leo pellegrini
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mercoledì 18 maggio 2005
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da rivalutare
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Andrebbe rivalutato: quando uscì (1957) il film ebbe scarso successo di pubblico e tuttora è poco amato dagli hitchcockiani "puri". Il film è sicuramente atipico nella filmografia di Sir Alfred ed è privo di quel tocco di humour che generalmente caratterizza tutti i suoi capolavori. Niente agenti segreti, intrighi internazionali, spargimenti di sangue ma il diavolo che ci infila la coda. Tratto liberamente da un fatto di cronaca, unico film di Hithcock a non essere una pura invenzione narrativa, il film ha deluso gli appassionati di suspence (che non vi hanno trovato il tipico universo hitchockiano, un universo fantastico e simbolico). “Il ladro” è un fatto di cronaca allo stato puro, senza fronzoli e ornamenti.
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Andrebbe rivalutato: quando uscì (1957) il film ebbe scarso successo di pubblico e tuttora è poco amato dagli hitchcockiani "puri". Il film è sicuramente atipico nella filmografia di Sir Alfred ed è privo di quel tocco di humour che generalmente caratterizza tutti i suoi capolavori. Niente agenti segreti, intrighi internazionali, spargimenti di sangue ma il diavolo che ci infila la coda. Tratto liberamente da un fatto di cronaca, unico film di Hithcock a non essere una pura invenzione narrativa, il film ha deluso gli appassionati di suspence (che non vi hanno trovato il tipico universo hitchockiano, un universo fantastico e simbolico). “Il ladro” è un fatto di cronaca allo stato puro, senza fronzoli e ornamenti.
Visto oggi, il film si rivela forse come il film più asciutto, essenziale, drammatico del regista inglese. Una delle migliori interpretazioni di Henry Fonda, una straordinaria performance di Vera Miles.
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sponge 2
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venerdì 11 febbraio 2011
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il "ladro...buono"
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il ladro..cosi' triste e rassegnato che fuori dai soliti schemi hitchcochiani..non sembra vero
ma il racconto rimane una piccola chicca sia per l'interpretazione dello smarrito henry fonda,
sia per la bella recitazione della Miles...io quattro stelle le do'..anche perche atavolta
il grande Hitchcock un po'...ti fa' piangere...da rivalutare
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luigi chierico
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venerdì 11 aprile 2014
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aconcertante ma vero
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Non aspettiamoci di andare a vedere uno dei tanti particolari gialli del grande Hitchcock, tuttavia il film è carico di tanta suspense e sebbene non dia i brividi di Psyco o degli Uccelli, solo per citarne due dei tanti, porta lo sconcerto e tanta rabbia dentro per cui lo ritengo il più riuscito dal punto di vista psicologico. Non c’è la fantasia portata agli estremi ma soltanto una crudele terribile realtà che spesse volte ha travolto una intera famiglia portandola alla disperazione e all’irrecuperabile, in nome di una Giustizia solo apparente.
Il fatto storico, per quanto paradossale, da sembrare più impossibile delle storie frutto della fantasia, è purtroppo una storia vera accaduta in ogni tempo e luogo.
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Non aspettiamoci di andare a vedere uno dei tanti particolari gialli del grande Hitchcock, tuttavia il film è carico di tanta suspense e sebbene non dia i brividi di Psyco o degli Uccelli, solo per citarne due dei tanti, porta lo sconcerto e tanta rabbia dentro per cui lo ritengo il più riuscito dal punto di vista psicologico. Non c’è la fantasia portata agli estremi ma soltanto una crudele terribile realtà che spesse volte ha travolto una intera famiglia portandola alla disperazione e all’irrecuperabile, in nome di una Giustizia solo apparente.
