frascop
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lunedì 20 aprile 2020
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il sessismo spiegato con tre ottime protagoniste
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2016, edificio di Fox News Channel. Murdoch, quello di Sky, è il padrone, l’obeso Roger Ailes (un grande John Lithgow),76 anni, ormai sofferente, è il direttore che gli ha inventato un canale di successo. Il sistema infetto che ha costruito è il seguente: vanno in video in prima serata solo giornaliste in minigonna e disposte, oltre che ad affermarsi, a soddisfare le sue voglie. Lui la chiama “fedeltà”. Sono tutte carine e intercambiabili. Chi rifiuta perde il lavoro o gli orari di maggior ascolto. Avanti un’altra. Le donne che arrivano al suo cospetto con un ascensore privato si detestano a vicenda. Lavoro, successo, dignità, ognuna fa la sua scelta individuale.
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2016, edificio di Fox News Channel. Murdoch, quello di Sky, è il padrone, l’obeso Roger Ailes (un grande John Lithgow),76 anni, ormai sofferente, è il direttore che gli ha inventato un canale di successo. Il sistema infetto che ha costruito è il seguente: vanno in video in prima serata solo giornaliste in minigonna e disposte, oltre che ad affermarsi, a soddisfare le sue voglie. Lui la chiama “fedeltà”. Sono tutte carine e intercambiabili. Chi rifiuta perde il lavoro o gli orari di maggior ascolto. Avanti un’altra. Le donne che arrivano al suo cospetto con un ascensore privato si detestano a vicenda. Lavoro, successo, dignità, ognuna fa la sua scelta individuale. Chi non acconsente è frigida, chi denuncia è permalosa, chi non lo fa è vigliacca. Il sessismo spiegato molto bene, anche in toni grotteschi, dal regista Jay Roach (quello di "Ti presento i miei"), ma assecondando la cronaca di una storia terribile perchè vera. Anche questo film molto aderente alla realtà contemporanea presuppone spettatori informati, per cui, ipotizzo, chi non sa chi sia Murdoch, o Trump e i suoi sodali, non si raccapezza molto nei dettagli. Le tre protagoniste sono il valore aggiunto. Charlize Theron e Nicole Kidman sono deformate dal trucco nei panni di personaggi veri. Invece una splendida Margot Robie, qui nella prova migliore della sua carriera, è un personaggio inventato dalla sceneggiatura. Per la pandemia non è uscito al cinema (su Amazon Prime)
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felicity
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lunedì 27 aprile 2020
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ll tono incerto annacqua la carica drammatica
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Bombshell mostra cosa significa essere una donna nello showbusiness americano, e la visione è fatta di sguardi, sussurri, gesti inequivocabili.
Personaggi, piani temporali e angolazioni si fondono in una forte critica sociale, non solo all’uomo molestatore, ma anche a tutti gli uomini e le donne che giudicano chi li combatte, indagando sugli aspetti personali e caratteriali della vittima, quasi in cerca di una giustificazione per scusare i perpetratori e con loro l’intero tessuto sociale che consente loro di agire in tal modo.
Lo stile narrativo è inequivocabile, ricordando il cinema di Adam McKay e lo stesso La grande scommessa con cui condivide lo sceneggiatore.
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Bombshell mostra cosa significa essere una donna nello showbusiness americano, e la visione è fatta di sguardi, sussurri, gesti inequivocabili.
Personaggi, piani temporali e angolazioni si fondono in una forte critica sociale, non solo all’uomo molestatore, ma anche a tutti gli uomini e le donne che giudicano chi li combatte, indagando sugli aspetti personali e caratteriali della vittima, quasi in cerca di una giustificazione per scusare i perpetratori e con loro l’intero tessuto sociale che consente loro di agire in tal modo.
Lo stile narrativo è inequivocabile, ricordando il cinema di Adam McKay e lo stesso La grande scommessa con cui condivide lo sceneggiatore.
Questo però rende reale il limite del film: la comparazione con McKay fa risultare Bombshell più piatto, coraggioso nella tematica, ma molto meno nella forma.
Si viene iniziati alla storia in modo iperrealistico, il pubblico si sente quasi di entrare nello schermo, scavalcando le porte di Fox News e seguendo la narratrice mentre spiega direttamente ogni movenza; ma questo senso di iper realtà va scemando e man mano il contatto con il pubblico si disperde, lasciando solo un piccolo accenno di immagini di repertorio di vere vittime, abbandonando la narrazione ad una visione più semplificata.
Questo però non succede con la tensione nervosa, il cui ritmo riesce quasi a rispecchiare l’angoscia provata da ciascuna di queste donne nel momento di agire, che sia per iniziare una causa legale contro un potente magnate o solo accondiscendere a un atto sbagliato per paura di perdere tutto.
Bombshell si distingue per il suo coraggio di essere sincero, di prendere posizioni nette e informare il pubblico dei fatti nel modo più chiaro possibile, intrattenendolo.
