gustibus
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mercoledì 11 settembre 2019
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i "perdenti"sono tornati
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I "perdenti"sono tornati da adulti.27anni dopo quando erano adolescenti con le loro debolezze,avevano fermato penniwyse usando un coraggio da vincenti.Al presente tutti oltre i 40anni,si ritrovano con molte debolezze,chi scrittore,che non emerge perche'sbaglia i finali dei libri,chi e'scenografo,chi e'manager mentalmente non in ordine e Beverly l'unica donna del gruppo che aveva un marito da dimenticare perche'violento.Si ritrovano a Derry la citta'dell'amicizia di gruppo e li sferrano con le loro piu'grandi debolezze,ma uniti sempre piu'forti l'uno verso l'altro.Devono sopprimere il ritorno del pagliaccio IT,memori con in taglio alla mano di riunirsi se questo mostro sarebbe ritornato.
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I "perdenti"sono tornati da adulti.27anni dopo quando erano adolescenti con le loro debolezze,avevano fermato penniwyse usando un coraggio da vincenti.Al presente tutti oltre i 40anni,si ritrovano con molte debolezze,chi scrittore,che non emerge perche'sbaglia i finali dei libri,chi e'scenografo,chi e'manager mentalmente non in ordine e Beverly l'unica donna del gruppo che aveva un marito da dimenticare perche'violento.Si ritrovano a Derry la citta'dell'amicizia di gruppo e li sferrano con le loro piu'grandi debolezze,ma uniti sempre piu'forti l'uno verso l'altro.Devono sopprimere il ritorno del pagliaccio IT,memori con in taglio alla mano di riunirsi se questo mostro sarebbe ritornato.Alla fine di una memorabile lotta diranno da perdenti non abbiamo niente da perdere ma solo da migliorare. Infatti la fine da adulti e'quasi migliore del primo capitolo,tutto e' brutto finché combattendo cercano di sconfiggere i l mostro che con visione reali e finte cercava di disunire le loro affinita'.Jessica Chastain(la mia icona!)non e'la principale ma la sua presenza si percepisce. Ho letto recensioni del pubblico(rispetto a voi e critica in generale) veramente distorte..film di serie b,comico,da una bibita..assolutamente non e'cosi'.Forse all'inizio dovevano fare 1 minuto di prefazione del primo IT..perche'forse si,se qualcuno ha visto solo il capitolo secondo potrebbe avere incomprensioni sulla storia.Ottimi i flashback da adolescenti a uomini vissuti,ma il racconto fa capire che era meglio da ragazzi.Sono proprio d'accordo!Da vedere,ma non come film dell'horror,ma come thriller psicologico e visionario..la base del film!..nn ho capito il vietato ai 14 e che il film originale e' di 190minuti,qua 155minuti!
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[+] it e la difficoltà dei losers di stare al mondo
(di antonio montefalcone)
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jonnylogan
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giovedì 12 settembre 2019
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i drammi dell'età adulta
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A quasi trent’anni di distanza “il club dei perdenti”, tutti ormai cresciuti e alle prese con i problemi dell’età adulta, si riunirà nuovamente a causa di una serie di telefonate inaspettate. Pennywise, il mostro che pensavano di aver sconfitto, è tornato e con lui anche la promessa che ventisette anni prima avevano stretto. Al tempo stesso, a quasi due anni dal precedente capitolo, esattamente come quasi tre decadi or sono era accaduto con il film diretto da Tommy Lee Wallace, si torna in sala per assistere questa volta all’entrata in scena di Bill Skarsgård, attore svedese alla sua prima interpretazione di successo, nel ruolo di Pennywise.
