laurence316
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venerdì 7 luglio 2017
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kong: joke island - l'isola delle sciocchezze
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Secondo passo di un ennesimo universo cinematografico (il MonsterVerse, che già dal titolo dovrebbe dire molto sul grado di originalità che ci si dovrebbe aspettare), dopo il discreto Godzilla di Edwards, Kong: Skull Island è un blockbuster senza particolare personalità che è indecoroso cercare di paragonare non solo con l’originale capolavoro del 1933 ma pure con il film di Jackson del 2005.
Un film molto sbilanciato, a metà tra auto-parodia e film di guerra, che osa citare ripetutamente l’Apocalypse Now di Coppola (cercando, ovviamente fallendo, di ricreare i memorabili minuti dell’attacco aereo al villaggio vietcong sulle note della Cavalcate delle Valchirie di Wagner [che qui diventa un momento di sgancio indiscriminato di bombe che si rivelerà di lì a poco comicamente controproducente, con di sottofondo l’eccezionale Paranoid dei Black Sabbath], ma anche gli altrettanto sensazionali minuti del viaggio in battello accompagnato da Satisfaction dei Rolling Stones [in questo film sostituita da Run Through the Jungle dei Creedence Clearwater Revival]).
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Secondo passo di un ennesimo universo cinematografico (il MonsterVerse, che già dal titolo dovrebbe dire molto sul grado di originalità che ci si dovrebbe aspettare), dopo il discreto Godzilla di Edwards, Kong: Skull Island è un blockbuster senza particolare personalità che è indecoroso cercare di paragonare non solo con l’originale capolavoro del 1933 ma pure con il film di Jackson del 2005.
Un film molto sbilanciato, a metà tra auto-parodia e film di guerra, che osa citare ripetutamente l’Apocalypse Now di Coppola (cercando, ovviamente fallendo, di ricreare i memorabili minuti dell’attacco aereo al villaggio vietcong sulle note della Cavalcate delle Valchirie di Wagner [che qui diventa un momento di sgancio indiscriminato di bombe che si rivelerà di lì a poco comicamente controproducente, con di sottofondo l’eccezionale Paranoid dei Black Sabbath], ma anche gli altrettanto sensazionali minuti del viaggio in battello accompagnato da Satisfaction dei Rolling Stones [in questo film sostituita da Run Through the Jungle dei Creedence Clearwater Revival]). Le ambizioni che queste scene sottendono non trovano un corrispettivo nel film finito. E poi tante altre citazioni sono francamente puerili quando non ridicole (il colonnello Packard di Jackson sorta di novello Kilgore che non solo adora l’odore del napalm ma lancia pure i suoi ridicoli sguardi di sfida nei confronti di un essere grande mille volte lui; per non parlare poi del cacciatore Conrad [sic!] di Hiddleston).
Il film di Vogt-Roberts sembra quasi un film di serie B in molte occasioni, nei dialoghi, nelle situazioni, nei tentativi di humor che spesso falliscono miseramente, nonostante il budget stratosferico e gli eccezionali effetti speciali, realizzati con indubbia perizia. Ma gli effetti non bastano, e la trama è troppo esile, scontata e già vista e soprattutto si conclude in un nonnulla di fatto con un finale moscio e tanto di scena/teaser dopo i titoli di coda (che ovviamente allude al prossimo Godzilla, con la “gentile partecipazione” di Rodan, Mothra e King Ghidorah). Intanto, però, costato la bellezza di 185 milioni di dollari, il film è un buon successo di pubblico, ma non particolarmente eclatante (arriva ad incassare 566 milioni al box-office), e si spera che ciò faccia correggere la traiettoria ai boss dello studio.
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fabiant.