Il finale è, a seconda della prospettiva, tanto positivo quanto negativo, racchiuso com’è nella sua connotazione più reale: anche se si vince una battaglia, per quanto importante e giusta, ne seguiranno poi delle altre e sta ad ognuno decidere come perseguirle.
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samanta
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martedì 14 giugno 2022
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una bomba bionda. recensione
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E' un film che ha un duplice significato: da una parte il dramma delle molestie sessuali che (purtroppo) affliggono spesso i luoghi di lavoro e dall'altra parte il pretesto per una proppaganda poltica anti Trump (allora Presidente) e il gruppo Fox unico network su posizioni repubblicane.
La storia riguarda un fatto reale, ha come protagonista il CEO del gruppo Fox Roger Ailes (John Lithgow bravo attore: Presunto assassino, A Civil Action, Interstellar) che è è il padre padrone del gruppo di proprieta di Murdoch, a Roger piace intromettersi nella conduzione del talk show di Fox news, dando istruzione circa il vestito delle conduttrici (di rigore la minigonna) e l'inquadramento delle gambe.
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E' un film che ha un duplice significato: da una parte il dramma delle molestie sessuali che (purtroppo) affliggono spesso i luoghi di lavoro e dall'altra parte il pretesto per una proppaganda poltica anti Trump (allora Presidente) e il gruppo Fox unico network su posizioni repubblicane.
La storia riguarda un fatto reale, ha come protagonista il CEO del gruppo Fox Roger Ailes (John Lithgow bravo attore: Presunto assassino, A Civil Action, Interstellar) che è è il padre padrone del gruppo di proprieta di Murdoch, a Roger piace intromettersi nella conduzione del talk show di Fox news, dando istruzione circa il vestito delle conduttrici (di rigore la minigonna) e l'inquadramento delle gambe. Nella realtà è un uomo anziano malato fin dalla nascita di emofilia. Le protagoniste sono sono Gretchen Carlson (Nicole Kidman) e Megyn Kelly (Charlize Theron), accanto a loro una terza protagonista non esistente nella realtà Kayla (Margot Robbie), la Kelly in un dibattito pubblico ha attaccato pesantemente Trump in allora (2016) tra i candidati repubblicani nelle primarie per la presidenza e riceve via Internet minacce e insulti. Nel frattempo la Carlson viene trasferita da un programma importante ad uno marginale, infastidita dai commenti sessisti dei colleghi va dai legali che la dissuadono, ma dopo che viene licenziata per un suo commento contro la vendita delle armi, fa causa a Roger (contro la Fox non poteva contrattualmente) per i suoi atteggiamenti sessisti,. Quanto a Kayla ragazza ambiziosa vuole fare carriera e così è, ma Roger con tono mellifluo la umilia le fa alzare la minigonna per vedere le mutandine. La Kelly che ha ottenuto molto da Roger prima esita poi conferma le accuse: 10 anni prima Roger aveva tentato di baciarla (anche se il suo rifiuto non le aveva danneggiato la carriera) e decide di licenziarsi., anche Kayla si decide ad accusarlo come altre colleghe.
Il film uscito nel 2019 (2 anni prima era morto Roger per la sua malattia dopo essre stato licenziato) ebbe successo di critica ma un insuccesso commerciale, la regia è di Joy Roach regista con un altalenante curriculum (Mi presenti i tuoi). In questa vicenda nella realtà come nel film 6 donne (4 anonime) alla fine si associarono alle accuse, che Roger fosse un guardone e cercasse approcci molesti probabilmente è vero, ma il discorso è un altro. Se il molestatore ha commesso un reato si applichi la legge penale oltre (ovviamente) il giusto risarcimento. Però che basti versare 20 milioni di $ come in questo caso per chiudere tutto mi sembra poco e troppo. poco: perché simili reati devono essere accertati e rigorosamente puniti in sede penale con (ovviamente) il giusto risarcimento pecuniario, ma che bastino 20 milioni di $ per tacitare tutto mi sembra inaudito, quindi un poveraccio che molesta si fa la galera e il riccone invece sgancia solo soldi? A mio avviso l'impianto accusatorio in questa vicenda mi sembra un pò debole, il film sembra approfittare di un caso reale per soli motivi politici: un regolamento dei conti nei confronti dell'unico gruppo televisivo che non faceva parte del mainstream del politically correct, anche la questione della minigonna mi sembra risibile anche da noi allora la maggioranza di talk show specie sportivi dovrebbero essere censurati, forse è meglio lasciare libertà di vestirsi salvando naturalmente la decenza e il buon gusto..
Il cast vede una bravissima Nicole Kidman, una discreta Charlize Theron e bravi John Lithgow nella parte dell'untuoso e mellifluo Roger, e nella parte di Murdoch Malcom MacDowell, insufficiente invece Margot Robbie che non esprimendo la propria sensualita (Wolf di Wall Street) interpreta una parte drammatica a cui non sa dare il tono giusto.