Il fatto storico, per quanto paradossale, da sembrare più impossibile delle storie frutto della fantasia, è purtroppo una storia vera accaduta in ogni tempo e luogo. Sul tema dei condannati innocenti non si può fare a meno di citare il film di Nanni Loy con Alberto Sordi “Detenuto in attesa di giudizio” del 1971 e “Il miglio verde” di Frank Darabont del 1999 con la straordinaria partecipazione di Michael Clarke Duncan nei panni di John Cffrey ed il capolavoro “Dancer in the dark” con l’insuperabile Björk Gudmundsdóttir(eimando alla mia recensione).
Manny (Henry Fonda) sicuro di ottenere un prestito dalla sua assicurazione ci si reca in Agenzia, ma è proprio lì che non è al sicuro, anzi da quel momento cala su di lui ogni sicurezza: Ladro o Innocente? Una serie di coincidenze trasformeranno la vita di Manny, sarà compito di Henry Fonda, ancora una volta, di trasferire sul suo volto, sul suo sguardo, sulle sue mani il mutamento dell’uomo ferito soprattutto nel suo intimo. Manny vive per la moglie e due figli, per la madre che incontra ogni giorno (quanti figli lo fanno?), religioso al punto che tra le sue dita scorrono i grani del rosario, la croce è il suo rifugio, il suo conforto, sorretto dalla preghiera è certo di poter provare la sua innocenza. Ma la sorte gli ha riservato solo cattive sorprese e al dolore di una ingiusta imputazione si aggiunge la disperazione di Rose. La fede però ha già trionfato nel 1953 nel film “Io confesso” dello stesso regista.
Vediamo la bella e brava Vera Miles subire un tracollo psicologico, i figli additati ed allontanati dai compagni (succede sempre così).
Alfred Hitchcock ancora una volta fa delle riprese in bianco e nero eccezionali, si sofferma spesso sul volto del protagonista raccogliendone ogni mossa, ogni umore. Lo sguardo ed il volto soprattutto di una persona onesta manifestano chiaramente i suoi turbamenti, nella felicità come nel dolore. Così il regista non si inventa nulla, fa solo da autorevole testimone offrendoci una verità di una tristezza profonda. Chi è sensibile e si immedesima nella vicenda non può chi rimanerne turbato e sconvolto
al pensiero: potrebbe capitare anche a me!
Se qui il magnifico Henry è vittima delle circostanze, indifeso, l’anno successivo nel 1957 si prenderà una rivincita, sarà l’indimenticabile difensore di un innocente nel film “La parola ai giurati”.chigi-
chibar22@libero.it
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samanta
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domenica 23 febbraio 2020
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la malagiustizia
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Un film che insegna molto sulla malagiustizia, come un innocente possa uscire triturato dalla macchina giudiziaria (Enzo Tortora docet). Hitchcock si ispirò ad una fatto reale che racconta quasi come un documentario. Non appare come al solito in un cameo ma all'inizio del film appare e racconta che la vicenda è realmente avvenuta.
Un accenno ai due protagonisti il primo è Manny Ballister (in originale Balestrero) interpretato da Henry Fonda che lo stesso anno avrebbe dato prova di un'altra grande recitazione con la Parola ai giurati, l'altro protagonista è la moglie Rose, interpretata da Vera Miles (Sentieri selvaggi, 23 passi dal delitto.
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Un film che insegna molto sulla malagiustizia, come un innocente possa uscire triturato dalla macchina giudiziaria (Enzo Tortora docet). Hitchcock si ispirò ad una fatto reale che racconta quasi come un documentario. Non appare come al solito in un cameo ma all'inizio del film appare e racconta che la vicenda è realmente avvenuta.