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lunedì 13 marzo 2017
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grandioso e formidabile film d'avventura
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Erano anni che al grande schermo non si vedeva un film d'avventura così efficace e coinvolgente, fedele ai canoni del genere che qui vengono presentati ed esaltati con grande maestria. A dispetto di tanti prodotti cinematografici che dispendiano effettacci speciali fini a se stessi o che nella loro cupezza si prendono troppo sul serio senza un minimo di attenzione all'esposizione narrativa, in "Kong: Skull Island" effetti e sceneggiatura vanno perfettamente a braccetto. Ogni ingrediente relativo alla storia e alla messinscena è stato curato con meticolosa perizia; dalle splendide scenografie all'ottimo cast, dai grandiosi brani rock alla regia. Il tema, ovviamente, è lo stesso dell'imprescindibile romanzo di Wallace: l'ineluttabile mostruosità della violenza umana contro l'ancestrale armonia della natura selvaggia.
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Erano anni che al grande schermo non si vedeva un film d'avventura così efficace e coinvolgente, fedele ai canoni del genere che qui vengono presentati ed esaltati con grande maestria. A dispetto di tanti prodotti cinematografici che dispendiano effettacci speciali fini a se stessi o che nella loro cupezza si prendono troppo sul serio senza un minimo di attenzione all'esposizione narrativa, in "Kong: Skull Island" effetti e sceneggiatura vanno perfettamente a braccetto. Ogni ingrediente relativo alla storia e alla messinscena è stato curato con meticolosa perizia; dalle splendide scenografie all'ottimo cast, dai grandiosi brani rock alla regia. Il tema, ovviamente, è lo stesso dell'imprescindibile romanzo di Wallace: l'ineluttabile mostruosità della violenza umana contro l'ancestrale armonia della natura selvaggia. Ci si accorge subito, inoltre, che l'intero film è anche un appassionato omaggio agli anni Settanta (e al leggendario "King Kong" del 1976 del quale sembra quasi il prequel) e questo, assieme a una piacevole leggerezza e ironia dosate al punto giusto, è un valore aggiunto che aleggia dal primo all'ultimo fotogramma. Eppure ciò che questo avvincente film è stato finalmente capace di rievocare - fattore divenuto ormai sempre più irrangiungibile - è in fin dei conti il suo vero punto di forza: il "sense of wonder". Un film, in definitiva, promosso a pieni voti.
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[+] un nuovo e fluido approccio al mito di king kong
(di antoniomontefalcone)
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tmpsvita
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martedì 14 marzo 2017
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visivamente spettacolare, trama un po' meno
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Un film, dal punto di vista puramente tecnico e visivo, incredibile: una fotografia amara, forte e a dir poco suggestiva, scenografie geniali, una regia intelligente e ben calibrata, con inquadrature mozzafiato e movimenti di macchina veloci e studiati, che regalano scene d'azione emozionanti ed eccitanti. E, cosa più importante per un film del genere, effetti speciali straordinari, tra i migliori che abbia mai visto.
Purtroppo per il film, vari difetti risiedono nella sceneggiatura che propone dei personaggi facilmente dimenticabili, caratterizzati in maniera molto superficiale con vari stereotipi del genere e dialoghi poco incisivi.
Il ritmo veloce del film qualche volta viene smorzato da momenti morti particolarmente evitabili.
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Un film, dal punto di vista puramente tecnico e visivo, incredibile: una fotografia amara, forte e a dir poco suggestiva, scenografie geniali, una regia intelligente e ben calibrata, con inquadrature mozzafiato e movimenti di macchina veloci e studiati, che regalano scene d'azione emozionanti ed eccitanti. E, cosa più importante per un film del genere, effetti speciali straordinari, tra i migliori che abbia mai visto.
Purtroppo per il film, vari difetti risiedono nella sceneggiatura che propone dei personaggi facilmente dimenticabili, caratterizzati in maniera molto superficiale con vari stereotipi del genere e dialoghi poco incisivi.
Il ritmo veloce del film qualche volta viene smorzato da momenti morti particolarmente evitabili.
In generale il film diverte abbastanza e sorprende in scene d'azione incredibili e effetti speciali realizzati egregiamente. Degna di nota la scena dopo la fine dei titoli di coda che regala qualche piccolo colpo di scena molto godibile, soprattutto per i fan dei Monster movie.
