francesco
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martedì 23 gennaio 2007
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film bellissimo
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Grazie signora Thatcher è un grandissimo film. L'avesse fatto Ken Loach si griderebbe al capolavoro con recensioni entusiastiche e strada spianata per la vittoria in qualche festival cinematografico.
In questa pellicola invece , persino la musica da banda riesce a commuovere. C'è realismo e durezza nel descrivere la vita e le difficoltà dei lavoratori di una miniera prossima alla chiusura, ironia nel raccontarne la vita di tutti i giorni , rigore nel condannare la politica conservatrice di mrs Thatcher.
La banda locale e la possibilità di raggiungere le finali a Londra è il loro piccolo sogno, o almeno la loro piccola possibilità di esser ascoltati
Il finale forse pecca di un filo di retorica, ma non scade mai nel dolciastro o nel consolatorio : l'happy end c'è ma a metà.
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Grazie signora Thatcher è un grandissimo film. L'avesse fatto Ken Loach si griderebbe al capolavoro con recensioni entusiastiche e strada spianata per la vittoria in qualche festival cinematografico.
In questa pellicola invece , persino la musica da banda riesce a commuovere. C'è realismo e durezza nel descrivere la vita e le difficoltà dei lavoratori di una miniera prossima alla chiusura, ironia nel raccontarne la vita di tutti i giorni , rigore nel condannare la politica conservatrice di mrs Thatcher.
La banda locale e la possibilità di raggiungere le finali a Londra è il loro piccolo sogno, o almeno la loro piccola possibilità di esser ascoltati
Il finale forse pecca di un filo di retorica, ma non scade mai nel dolciastro o nel consolatorio : l'happy end c'è ma a metà. anzi molto meno che a metà, perchè nulla potrà mai risarcirli da tutte le malefette perpetrategli dalla signora Thatcher.
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mauro.t
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mercoledì 3 agosto 2011
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come si mescolano privato e politica
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Nell’era della Thatcher, una miniera tra le altre sta chiudendo, e la banda musicale formata dai lavoratori della miniera cerca di fare politica e di resistere a modo suo. Il concorso delle bande diventa un’occasione di visibilità. Herman riesce a fare un film in cui analizza magnificamente i legami tra le vite private e la storia, tra i problemi collettivi e quelli dei singoli, e lo fa sposando a meraviglia drammaticità e comicità. Non vi sono eroi, non c’è celebrazione, la classe operaia ha le sue contraddizioni e non va in paradiso, ma fa quello che può. I lavoratori un po’ lottano, un po’ cercano di sopravvivere individualmente.
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Nell’era della Thatcher, una miniera tra le altre sta chiudendo, e la banda musicale formata dai lavoratori della miniera cerca di fare politica e di resistere a modo suo. Il concorso delle bande diventa un’occasione di visibilità. Herman riesce a fare un film in cui analizza magnificamente i legami tra le vite private e la storia, tra i problemi collettivi e quelli dei singoli, e lo fa sposando a meraviglia drammaticità e comicità. Non vi sono eroi, non c’è celebrazione, la classe operaia ha le sue contraddizioni e non va in paradiso, ma fa quello che può. I lavoratori un po’ lottano, un po’ cercano di sopravvivere individualmente. Sono gli anni ’80 e la realtà è questa. Superiore a Ken Loach e a “Full monty”, il film fa divertire e pensare. Uno dei più bei film politici di sempre e uno splendido esempio di cinema
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johngarfield
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lunedì 19 settembre 2011
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tra denuncia sociale e commedia
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Un film riuscito a metà. Molto buona la parte della denuncia sociale; poco convincente quella relativa alle "performances" della banda e dei singoli orchestrali. La prima è dura, realistica e fa male come un pugno allo stomaco. l'altra è una commediola, gradevole, ma abbastanza posticcia. Il regista ha sicuramente cercato di evitare toni troppo cupi e il rischio di realizzare un film troppo pessimistico, costruendo una trama esile, in forte contrasto con l'ambientazione sociale, che risollevasse un pò il morale del pubblico. Ad un occhio acuto, però, resta chiaro l'assunto di fondo, e cioè la tragica realtà di un Paese in ginocchio, con un'industria massacrata e delocalizzata, con migliaia di operai definitivamente fuori dal mercato, con intere aree industriali dismesse, abbandonate e desolatamente vuote.
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Un film riuscito a metà. Molto buona la parte della denuncia sociale; poco convincente quella relativa alle "performances" della banda e dei singoli orchestrali. La prima è dura, realistica e fa male come un pugno allo stomaco. l'altra è una commediola, gradevole, ma abbastanza posticcia. Il regista ha sicuramente cercato di evitare toni troppo cupi e il rischio di realizzare un film troppo pessimistico, costruendo una trama esile, in forte contrasto con l'ambientazione sociale, che risollevasse un pò il morale del pubblico. Ad un occhio acuto, però, resta chiaro l'assunto di fondo, e cioè la tragica realtà di un Paese in ginocchio, con un'industria massacrata e delocalizzata, con migliaia di operai definitivamente fuori dal mercato, con intere aree industriali dismesse, abbandonate e desolatamente vuote. La crisi sta picchiando duro e tutto sembra peggiorare invece di migliorare. Rispetto ai tempi della Thatcher, il Regno Unito sta ancora peggio. I tagli alla spesa pubblica (500.000 impiegati pubblici lasciati a casa), l'impennata delle tasse universitarie, la disoccupazione, la criminalità giovanile (e l'abbandono scolastico) in pauroso aumento, sono gli elementi alla base di una situazione spaventosa. Che cosa resta ai cittadini di questa piccola città mineraria ormai moribonda? Resta il pub, qualche birra, qualche gioco a freccette, la tv, il calcio (o il cricket) e la noia di un'esistenza ormai senza speranza, un tirare a campare a base di sogni infranti di una generazione ormai fottuta. Eppure questi orchestrali cercano di dare un senso, ancorchè minimo o patetico, alla loro vita grama, ostinatamente legati alla loro band un pò scalcagnata ma, grazie al direttore, in grado di offrire prestazioni decorose. Per la verità, più che l'amore per la propria banda, a far decidere ai componenti di rimanere e continuare a suonare, è l'arrivo di una procace e avvenente ragazza che compare improvvisamente nella cittadina e che si dimostra una brava musicista. Il punto debole del film è qui, inutile girarci attorno, ma è una trovata meno peggiore di altre, diciamolo pure.
Che poi la banda, ormai "arruolata" a pieni voti la ragazza, vinca la sfida delle migliori bande inglesi è un artificio tirato un pò per i capelli. Il merito comunque del regista è quello di aver saputo combinare abbastanza bene la denuncia sociale e la commediola ad uso delle famigliole.
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