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A quasi trent’anni di distanza “il club dei perdenti”, tutti ormai cresciuti e alle prese con i problemi dell’età adulta, si riunirà nuovamente a causa di una serie di telefonate inaspettate. Pennywise, il mostro che pensavano di aver sconfitto, è tornato e con lui anche la promessa che ventisette anni prima avevano stretto. Al tempo stesso, a quasi due anni dal precedente capitolo, esattamente come quasi tre decadi or sono era accaduto con il film diretto da Tommy Lee Wallace, si torna in sala per assistere questa volta all’entrata in scena di Bill Skarsgård, attore svedese alla sua prima interpretazione di successo, nel ruolo di Pennywise. È proprio con l’arrivo del clown assassino che questo secondo capitolo vira quasi immediatamente in direzione dello splatter abbandonando quella che pareva l’arma in più di una prima parte spinta verso l’introspezione psicologica dei personaggi. La bravura di Muschietti, nelle corso delle quasi quattro ore di narrazione complessive, risiede nel non dare troppo corda al romanzo di King riuscendo a discostarsene citando un'altra celebre fatica dello scrittore di Portland, quello Stand By Me – ricordi di un’estate, al quale aveva saputo già aggrapparsi due anni or sono e dal quale riesce a ripartire. I protagonisti, tutti a parte uno, hanno deciso di abbandonare il vecchio paese non solo per colpa di quel che li aveva uniti e inevitabilmente divisi. Esattamente come i protagonisti diStand By Me il club si è sciolto perché Derry aveva poco da offrir loro. Le vite di Bill, Beverly, Richie, Stan, Mike e Eddie anche se vissute altrovenon si sono però mai liberate dai mostri dell’infanzia che questa volta hanno le sembianze di un posto di lavoro sgradito, di un marito violento o di un mutuo da pagare e non più quello dei bulli dai quali fuggire. Pennywise torna con il suo ghigno nel quale riflettere le idiosincrasie dell’età adulta e con lui riappare quel terrore mai dissolto di guardarsi indietro. Il nuovo cast riesce a reggere lo scontro con i predecessori e la pellicola regge ampiamente come pathos e capacità di catturare paure e attenzione mancando, ma non certo per colpa sua, l’obiettivo di essere all’altezza della prima metà a causa di una seconda parte meno coinvolgente. Muschetti, del quale sentiremo parlare ancora, aggiunge e impreziosisce il cast con numerosi camei e citazioni di opere a lui gradite, fra tutte Peter Bogdanovich e lo stesso Stephen King, a breve nuovamente al cinema con l’atteso sequel di Shining. Nel complesso pellicola da vedere a maggior ragione se eravate rimasti favorevolmente colpiti da quella del 2017.
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luciano
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lunedì 23 settembre 2019
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per me è da vedere
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Salve,sono Luciano ,avvocato appassionato di cinema,stasera ho visto al cinema It 2 di Andy Muschetti ,per.me e'da non perdere assolutamente, molto meglio del primo capitolo e molto meglio del precedente film del 1987 ,anche se in parte dissimile dal romanzo e dal primo film ,rende appieno le atmosfere del capolavoro di Steven King,onirico agghiacciante ,a tratti lirico struggente e commovente ,vedi il finale ,sublime metafora sul passaggio dall'adolescenza all'età adulta ed elegia dell'amicizia eterna.Ci sono 2 camei da non perdere assolutamente ,l'autore del romanzo , Steven King ,che appare ,come in altri film ,un vezzo dello scrittore del Maine,nella piccola parte del rivenditore della bicicletta "Silver"a Bill e,chicca delle chicche ,Jack Nicolson che appare nella scena di Shining quando cerca di distruggere a colpi d'ascia la porta del bagno dove si è asserragliato la moglie,il buon Nicholson kubrikyano di Schining,altro romanzo cult di Steven King sceneggiatore del film che si diverte a giocare con se stesso ed i suoi personaggi , compare nella scena in cui Beverlye sta per essere soffocata in bagno dal sangue stile Shining ,icona dell'orrore eterno romanzato e filmico del geniale scrittore del Maine .