VOTO: 7.5/10
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pierdelmonte
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mercoledì 22 marzo 2017
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sconsigliabile
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Sconsigliabile senza dubbi di sorta, scene e storia ripetute, un cast completamente sbagliato, lo sguardo da sfida quasi patetico di Jakcson, la fotografa da rotocalco, il belloccio platinato come guida turistica, finale scontato che nemmeno in Inghilterra hanno quotato, insomma, almeno Il Jurassic ultimo scorso divertiva e un poco di tensione te la metteva. Questo poco o niente.
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alex62
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lunedì 20 marzo 2017
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perché kong non si può raccontare più
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Si dice “favola” il racconto dove gli animali assumono tratti antropomorfi, sanno parlare, hanno sentimenti umani, etc. Ciò allo scopo di fornire una morale. Tutto si svolge con il tipico linguaggio dell'allegoria e lo strumento principale è il “simbolo”.
Re Kong è una delle più potenti favole del XX° secolo e forse è stata l'ultima favola contemporanea. Fu raccontata per la prima volta nel 1933 in uno splendido film. È chiaro da dove viene questo mito indigeno e primordiale: Kong è venerato come un Idolo da una tribù che vive su di un'isola remota e fuori dalle rotte conosciute. Quella tribù offre a Kong una vittima sacrificale umana come atto propiziatorio, periodicamente.
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Si dice “favola” il racconto dove gli animali assumono tratti antropomorfi, sanno parlare, hanno sentimenti umani, etc. Ciò allo scopo di fornire una morale. Tutto si svolge con il tipico linguaggio dell'allegoria e lo strumento principale è il “simbolo”.
Re Kong è una delle più potenti favole del XX° secolo e forse è stata l'ultima favola contemporanea. Fu raccontata per la prima volta nel 1933 in uno splendido film. È chiaro da dove viene questo mito indigeno e primordiale: Kong è venerato come un Idolo da una tribù che vive su di un'isola remota e fuori dalle rotte conosciute. Quella tribù offre a Kong una vittima sacrificale umana come atto propiziatorio, periodicamente. Kong viene scoperto e catturato da avventurieri occidentali allo scopo di trasformarlo in un'attrazione da Circo. L'enorme gorilla finirà malissimo, nel suo tentativo disperato di fuga, precipiterà dall'Empire State Building, simbolo allora della potenza dell'Occidente (un po' come dice il nome).
Semplice oggi sciogliere l'allegoria: l'America usciva dalla spaventosa crisi economica del 1929, il Paese era ancora profondamente debole, ma si stava risollevando a costo di enormi sacrifici. La fiducia cieca nella tecnologia, nel potere del denaro, del progresso infinito comporta uno scotto altissimo da pagare. La tribù che perde il suo idolo Kong, dopo essere caduta in un grave decadimento morale, finirà per estinguersi. Avendo perso il contatto e la sottomissione al suo idolo, finirà per autodistruggersi.
Oggi questa favola non può più essere raccontata in quanto si finisce fatalmente per trasformarla in uno stupidissimo videogioco senza senso, dove si spara su tutto ciò che si muove e dove i protagonisti muoiono uno dopo l'altro nei modi più strazianti che si possano immaginare.
Insomma non si può più raccontare perché la fine di Kong c'è già stata, l'abbiamo vissuta, ne stiamo vivendo le conseguenze: noi siamo la tribù d'indigeni che si sta avviando verso la sua fine. Il mondo naturale soccombe di fronte al perpetuarsi della sistematica distruzione degli ambienti, anche i più remoti e fino a ieri incontaminati. Ormai la possibilità di salvare il nostro pianeta appare sempre più velleitaria.
Inutile riprovarci: rinunciamo a raccontarla ancora questa favola.
