ralphscott
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sabato 13 giugno 2015
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aspettando la vera passione
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I paesaggi naturali,le architetture monumentali,i costumi eleganti e le acconciature femminili "alla maschietto":tutto molto godibile. Mi aspettavo una trasposizione un po' più emozionante,anche se a discolpa del regista bisogna riconoscere che é proprio lo stile della Vaugh ad accennare anziché urlare. Il personaggio di Sebastian é abbastanza irritante,un debosciato pieno di alibi e tormenti interiori. Emma Thompson fa una madre tutta disciplina e decoro,ma pagherà cara la sua intransigenza. Charles Ryder-Matthew Goode é la figura più ambigua del film:quanto arrampicatore sociale e quanto stupito fanciullo nel paese dei balocchi?
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lilly
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giovedì 5 settembre 2013
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sarebbe meglio vedere il film prima di recensirlo
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Charles non diventa affatto l'amante di Sebastian, ne subisce il fascino e ne accetta un bacio, ma nulla nel film fa pensare a una relazione di quel tipo (nel film, ovviamente, il libro io non l'ho letto). Charles non si professa agnostico bensì ateo, è diverso.
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picchiri
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giovedì 8 dicembre 2011
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....da vedere!!!!
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L'ho visto ieri sera in Tv e mi è piaciuto molto!!!! Una regia perfetta, una scenografia studiata nei minimi particolari, la trama interessante e tutti gli attori bravissimi! Mette in evidenza i danni che può provocare un'educazione troppo rigida anche nell'età adulta. Toglie all'individuo la capacità di fare scelte in modo consapevole e libero da ogni retaggio sia morale, etico, religioso, politico......
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pinin
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sabato 16 aprile 2011
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altri mondi
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Colpisce molto l'ortodossia cattolica in una nazione dove il cattolicesimo non è religione di stato. E attorno a questa rigidità ruota il destino dei protagonisti; sembra che a Brideshead si viva in un altro mondo dove l'amore per una volta soccombe.
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alesya
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mercoledì 30 giugno 2010
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la sfrenata corsa di charles ryder
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“Se mi chiedeste oggi chi sono…l’unica risposta che potrei dare di una qualche certezza sarebbe il mio nome: Charles Ryder.”(Charles Ryder)
Reduce dall’esperienza di Becoming Jane, dove ci proponeva una fresca biografia della sempre amata scrittrice Jane Austen, Julian Jarrold conferma il suo sincero interesse per il passato nelle sue innumerevoli contraddizioni e caratterizzazioni ,con questa pellicola tratta dal romanzo di Evelyn Waugh: nell’Inghilterra del primo dopoguerra seguiamo per più di un decennio le avventure del giovane Charles Ryder (un ottimo Mattew Goode), ambizioso pittore alla ricerca di un posto nel mondo: figlio di un padre assente e disinteressato, Charles trova la sua grande opportunità ad Oxford nell’amicizia con l’aristocratico e trasgressivo Sebastian Flyte (un fragile Ben Whishaw), rampollo di una importante famiglia di antica nobiltà, simbolo di una speranza di rivalsa che il giovane non può fare altro che rincorrere a qualunque prezzo (assolutamente non casuale a mio parere la scelta del cognome Ryder in riferimento al verbo inglese to ride-correre ndr-).