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Salve,sono Luciano ,avvocato appassionato di cinema,stasera ho visto al cinema It 2 di Andy Muschetti ,per.me e'da non perdere assolutamente, molto meglio del primo capitolo e molto meglio del precedente film del 1987 ,anche se in parte dissimile dal romanzo e dal primo film ,rende appieno le atmosfere del capolavoro di Steven King,onirico agghiacciante ,a tratti lirico struggente e commovente ,vedi il finale ,sublime metafora sul passaggio dall'adolescenza all'età adulta ed elegia dell'amicizia eterna.Ci sono 2 camei da non perdere assolutamente ,l'autore del romanzo , Steven King ,che appare ,come in altri film ,un vezzo dello scrittore del Maine,nella piccola parte del rivenditore della bicicletta "Silver"a Bill e,chicca delle chicche ,Jack Nicolson che appare nella scena di Shining quando cerca di distruggere a colpi d'ascia la porta del bagno dove si è asserragliato la moglie,il buon Nicholson kubrikyano di Schining,altro romanzo cult di Steven King sceneggiatore del film che si diverte a giocare con se stesso ed i suoi personaggi , compare nella scena in cui Beverlye sta per essere soffocata in bagno dal sangue stile Shining ,icona dell'orrore eterno romanzato e filmico del geniale scrittore del Maine .Bellissima la scena finale dell'uccisione di It ,il divoratore di mondi eterno,ridotto ad un piccolo clown infante impaurito dalla forza dei ragazzi oggi divenuti adulti di Derry che gli strappano il cuore e lo fanno a pezzi ,scena cult capolavoro che rende appieno ed esattamente l'atmosfera onirica,di orrore psicologico ineludibile, quasi intollerabile ed agghiacciante del capolavoro di Steven King ,nella scena dell'uccisione del mostro alieno impersonato nel clown Pennywaise ,personificazione terrena di un terribile mostro alieno divoratore eterno di mondi che, da milioni di anni ,si nutre delle anime dei bambini di Derry divorandoli ,ricomparendo ciclicamente ogni 27 anni,voto 8,5 ,da vedere assolutamente....
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dian71cinema
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venerdì 10 aprile 2020
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buona sceneggiatura e grande sensibilita'
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INGREDIENTI ESSENZIALI PER LA RIUSCITA DI UN FILM ED IL BRAVO MUSCHIETTI GRAZIE AD UNA OTTIMA COLLABORAZIONE NELLA SCENEGGIATURA CENTRA L'OBIETTIVO. UN SEQUEL CHE RISPETTA LO STILE DEL PRIMO CAPITOLO MA SENZA COPIARNE I CONTENUTI MA CAPACE DI INTRATTENERE IL PUBBLICO CON SENSIBILITA'. INTERPRETAZIONI BEN STRUTTURATE E DIFFERENZIATE DEI BRAVI PERSONAGGI (DIREI TUTTI I PROTAGONISTI) . BELLA LA FOTOGRAFIA E LA COLONNA SONORA ALCUNE SEQUENZE DA BRIVIDO CON ORIGINALI EFFETTI SPECIALI (VE NE SONO DIVERSI DI EFFETTO TRA CUI CITO LA VECCHIA SIGNORA ABITANTE NELLA CASA D'INFANZIA DELLA PROTAGONISTA E IL MONUMENTO GIGANTE NEL PARCO ) FORSE DISCUTIBILE E' LA SEQUENZA FINALE CHE SI TRASFORMA IN UN COCKTAIL FANTA HORROR AD AZIONE ADRENALINICA CHE PUO' RISULTARE UN PO' MEGALOMANE .
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INGREDIENTI ESSENZIALI PER LA RIUSCITA DI UN FILM ED IL BRAVO MUSCHIETTI GRAZIE AD UNA OTTIMA COLLABORAZIONE NELLA SCENEGGIATURA CENTRA L'OBIETTIVO. UN SEQUEL CHE RISPETTA LO STILE DEL PRIMO CAPITOLO MA SENZA COPIARNE I CONTENUTI MA CAPACE DI INTRATTENERE IL PUBBLICO CON SENSIBILITA'. INTERPRETAZIONI BEN STRUTTURATE E DIFFERENZIATE DEI BRAVI PERSONAGGI (DIREI TUTTI I PROTAGONISTI) . BELLA LA FOTOGRAFIA E LA COLONNA SONORA ALCUNE SEQUENZE DA BRIVIDO CON ORIGINALI EFFETTI SPECIALI (VE NE SONO DIVERSI DI EFFETTO TRA CUI CITO LA VECCHIA SIGNORA ABITANTE NELLA CASA D'INFANZIA DELLA PROTAGONISTA E IL MONUMENTO GIGANTE NEL PARCO ) FORSE DISCUTIBILE E' LA SEQUENZA FINALE CHE SI TRASFORMA IN UN COCKTAIL FANTA HORROR AD AZIONE ADRENALINICA CHE PUO' RISULTARE UN PO' MEGALOMANE ..MA IN OGNI CASO IL RISULTATO ECOMPLESSIVO E' D'AVVERO DI OTTIMO LIVELLO.PER RELIZZARE FILM DI QUESTO GENERE.