Kong è morto e nessuno può sostituirlo…
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laz75
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venerdì 18 maggio 2018
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niente di nuovo da raccontare
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Mosso dalla curiosità mi sono infine deciso a vedere questo film. Il film sembra essere quasi un prequel di quello che è stato il film di King Kong del 1933 e del suo Remake di Peter Jackson.
Scrivo questo perchè sicuramente non può trattarsi di un reboot, visto che la storia viene raccontata solo per metà.
Infatti in questo film Kong rimane sulla sua isola e nessuno decide di raccontare la sua storia, nemmeno la fotografa/giornalista che ha praticamente rischiato la vita per immortalare questa scoperta.
Sono da lodare gli effetti speciali, quello sì. ma per il resto di questo Kong c'è ben poco degno da essere ricordato.
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Mosso dalla curiosità mi sono infine deciso a vedere questo film. Il film sembra essere quasi un prequel di quello che è stato il film di King Kong del 1933 e del suo Remake di Peter Jackson.
Scrivo questo perchè sicuramente non può trattarsi di un reboot, visto che la storia viene raccontata solo per metà.
Infatti in questo film Kong rimane sulla sua isola e nessuno decide di raccontare la sua storia, nemmeno la fotografa/giornalista che ha praticamente rischiato la vita per immortalare questa scoperta.
Sono da lodare gli effetti speciali, quello sì. ma per il resto di questo Kong c'è ben poco degno da essere ricordato.
Caratterizzzazione dei personaggi inesistenti, il classico belloccio che dovrebbe fare la differenza ma non la fa, la ragazza in pericolo, il militare invasato che decide di proteggere il mondo dall'esistenza dei mostri... insomma tutta roba già vista e rivista.
Per non parlare della scena in cui si decide di scimmiottare l'epico attacco col napalm di Apocalipse Now.
Si può quindi dire che Kong sia uno spettacolo per gli occhi e per gli effetti speciali, ma per il resto direi che Hollywood non ha più niente da raccontare su questa maestosa creatura.
Direi che è ora di cercare script originali e lasciare in pace i capolavori cinematografici del passato.
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ilcritico89
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mercoledì 15 marzo 2017
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grandi effetti speciali ma il resto?
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Se sai già cosa aspettarti quando vai a vedere questo film certo non rimani deluso perchè la caratterizzazione di Kong è veramente stupenda così come i combattimenti,le ambientazioni e gli altri mostri presenti sull'isola.
Se però pensi che oltre a tutto ciò ci sia una trama abbastanza articolata sotto come nei precedenti film sullo scimmione gigante allora rimarrai deluso perchè Kong Skull Island è come scritto precedentemente solo un film dal forte impatto visivo dove anche gli attori principali restano praticamente schiacciati dalla presenza di Kong che si prende tutta la scena.
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gianleo67
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lunedì 8 maggio 2017
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run through the jungle...of the king
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Promotori di una eterogenea spedizione scientifica americana su di una sperduta isola del Pacifico alla fine del conflitto vietnamita, l'eccentrico funzionario Bill Randa ed il suo riflessivo collega Houston Brooks, si mettono sulle tracce di un gigantesco primate che le leggende riferiscono abitare quei luohi inaccessibili. Scortati da una belligerante unità elitrasportata dei marines, guidati dall'esperto aviere di Sua Maestà James Conrad ed accompagnati dall'intrepida fotoreporter di guerra Mason Weaver, il gruppo si renderà ben presto conto che l'isola è un infernale paradiso preistorico dove il prolungato isolamento e la spietata lotta per la sopravvivenza hanno preservato mastodontiche e letali creature giurassiche.