Un accenno ai due protagonisti il primo è Manny Ballister (in originale Balestrero) interpretato da Henry Fonda che lo stesso anno avrebbe dato prova di un'altra grande recitazione con la Parola ai giurati, l'altro protagonista è la moglie Rose, interpretata da Vera Miles (Sentieri selvaggi, 23 passi dal delitto. L'uomo che uccise Liberty Valance) bionda con gli occhi azzurri, venne scelta da Hitch come erede di Ingrid Bergman e di Grace Kelliy che proprio nel 1956 si era sposata. Per la Miles ideò la sceneggiatura de La donna che visse 2 volte, ma a causa di una gravidanza non potè partecipare e la parte fu data a Kim Novak che peraltro non andò d'accordo con il regista sia per i dialoghi che per i vestiti, contestando le sue scelte, Hitch addebitò alla Novak l'insucesso del film poi riconosciuto come un capolavoro. Nel 1960 Il regista diede alla Miles in Psyco la parte della sorella della donna uccisa.
La trama è semplice: Manny un uomo semplice e onesto con moglie e 2 figli, lavora suonando allo Stork locale famoso di New York, per un intervento ai denti della moglie ha bisogno di soldi e va alla agenzia dove ha assicurato la moglie, chiedendo un prestito di 300 $ garantito dalla polizza che lascia negli uffici per ritornare a prendere successivamente i soldi. ma nell'agenzia 2 impiegate ravvisano in lui l'uomo che aveva compiuto un anno prima una rapina e avvisano la polizia, che lo arresta mentre va a casa e immediatamente lo confrontano con altri 2 negozianti che avevano subito una rapina e chei, anche se con qualche incertezza, lo identificano. Manny viene arrestato gli amici pagano l'ingente cauzione, ma lui per un destino amaro non riesce a trovare una libi anche perché le persone che potrebbero darglielo sono morte o partite. Per fortuna mentre il processo malgrado la bravura del suo avvocato (Anthony Quayle), finirebbe con una condanna, per un inghippo processuale deve essere rifatto ed è la salvezza infatti, il vero rapinatore rapina un negozio e viene catturato, un poliziotto si accorge della somiglianza e le impiegate lo riconoscono. Manny è libero, ma la moglie non ha resistito allo stress ed è finita in una casa di cura. La didascalia finale racconta che la moglie dopo due anni guarì e tutta la famiglia andò a vivere in Florida.
E' un Hitch diverso ma questo è un'abitudine diel regista che spesso cambia le vicende e i racconti, com'è diversa La Finestra sul cortile da Psyco, e Intrigo internazionale da Marnie! Ci sono però alcuni temi ricorrenti: L'uomo sbagliato: vedi Intrigo Internazionale), il Doppio: Manny vive l'incubo della realtà mentre Rose vive un incubo tutto suo, altro tema è la fede Manny prega durante il processo ininterrottamente con il rosario, e quando disperato mentre si veste per andare a suonare prega davanti a un'immagine di Gesù, in dissolvenza appare il vero rapinatore che commette la rapina andata male. La fotografia è eccellente, la macchina da presa usata magistralmente, perfetta la scena in cui Manny è rinchiuso nella cella e la macchina lo riprende roteando su sé stessa come la mente dell'innocente che si annebbia. Ogni inquadratura ha una sua ragione, ogni dialogo uno scopo, l'interpretazione dei due protagonisti è eccezionale e si vede specie per la Miles la mano del maestro, le emozioni dei protagonisti sono date più che dalle parole dalle immagini.
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shiningeyes
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giovedì 22 agosto 2013
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quando sir alfred racconta storie vere..
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Christopher Balestrero, accusato ingiustamente di alcune rapine avvenute sul quartiere in cui abita, per colpa di una sfortunata somiglianza col rapinatore, passa due mesi di inferno tra umiliazioni effettuate dai poliziotti, rei di aver condotto indagini frettolose con prove quasi del tutto inesistenti e la crisi nervosa della moglie, avuta per essersi inflitta le colpe di ciò che sta passando il marito.
I fatti, reali, attirano l'attenzione di Sir Alfred Hitchcock, il quale coglie tutti gli aspetti delle tematiche che gli stanno più care: lo scambio di persona, l'impotenza della persona davanti ad uno sfortunato caso di eventi e le umiliazione e sconforto di una persona innocente che viene trattata come un criminale.