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steffa
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sabato 21 dicembre 2019
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grande delusione
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grande delusione, dividerei il film in tre parti, la prima mezzora davvero mediocre si svolge in banalissimo stile telefilm, la parte centrale prende più la forma di film ma lo stile è da B-Movie Splatter/Zombie ed è molto ripetitiva fino alla noia, nell'ultima parte abbiamo tutto quello che ci aspettava dopo il capitolo 1 ma purtroppo arriva dopo un ora e mezza di noia e mediocrità, ormai troppo tardi per risollevare le sorti del film. Attori adulti scelti molto male e poco efficaci e forse il nome della Chastain troppo altisonante nel contesto. Occasione sprecata.
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alexmanfrex
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mercoledì 18 settembre 2019
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non è it
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IT chapter 2 in programmazione in questi giorni, racconta le peripezie del "club dei perdenti" richiamati a Derry per combattere una minaccia che ritorna a farsi inquietante, per porre fine una volta per tutte all'entità che da secoli terrorizza la piccola cittadina del Maine ...
Con un cast in cui spiccano fra tutti Jessica Chastain e James McAvoy, IT 2 ha il compito di chiudere la vicenda incentrata sul clown maledetto, inscenando la parte di romanzo che narra le vicende in età adulta dei protagonist, con alcuni riferimenti alla loro età adolescenziale in flash back.
IT 1 era già stato un esperimento riuscito per metà, IT2 riesce ancora meno nell'intento di trasmettere le inquietudini e il pathos che aleggiano nelle pagine del romazo di King.
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IT chapter 2 in programmazione in questi giorni, racconta le peripezie del "club dei perdenti" richiamati a Derry per combattere una minaccia che ritorna a farsi inquietante, per porre fine una volta per tutte all'entità che da secoli terrorizza la piccola cittadina del Maine ...
Con un cast in cui spiccano fra tutti Jessica Chastain e James McAvoy, IT 2 ha il compito di chiudere la vicenda incentrata sul clown maledetto, inscenando la parte di romanzo che narra le vicende in età adulta dei protagonist, con alcuni riferimenti alla loro età adolescenziale in flash back.
IT 1 era già stato un esperimento riuscito per metà, IT2 riesce ancora meno nell'intento di trasmettere le inquietudini e il pathos che aleggiano nelle pagine del romazo di King.
Ovviamente era impossibile riuscire nell'operazione di trasporre il contenuto di un romanzo così articolato e particolareggiato in un'opera cinematografica senza il rischio di perdersi qualcosa, non spiegare o non rendere abbastanza efficace la narrazione. C'è da dire però che sull'arco dei due film di minutaggio ce n'era e il regista aveva quindi possibilità are meglio.
IT2 si sofferma troppo su particolari non del tutto necessari alla narrazione, mentre ne tralascia altri più fondamentali (o li sviluppa in maniera non adeguata,).
Il ritmo in alcuni tratti è decisamente lento, ma purtroppo questo non è funzionale ad alimentare la tensione.
Il senso dello humor, in alcuni momenti fuori luogo e un po' troppo sopra le righe, resta comunque un carattere distinguivo della vicenda.
Jump scares portati fino all'eccesso, così come le deformazioni dei Penny Wise e le sue trasformazioni in forme a volte poco curate nella rappresentazione, che ad un certo punto si fa quasi prevedibile nel suo sviluppo e porta lo spettatore, all'incirca a un terzo del film, a capire lo schema di spavento.
C'è un senso di "voglia di esagerare" che si ritorce contro questo film, che alla fine non lascia appagato il palato di chi ha apprezzato il personaggio e le vicende del libro e che ne vede abbastanza snaturato il significato.
A chi invece il libro non ha avuto la possibiltà di leggerlo, resta un senso di confusione su una serie di parti poco chiare che non hanno avuto risposta: cosa è IT e da dove viene ?
Anche sul terreno del romanzo di formazione, IT2 fallisce il suo intento; troppi luoghi comuni, un senso apparentemente solo sfiorato delle atmosfere alla "The Body" (portato al cinema con il titolo "Stand by me - ricordo di un'estate") dello stesso King o di opere più leggere come lo stesso Stranger Thing ...