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Promotori di una eterogenea spedizione scientifica americana su di una sperduta isola del Pacifico alla fine del conflitto vietnamita, l'eccentrico funzionario Bill Randa ed il suo riflessivo collega Houston Brooks, si mettono sulle tracce di un gigantesco primate che le leggende riferiscono abitare quei luohi inaccessibili. Scortati da una belligerante unità elitrasportata dei marines, guidati dall'esperto aviere di Sua Maestà James Conrad ed accompagnati dall'intrepida fotoreporter di guerra Mason Weaver, il gruppo si renderà ben presto conto che l'isola è un infernale paradiso preistorico dove il prolungato isolamento e la spietata lotta per la sopravvivenza hanno preservato mastodontiche e letali creature giurassiche. L'insperato aiuto di un reduce americano della seconda guerra mondiale naufragato sull'isola 30 anni prima, rimane la loro unica chance di sopravvivenza. Rinverdire i fasti di franchise fracassoni a base di lucertoloni giganti, gorilloni titanici e aracnidi ipertelici era un'operazione che metteva a serio rischio di bancarotta la Legendary Pictures, lanciata col primo Godzilla in megaproduzioni milionarie dove ai fasti dell'ambientazione ed ai contribuiti ipertecnologici della post produzione si deve sempre aggiungere il nutrito casting di stelle hollywoodiane di prima grandezza. Evidentemente il ritorno economico più che lusinghiero ha spinto i produttori a ripetere la già collaudata formuletta in questo ennesimo reboot delle vicende del più grande primate dal cuore tenero della storia del cinema, puntando sulla semplicità di una storia facile facile che sposa l'ingenuo gusto per l'avventura esotica con la roboante escalation del survival movie silvestre in salsa action. Niente di nuovo sotto il sole, o meglio tra le brume impenetrabili e perenni che circondano la solita isoletta del Pacifico, eletta dimora di creature mostruose chiara dimostrazione dei processi macroevolutivi di un lungo isolamento selettivo (The Lost World - 1925: i cui effetti speciali sono curati da O'Brien e Marcel Delgado famosi per l'invenzione della stop-motion utilizzata poi nel primo King Kong), e meta predestinata per l'eterogeno A-Team di scienziati, militari e curiosi per professione precipitati nel dominio incontrastato di una natura selvaggia e perigliosa per i capricci tragicomici di quel buontempone di John Goodman con qualche conto in sospeso da quelle parti. Se la presa in giro della retorica militarista appare chiara sin dal principio di un 'Duello nel Pacifico' prematuramente interrotto dalla necessità di far fronte comune ad un pericolo imminente, continua con la debacle vietnamita di quel buffone di Nixon alla vigilia del Watergate e finisce con elicotteri e bombardieri tirati giù come mosche, il piatto forte di questo minestrone mainstream sta' prorpio nell'intelligenza di una scrittura che affastella tutto il repertorio citazionista e derivativo dell'Amazing Cinema degli anni '50 e '60 in una miscellanea di luoghi comuni e pacchiani stereotipi caratteriali in cui il divertimento dell'azione adrenalinica e la spettacolarità delle sequenze in CGI sono inversamente proporzionali all'approfondimento psicologico e dei temi trattati. Insomma una chiara strizzatina d'occhio alla serialità storica di un genere (la SF appunto) che unisce il romantico esotismo dell'ambienzazione alle plausibili aspettative di una dottrina scientifica intesa, secondo Jacques Goimard, come moderno succedaneo di un mito religioso che guarda al passato, ma è inevitabilmente proiettata verso il futuro. Tra personaggi chiave spiaccicati senza preavviso, brillanti boutade politicamente scorrette e la tempistica impeccabile della prammatica yankee, la sopravivenza dell'uomo nel mondo delle creature selvagge si risolve nell'insperato aiuto di un essere brutale assurto a divinità protettrice dalla popolazione locale e mosso a compassione dalle sinuose forme della Fay Wray riveduta e corretta di una androgina e scattante Brie Larson. Cast di tutto rispetto (da John Goodman a Samuel L. Jackson, da Tom Hiddleston a Brie Larson, fino allo spassoso naufrago di John C. Reilly) e scoppiettante colonna sonora rock che conferisce un tocco di stile ad un'operazione commerciale che non si riduce al programmatico storyboard di uno scontro tra mostri...prossimi venturi. Lei è più bella di un hot dog e una birra...al Wrigle Fields nel giorno di apertura. (Word of... an original Chicago Cubs fan)
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pedro
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sabato 3 marzo 2018
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una mezza avventura
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Il film va visto per quello che è: un’avventura fantastica. Nulla d’altro (vietnam, analogia con apocalypse now, etc.).