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jonnylogan
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giovedì 7 maggio 2020
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metoo
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Nel 2016 tre giornaliste denunciarono il comportamento sessista e manipolatorio di Roger Ailes, dirigente di FOX e molto vicino alla famiglia Murdoch, accusandolo di molestie e di un clima maschilista teso a penalizzare la carriera delle donne all’interno del network.
Il mondo recente del cinema USA ispirato a eventi realmente accaduti si sposta dalle aule dei tribunali ai più attuali temi riguardanti le molestie in ambito lavorativo gettando ben più di uno sguardo all’interno di uno dei più influenti network dell’orbe e narrando gli eventi che spinsero tre sue protagoniste a denuciarne il CEO e consulente Roger Ailes, impersonato da John Lithgow, abile caratterista di tv e cinema, e creatore di un clima di maschilismo che sfociò in un caso di molestie sessuali intentato ai suoi danni.
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Nel 2016 tre giornaliste denunciarono il comportamento sessista e manipolatorio di Roger Ailes, dirigente di FOX e molto vicino alla famiglia Murdoch, accusandolo di molestie e di un clima maschilista teso a penalizzare la carriera delle donne all’interno del network.
Il mondo recente del cinema USA ispirato a eventi realmente accaduti si sposta dalle aule dei tribunali ai più attuali temi riguardanti le molestie in ambito lavorativo gettando ben più di uno sguardo all’interno di uno dei più influenti network dell’orbe e narrando gli eventi che spinsero tre sue protagoniste a denuciarne il CEO e consulente Roger Ailes, impersonato da John Lithgow, abile caratterista di tv e cinema, e creatore di un clima di maschilismo che sfociò in un caso di molestie sessuali intentato ai suoi danni. Gretchen Carlson, Megyn Kelly e Kayla Pospisil. Rispettivamente Nicole Kidman, capace d’incarnare una voce fuori dal coro repubblicano del network, attaccando pubblicamente il futuro presidente Trump per via di molte sue affermazioni controverse rivolte all’universo femminile. Charlize Theron, anche lei estremamente efficace nell’ impersonare una giornalista che non ha voluto piegarsi alle linee editoriali del canale e per concludere Margot Robbie, giovane aspirante giornalista vittima di evidenti approcci sessuali indesiderati. La pellicola di Jay Roach, noto per i suoi esordi come regista delle prime due pellicole dedicate a Austin Powers, ma ormai sempre più direzionato verso film dai contenuti molto differenti, non scorre di certo veloce, ma la trama è avvincentee fedele alle ricostruzioni fornite in aula mentre didascalie, personaggi e testimonianze si susseguono con pervicacia. Quello che a fine visione si ricava è un sistema corrotto dal suo interno non solo in termini di prostrazione e opinione riguardante il mondo femminile ma di come l’uso dei media possa facilmente fare variare gusti e opinioni anche politiche del comune cittadino.
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wolvie
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domenica 15 novembre 2020
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guest star #metoo
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Produzione Amazon per questa realstory #MeToo farcita di guest star femminili: Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie.
Il livello top c è tutto, la sceneggiatura meno, alcuni pezzi sono troppo slegati tant'è che si è pensato bene di far parlare la Theron alla "quarta parete" per fornirci tutte le spiegazioni del caso.
Scandalo al canale televisivo Fox, ente conservatore pro Trump che nel suo direttore vede una caparbia modalità di trattamento delle giornaliste televisive, scelte per meriti extra e per avvenenza fisica, riempiendo i notiziari di prosperità e gambe sinuose.
Dopo lo scandalo Harvey Weinstein anche lo show-biz si impossessa della tematica, quindi via libera ai revenge legai movie femminista, che a forza di denunce e battaglie legali riesce a fare spodestare dalla cima dell' impero il potente e ributtante boss che oltraggia le donne con un sistema di violenza psicologica e abusi sessuali.
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Produzione Amazon per questa realstory #MeToo farcita di guest star femminili: Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie.
Il livello top c è tutto, la sceneggiatura meno, alcuni pezzi sono troppo slegati tant'è che si è pensato bene di far parlare la Theron alla "quarta parete" per fornirci tutte le spiegazioni del caso.
Scandalo al canale televisivo Fox, ente conservatore pro Trump che nel suo direttore vede una caparbia modalità di trattamento delle giornaliste televisive, scelte per meriti extra e per avvenenza fisica, riempiendo i notiziari di prosperità e gambe sinuose.
Dopo lo scandalo Harvey Weinstein anche lo show-biz si impossessa della tematica, quindi via libera ai revenge legai movie femminista, che a forza di denunce e battaglie legali riesce a fare spodestare dalla cima dell' impero il potente e ributtante boss che oltraggia le donne con un sistema di violenza psicologica e abusi sessuali.
Buone intenzioni per un film però decisamente fiacco.
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