Infine; non si può definire IT2 come un film horror in quanto vengono a mancare tutta una serie di canoni ormai consolidati della cultura cinematografica horror degli ultimi anni.
Peccato perchè le prove degli attori restano comunque di qualità sia per i personaggi da piccoli che da grandi.
Tutto questo porta alla conclusione che IT2 (e ora nel complesso la IT saga ...) sia un'opera commerciale un po'troppo sopravvalutata.
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felicity
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giovedì 27 febbraio 2020
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una seconda parte poco convincente
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Ci si aspettava un netto cambio di toni, più cupi e maturi, in piena coerenza con la crescita dei protagonisti. Cosa che non è avvenuta.
Questa seconda parte racconta una poco gradita (per i protagonisti) reunion ventisette anni dopo l’apparente sconfitta di Pennywise.
Ritornano tutti (o quasi) in questo It – Capitolo 2, un film fatto di antitesi e flashback costanti.
E ritornano anche quei mostri che hanno evitato, ma mai affrontato, nascosti sotto un tappeto.
In tal senso, questo Capitolo 2, deve mettere sullo schermo la seconda parte del romanzo.
Il film di Muschietti si muove su alcuni binari in perenne contrasto tra di loro. Le parti gore, con annessi jumpscare, si muovo tra un autocitazione e l’altra.
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Ci si aspettava un netto cambio di toni, più cupi e maturi, in piena coerenza con la crescita dei protagonisti. Cosa che non è avvenuta.
Questa seconda parte racconta una poco gradita (per i protagonisti) reunion ventisette anni dopo l’apparente sconfitta di Pennywise.
Ritornano tutti (o quasi) in questo It – Capitolo 2, un film fatto di antitesi e flashback costanti.
E ritornano anche quei mostri che hanno evitato, ma mai affrontato, nascosti sotto un tappeto.
In tal senso, questo Capitolo 2, deve mettere sullo schermo la seconda parte del romanzo.
Il film di Muschietti si muove su alcuni binari in perenne contrasto tra di loro. Le parti gore, con annessi jumpscare, si muovo tra un autocitazione e l’altra.
L’alternanza tra le cosiddette “scene di paura” e quelle più da buddy movie, pur presentandosi come coraggioso esperimento, finiscono nel fallire facendo assumere ad It Capitolo 2 un gioco di antitesi, mal riuscito giacché poco bilanciato. Al punto che nemmeno il super-cast, con un’alchimia da rivedere, riesce ad aiutare la discreta regia di Muschietti nella messa in scena complessiva.
It – Capitolo 2 tende ad osare molto poco e compie un passo indietro rispetto al primo capitolo.
Gli spunti interessanti sono pochi e mal gestiti per far arrivare questa seconda parte alla sufficienza.
Il film, nel dover prima presentare tutti i protagonisti per poi nel dedicargli un mini corto horror ritagliato su misura, risulta fin troppo schematico.
Qualche soluzione visiva poi non è tra le più fantasiose viste di recente su grande schermo, soprattutto se paragonate ad alcune ottime intuizioni del primo capitolo.
E poi c’è lo sbrocco finale con una sequenza lunga, articolatissima e mega pretenziosa.
Un’occasione persa o forse continua la difficoltà nel trasporre le opere di King al cinema.
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andrealeonti
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venerdì 13 settembre 2019
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a tratti imbarazzante.
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DISCLAIMER: la recensione contiene piccoli spoiler necessari alla recensione stessa, comunque marginali e non determinanti ai fini alla trama centrale.
Tra i film più attesi dal pubblico “di massa” del mondo del cinema c’era sicuramente IT - Capitolo II, segmento conclusivo della rilettura dell’omonimo capolavoro di Stephen King da parte del regista argentino Andrés “Andy” Muschietti.
Partiamo dal presupposto che chi ha letto (come me) e amato il romanzo di King vive serafico con la consapevolezza che mai al cinema si potrà vedere qualcosa che eguagli il celebre romanzo: è vero, questo spesso accade per ogni trasposizione cinematografica originata da romanzi di successo, ma per IT è un discorso ancor più affermato, vista la complessità e la mole dell’opera, ma soprattutto vista la presenza di scene molto più devastanti di qualsiasi scena proposta nelle opere cinematografiche derivate, e che per tal motivo MAI approderanno sugli schermi cinematografici o televisivi.
