andaland
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domenica 17 giugno 2018
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malfatto
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Attratto dal cast di buon livello e dalle location a me note, ho visto un film di cui salvo solo la fotografia e l'idea di base che poteva portare sicuramente a qualcosa di più initrigante.
La sceneggiatura ed il montaggio sono un'accozzaglia di scene che saltano senza logica e senza continuità. La scena finale può giustificare in parte il delirio registico, ma il film è un susseguirsi di scene a casaccio dove c'è gente che grida nomi, vaga tra la casa e il bosco passando nella stessa sequenza da interni ad esterni senza un motivo. Nelle scene iniziali c'è pure una bella inquadratura del cameraman con tutta l'attrezzatura riflesso in uno specchio.
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Attratto dal cast di buon livello e dalle location a me note, ho visto un film di cui salvo solo la fotografia e l'idea di base che poteva portare sicuramente a qualcosa di più initrigante.
La sceneggiatura ed il montaggio sono un'accozzaglia di scene che saltano senza logica e senza continuità. La scena finale può giustificare in parte il delirio registico, ma il film è un susseguirsi di scene a casaccio dove c'è gente che grida nomi, vaga tra la casa e il bosco passando nella stessa sequenza da interni ad esterni senza un motivo. Nelle scene iniziali c'è pure una bella inquadratura del cameraman con tutta l'attrezzatura riflesso in uno specchio.
In sala eravamo in quattro, due dormivano, uno guardava il cellulare, io ho cercato di seguire, ma non vedevo l'ora finisse.
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neverhood
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sabato 9 giugno 2018
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accozzaglia senza fine
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Affascinato dal trailer, che mi ha evocato ambientazioni e stili propri di mostri sacri quali Pupi Avati, il primo Argento o Amenàbar con l'insuperabile "The Others", mi sono apprestato a vedere questo film, invitando tra l'altro diversi amici (che credo non mi rivolgeranno più la parola, dopo la visione di questa pellicola).
Che dire: erano veramente anni che non vedevo una porcheria del genere. Una recitazione che fa sanguinare occhi e orecchie dall'inizio alla fine (Alessio Boni su tutti, veramente insostenibile), e nessun attore purtroppo si salva.
Immaginate di vedere la fiction più scrausa della Rai..bene...a confronto sarebbe un capolavoro.
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Affascinato dal trailer, che mi ha evocato ambientazioni e stili propri di mostri sacri quali Pupi Avati, il primo Argento o Amenàbar con l'insuperabile "The Others", mi sono apprestato a vedere questo film, invitando tra l'altro diversi amici (che credo non mi rivolgeranno più la parola, dopo la visione di questa pellicola).
Che dire: erano veramente anni che non vedevo una porcheria del genere. Una recitazione che fa sanguinare occhi e orecchie dall'inizio alla fine (Alessio Boni su tutti, veramente insostenibile), e nessun attore purtroppo si salva.
Immaginate di vedere la fiction più scrausa della Rai..bene...a confronto sarebbe un capolavoro.
Per metà del film, c'è un continuo urlare nomi di gente che "si perde", ripetendo la frase magica "c'è qualcuno? c'è qualcuno?" fino alla noia.
Musica che "vorrebbe suscitare" qualcosa ma risulta fuori luogo (e tempo), non congruente nè in alcun modo riportabile a quanto accade nella pellicola.
A questo aggiungiamoci una assoluta assenza di tensione (veramente si fatica a non uscire dalla sala prima della fine, dopo l'accozzaglia di immagini/avvenimenti che vengono buttati sul piatto dall'inizio alla fine senza alcun senso nè logica) e si ha una vaga idea di cosa ci si può aspettare da questa pellicola.
Purtroppo neppure il "colpo di scena finale" aggiunge nulla a quanto già visto: prevedibile fin da metà film, e anche alla luce di questo, assolutamente non in grado di dare una "chiave di lettura" coerente a quanto visto.
Peccato, una grande potenzialità, con una affascinante "location", sprecate in questa pessima realizzazione da dimenticare quanto prima.
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carloalberto
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venerdì 8 giugno 2018
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più che respiri sbadigli
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Al suo esordio in regia, Alberto Fiorillo, che è anche produttore del suo film, opera prima che catalogherei a metà strada tra i generi thriller e drammatico, come meglio preciso dopo, sceglie un cast italiano di tutto rispetto. Un barbuto Alessio Boni, che duplica, sopra le righe, il personaggio de “La ragazza nella nebbia”, Lino Capolicchio, ad evocare un capolavoro del cinema italiano come “La casa dalle finestre che ridono” di Pupi Avati, ma purtroppo ne siamo molto ma molto distanti, e Milena Vukotic, attrice dotata di espressività enorme che le consente di recitare senza profferire una sola parola. L’ambientazione è giusta, una vecchia tetra bellissima villa, adagiata sulle rive di un lago, dalle stanze spoglie, con i pacchi da disfare dopo un recente trasloco, circondata da un piccolo bosco dove accadono cose terribili.
