Ava è un action con Jessica Chastain, John Malkovich, Colin Farrell e, in ruoli minori, Common, Ioan Gruffudd e Geena Davis.
Jessica Chastain è Ava ed è un’assassina, John Malkovich è il mentore, Colin Farrell è il cattivo.
Ava è la migliore in quello che fa, fino al momento in cui non lo è più. Qualcosa è andato storto durante la sua ultima missione e ora la sua stessa organizzazione le dà la caccia.
Ava è in fuga, fino al momento in cui non lo è più, perché il terzo atto prescrive che l’eroe passi al contrattacco.
In un’ora e mezza di showcase costruito attorno alla pretesa di far passare Jessica Chastain in Atomic Blonde, l’unico momento in cui si rischia di provare qualcosa è la scazzottata geriatrica tra Colin Farrell e John Malkovich, e quello che si prova è un sincero “accipicchia, di spalle le loro controfigure sono quasi credibili!”.
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Ava è un action con Jessica Chastain, John Malkovich, Colin Farrell e, in ruoli minori, Common, Ioan Gruffudd e Geena Davis.
Jessica Chastain è Ava ed è un’assassina, John Malkovich è il mentore, Colin Farrell è il cattivo.
Ava è la migliore in quello che fa, fino al momento in cui non lo è più. Qualcosa è andato storto durante la sua ultima missione e ora la sua stessa organizzazione le dà la caccia.
Ava è in fuga, fino al momento in cui non lo è più, perché il terzo atto prescrive che l’eroe passi al contrattacco.
In un’ora e mezza di showcase costruito attorno alla pretesa di far passare Jessica Chastain in Atomic Blonde, l’unico momento in cui si rischia di provare qualcosa è la scazzottata geriatrica tra Colin Farrell e John Malkovich, e quello che si prova è un sincero “accipicchia, di spalle le loro controfigure sono quasi credibili!”.
Per il resto, solita solfa: stunt fiacchissimi, zero fantasia e montaggio frenetico che fa i salti mortali per dare l’illusione che attori ingessati come delle statue di gesso si stiano effettivamente muovendo con velocità, potenza e coordinazione.
A un certo punto chiamare Ava un film action non è neanche più corretto, è in qualche modo ingiusto nei suoi confronti. A guardarlo bene, Ava è un dramma famigliare su una ex tossicodipendente che vuole ricucire i rapporti con la propria famiglia; a margine c’è il fatto che questa ex tossicodipendente sia una super killer in fuga, perciò, tra un dialogo riconciliatorio con la madre assente (Geena Davis) e uno strappalacrime con la sorella che ha perso la fiducia in lei, può capitare che faccia a botte, ma si vede che non era quella la priorità.
Attenzione: anche come dramma famigliare Ava è un film di una banalità e una noia soverchianti. Non vorrei passasse il messaggio errato che, inserito nel genere a cui realmente appartiene, il film abbia qualche qualità che lo redime. Ma è davvero importante sottolineare che viene presentato come action, con tutti i crismi dell’action, a partire da Jessica Chastain tutta rossa e tutta sexy che impugna la pistola con l’aria di chi sa come usarla — ma non è questo. Ci prova un po’ all’inizio, poi cambia idea, per la maggior parte del tempo i personaggi stanno seduti a parlare dei loro sentimenti.
Abbastanza emblematico in questo senso è il ruolo di Common: Common fa l’ex fidanzato di Ava, che ora sta con sua sorella. La sua storyline all’interno di un film “d’azione” è che è un po’ combattuto tra la sua attuale compagna e la sua ex — in più ha una storiaccia di debiti in un casinò/discoteca/chiesa sconsacrata gestita da Joan Chen (quella di Twin Peaks!) che non c’entra veramente niente con tutto il resto e si vede proprio che quando hanno scritto questa parte avevano appena visto John Wick e gli era partito il trip del mondo segreto criminale fatto di luoghi underground ma super stilosi tutto regole astruse e divani di pelle.
Forse l’aspetto più esilarante di Ava è l’evidente volontà di porre le basi per un franchise quando non riesce a stare sulle sue gambe neanche come episodio stand-alone: questi timidi accenni di worldbuilding, i personaggi introdotti e poi lasciati lì inutilizzati, per non parlare del finale aperto apertissimo, fanno pensare a un seguito già scritto che grazie al cielo nessuno vedrà mai.
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