Funziona come avventura fantastica? Insomma.
Va detto che non può essere comparato con il king kong di jackson del 2005, ma del resto era difficile competere con uno dei migliori film d’avventura degli ultimi anni.
Assolutamente deficitario dal punto di vista naturalistico (il rettile cattivo con le sole due zampe anteriori, i bufali giganti...), anche una storia fantastica dovrebbe risultare credibile: qui non lo è. Esempio: Kong, di dimensione variabile, ma dovrebbe essere tra i 30 e 40 metri quando si vede con un huey in mano e, diciamo, altri 10-15 metri di braccia, non si capisce come abbia potuto fare strage di una dozzina di elicotteri che quindi bastava volessero a 70 meti dal suolo (ma nella coperta della nave se ne vedono solo 5).
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Il film va visto per quello che è: un’avventura fantastica. Nulla d’altro (vietnam, analogia con apocalypse now, etc.).
Funziona come avventura fantastica? Insomma.
Va detto che non può essere comparato con il king kong di jackson del 2005, ma del resto era difficile competere con uno dei migliori film d’avventura degli ultimi anni.
Assolutamente deficitario dal punto di vista naturalistico (il rettile cattivo con le sole due zampe anteriori, i bufali giganti...), anche una storia fantastica dovrebbe risultare credibile: qui non lo è. Esempio: Kong, di dimensione variabile, ma dovrebbe essere tra i 30 e 40 metri quando si vede con un huey in mano e, diciamo, altri 10-15 metri di braccia, non si capisce come abbia potuto fare strage di una dozzina di elicotteri che quindi bastava volessero a 70 meti dal suolo (ma nella coperta della nave se ne vedono solo 5).
Molti personaggi superflui, con poco da dire, e un kong quasi comparsa.
Un film che si può vedere e si dimetica in fretta. Ma se non si vede non si è perso nulla.
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gustibus
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lunedì 20 marzo 2017
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kong visto molto diversamente
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Jordan vogt Roberts..che coraggio!!..parlo del regista e della produzione che ha creduto a questo Kong.L'ho voluto vedere un po' perche'stroncato dalla critica,un po'perche'negli incassi non sta andando cosi'male..gia'voi stupiti perche'era primo al box office la settimana scorsa..il mio giudizio?..l'impegno sicuramente si e'notato..la fisionomia di Kong e'forse la migliore vista fino ad ora..il racconto ha si un po di lacune..in alcuni punti ce'anche da sorridere..quando il soldato ha in mano le granate per esplodere con il lucertolone ma..con un colpo di coda della bestiaccia si spiaccica contro la montagna..MA ce ne sarebbero altre di situazioni comiche.
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Jordan vogt Roberts..che coraggio!!..parlo del regista e della produzione che ha creduto a questo Kong.L'ho voluto vedere un po' perche'stroncato dalla critica,un po'perche'negli incassi non sta andando cosi'male..gia'voi stupiti perche'era primo al box office la settimana scorsa..il mio giudizio?..l'impegno sicuramente si e'notato..la fisionomia di Kong e'forse la migliore vista fino ad ora..il racconto ha si un po di lacune..in alcuni punti ce'anche da sorridere..quando il soldato ha in mano le granate per esplodere con il lucertolone ma..con un colpo di coda della bestiaccia si spiaccica contro la montagna..MA ce ne sarebbero altre di situazioni comiche...per il resto il racconto non ricalca gli altri illustri "Kong".. Inizia bene.. Finisce anche carinamente ..nel mezzo? Basta non essere troppo severi..e' tra il serio e il faceto.Dalle 2alle 3stelle e da vedere quando si E'ARRABBIATA..qui almeno a volte si ride!
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