirittura nel giro di ore. Disperato, si rivolge
Ad una dottoressa ( S. Sarandon) che sta conducendo delle
Ricerche sull’invecchiamento precoce. Ma sarà tutto inutile;
John è stato vittima di un inganno e Miriam ha sempre saputo
Che quel momento sarebbe arrivato, prima o poi. Ed allora
Lo confina nel suo harem di amanti passati, in soffitta,
dove continuano a vivere eternamente, in uno stato
di perenne sofferenza , senza alcuna speranza.
Miriam è interessata alla dottoressa ed usa i suoi poteri
Soprannaturali per condurla a sé; Lei cadrà ai suoi piedi
Senza resisterle, anzi abbandonandosi alla voluttà di questo
Gioco di seduzione elegante, fatto di parole gentili ,note
Soavi e carezze saffiche. Memorabile la scena della loro reciproca
Passione, magnificamente illustrata dalla fotografia di Golblatt
E narrata dalla toccante composizione di Leo Delibes, tratta
Dall’opera Lakhmè, intitolata “ The flowers duets”. Le sue note
Incorniciano a perfezione quegli attimi così intensi e delicati.
La dottoressa Sarah però , dopo l’enfasi iniziale, non intende
Affatto essere un vampiro per l’eternità. Inizia in lei un conflitto
Che la condurrà , dopo molti tormenti, ad una soluzione drastica,
per mettere fine alla perpetuazione del vampirismo, a cui Miriam
l’ ha iniziata. La Morte trionfa sull’ Eternità donata dal sangue
tutto va in disfacimento e Miriam scompare tra mille tormenti,
insieme alla sua lunga schiera di amanti. Ma c’è una sorpresa
nel finale che pochi sanno cogliere ed interpretare…
Film di culto, ben confezionato, di forte impatto ma anche di
Grande eleganza, con una sceneggiatura non certo originale
Ma molto coinvolgente , resa anche efficace dall’ottima
Interpretazione dei protagonisti.
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andyflash77
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mercoledì 25 luglio 2012
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grande sting versione "dark"
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Prende ispirazione da un romanzo di Whitley Strieber il primo lungometraggio cinematografico di Tony Scott, proveniente dalla pubblicità e fratello del più noto Ridley, le cui immagini di apertura rimandano immediatamente all’universo dei videoclip.
Scandito da un montaggio per mano di Pamela Power ("I duellanti") che non risparmia interessanti analogie ed impreziosito dagli eccellenti effetti speciali di trucco a cura del Premio Oscar Dick Smith ("Amadeus"), un racconto per immagini in movimento continuamente sospeso tra erotismo e romanticismo in cui il Duca Bianco David Bowie veste i panni di John, ultracentenario vampiro che vive con l’amata succhiasangue Miriam, con il volto di Catherine Deneuve, fino a quando comincia ad invecchiare a vista d’occhio, proprio come accaduto ai precedenti compagni della donna.
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Prende ispirazione da un romanzo di Whitley Strieber il primo lungometraggio cinematografico di Tony Scott, proveniente dalla pubblicità e fratello del più noto Ridley, le cui immagini di apertura rimandano immediatamente all’universo dei videoclip.
Scandito da un montaggio per mano di Pamela Power ("I duellanti") che non risparmia interessanti analogie ed impreziosito dagli eccellenti effetti speciali di trucco a cura del Premio Oscar Dick Smith ("Amadeus"), un racconto per immagini in movimento continuamente sospeso tra erotismo e romanticismo in cui il Duca Bianco David Bowie veste i panni di John, ultracentenario vampiro che vive con l’amata succhiasangue Miriam, con il volto di Catherine Deneuve, fino a quando comincia ad invecchiare a vista d’occhio, proprio come accaduto ai precedenti compagni della donna.
Complice anche la bella colonna sonora d’impronta classicheggiante a firma di Denny Jaeger ("American nitro") e Michel Rubini ("Manhunter-Frammenti di un omicidio"), la regia di Scott appare decisamente elegante e del tutto atipica per il genere che affronta, tanto che "The hunger" (come s’intitola in patria il film) non risulta accostabile né ai precedenti titoli riguardanti Dracula e discendenti, né ai successivi, orientati sempre più verso l’action-movie fino ad arrivare ai vari "Blade" e simili.
Purtroppo, però, dal momento in cui viene introdotto il tema dell’omosessualità con rapporti saffici tra Miriam e la dottoressa Sarah Roberts, interpretata da una sexy e generosamente nuda Susan Sarandon, da un lato l’interessante metafora relativa all’AIDS risulta sempre più evidente, ma dall’altro la sceneggiatura comincia a mostrare la corda, tanto che gli efficaci lenti ritmi di narrazione finiscono per assumere le fattezze di noia in fotogrammi.
Alla fine, quindi, non rimane che lasciarsi avvolgere dalla notevole cura estetica, la quale, se all’epoca della realizzazione del film poteva spingere a pensare che si trattasse della tipica voglia di sperimentare intrisa in chi esordisce dietro la macchina da presa, oggi che conosciamo il curriculum del regista di "Nemico pubblico" e "Domino" sappiamo benissimo che essa non rientra altro che tra i marchi di riconoscimento dei suoi lavori.
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davidestanzione
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mercoledì 7 luglio 2010
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l'horror scott(ante) si riscopre a tinte forti...