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Al suo esordio in regia, Alberto Fiorillo, che è anche produttore del suo film, opera prima che catalogherei a metà strada tra i generi thriller e drammatico, come meglio preciso dopo, sceglie un cast italiano di tutto rispetto. Un barbuto Alessio Boni, che duplica, sopra le righe, il personaggio de “La ragazza nella nebbia”, Lino Capolicchio, ad evocare un capolavoro del cinema italiano come “La casa dalle finestre che ridono” di Pupi Avati, ma purtroppo ne siamo molto ma molto distanti, e Milena Vukotic, attrice dotata di espressività enorme che le consente di recitare senza profferire una sola parola. L’ambientazione è giusta, una vecchia tetra bellissima villa, adagiata sulle rive di un lago, dalle stanze spoglie, con i pacchi da disfare dopo un recente trasloco, circondata da un piccolo bosco dove accadono cose terribili. La storia, alla fine, che non rivelo, appare ben congegnata, anche se fredda e cerebrale, e si presta ad una ricostruzione a posteriori per incastrare le varie sequenze sconnesse, rappresentazioni di una mente in delirio. Nonostante tutto questo, il film non coinvolge nemmeno per un momento. Più che respiri in sala ho sentito sbadigli. La pellicola sponsorizzata dalle regioni Lazio e Lombardia è stata reputata meritevole di interesse culturale dall’omonimo ministero. Questo è il vero grattacapo del thriller e al contempo il dramma dello sperpero di danaro pubblico che meglio potrebbe essere impiegato.
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rino
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giovedì 7 giugno 2018
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bello e inaspettato!
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Un thriller psicologico inusuale per il cinema italiano! Il regista, al di là della trama, è riuscito a catturare e trasmettere perfettamente le inquietudini del protagonista e le sfaccettature oscure dei personaggi che animano la stupenda Villa sul Lago d’Iseo. Ottima interpretazione di Alessio Boni e Pino Calabrese, una bella scoperta nel panorama degli attori italiani. Un film consigliato agli appassionati del genere ed a chi vuole esplorare il mondo cinematografico al di fuori della solita commedia italiana.
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raysugark
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giovedì 7 giugno 2018
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respiri
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Il genere Thriller psicologico è riconosciuto per le atmosfere misteriose e spesse volte anche inquietanti, da incuriosire il pubblico chi sono i protagonisti e quali sono le vicende che stanno affrontando. Fino ad arrivare alla scena finale che può essere così inaspettato, da stupire lo spettatore per poi riflettere su quello che ha visto. Dopo aver incontrato varie difficoltà il regista esordiente Alfredo Fiorillo, è riuscito a realizzare il suo primo film indipendente Respiri con protagonista Alessio Boni. Respiri è interamente ambientato in una villa isolata dove il protagonista con la figlia, cerca di superare un trauma che gli è rimasto impresso. Durante le vicende della pellicola l’atmosfera della villa viene spesso accompagnato, dal suono dei respiri come se fosse un’elemento fondamentale del film.
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Il genere Thriller psicologico è riconosciuto per le atmosfere misteriose e spesse volte anche inquietanti, da incuriosire il pubblico chi sono i protagonisti e quali sono le vicende che stanno affrontando. Fino ad arrivare alla scena finale che può essere così inaspettato, da stupire lo spettatore per poi riflettere su quello che ha visto. Dopo aver incontrato varie difficoltà il regista esordiente Alfredo Fiorillo, è riuscito a realizzare il suo primo film indipendente Respiri con protagonista Alessio Boni. Respiri è interamente ambientato in una villa isolata dove il protagonista con la figlia, cerca di superare un trauma che gli è rimasto impresso. Durante le vicende della pellicola l’atmosfera della villa viene spesso accompagnato, dal suono dei respiri come se fosse un’elemento fondamentale del film. Respiri riesce a catturare l’attenzione dello spettatore, grazie alle atmosfere particolari da togliere completamente il fiato. Alessio Boni riesce a caratterizzare il protagonista attraverso le sue espressioni, che possono diventare anche inaspettate. La bambina è anche una parte fondamentale durante le vicende del film, per quanto lei agisce in modo così misterioso da voler capire quale è il suo prossimo passo. La fotografia di Respiri riesce a caratterizzare specificatamente il percorso del film, da inquadrare l’atmosfera della villa e le sensazioni dei personaggi. Respiri è uno dei film più originali e atmosferici, da soddisfare ai fan del genere Thriller psicologico.
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