nalipa
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domenica 25 marzo 2012
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geniale!!!!!!!
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Grandissimo Al Pacino che con questa sua prima regia rende l'opera prettamente teatrale molto "facile" e quindi adatta ad un pubblico cinematografico...almeno credo!
Ottime le interazioni con gli altri grandi attori frequentatori abituali di opere teatrali dell'immenso SHakespeare.
Un buon metodo per proporre un personaggio poco conosciuto ma profondamente amato da Pacino, che come sempre rende una prova superba della propria capacità interpretativa e del proprio carisma...Una menzione speciale a Giannini... la sua voce é stupenda e Pacino da quando é doppiato da lui é ancora più efficace.
La passione e il trasporto di questo attore é quasi tangibile.
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Grandissimo Al Pacino che con questa sua prima regia rende l'opera prettamente teatrale molto "facile" e quindi adatta ad un pubblico cinematografico...almeno credo!
Ottime le interazioni con gli altri grandi attori frequentatori abituali di opere teatrali dell'immenso SHakespeare.
Un buon metodo per proporre un personaggio poco conosciuto ma profondamente amato da Pacino, che come sempre rende una prova superba della propria capacità interpretativa e del proprio carisma...Una menzione speciale a Giannini... la sua voce é stupenda e Pacino da quando é doppiato da lui é ancora più efficace.
La passione e il trasporto di questo attore é quasi tangibile.....GRANDISSIMO!
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evghen950
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giovedì 26 agosto 2010
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cinema + teatro = arte
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Ho premiato molto l'originalità del film, che colpisce fin dai primi minuti nei quali ti trovi ad assistere ad un intervistà fatta a gente normale, passanti; e ci si accorge di come l'arte del teatro venga messa molto sotto tono.
Il compito e l'obiettivo dei protagonisti del film è ridurre questa errata ideologia.
Ci si rende conto del come il linguaggio sia difficile e la trama complicata, ma NON SI PUO' rinunciare a cio che ci offre il teatro con la sua arte e le sue parole.
Molto significative alcune scene dove si scopre che una presona di una cultura incredibile non era che un mendicante, qui momenti in cui si confrontano i momenti del "passato" e quelli del "presente".
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Ho premiato molto l'originalità del film, che colpisce fin dai primi minuti nei quali ti trovi ad assistere ad un intervistà fatta a gente normale, passanti; e ci si accorge di come l'arte del teatro venga messa molto sotto tono.
Il compito e l'obiettivo dei protagonisti del film è ridurre questa errata ideologia.
Ci si rende conto del come il linguaggio sia difficile e la trama complicata, ma NON SI PUO' rinunciare a cio che ci offre il teatro con la sua arte e le sue parole.
Molto significative alcune scene dove si scopre che una presona di una cultura incredibile non era che un mendicante, qui momenti in cui si confrontano i momenti del "passato" e quelli del "presente".
Ho apprezzato alcune parti ironiche e una colonna sonora bella e nei momenti giusti.
Non dimentichiamo che è il primo film di Al pacino (regia,scenografia...) ed è recitato comunque benissimo.
Tuttavia, detto ciò, è un film non consigliato a tutti quelli che vogliono azione o romanticismo (in pratica le classiche meccaniche operette di holliwood), poi c'è un parlato un po impegnativoe una trama che può risultare ripetitiva e noiosa.
Io l'ho trovato un bellissimo film. Da quattro stelle e mezzo, ma non si può allora do 5.
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rongiu
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sabato 14 agosto 2010
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il mio regno per un cavallo!
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Ci sono persone che per il potere sono capaci di tutto. Riccardo III è sicuramente uno di questi. La cosa sorprendente e meravigliosa è l’idea di un Riccardo III alla portata di tutti. In questo, Al Pacino è un genio, amante ed esperto di teatro shakespeariano, si è chiesto come fare per avvicinare le persone comuni a questo Autore. Magari lo odiano, si è detto, perché non è facile da capire. Ed ecco l’idea. Teatro nel cinema, cinema inteso proprio come momento reale di produzione dell’azione cinematografica e di tutto ciò che la precede e la segue. Discussioni, movimenti, prosodia, inquadrature, visione e giudizio sulle scene girate e così via. In più, ed è questa a parer mio la grande magia, ci ha trasmesso, in diretta, la costruzione dei più svariati stati d’animo dei personaggi; il momento del loro sorgere e le continue metamorfosi, come ad esempio il potere e l’ambizione, di conseguenza i raggiri e le macchinazioni per raggiungerlo, la slealtà, la frode e la menzogna, l’innamoramento e le lusinghe, le paure, il buio in cui cade l’animo umano in preda al terrore, insomma gli ingredienti di un grande dramma, per giunta storico.
