clavius
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martedì 14 dicembre 2021
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un film necessario
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Il film della Zbanic è stato recentemente insignito del premio di miglior film europeo del 2021 ed ha meritato tanto onore. E' un film necessario, indispensabile. E non lo dico perchè la pellicola sia impegnata nel ricordo di uno dei più abominevoli fatti della storia recente. Non è la sua carica di denuncia (che pure innerva molta parte della pellicola) la sua forza. Quello che sorprende è la capacità, nella semplicità di scrittura, di rappresentare l'orrore senza mai metterlo in primo piano. Il film è davvero crudele, fino all'ultima immagine eloquente e potentissima. La protagonista è straordinaria nel regalare il volto alla pasionaria Aida che si batte come un leone prima per dirimere la questione della sicurezza degli abitanti di Srebrenica e poi, via via che la questione si fa più ingarbugliata, nel tentare disperatamente di salvare chi ha di più caro.
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Il film della Zbanic è stato recentemente insignito del premio di miglior film europeo del 2021 ed ha meritato tanto onore. E' un film necessario, indispensabile. E non lo dico perchè la pellicola sia impegnata nel ricordo di uno dei più abominevoli fatti della storia recente. Non è la sua carica di denuncia (che pure innerva molta parte della pellicola) la sua forza. Quello che sorprende è la capacità, nella semplicità di scrittura, di rappresentare l'orrore senza mai metterlo in primo piano. Il film è davvero crudele, fino all'ultima immagine eloquente e potentissima. La protagonista è straordinaria nel regalare il volto alla pasionaria Aida che si batte come un leone prima per dirimere la questione della sicurezza degli abitanti di Srebrenica e poi, via via che la questione si fa più ingarbugliata, nel tentare disperatamente di salvare chi ha di più caro. Momenti di grande pathos costellano in più punti il film ed il senso dell'ineluttabilità si addensa man mano che la storia avanza. All'orrore prevedibile delle truppe serbe fa da specchio la neghittosità ancora più colpevole delle forze dell'ONU. Aida resta schiacciata da una parte dal cieco sopruso e dall'altra dalla cieca norma seguita pedissequamente in maniera disumana. Si soffre guardando questo film. Si soffre per il senso di impotenza, lo sconforto che rende tutto vano, la speranza in un finale diverso che sfuma inesorabilmente, la fiducia tradita in una umanità che non fa che mentire o negarsi alle proprie responsabilità. Ci finiamo dentro tutti in questo film proprio come gli spettatori della recita che chiude questa pellicola magistrale. Una platea dove vittime e carnefici si confondono, sembrano indistinguibili sotto lo sguardo svuotato della protagonista. Per questo "Quo vadis,Aida?" è un film indispensabile: per ricordarci che siamo tutti colpevoli nel momento in cui compassione e pietà smettono di abitare il nostro orizzonte.
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patry58
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mercoledì 18 gennaio 2023
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un colpo al cuore
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Film potente e terribile, spoglio e crudele. La vita quotidiana, normale, persino banale che si trasforma in tragedia. Una tragedia corale, biblica, che lascia letteralmente senza fiato. Era solo l'altro ieri, succedeva davvero vicino a noi, ma abbiamo già dimenticato, rimosso insieme a tutti i pensieri sgradevoli e troppo onerosi. E ancora una volta viene da chiedersi perché. Perché la guerra, perché tanto odio, tanta morte, tanta disumanita', ed è la stessa domanda che, ciclicamente, ci si ripropone, ieri per la ex Jugoslavia, oggi per l'Ucraina. Ed è inevitabile pensare all'Ucraina guardando questo film crudele e potente, e sentirsi inutili, frustrati impotenti di fronte a queste esplosioni di male assoluto e di irrazionalità.
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Film potente e terribile, spoglio e crudele. La vita quotidiana, normale, persino banale che si trasforma in tragedia. Una tragedia corale, biblica, che lascia letteralmente senza fiato. Era solo l'altro ieri, succedeva davvero vicino a noi, ma abbiamo già dimenticato, rimosso insieme a tutti i pensieri sgradevoli e troppo onerosi. E ancora una volta viene da chiedersi perché. Perché la guerra, perché tanto odio, tanta morte, tanta disumanita', ed è la stessa domanda che, ciclicamente, ci si ripropone, ieri per la ex Jugoslavia, oggi per l'Ucraina. Ed è inevitabile pensare all'Ucraina guardando questo film crudele e potente, e sentirsi inutili, frustrati impotenti di fronte a queste esplosioni di male assoluto e di irrazionalità. A cosa sono serviti tutti i morti di Srebrenica? I giovani, i ragazzi cui è stato negato un futuro? Cos'è cambiato dopo quella guerra fratricida? L'irrazionalita dell'odio etnico, la insensatezza di una guerra che metteva contro ex compagni di scuola, allievi e professori, amici, vicini di casa e persino parenti permea questo film davvero necessario per farci ricordare lo scempio avvenuto, sotto gli occhi dei soldati olandesi dell'Onu, e che riporta a un altro massacro, quello del Ruanda, anche quello non evitato da truppe onu canadesi inadatte e i preparate. Il soldatino olandese che piange disperato é anch'esso una vittima. Quando L'irrazionalita del male s'incontra con il rispetto acritico delle regole non succede mai niente di buono. E neanche qui Aida, la leonessa che difende il suo compagno e i suoi cuccioli, è sconfitta in partenza, li vede andar via e sa, sente, che è per sempre. Il padre che si giudica un vigliacco trova la forza poi di accompagnare i figli a morire. Film di un'intensità dolorosa anche fisicamente, faticoso, pesante, ma bellissimo. Dopo Aida dovrà ruabituarsi alla "pace", a incontrare i suoi aguzzini, quelli che le hanno ucciso figli e marito, sulle scale di casa, nel negozio, al bar, in un simulacro di vita normale o che cerca di esser tale. La risposta sono i bambini, la parte sana e innocente della società, quella in cui si può ancora credere e cercare di insegnare qualcosa. Alla fine Aida torna ad insegnare, trova la forza di continuare a vivere guardando i volti dei bambini e delle bambine, riprendendo possesso del suo appartamento, dove sente ancora le voci dei suoi figli. Un film che ti scava dentro e fa male, il male giusto per non dimenticare.
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