elgatoloco
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mercoledì 20 giugno 2018
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sottovalutato, come film
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"Blind Horizon"(20013, di Michael Haussman)è un film probabilmente sottovalutato all'epoca: il tema dell'amnesia post-traumatica(riassumo così, anche se la definizione sarebbe più articolata e complessa)da ferita grave si lega a quello della minaccia di attentato al Presidente USA(un'icona assoluta, un"semio-dio"-idolo nell'Ersatz della religione civile degli States, qualunque presidente sia...), dunque già il tema è più che interessante. Che poi esso sia mediato stilisticamente da flashbacks e da rimandi allusivi(talora un po'troppi, francamente, ma comunque sempre interessanti e stilolanti, in quanto capaci di raggiungere la dimensione simbolica, proprio nell'accezione letterale del termine, ossia dal sùn-ballein, gettare insieme, dove la polisemia è sempre immanente al simbolo)vuol dire molto e ci porta a vedere e"percepire"(oltre al vedere il percepire, qualcuno dice anche "appercepire", ma rimaniamo al"percepire")è comunque molto per un"thriller politico"che è comunque più di ciò.
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"Blind Horizon"(20013, di Michael Haussman)è un film probabilmente sottovalutato all'epoca: il tema dell'amnesia post-traumatica(riassumo così, anche se la definizione sarebbe più articolata e complessa)da ferita grave si lega a quello della minaccia di attentato al Presidente USA(un'icona assoluta, un"semio-dio"-idolo nell'Ersatz della religione civile degli States, qualunque presidente sia...), dunque già il tema è più che interessante. Che poi esso sia mediato stilisticamente da flashbacks e da rimandi allusivi(talora un po'troppi, francamente, ma comunque sempre interessanti e stilolanti, in quanto capaci di raggiungere la dimensione simbolica, proprio nell'accezione letterale del termine, ossia dal sùn-ballein, gettare insieme, dove la polisemia è sempre immanente al simbolo)vuol dire molto e ci porta a vedere e"percepire"(oltre al vedere il percepire, qualcuno dice anche "appercepire", ma rimaniamo al"percepire")è comunque molto per un"thriller politico"che è comunque più di ciò. Decisamente interessante, anche proprio negli"interstizi", nella sua "confezione"appunto allusiva, ben oltre la dimensione esplicita. Che poi tutto non sia spiegabile/spiegato è vero quanto volutamente non chiarito è in qualche momento qualcosa che"est in praemissis", dato che, come detto sopra, l'attentato al Presidente degli States è inimmaginabile, pur se, come narrato anche-direi persino- in una chanson française cantata da Serge Reggiani, non solo nella storia americana, la cosa è avvenuta molte volte, da Lincoln fino a Kennedy, almeno finora... Val Kilmer è comunque interprete non banale, anche forse non il"non plus ultra", Sam Shepard(compianto mille volte, come autore teatrale e come attore e talora regista, più che altro teatrale)disegna uno sceriffo ambiguo, Neve Campbell e Amy Smart sono belle e brave quanto opposte(la mora versus la bionda etc.), Faye Dunaway è presenza iconica inquietante... El Gato
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antonioital
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domenica 28 ottobre 2007
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recensione errata...
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tema quello dell'amnesia degli agenti segreti ricorrente nei vari the bourne etc etc.....
ma in questo caso l'interpretazione di val kilmer e' senz'altro piu' credibile di quella di matt damon...
un bel film nel complesso...
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