La terra dell'abbastanza

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Un film di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo. Con Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 96 min. - Italia 2018. - Adler Entertainment uscita giovedì 7 giugno 2018. MYMONETRO La terra dell'abbastanza * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Ragazzi di periferia nell'inferno della criminalità

di Paola Zonca La Repubblica

È stato un esordio promettente La terra dell' abbastanza dei Fratelli D' innocenzo ( così si firmano i gemelli romani Damiano e Fabio), uscito nelle sale nel giugno 2018 dopo il passaggio alla Berlinale nella sezione " Panorama". Chi non l' ha visto farebbe cosa buona a recuperarlo dopodomani sera in tv, su Sky Cinema 2 alle ore 21,15, per convincersi che, tra tanti prodotti esili o pretestuosi, c' è qualcosa di interessante nella cinematografia italiana. Vero che il tema delle periferie degradate, prima di tutto romane e criminali, è stato abbondantemente trattato negli ultimi anni, tra lo stile trucido di Suburra e Romanzo Criminale e quello più attento alla psicologia dei personaggi e al contesto sociale di Fiore, Cuori puri, Manuel. Ma qui siamo di fronte a un approccio nuovo, molto personale e lucido, che fa passare in secondo piano qualche incongruenza nella sceneggiatura. Se all' inizio il lavoro ci immerge in scene già viste, tra coatti, giovani emarginati e bande di delinquenti, nel suo svolgimento rivela la parentela con un genere di maggior ambizione autoriale, il cui modello sono Pasolini e i suoi epigoni piuttosto che Sollima. Il film che più gli assomiglia è infatti Non essere cattivo di Claudio Caligari, terzo e ultimo lungometraggio del documentarista e regista morto nel 2015, poco dopo averlo terminato. Anche qui i protagonisti sono due amici sin dall' infanzia, quasi fratelli: Mirko e Manolo, diciottenni come tanti, cresciuti sulla via Collatina subito fuori dal Raccordo Anulare, location non molto diversa dal quartiere di Tor Bella Monaca in cui hanno vissuto i gemelli D' In-nocenzo. Frequentano la scuola alberghiera, ma preferiscono vagare senza meta in macchina, mangiando, scherzando, insultandosi per gioco. Una sera però Mirko investe e uccide un passante sbucato in strada all' improvviso. Potrebbero costituirsi alla polizia, ma fanno finta di niente e chiedono l' aiuto del padre di Manolo, che consiglia loro di non confessare e scopre poi che il morto è un pentito costretto a nascondersi dopo aver denunciato un pericoloso clan della zona. L' idea malsana suggerita dal genitore è quella di andare dal capo per convincerlo a farli lavorare per lui. Potrebbe essere la svolta, ma per i ragazzi inizia invece un' inesorabile caduta in un universo crudele e spietato: diventano semplici esecutori e sfruttatori di prostitute per conto di malviventi che spadroneggiano in una realtà abbandonata e dolente, ormai già morta. Fino all' annientamento totale. « Volevamo raccontare com' è maledettamente facile assuefarsi al male - hanno spiegato gli autori - In un mondo in cui la sofferenza è sinonimo di debolezza, i nostri protagonisti si spingeranno fino al limite della sopportazione: vedere fin dove si può fingere di non sentire nulla » . E infatti pare che non provino alcuna emozione Mirko e Manolo, soprattutto quest' ultimo che uccide con indifferenza, mentre l' altro sembra più travagliato e consapevole di causare dolore alla madre preoccupata e nello stesso tempo troppo debole. Ma le carte si rimescolano. Un film scomodo, che non si lascia imbrigliare nella categoria dell' ipersfruttato cinema criminale. Nessuna spettacolarizzazione dei delitti, nessun ammiccamento allo spettatore, solo la disperazione di una gioventù bruciata e sospesa tra ingenuità e ferocia. E il finale tragico, lontano da ogni catarsi, riporta ad uno smarrimento che oggi può riguardare un' intera generazione. In attesa del secondo lavoro Favolacce, ben recensito al Festival di Berlino 2020 e non ancora visto in Italia, si può tornare ad apprezzare l' ottima prova di Andrea Carpenzano ( Manolo) e Matteo Olivetti (Mirko), nonché di Max Tortora e Milena Mancini, nel ruolo dei rispettivi genitori. A suo agio Luca Zingaretti, che impersona il boss.
Da La Repubblica , 14 aprile 2020


di Paola Zonca, 14 aprile 2020

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