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Di esordi e opere prime dense di suggestione e stilisticamente ad alto tasso di premonizione nel florido decennio ultrasperimentale degli ’80 ve ne sono eccome,opere perfettamente in grado di “anticipare”,sotto forma di sintesi dal sapore coagulante e dalla natura sussunta,i dettami e le ricorrenti tendenze narrativo-visive dei loro autori.Due opere su tutte:”Blood Simple” dei fratelli Coen,noir fisico,stringato,strizzato,sudaticcio,appiccicoso e visceralmente accattivante;e poi proprio l’opera prima di Tony Scott, “Miriam si sveglia a mezzanotte”.
Formatosi su quella "palestra cinematografica" che è la pubblicità,da sempre viatico di formazione registica assai fecondo per molti giovani autori(i vari Fincher,Jonze,Gondry,lo stesso Ridley,o cambiando fronte continentale il nostrano D’Alatri,per esempio),Tony Scott firma un esordio dal plot smaccatamente controverso,talvolta trashizzante,biecamente anticonformista ma in realtà(quasi del tutto)in linea con il gusto horrorifico peculiarmente riconoscibile del decennio ’80(e a sua volta retaggio della diffusione capillare del grindhouse anni ’70):un badtaste di vaga ascendenza cinefila,ombroso,sfumato,dal tratteggio vagamente lisergico e corredato da fugaci pulsioni erotiche orientate verso lo splatter movie deliberatamente schizzaschermo.
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Di esordi e opere prime dense di suggestione e stilisticamente ad alto tasso di premonizione nel florido decennio ultrasperimentale degli ’80 ve ne sono eccome,opere perfettamente in grado di “anticipare”,sotto forma di sintesi dal sapore coagulante e dalla natura sussunta,i dettami e le ricorrenti tendenze narrativo-visive dei loro autori.Due opere su tutte:”Blood Simple” dei fratelli Coen,noir fisico,stringato,strizzato,sudaticcio,appiccicoso e visceralmente accattivante;e poi proprio l’opera prima di Tony Scott, “Miriam si sveglia a mezzanotte”.
Formatosi su quella "palestra cinematografica" che è la pubblicità,da sempre viatico di formazione registica assai fecondo per molti giovani autori(i vari Fincher,Jonze,Gondry,lo stesso Ridley,o cambiando fronte continentale il nostrano D’Alatri,per esempio),Tony Scott firma un esordio dal plot smaccatamente controverso,talvolta trashizzante,biecamente anticonformista ma in realtà(quasi del tutto)in linea con il gusto horrorifico peculiarmente riconoscibile del decennio ’80(e a sua volta retaggio della diffusione capillare del grindhouse anni ’70):un badtaste di vaga ascendenza cinefila,ombroso,sfumato,dal tratteggio vagamente lisergico e corredato da fugaci pulsioni erotiche orientate verso lo splatter movie deliberatamente schizzaschermo.La sceneggiatura infatti,proposta dalla Mgm ad uno Scott ancora alle prime armi,cultore automobilistico,con alle spalle solo un adattamento televisivo “promesso” al più famoso(soltanto più famoso)Ridley e ben lontano dal mestierante tecnicista che noi oggi conosciamo,è incetrata su una coppia di vampiri dal mefistolico tocco ideologico tendente al sempiterno(uno “sparuto”-in termini di minutaggio-David Bowie e Catherine Deneuve-la Miriam del titolo-ormai un habituè del genere dopo il polanskiano Repulsion).Lei si rivelerà un’impostora, una creatura che seduce i propri ignari amanti promettendo l’eterna giovinezza per poi instillare in loro un invecchiamento fulmineo e improvvisamente ultravelocizzato(che culmina di volta in volta con l’esposizione dell’amante in bare scoperchiate e addossate in una ventilata soffitta),la stessa,identica parabola “senilizzante” nella quale incappa il malcapitato,affascinante violoncellista incarnato da Bowie.Sarah(Susan Sarandon),una pseudoscianziata dal curioso sperimentalismo,rimane affascinata dal curioso invecchiamento di John Blaylock(Bowie)e si reca alla loro dimora,intrattenendo con Miriam,dopo una conoscenza-lampo,un rapporto dall’estemporanea matrice lesbosplatter,con capezzoli secernenti fuoriuscite sanguigne e un finale che,in fin dei conti,preferisco non spoilerare troppo per non rovinarvi un’eventuale(e anche consigliata)visione del film.Ma allora,se il film è quasi del tutto “amalgato” col contesto temporale in cui è inserito,come mai fu un così vistoso fiasco(in teoria un nullificante esordio)di critica e pubblico? Quel “quasi” deve destare qualche sospetto,perché Scott riversa nel film quel gusto patinato e sovraesposto che diventerà una delle sue più riconoscibili cifre stilistiche(ecco che ci riallacciamo al discorso fatto in apertura),confezionando un prodotto pieghettamente stucchevole e narrativamente imperfetto,ma dalle cui crepe fuoriescono alcuni ossuti lampi di visionario gusto pseudogoth frammisto al macabro-grottesco,il vero pilastro portante del film al di là di uno sviluppo narrativo(con personaggi già in partenza tagliati con l’accetta)in fin dei conti peraltro posticciamente(im??)prevedibile.
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[+] la patina cinefila si sveglia a mezzanotte-ext.cut
(di davidestanzione)
[ - ] la patina cinefila si sveglia a mezzanotte-ext.cut
[+] dal singolare al plurale..
(di davidestanzione)
[ - ] dal singolare al plurale..
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