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“Se mi chiedeste oggi chi sono…l’unica risposta che potrei dare di una qualche certezza sarebbe il mio nome: Charles Ryder.”(Charles Ryder)
Reduce dall’esperienza di Becoming Jane, dove ci proponeva una fresca biografia della sempre amata scrittrice Jane Austen, Julian Jarrold conferma il suo sincero interesse per il passato nelle sue innumerevoli contraddizioni e caratterizzazioni ,con questa pellicola tratta dal romanzo di Evelyn Waugh: nell’Inghilterra del primo dopoguerra seguiamo per più di un decennio le avventure del giovane Charles Ryder (un ottimo Mattew Goode), ambizioso pittore alla ricerca di un posto nel mondo: figlio di un padre assente e disinteressato, Charles trova la sua grande opportunità ad Oxford nell’amicizia con l’aristocratico e trasgressivo Sebastian Flyte (un fragile Ben Whishaw), rampollo di una importante famiglia di antica nobiltà, simbolo di una speranza di rivalsa che il giovane non può fare altro che rincorrere a qualunque prezzo (assolutamente non casuale a mio parere la scelta del cognome Ryder in riferimento al verbo inglese to ride-correre ndr-). L’ambigua amicizia con Sebastian , che prova un sentimento ben più profondo nei suoi confronti, lo condurrà nell’antica dimora di Brideshead dove ogni cosa, dagli affreschi alle livide sculture comunica arte, ricchezza e magnificenza; ma è proprio nella freddezza della cappella che emerge il cuore dell’antica dimora: quello freddo e glaciale dell’ impeccabile lady Marchmain, una Emma Thompson bravissima e perfetta nel ruolo della matriarca cattolica desiderosa di preservare l’integrità della famiglia ad ogni costo, proteggendola dagli ospiti indesiderati e da desideri proibiti: con la ferma tenacia di un inquisitore lei spinge Sebastian nel dolore di un’ omosessualità negata e distrugge non solo i sogni ma anche l’animo della bella figlia Julia, che alla fine si arrende all’unica realtà che la madre abbia mai tollerato, lasciando il protagonista a proseguire da solo la sua corsa. In quell’universo di convenzioni rigide, cerimonie e peccati imperdonabili, solo la guerra con il suo violento incedere oserà varcare i sacri cancelli di Brideshead e nemmeno allora ci viene data la certezza che per la famiglia Flyte, fuggita lontano, le cose siano cambiate. Al giovane Charles alla fine non resta altro che ciò con cui tutto era iniziato; il suo nome, carico di aspirazioni e speranza, l’unica certezza di essere ancora alla ricerca di quel mondo che forse non riuscirà mai a raggiungere. A noi spettatori invece resta una pellicola monumentale, impegnativa e rigorosamente accademica in cui Jarrold sceglie di non mettere da parte neppure un granello di maestosità visiva: i costumi sono perfetti in ogni dettaglio,la fotografia è impeccabile sia nel magico verde della campagna inglese che nelle alte volte della magione. Non che la perfezione formale sia un difetto: se pur il film ha contro di sè una lunghezza spaventosa, forse questa non poteva evitarsi senza sacrificare la ricercatezza e la raffinatezza di quella che sembrerebbe essere quasi un’opera di un nuovo James Ivory; un gioiello dunque, non destinato a chi cerca emozioni di bassa lega ma a chi è disposto ad assaporare con pazienza un dolce dal gusto delicato, se pur con un tocco d’amaro messo al punto giusto; ci costringe infatti a riflettere su interrogativi di estrema attualità e stereotipi della nostra società che non solo sono sopravvissuti alla guerra ma forse sono destinati a non morire mai e a rinascere più forti, in una società come la nostra che tanto discute di tolleranza e che mai abbastanza si impegna per ottenerla. Il melanconico pianoforte di Adrian Jonhston ci accompagna dunque in un incantevole viaggio attraverso un tempo passato, lontano, ma spaventosamente vicino a noi più che mai.
