felicity
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martedì 4 aprile 2023
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inquieta a più livelli
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Men contestualizza la vicenda nella bellezza della campagna inglese, che nella tradizione britannica è un luogo in cui l’assenza del progresso permette al soprannaturale di sopravvivere. Attorno alla villa isolata in cui Harper tenta di riprendersi dal trauma, il bosco, che dovrebbe offrire un contatto benefico con la natura, diventa nelle mani di Garland un incubo a cielo aperto, con cascine abbandonate e tunnel verso il nulla che sembrano celare orrori e apparizioni inquietanti.
Il ritmo, soprattutto nella parte iniziale, è contemplativo e Garland si prende tutto il tempo per costruire i suoi personaggi e, soprattutto, i paesaggi. Tuttavia Garland non ritarda il punto del suo messaggio ossia lo scontro con il maschilismo tossico.
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Men contestualizza la vicenda nella bellezza della campagna inglese, che nella tradizione britannica è un luogo in cui l’assenza del progresso permette al soprannaturale di sopravvivere. Attorno alla villa isolata in cui Harper tenta di riprendersi dal trauma, il bosco, che dovrebbe offrire un contatto benefico con la natura, diventa nelle mani di Garland un incubo a cielo aperto, con cascine abbandonate e tunnel verso il nulla che sembrano celare orrori e apparizioni inquietanti.
Il ritmo, soprattutto nella parte iniziale, è contemplativo e Garland si prende tutto il tempo per costruire i suoi personaggi e, soprattutto, i paesaggi. Tuttavia Garland non ritarda il punto del suo messaggio ossia lo scontro con il maschilismo tossico. Il mostro con cui Harper dovrà combattere è il genere maschile, infettato a suo modo dalla cultura patriarcale che si impone nello stile di vita e nel modo di pensare. Garland qui è molto chiaro e cita persino la religione e la Bibbia come corresponsabili, insieme alle altre istituzioni sociali, nell’aver addossato la colpa di ogni peccato alla donna. Harper diventa quindi simbolo della riscossa femminile, paladina del nuovo femminismo ed eroina in prima fila contro il mostro per eccellenza, l’uomo, che opprime con la violenza, la forza della propria autorità o semplicemente con sottili meccanismi psicologici.
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matteo
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sabato 25 febbraio 2023
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vuoto a perdere
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Più che un horror mi è parso un film grottesco, traballante e superficiale. La psicologia del senso di colpa viene tagliata con l'accetta così come i personaggi sembrano maschere su un palcoscenico di cartapesta. Gli attori non mi convincono, men che meno la protagonista mai a proprio agio nella parte. Gli effetti speciali funzionano ma in modo rivoltante nella parte finale del film. Evidentemente il regista a corto di idee si lascia trasportare da una genesi splatter dei personaggi maschili della storia. Avevo altre aspettaive che già crollano nella scena che apre il film, come già notato giustamente sopra, una scena che può essere tutto tranne che tragica.
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Più che un horror mi è parso un film grottesco, traballante e superficiale. La psicologia del senso di colpa viene tagliata con l'accetta così come i personaggi sembrano maschere su un palcoscenico di cartapesta. Gli attori non mi convincono, men che meno la protagonista mai a proprio agio nella parte. Gli effetti speciali funzionano ma in modo rivoltante nella parte finale del film. Evidentemente il regista a corto di idee si lascia trasportare da una genesi splatter dei personaggi maschili della storia. Avevo altre aspettaive che già crollano nella scena che apre il film, come già notato giustamente sopra, una scena che può essere tutto tranne che tragica. Almeno fosse stato solo un incubo della protagosnista forse avrebbe ristabilito in extremis un senso a ciò che ci è stato proposto, ma il finale lascia supporre proprio il contrario, una realtà mostruosa quanto tangibile.
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mirko
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mercoledì 7 settembre 2022
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noioso e ridicolo
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L'inizio del film parte con una scena che dovrebbe essere tragica ma che cade involontariamente nel ridicolo , una scena a rallentatore , un espressione comica del marito e un urlo .
Da lì inizia la prima parte che tralasciando espedienti di regia e fotografia notevoli accompagnati da una colonna sonora azzeccata mostra ben poco e annoia lo spettatore .
Un film che si presenta come allegorico e poco concreto dovrebbe riuscire a emozionare lo spettatore con le immagini e con la colonna sonora ma Men non sempre ci riesce .
La trama di base è veramente ridicola , si basa semplicemente su un divorzio ma tutto questo viene impastato come un viaggio infernale alimentato da molteplici chiavi di lettura che dovrà percorrere la protagonista .
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L'inizio del film parte con una scena che dovrebbe essere tragica ma che cade involontariamente nel ridicolo , una scena a rallentatore , un espressione comica del marito e un urlo .
Da lì inizia la prima parte che tralasciando espedienti di regia e fotografia notevoli accompagnati da una colonna sonora azzeccata mostra ben poco e annoia lo spettatore .
Un film che si presenta come allegorico e poco concreto dovrebbe riuscire a emozionare lo spettatore con le immagini e con la colonna sonora ma Men non sempre ci riesce .
La trama di base è veramente ridicola , si basa semplicemente su un divorzio ma tutto questo viene impastato come un viaggio infernale alimentato da molteplici chiavi di lettura che dovrà percorrere la protagonista .
Un viaggio che fino al finale non riusciamo a metabolizzare , non riusciamo a percepirne le emozioni e rimaniamo fuori dagli eventi narrati .
La pellicola però fortunatamente nel finale riesce a farmi aprire finalmente la bocca , rimanendo impietrosito sulla poltrona davanti a immagini disturbanti e messa in scena incredibile .