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Christopher Balestrero, accusato ingiustamente di alcune rapine avvenute sul quartiere in cui abita, per colpa di una sfortunata somiglianza col rapinatore, passa due mesi di inferno tra umiliazioni effettuate dai poliziotti, rei di aver condotto indagini frettolose con prove quasi del tutto inesistenti e la crisi nervosa della moglie, avuta per essersi inflitta le colpe di ciò che sta passando il marito.
I fatti, reali, attirano l'attenzione di Sir Alfred Hitchcock, il quale coglie tutti gli aspetti delle tematiche che gli stanno più care: lo scambio di persona, l'impotenza della persona davanti ad uno sfortunato caso di eventi e le umiliazione e sconforto di una persona innocente che viene trattata come un criminale.
A questo punto, il cocktail è pronto, e viene fuori un film claustrofobico e angosciante; le scenografie di ambienti stretti e chiusi e i primi piani sul volto stupito e sconsolato di Henry Fonda bastano sufficientemente come messaggio.
Nonostante il rigoroso adattamento ai fatti veritieri, che ne ha limitato alcune delle risorse geniali che Sir Alfred voleva mettere, il film scorre con veemenza nell'interesse dello spettatore, che spera in una felice risoluzione dell'equivoco, la cui storia, comunque, già di per sé, risulta al quanto curiosa e non priva di sorprese.
Gran parte del merito della riuscita di questo film va senz'altro alla efficiente coppia Henry Fonda & Vera Miles, le cui sofferenze di uomini comuni si possono rispecchiare in chiunque viva queste situazioni, rendendo l'adattamento grandiosamente e drammaticamente attinente alla realtà dei fatti.
Non lo si può certo considerare uno dei suoi film minori, nonostante abbia un po' meno di qualità degli altri grandi capolavori, “Il Ladro” è un'opera di qualità, perché l'impronta di Sir Alfred si vede benissimo e la si percepisce ancora meglio, anzi, il fatto che sia una storia vera non fa altro che acuire la tensione e suspense; che non mancano mai in un film del maestro del brivido.
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renato c.
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domenica 19 settembre 2010
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cosa può fare una somiglianza!
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Questa volta il mago Hitchcock prende la trama da un fatto realmente accaduto che ha però dell'incredibie! L'accusa fatta ad un uomo di essere un rapinatore dovuta ad una somiglianza del protagonista con l'autentico fuorilegge ed ad una serie di casi fortuiti che fanno cadere gli alibi: Il biglietto con uguale scrittura, i testimoni morti o scomparsi, il fatto che il vero rapinatore abbia compiuto una rapina nell'agenzia di assicurazione dove il protagonista era cliente, ecc.
Quante brutte conseguenze per una persona onesta essere accusato innocente! Alla fine tutto si risolve, ma la moglie ci perde la testa e impazzisce! Poi da quanto è scritto alla fine del film, si riprendera!
Henry Fonda recita perfettamente la parte di quest'uomo disperato, che spera solo in Dio!(Durante il proces
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Questa volta il mago Hitchcock prende la trama da un fatto realmente accaduto che ha però dell'incredibie! L'accusa fatta ad un uomo di essere un rapinatore dovuta ad una somiglianza del protagonista con l'autentico fuorilegge ed ad una serie di casi fortuiti che fanno cadere gli alibi: Il biglietto con uguale scrittura, i testimoni morti o scomparsi, il fatto che il vero rapinatore abbia compiuto una rapina nell'agenzia di assicurazione dove il protagonista era cliente, ecc.
Quante brutte conseguenze per una persona onesta essere accusato innocente! Alla fine tutto si risolve, ma la moglie ci perde la testa e impazzisce! Poi da quanto è scritto alla fine del film, si riprendera!
Henry Fonda recita perfettamente la parte di quest'uomo disperato, che spera solo in Dio!(Durante il processo ha sempre in mano un Rosario!) ed anche Vera Miles fa ottimamente la parte della moglie, prima intraprendente nell'aiutare il marito ma che poi viene sopraffatta dagli eventi e impazzisce!