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[+] brava
(di mauritius)
[ - ] brava
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gabriella
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venerdì 21 maggio 2010
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era meglio quello con irons
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In atmosfere e tratteggi d' Ivoriana memoria, Jarrold tratteggia, non senza un'ostentata eleganza, il declino di un'epoca, l'avvicendarsi della seconda guerra mondiale ch ene sottoline gradualmente la fase discendente e nella famiglia Flyte i primi rigurgiti del cambiamento emergono attraverso la ribellione del giovane Sebastian a un'educazione formale e convenzionale che poggia le fondamenta sulla roccaforte della religione cattolica, ma pur essendo l'unico a contrastare tenecemente la madre, non riuscirà nel suo intento, anzi, lo condurrà all'autodistruzione. Charles viene in contatto con la famiglia di Sebastian , e, date le sue modeste origini, tenta l'escalation sociale dapprima assecondando l'omosessualità di Sebastian, poi corteggiando la di lui sorella, Julie ( il personaggio meno riuscito, anche dal punto di vista recitativo), ma benchè ricambiato, l'unione tra i due è impossibile,.
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In atmosfere e tratteggi d' Ivoriana memoria, Jarrold tratteggia, non senza un'ostentata eleganza, il declino di un'epoca, l'avvicendarsi della seconda guerra mondiale ch ene sottoline gradualmente la fase discendente e nella famiglia Flyte i primi rigurgiti del cambiamento emergono attraverso la ribellione del giovane Sebastian a un'educazione formale e convenzionale che poggia le fondamenta sulla roccaforte della religione cattolica, ma pur essendo l'unico a contrastare tenecemente la madre, non riuscirà nel suo intento, anzi, lo condurrà all'autodistruzione. Charles viene in contatto con la famiglia di Sebastian , e, date le sue modeste origini, tenta l'escalation sociale dapprima assecondando l'omosessualità di Sebastian, poi corteggiando la di lui sorella, Julie ( il personaggio meno riuscito, anche dal punto di vista recitativo), ma benchè ricambiato, l'unione tra i due è impossibile,. dato che l'austera e rigida madre può forse tollerare "cristianamente", che la figlia sposi un uomo di un gradino inferiore alla sua posizione, ma mai un agnostico; la parola ateo è addirittura impronunciabile. Meglio quindi un marito come Rex, che si dichiara cattolico per compiacere la famiglia senza essere credente e poi è disposto a barattare la moglie in cambio di due tele di Charles. Brideshead è il luogo maledetto cui tutti faranno ritorno, anche Lord Marchman, che prima di morire cederà a quel Dio da cui si era sempre allontanato, fosse anche per avere il passaporto in regola per l'aldilà. Solo Sebastian non tornerà, ma l'allontanamento fisico non lo guarirà dai fantasmi del passato e finirà i suoi giorni in Marocco, annegando nell'alcool. E' il luogo che metterà a repentaglio le certezze di ciscuno, anche di Charles.. la scena finale che lo vede entrare in una chiesa.. la fiamma della candela che rimarrà accesa.
Il film è appesantito da un eccessivo calligrafismo che ne inquina la visione, inoltre il regista delinea la figura di Sebastian con troppa enfasi, conferendogli un'aria insistita di "bello e dannato". La prima versione con Irons si fa rimpiangere abbondantemente
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scott77
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venerdì 5 marzo 2010
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inguardabilmente soporifero
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soporifero.. e mi fermo qui perché DOPO AVERLO VISTO HO TROPPO SONNO PER SCRIVERE UNA RECENSIONE.... NOTTE A TUTTI!
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lisbeth
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domenica 30 agosto 2009
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un brutto film da un buon romanzo
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Un'Inghilterra terribilmente convenzionale e oleografica,nè più nè meno dell'Italia quando la rappresentano come “sole, pizz'e ammòre”, una recitazione ai limiti della kermesse annuale nell'oratorio dietro casa; lui, Charles, comprimario con Sebastian e lady Giulia, sembra il fratello minore (e peggio andato) di Rupert Everett, immobile nella sua fissità imbambolata per due ore e un quarto. Tanto è servito al regista per trasferire nel cinema il buon romanzo di Evelyn Waugh, per coprire l'arco di 10 anni della storia e per far desiderare un salutare The End che non ha l'aria di arrivare mai. Il senso del tempo al cinema, si sa, ha connotati diversi dalla sua normale percezione nel reale, l’effetto sul pubblico è scandito dalla durata e può essere devastante se, dopo il primo quarto d’ora, si ha la sensazione che non si andrà da nessuna parte.