Peccato però che dopo un po' inizia a stufare e non si riesce più a prendere sul serio ciò che sta capitando .
Alex Garland butta tutto il peso sulla fine non ottenendo un prodotto equilibrato .
Una sceneggiatura che a volte non colpisce più di tanto , con idee poco originali e dialoghi che cadono un altra volta nel ridicolo.
Men , un film che non neccesita obbligatoriamente una visione .
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peer gynt
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lunedì 29 agosto 2022
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misteriosa onirica bellezza della campagna inglese
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Folk-horror inglese che nella prima metà stupisce per location stupenda, musica accattivante e grande costruzione di una tensione narrativa che trasuda da ogni scena. Andatevene via a metà film, con una scusa qualsiasi, e non potrete che pensare che si tratta veramente di un'ottima pellicola. Ma se resterete seduti a guardare tutto, fino all'ultima scena, non potrete che pentirvene. La seconda parte infatti gioca con le suggestioni dell'horror pagano alla Arthur Machen e le intreccia alla visionarietà metamorfica del primo Cronenberg per raccontarci una storia ambigua che può essere quello che vi pare: incubo della protagonista dilaniata dal senso di colpa o emergere di una creatura della mitologia nordica che collega in un cortocircuito dirompente vivi e morti.
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Folk-horror inglese che nella prima metà stupisce per location stupenda, musica accattivante e grande costruzione di una tensione narrativa che trasuda da ogni scena. Andatevene via a metà film, con una scusa qualsiasi, e non potrete che pensare che si tratta veramente di un'ottima pellicola. Ma se resterete seduti a guardare tutto, fino all'ultima scena, non potrete che pentirvene. La seconda parte infatti gioca con le suggestioni dell'horror pagano alla Arthur Machen e le intreccia alla visionarietà metamorfica del primo Cronenberg per raccontarci una storia ambigua che può essere quello che vi pare: incubo della protagonista dilaniata dal senso di colpa o emergere di una creatura della mitologia nordica che collega in un cortocircuito dirompente vivi e morti. O un misto delle due cose, se preferite. Quello che è certo è che Garland, regista di grandi capacità, vuole stupire, inorridire, orripilare, ma non vuole raccontare. Lascia allo spettatore tutto il lavoro principale: dare un senso, lasciarsi convincere, chiudere il cerchio. Ma a qualche spettatore può anche venire in mente che, dietro a tutto questo profluvio di metamorfosi orrifiche, non si celi assolutamente nulla. Peccato, per quell'inizio perfetto, per quella bellissima e verdissima campagna inglese, che nasconde qualcosa di terribile che non si dice...Ecco, forse era meglio non dirlo!
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greg04
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sabato 27 agosto 2022
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orribile. il simbolismo onirico di mia nonna
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Se un film vuole essere psicologico, e basarsi sulla psicologia di una donna, ma non sa differenziare i suoi sogni, le visioni, le immagini mentali dalla realtà degli altri attori, è già un film caotico e incoerente. Ma qui si va davvero a scadere nel becero. Simbolismo grossolano e senza un legame comprensibile con la situazione della protagonista, la quale agisce in maniera folle come il prototipo della vittima di un B-movie. Fotografia e musica pretenziosissimi, con immagini ripetute allo sfinimento, e ritmo musicale ossessivo che, non sostenendo alcuna narrazione, non fanno altro che infastidire.
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greg04
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sabato 27 agosto 2022
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pretenzioso ma sempliciotto
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Se un horror psicologico si fonda su percezioni soggettive, visioni oniriche, pensieri rappresentati sullo schermo, occorrerebbe anche la coerenza di portare avanti la narrazione su tale binario. Invece questo non accade, mettendo lo spettatore davanti ad eventi presentati come reali che diventano impossibili ma anche insensati da qualsivoglia punto di vista, compresa la reazione della protagonista (poveretta). Questa è costretta a comportarsi come una perfetta tipica idiota da horror movie: non chiude la porta anche se sola e isolata in un cottage in mezzo alla brughiera, rifiuta la compagnia di un'amica dopo l'intrusione in cortile di uno sconosciuto nudo che tenta di penetrare in casa, nemmeno chiede al poliziotto o al padrone di casa che le ha affittato il cottage di scortarla a casa appena saputo del rilascio del nudo, ecc.
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Se un horror psicologico si fonda su percezioni soggettive, visioni oniriche, pensieri rappresentati sullo schermo, occorrerebbe anche la coerenza di portare avanti la narrazione su tale binario. Invece questo non accade, mettendo lo spettatore davanti ad eventi presentati come reali che diventano impossibili ma anche insensati da qualsivoglia punto di vista, compresa la reazione della protagonista (poveretta). Questa è costretta a comportarsi come una perfetta tipica idiota da horror movie: non chiude la porta anche se sola e isolata in un cottage in mezzo alla brughiera, rifiuta la compagnia di un'amica dopo l'intrusione in cortile di uno sconosciuto nudo che tenta di penetrare in casa, nemmeno chiede al poliziotto o al padrone di casa che le ha affittato il cottage di scortarla a casa appena saputo del rilascio del nudo, ecc. La musica vorrebbe amplificare l'ossessione, insieme al ricorrere di immagini finto-archetipiche che annoiano e basta. Idee banali ripetute fino allo sfinimento e proposte senza coerenza, senza spessore dei personaggi, senza senso e con dovizia di dettagli trucidi che, non avendo una funzione pratica, fanno cadere le braccia (leggi: i susseguenti parti maschili che avvengono da orifizi vaginali creatisi in parti del corpo insospettabili, tra sangue, muco, cartilagini e tendini innaturalmente funzionanti). ORRENDO.
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