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Ci sono persone che per il potere sono capaci di tutto. Riccardo III è sicuramente uno di questi. La cosa sorprendente e meravigliosa è l’idea di un Riccardo III alla portata di tutti. In questo, Al Pacino è un genio, amante ed esperto di teatro shakespeariano, si è chiesto come fare per avvicinare le persone comuni a questo Autore. Magari lo odiano, si è detto, perché non è facile da capire. Ed ecco l’idea. Teatro nel cinema, cinema inteso proprio come momento reale di produzione dell’azione cinematografica e di tutto ciò che la precede e la segue. Discussioni, movimenti, prosodia, inquadrature, visione e giudizio sulle scene girate e così via. In più, ed è questa a parer mio la grande magia, ci ha trasmesso, in diretta, la costruzione dei più svariati stati d’animo dei personaggi; il momento del loro sorgere e le continue metamorfosi, come ad esempio il potere e l’ambizione, di conseguenza i raggiri e le macchinazioni per raggiungerlo, la slealtà, la frode e la menzogna, l’innamoramento e le lusinghe, le paure, il buio in cui cade l’animo umano in preda al terrore, insomma gli ingredienti di un grande dramma, per giunta storico. La guerra delle due Rose. Un film in cui la diffidenza la fa' da padrona, tutti diffidano di tutti, di conseguenza non c’è pausa scenica. Bellissima la quella della Morte di Riccardo III nelle due vesti, “teatrale e laica”, è un liberatorio “Finalmente è finito”. Ma chi è Riccardo III. Riccardo III è un misantropo, rappresenta il male nel suo aspetto più cupo e buio, quello spirituale. La sua arma migliore è la parola, e con quella riesce a raggiungere tutti i suoi scopi. Anche Lady Anna assapora la fine lama della sua lingua. Nei monologhi, poi, è possibile rintracciare come ad un microscopio, le particelle della sua oscura essenza tutta tesa alla conquista ed al mantenimento del potere. In questo senso, Shakespeare da indicazioni politiche sul “buon governo”. Riccardo è l’esatto opposto di Amleto. Non gli manca certo la determinazione.
Che fine farà Riccardo III? Accomodatevi in poltrona e...
Good Ciak!
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linda polverari
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sabato 18 luglio 2009
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cercando richard
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Il dramma si svolge nel sangue e nelle perversioni del deforme duca di Gloucester (Riccardo III) che sale al trono massacrando tutti coloro che si frappongono tra lui e la corona.Il film è ironico, spesso esilarante, si presenta come un documentario, come un diario, come il backstage della messa in opera della tragedia shakesperiana ed è realizzato e interpretato da Al Pacino nell’arco di tre anni. E’ l’amore morboso che l’attore ha nei confronti di Shakespeare. E’ il sogno, che si realizza, di fare un film su un dramma del Bardo, scritto e incentrato su storie e personaggi ormai dimenticati nel tempo, così come il linguaggio usato che una grande attrice shakesperiana come Vanessa Redgrave cerca di spiegare con una lunga, divertente, disquisizione sui pentametri gambici (cinque piedi gambici, vale a dire ciascuno composto da una sequenza sillaba breve - sillaba lunga) e affermare nello stesso tempo che: “in Shakespeare le parole e i sentimenti sono legati tra loro nel tempo….
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Il dramma si svolge nel sangue e nelle perversioni del deforme duca di Gloucester (Riccardo III) che sale al trono massacrando tutti coloro che si frappongono tra lui e la corona.Il film è ironico, spesso esilarante, si presenta come un documentario, come un diario, come il backstage della messa in opera della tragedia shakesperiana ed è realizzato e interpretato da Al Pacino nell’arco di tre anni. E’ l’amore morboso che l’attore ha nei confronti di Shakespeare. E’ il sogno, che si realizza, di fare un film su un dramma del Bardo, scritto e incentrato su storie e personaggi ormai dimenticati nel tempo, così come il linguaggio usato che una grande attrice shakesperiana come Vanessa Redgrave cerca di spiegare con una lunga, divertente, disquisizione sui pentametri gambici (cinque piedi gambici, vale a dire ciascuno composto da una sequenza sillaba breve - sillaba lunga) e affermare nello stesso tempo che: “in Shakespeare le parole e i sentimenti sono legati tra loro nel tempo….”, colpisce come alla stessa conclusione ci arrivi un uomo di strada nero (sdentato e trasandato): “Shakespeare è dappertutto è ovunque perché racconta storie e sentimenti che possono essere tranquillamente riportati ai nostri giorni…..”