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Un'Inghilterra terribilmente convenzionale e oleografica,nè più nè meno dell'Italia quando la rappresentano come “sole, pizz'e ammòre”, una recitazione ai limiti della kermesse annuale nell'oratorio dietro casa; lui, Charles, comprimario con Sebastian e lady Giulia, sembra il fratello minore (e peggio andato) di Rupert Everett, immobile nella sua fissità imbambolata per due ore e un quarto. Tanto è servito al regista per trasferire nel cinema il buon romanzo di Evelyn Waugh, per coprire l'arco di 10 anni della storia e per far desiderare un salutare The End che non ha l'aria di arrivare mai. Il senso del tempo al cinema, si sa, ha connotati diversi dalla sua normale percezione nel reale, l’effetto sul pubblico è scandito dalla durata e può essere devastante se, dopo il primo quarto d’ora, si ha la sensazione che non si andrà da nessuna parte. Si passa il resto del tempo a trovare immancabili conferme.Proporre rimandi a film del filone English Way of Life (Matrimonio all’inglese,ad esempio, o Another country) come qualche critico tenta di fare, sembra solo un esercizio di buon cuore. Senza timore di esagerare, si può definirlo un centone di luoghi comuni di cui non c’era proprio bisogno, molto ruffiano nel dipingere sfondi di campagna sempreverde, interni ed esterni oxfordiani da guide serie oro del Touring, aviti manieri con tanto di galleria di copie romane di arte greca e Mantegna come se piovesse, dove la vita è scandita da regole imposte dalla matriarca (una Emma Thompson di gran mestiere ma senza guizzi particolari) talmente infarcita di bon ton, pregiudizi e self control da sembrare la caricatura di sé stessa. La brava donna distrugge i figli ad uno ad uno in nome del Dio cattolico a cui è devota (solo il primogenito con scriminatura uscita storta si confà al dettato materno), lo stesso Dio tenterà un’incursione in extremis al capezzale del patriarca non credente venendone clamorosamente respinto; il prete, che sembrava aspettare dietro la porta, arriva giulivo come andasse ad un pranzo di nozze e se ne va senza niente di fatto sparando battute all’inglese, psicodrammi molto inglesi sono indotti da regolare non accettazione della propria omosessualità ( piuttosto, meglio andarsene in Marocco a lavar piatti e finire di distruggersi); alcolismo molto inglese (si comincia al college con lo cherry) da educazione repressiva, matrimonio combinato all’inglese ed emarginazione sociale dell’amante bello e spiantato, senza lignaggio ma, soprattutto, ateo; finale della serie “ e nessuno visse felice e contento”, confezionato apposta per fugare qualsiasi sospetto del genere“ma la vita è molto meno di questo!”. No, deve sembrare tutto normale, e allora dosi massicce di dolore, sguardi disperati, una scena di sesso che non guasta, non manca niente. Ah sì, mancava la guerra, e quando sembra che tutto sia finito e possiamo andarcene, ecco spunta la guerra (c’era anche all’inizio, in effetti, ma nel frattempo ce ne siamo proprio dimenticati, tutti presi dal vortice dell’intreccio). L’eroe (sempre Charles) ha combattuto ed è solo “come mai pensava di poter essere”, propina un’ultima serie di pensierini della notte al commilitone e sparisce pian piano, in controluce e dissolvenza. Un suadente pianoforte commenta instancabile per tutto il tempo. Per favore, almeno sparate sul pianista (anche se non si vede).
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astromelia
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domenica 30 agosto 2009
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bello
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completamente bello,da rivedere
[+] ma stai scherzando???????????
(di scott77)
[ - ] ma stai scherzando???????????
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vapete
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martedì 30 giugno 2009
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w
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Evelyn Waugh si scrive con la W non con la "V"
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