antòl
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sabato 30 settembre 2006
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dramma di un'ossessione.
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Dramma di un'ossessione.
Intreccio non del tutto originale in mano ad una sapiente regia: l'aspetto magistrale del film sta nell'indicare in pochi tratti una analisi psicologica dei personaggi profonda che non definisce ma lascia intravvedere legami affettivi complessi. La storia (quasi) finge una focalizzazione su un personaggio "deviato" (la damigella d'onore); ma lo sfondo è altrettanto abissale, lo si intuisce nelle relazioni familiari "normali" e insieme squilibrate. Ciascuno dei personaggi costituisce potenzialmente una minaccia destabilizzante per gli altri. La vera figura centrale è forse la "buona madre". Bravissimo il protagonista.
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anonimo
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domenica 9 ottobre 2005
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cupidigia assassina?
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Claude Chabrol e´sempre stato un anticonvenzionale andando contro quel cinema Hollywoodiano di massa e si è sempre preoccupato di portare una ventata di aria fresca sullo schermo cinematografico. I film da lui prodotti sono tantissimi, ma purtroppo non hanno sempre dato degli ottimi risultati come il suo ultimo film "La damigella d´onore."
Rimasto fedele al suo amore per i gialli cosa che si può constatare anche in questo ultimo film; infatti "la Damigella d´onore" si rifà a un romanzo giallo dell´autrice inglese Ruth Rendell. Già nel 1995 Chabrol aveva girato un film "Il buio nella mente" tratto anche questo dai suoi romanzi. All´epoca Chabrol riuscì a creare però una tensione così forte nello spettatore grazie alla straordinaria delicatezza che aveva usato per analizzare i sentimenti psicologici dei personaggi.
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Claude Chabrol e´sempre stato un anticonvenzionale andando contro quel cinema Hollywoodiano di massa e si è sempre preoccupato di portare una ventata di aria fresca sullo schermo cinematografico. I film da lui prodotti sono tantissimi, ma purtroppo non hanno sempre dato degli ottimi risultati come il suo ultimo film "La damigella d´onore."
Rimasto fedele al suo amore per i gialli cosa che si può constatare anche in questo ultimo film; infatti "la Damigella d´onore" si rifà a un romanzo giallo dell´autrice inglese Ruth Rendell. Già nel 1995 Chabrol aveva girato un film "Il buio nella mente" tratto anche questo dai suoi romanzi. All´epoca Chabrol riuscì a creare però una tensione così forte nello spettatore grazie alla straordinaria delicatezza che aveva usato per analizzare i sentimenti psicologici dei personaggi. Il suo ultimo adattamento "La damigella d´onore" risulta invece mal riuscito. In parte può essere determinato dal romanzo della Rendell non essendo questo uno dei suoi migliori capolavori. Inoltre l´interpretazione cinematografica di Chabrol fallisce a mio avviso soprattutto proprio nel momento in cui il regista converte il romanzo in film.
Philippe (recitato dall´affascinante Benoît Magimel), ha 25 anni e lavora in una ditta di costruzioni, sempre vestito in modo curato conduce insieme a sua madre e le sue due sorelle una vita molto scrupolosa nella provincia francese. In questa famiglia piccolo borghese manca la figura paterna e sará il figlio che dovrà preoccuparsene assumendo molto bene anche il ruolo del padre. Durante il matrimonio della sorella si innamora perdutamente in Senta la damigella d´onore (Laura Smet). Al giovane piacciono molto i suoi modi un pò anticonvenzionali e stravaganti , ma gli appare subito chiaro che Senta vive nel suo mondo irreale e malato, nonostante tutto perde la testa per lei. Qui c´è un errore da parte del regista perchè lo spettatore può già prevedere la fine non lieta e scontata. Inoltre non adempie più alle regole del thriller psicologico perchè dei personaggi si prevede già tutto cedendo così nel grottesco e nel patetico. Quando Philippe urla a Senta di essere una matta perchè gli chiede di uccidere una persona qualsiasi solo per dimostrale il suo amore. Lui sa di stare con una pazza però non la lascia, ma non cerca neanche di curarla. Non fa assolutamente niente. Una debole interpretazione? Anche il busto raffigurante la madre dovrebbe essere più marcato nel film. Chabrol ha fatto veramente di meglio!