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DISCLAIMER: la recensione contiene piccoli spoiler necessari alla recensione stessa, comunque marginali e non determinanti ai fini alla trama centrale.
Tra i film più attesi dal pubblico “di massa” del mondo del cinema c’era sicuramente IT - Capitolo II, segmento conclusivo della rilettura dell’omonimo capolavoro di Stephen King da parte del regista argentino Andrés “Andy” Muschietti.
Partiamo dal presupposto che chi ha letto (come me) e amato il romanzo di King vive serafico con la consapevolezza che mai al cinema si potrà vedere qualcosa che eguagli il celebre romanzo: è vero, questo spesso accade per ogni trasposizione cinematografica originata da romanzi di successo, ma per IT è un discorso ancor più affermato, vista la complessità e la mole dell’opera, ma soprattutto vista la presenza di scene molto più devastanti di qualsiasi scena proposta nelle opere cinematografiche derivate, e che per tal motivo MAI approderanno sugli schermi cinematografici o televisivi.
Partendo, invece, dalla fine se un horror (o presunto tale) arriva a farti ridere e a farti uscire dalla sala indifferente e non “disturbato" c’è qualcosa che non va.
E in effetti, a volerla dire tutta, in IT 2 di cose che non vanno ce ne sono molte.
Muschietti pecca di eccessiva compiacenza verso sé stesso e confeziona un film al limite del ridicolo: capire da che punto partire è cosa ardua perché, credetemi, in questo film ci sono troppe cose che non vanno, talmente banali e improbabili da suscitare ilarità tra il pubblico.
L’esecuzione tecnica e registica non è contestabile (e ci mancherebbe, con tutti i soldi che ci hanno speso) ma quella di Muschietti è una regia senza anima. Blanda, insipida e austera: in quasi tre ore di film (TRE ORE) non c’è una singola sequenza, un singolo passaggio di macchina, una singola carrellata o inquadratura che ti faccia destare, ora dal torpore, ora dalle risate, e susciti in te attenzione o particolare apprezzamento per l’occhio con cui il regista ha deciso di narrare la sua storia.
Ecco, altro problema, la storia: dalla visione di Muschietti IT non trasmette il minimo di cattiveria o spietatezza che traspare invece dal romanzo, è piuttosto un clown psicopatico con disturbi della personalità e manie di egocentrismo che si diverte a diventare ora una mummia infoiata che cerca di slinguarsi Eddie Kaspbrak, ora un volpino (sì, UN VOLPINO), e che si diverte, ripetutamente e sempre secondo lo stesso reiterato schema, a far esplodere come idranti giovani indifesi per puro vezzo personale.
Terzo problema: gli EFFETTI SPECIALI. Qui proprio non so dove partire, un uso della CGI (peraltro fatta malissimo) spudorato e quasi perseguibile penalmente. Grazie alla magica arte della computer grafica IT si diverte a passare da una creatura imbarazzante (e al limite del comico) ad un’altra: prima una mummia con due metri di lingua che inizia a vomitare su Eddie Kaspbrak sotto un’improbabile musica in stile Dirty Dancing, poi una simpatica vecchietta che dopo una paralisi di qualche secondo in stile Andreotti da Paola Perego (roba che io sari già scappato ai 200km/h) decide di andare a sfornare dei biscotti per la povera Beverly Marsh completamente nuda (ovvio, no?). Roba degna delle migliori (o peggiori) commedie.
Punti di forza: buona prova attoriale e il sempre immenso Richie Tozier il cui umorismo caustico strappa sempre un sorriso (ma non farà mai ridere come IT che diventa un volpino).
Big Love per la breve ma fantastica (specie per gli aficionados) comparsa del Maestro King, anche se io, fossi stato in lui, più che fare la comparsa avrei citato in giudizio Muschietti e la crew artistica richiedendone la condanna ai lavori forzati e la radiazione dal mondo del cinema.
Definire quest un film horror è un insulto a decenni di cinema di genere.
In conclusione: un film imbarazzante nel pieno senso della parola, un film che non spaventa e che fa ridere. Anzi, l’unica cosa che fa è farvi venire voglia di cercare Muschietti e farvi dare indietro i soldi del biglietto.
Valutazione: 4/10
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