Un polpettone norvegese fantamitologico, con un titolo evocativo della noia mortal che tedia dall’inizio alla fine, di André Øvredal, che attinge a piene mani alle decine di film già visti con protagonisti ragazzi dotati di superpoteri. Un eroe ibrido tra Thor e Jeeg Robot, con una espressione perennemente imbambolata, come un Hulk piromane, genera cataclismi, tempeste elettriche ed incendi quando si arrabbia. La lentezza spasmodica dell’azione, il soggetto logoro e abusato, la trama banale e quasi infantile, rendono inguardabile la pellicola di Øvredal che ha fatto molto di meglio con Autopsy.
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Un polpettone norvegese fantamitologico, con un titolo evocativo della noia mortal che tedia dall’inizio alla fine, di André Øvredal, che attinge a piene mani alle decine di film già visti con protagonisti ragazzi dotati di superpoteri. Un eroe ibrido tra Thor e Jeeg Robot, con una espressione perennemente imbambolata, come un Hulk piromane, genera cataclismi, tempeste elettriche ed incendi quando si arrabbia. La lentezza spasmodica dell’azione, il soggetto logoro e abusato, la trama banale e quasi infantile, rendono inguardabile la pellicola di Øvredal che ha fatto molto di meglio con Autopsy.
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