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darko
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lunedì 26 settembre 2005
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l'amore folle
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Il finale ricorda già quello dell' "Amico di famiglia" in cui Stephane Audran e Michel Piccoli uscendo dalla casa mano nella mano dopo aver ucciso il marito, vengono arrestati... L'ingenuità, la purezza, il mistero, la malvagità insensata di Senta che però in realtà si chiama Stephanie, ricordano anche se a toni smorzati la folle strega borghese di "Grazie per la cioccolata", Jeanne, interpetata dalla grandissima Isabelle Huppert, musa abituale di Chabrol e luce di parecchi suoi film.
Questo film è il 62esimo film diretto dall'ormai consolidato maestro del "thriller" alla francese, di stampo leggermente hitchcockiano, Claude Chabrol. Ma ormai Chabrol non ha bisogno di nascondersi dietro a nessun nome, perchè rassomiglia sempre più a se stesso ed è impeccabile in ogni cosa che è diventata sua per antonomasia.
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Il finale ricorda già quello dell' "Amico di famiglia" in cui Stephane Audran e Michel Piccoli uscendo dalla casa mano nella mano dopo aver ucciso il marito, vengono arrestati... L'ingenuità, la purezza, il mistero, la malvagità insensata di Senta che però in realtà si chiama Stephanie, ricordano anche se a toni smorzati la folle strega borghese di "Grazie per la cioccolata", Jeanne, interpetata dalla grandissima Isabelle Huppert, musa abituale di Chabrol e luce di parecchi suoi film.
Questo film è il 62esimo film diretto dall'ormai consolidato maestro del "thriller" alla francese, di stampo leggermente hitchcockiano, Claude Chabrol. Ma ormai Chabrol non ha bisogno di nascondersi dietro a nessun nome, perchè rassomiglia sempre più a se stesso ed è impeccabile in ogni cosa che è diventata sua per antonomasia. Niente è fuori posto: il dialogo colto e sarcastico e mai fasullo, l'intreccio che scuote il pubblico fino alla fine con mille trucchi, digressioni e inganni, sorprese, la scena è perfetta e, nonostante questo film si basi sugli sviluppi tragici che ci possono essere in un amour fou piuttosto scontato, anche ne LA DAMIGELLA D'ONORE lo scontro fra due mondi, la lotta di classe (una volta x tutte segnaliamo La ceremonie, titolo italiano IL BUIO NELLA MENTE) emergono con una certa prepotenza e stavolta anche con un certo sapore di schifo e ripugnanza... La piccola e l'alta borghesia, se non addirittura fra la seconda e chi stenta ad arrivare a fine mese :" la madre e la figlia che chiedono in prestito 100 ormai miseri euro al figlio che lavora per mantenere tutti tranne se stesso". Tutto è un instabile rapporto fra ragione e passione, razionalità e disordine. Siamo travolti immancabilmente da un vortice di orrore tangibile e quasi commovente e stavolta Chabrol decide di colpire non solo con la storia, le parole, i fatti ma anche visivamente (vedi scena del cadavere putrefatto nell'armadio e gli interni cupi e squallidi dello splendido palazzo decadente in cui vive Senta). Si esce dalla sala in silenzio, coscienti della grandezza di Chabrol, che quasi mai ha avuto cadute di stile e questo di certo non è un film che fa parte di quelle rare occasioni di scarsezza di contenuti e ispirazione. Non do il voto massimo a causa di quella insensata apparizione di Susan Flon, la vecchia con il bagno guasto, e perchè non mi ha convinto la proiezione nella sala dove sono accorso non appena è uscito (hanno messo un "intervallo forzato" dopo neanche 40 minuti di film)
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(di francesco2)
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