"Nessuno sa chi è Riccardo III", annota l'attore all'inizio del film e per arrivare a svelarne i segreti e a coglierne le sfumature, che permetteranno una messa in scena rigorosa del testo del dramma, Al Pacino alterna, in un susseguirsi di scene tra Londra e New York, le interviste a gente di strada ai pareri degli esperti di tragedia del periodo elisabettiano; le lezioni agli studenti ai sopralluoghi per le location; il confrontarsi con i colleghi britannici (John Gielgud, Derek Jacobi, Kenneth Branagh, Vanessa Redgrave, James Earl Jones e Kevin Kline) sul loro modo di affrontare il drammaturgo inglese alle discussioni tra attori dei brani recitati (in costume e non) da un cast d’eccezione: Alec Baldwin, Kevin Spacey, Aidan Quinn, Winona Ryder (che è Anna Neville a cui il futuro re Riccardo ha ucciso il padre e il marito) nella scena in cui è sedotta, mentre depone il corpo del marito morto, da un Pacino la cui bravura nell’interpretare il deforme duca è sublime: “Ci fu mai donna in tale stato d’animo corteggiata? Ci fu mai donna in tale stato d’animo sedotta? L’avrò….. ma non la terrò per molto”.
Il maestro brittanico Peter Brook spiega che: il segreto con Shakespeare è andare oltre le parole, penetrandone l'anima, poi i versi vengono da soli….” e Pacino ci riesce in modo straordinario (doppiato da un altrettanto straordinario Giancarlo Giannini) interpretando genialmente questo malvagio personaggio ironico, patetico, affascinante fin oltre l’epilogo quando nel dopofinale si sente ancora la sua voce che urla "Il mio regno per un cavallo".
"Nessuno sa chi è Riccardo III", annota l'attore all'inizio del film…….Al termine, non ci sarà più molto da svelare….
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miki spin
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martedì 1 gennaio 2008
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una lezione di teatro (senza cinema)
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E' un film, ma in questo film il cinema non c'entra. Infatti si può considerare un documentario, una statistica su Shaekspeare, banalmente uno spettacolo teatrale, (e il film è le tre cose insieme), ma non è certo una miscela tra cinema e teatro.
sono degli uomini di cinema, (anche molto illustri), che entrano nel teatro, parlano di teatro, analizzano il teatro, ma soprattutto fanno teatro, mostrandoci come si costruisce un film, e come si costruisce uno spettacolo, mostrando sempre volutamente i retroscena. Ma alla fine l'importante di questi uomini di cinema prestati al teatro è che lo fanno davvero bene.
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ragingbull
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venerdì 7 dicembre 2007
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un cavallo...
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Al Pacino dà un'ottima prova di sè sia come regista che come attore(ma di questo non c'è da stupirsi).Lo ritengo un film-documentario geniale.La bravura di Pacino sta nell'aver reso un opera di Shakespeare così contemporanea.Egli è stato in grado di far avvicinare la gente a Shekespeare;o meglio,è stato capace di far avvicinare la gente a dei valori morali ormai andati perduti.Ad ogni modo,è un film che và visto e rivisto.Pacino ha delle trovate da regista spettacolari.Forse la migliore rappresentazione del Riccardo III,che,a mio parere,supera quella di Ian Mckellen in cui la parte drammatica di quest'opera è nascosta.
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sonic
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venerdì 3 agosto 2001
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alfredo al massimo
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Al Pacino, un uomo, un re...del palcoscenico. Sicuramente questo film non è adatto a tutti, non è adatto a quelli che in un film cercano la stori a a lieto fine, la bella avventura d'amore o altre menate del genere, cose che ormai Hollywood ci propina quotidianamente; in questo film, abile stratagemma per riportare alla luce un dramma ormai dimenticato, la fa da padrona non una bella trama o un attore fustacchione tutto muscoli ma un modo di fare film fortemente ispirato al teatro. Troviamo infatti un Pacino molto legato al suo personaggio che lo porta a una superba interpretazione teatrale del dramma; assistiamo a un tipo di recitazione tanto lontano da quella a cui siamo abituati che a molti annoia.
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Al Pacino, un uomo, un re...del palcoscenico. Sicuramente questo film non è adatto a tutti, non è adatto a quelli che in un film cercano la stori a a lieto fine, la bella avventura d'amore o altre menate del genere, cose che ormai Hollywood ci propina quotidianamente; in questo film, abile stratagemma per riportare alla luce un dramma ormai dimenticato, la fa da padrona non una bella trama o un attore fustacchione tutto muscoli ma un modo di fare film fortemente ispirato al teatro. Troviamo infatti un Pacino molto legato al suo personaggio che lo porta a una superba interpretazione teatrale del dramma; assistiamo a un tipo di recitazione tanto lontano da quella a cui siamo abituati che a molti annoia. E questo che mi esalta di Riccardo III: la recitazione. Fatevi catturare anche voi dalle mille facce, dai mille movimenti e toni di voce di un Pacino nel suo ambiente naturale.....ma che ve lo dico a fare!? (chi ha orecchi per intendere, intenda)
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