dutchman
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domenica 11 aprile 2010
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cupo e tetro
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Anno 1993-1994, la famiglia russa-ebrea Shapira abita nella zona di Brighton Beach a Brooklyn nel quartiere di Little Odessa. Arkady Shapira (Maximillian Schell) vive la Sua vita in tutto ciò che è al di fuori della sua famiglia, non accorgendosi che il Suo figlio più giovane Reuben (Edward Furlong) non frequenta la scuola da mesi, per prendesi cura di sua madre Irina (Vanessa Redgrave) che è in fase terminale a causa di un male incurabile.
La famiglia è fragile e viene spinta al punto di non ritorno quando Joshua (Tim Roth) di professione killer ritorna nel suo vecchio quartiere di Brighton Beach - Brooklyn ( Little Odessa) per eliminare un gioelliere Iraniano nella sua città natale (New York), dove ritrova il Suo fratello minore Reuben (Edward Furlong) e una vecchia fiamma ( Moira Kelly ).
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Anno 1993-1994, la famiglia russa-ebrea Shapira abita nella zona di Brighton Beach a Brooklyn nel quartiere di Little Odessa. Arkady Shapira (Maximillian Schell) vive la Sua vita in tutto ciò che è al di fuori della sua famiglia, non accorgendosi che il Suo figlio più giovane Reuben (Edward Furlong) non frequenta la scuola da mesi, per prendesi cura di sua madre Irina (Vanessa Redgrave) che è in fase terminale a causa di un male incurabile.
La famiglia è fragile e viene spinta al punto di non ritorno quando Joshua (Tim Roth) di professione killer ritorna nel suo vecchio quartiere di Brighton Beach - Brooklyn ( Little Odessa) per eliminare un gioelliere Iraniano nella sua città natale (New York), dove ritrova il Suo fratello minore Reuben (Edward Furlong) e una vecchia fiamma ( Moira Kelly ).
Con il ritorno di Joshua, ritornano i vecchi dissapori con il padre Arkady Shapira (Maximillian Schell), che lo aveva rinnegato anni prima.
Arkady tenta di impedire a Joshua di visitare sua madre gravemente malata (Vanessa Redgrave), la pressione di questa crisi famigliare diventa più drammatica quando dei teppisti mandati dalla mafia russa cercano di uccidere Joshua, innescando una sanguinosa sparatoria, nel violento conflitto Joshua rimane vivo ma perdente, in quanto Suo fratello Reuben viene ucciso per un'incredibile fatalità.
IL regista James Gray, è molto bravo nel raccontare storie sia di vecchio che di moderno stile, e di assemblare le sequenze finali noir in stile Shakespeariano
Chi si aspetta un energico film poliziesco stile Tarantino potrebbe rimanere deluso, in quanto questo film descrive perfettamente il mondo ambiguo della malavita; tetro, cupo e con la vita in perenne insicurezza.
La storia è incentrata sul ritorno del quartiere di Little Odessa (New York City), di Joshua (Tim Roth) un killer professionista che torna per uccidere, insensibile della Sua infanzia passata quando era più di un bambino nel quartiere di Brighton Beach a Brooklyn.
IL racconto segue la storia di Joshua, in maniera cupa di degrado morale con le sue ripercussioni nei confronti dei suoi cari, ma allo stesso tempo gratificante nel raccontarlo. Tim Roth fornisce una chiave espressiva e intepretativa di alto rendimento, che visualizza la Sua voglia di fare pace con la famiglia e con la Sua ex fidanzata ( Moira Kelly ).
La sua disperazione è intensa e emotiva, nel desiderio di comunicare con le persone a Lui più care (anche se è un Killer), riuscendo a parlare con il suo fratello minore Reuben (Edward Furlong) che ammira e ama profondamente come la madre morente Irina (Vanessa Redgrave), al contrario del padre Arkady Shapira (Maximillian Schell) che non lo considera più un figlio.
Alla fine Joshua ricomincia a praticare la Sua vita criminale violenta di sempre, che lo porterà via da Little Odessa dopo la morte di Reuben e della madre Irina.
Molto bravi tutti gli interpreti principali del film "Little Odessa" da Tim Roth a Edward Furlong, da Maximillian Schell a Vanessa Redgrave (anche se per un grande attrice come Lei, la parte che ha interpretato era troppo riduttiva), non dimenticando la brava attrice Moira Kelly.
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francesco2
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giovedì 3 novembre 2011
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un esordio che convince, ma a metà
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Un Leone d'Argento diviso in tre, ma fu sempre una menzione: perdipiù per l'allora ventiseienne James Gray, che con "Little Odessa" nel lontanissimo '94 debuttò dietro la macchina da presa, prima di realizzare dignitosi film come "I padroni della notte" e "Two Lovers", divenuto per alcuni un picolo culto. Non manca in effetti una regia compatta, che evita -abbastanza- le scene madri, e che mostra già una sicurezza di base, guardando forse a certi certi "Gangster-movie", se così si può definirli. "Casinò" ancora non c'era, ma esempi del genere, non tutti conosciuti veramente da chi scrive, non mancavano di certo.
Viene però da chiedersi anche - E soprattutto, naturalmente- quali contenuti racchiudesse la cornice (abbastanza) ben disegnata.
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Un Leone d'Argento diviso in tre, ma fu sempre una menzione: perdipiù per l'allora ventiseienne James Gray, che con "Little Odessa" nel lontanissimo '94 debuttò dietro la macchina da presa, prima di realizzare dignitosi film come "I padroni della notte" e "Two Lovers", divenuto per alcuni un picolo culto. Non manca in effetti una regia compatta, che evita -abbastanza- le scene madri, e che mostra già una sicurezza di base, guardando forse a certi certi "Gangster-movie", se così si può definirli. "Casinò" ancora non c'era, ma esempi del genere, non tutti conosciuti veramente da chi scrive, non mancavano di certo.
Viene però da chiedersi anche - E soprattutto, naturalmente- quali contenuti racchiudesse la cornice (abbastanza) ben disegnata. Diciamo subito che il personaggio di Roth, qui forse non in una delle migliori sue interpretazioni, non è tagliato con l'accetta, tanto che ad un certo punto dice al fratello (Minore, perdipiù): "Puoi essere meno forte, in certi momenti": ed anche il ragazz(in?)o stesso può suscitare simpatia, anche se non è (Sicuramente) la prima figura di questo tipo: un ragazzino che fa certe cose prima del tempo, partendo dalla sigaretta per arrivare, purtroppo, a scelte più gravi.
In compenso figure (relativamente) marginali come i genitori non convincono, un pò di suo un pò dato l'ambiente in cui vivono Vivono?(Di loro non sappiamo praticamente nulla, a parte la scontatissima considerazione che la "vita" della Redgrave è ormais opra un letto). Soprattutto, poi, il messaggio di fondo lascia qualche dubbio. Pur con le (potenziali) buone intenzioni, il giovanissimo regista insinua il sospetto di non lasciare un messaggio particolarmente nuovo ed approfondito, nel mettere in scena una tragedia che tocca varie sfumature ( Almeno due: il ruolo di maledetto irredemibile, che avvolge anche gli altri nella maledizione che lo caratterizza, ed il crollo, almeno parziale, del suo microcosmo familiare).
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