Certo che quando vedo i processi nei films mi viene un odio bestiale per i pubblici accusatori che si accaniscono tremendamente contro gli imputati volendoli far condannare più per il proprio prestigio che per la certezza della loro colpevolezza! Come per gli avvocati difensori che, a parte quello di questo film (Anthony Quayle) e Perry Mason che prima di assumere la difesa di un imputato si accertano della sua innocenza, difendono vere canaglie pur sapendoli colpevoli unicamente per prestigi personale ed ovviamente per denaro! Quante ingiustizie nel mondo!
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elgatoloco
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martedì 27 marzo 2018
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film particolare di hitchcock
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"The Wrong Man"(ossia "'l'uomo sbagliato", ma anche "spremuto"), 1956, di Alfred Hitchcock(sir, da aggijungere comunque, anche perché gli spettava e spetta), è un film atipico nella produzione dell grandissimo regista inglese, che mantenne sempre la cittadinanza britannica, nonostante la sua residenza di decenni negli States: è ispirato da un fatto di cronaca, che Hitch aveva letto in una rivista, quello di un uomo , un musicista e padre di famiglia, che viene ingiustamente scambiato per un rapinatore(troppo affrettata la traduzione italiana"IL Ladro", in ogni caso), tatno che io regista era scontento , almeno in parte, del suo film rispetto ad altri, in quanto lo riteneva troppo condizionato dall'aderenza al fatto di cronaca: in realtà, però, il film riesce ad essere straordinario: le fasi dello scambio di persona, fino all'incarcerazione"preventiva"di Ballister sono kafkiane, con l'insistenza ossessiva sulle sbarre del carcere, in una sequenza"allucinatoria", le risate di due ragazzine anche quando spiegano al presunto colpevole e alla moglie suono sordamente sinistre, l'"impazzimento temporaneo"(a livello psichico il processo sarebbe da definire ben altrimenti)è preparato e poi mostrato in maniera straordinaria, per limitarsi a pochissimi tratti; ancora, la scelta degli intepreti princpali Henry Fonda e Vera Miles(ma anche degli altri, da Quayle agli/allle altri/e è azzeccatissimo, in un bianco e nero a tratti terrificante.
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"The Wrong Man"(ossia "'l'uomo sbagliato", ma anche "spremuto"), 1956, di Alfred Hitchcock(sir, da aggijungere comunque, anche perché gli spettava e spetta), è un film atipico nella produzione dell grandissimo regista inglese, che mantenne sempre la cittadinanza britannica, nonostante la sua residenza di decenni negli States: è ispirato da un fatto di cronaca, che Hitch aveva letto in una rivista, quello di un uomo , un musicista e padre di famiglia, che viene ingiustamente scambiato per un rapinatore(troppo affrettata la traduzione italiana"IL Ladro", in ogni caso), tatno che io regista era scontento , almeno in parte, del suo film rispetto ad altri, in quanto lo riteneva troppo condizionato dall'aderenza al fatto di cronaca: in realtà, però, il film riesce ad essere straordinario: le fasi dello scambio di persona, fino all'incarcerazione"preventiva"di Ballister sono kafkiane, con l'insistenza ossessiva sulle sbarre del carcere, in una sequenza"allucinatoria", le risate di due ragazzine anche quando spiegano al presunto colpevole e alla moglie suono sordamente sinistre, l'"impazzimento temporaneo"(a livello psichico il processo sarebbe da definire ben altrimenti)è preparato e poi mostrato in maniera straordinaria, per limitarsi a pochissimi tratti; ancora, la scelta degli intepreti princpali Henry Fonda e Vera Miles(ma anche degli altri, da Quayle agli/allle altri/e è azzeccatissimo, in un bianco e nero a tratti terrificante. Da non perdere assolutamente, il che vale per tutto Hitchock, ovviamente. El Gato
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