La ragazza del treno |
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Un film di Tate Taylor.
Con Emily Blunt, Haley Bennett, Rebecca Ferguson, Justin Theroux.
continua»
Titolo originale The Girl On the Train.
Thriller,
durata 112 min.
- USA 2016.
- 01 Distribution
uscita giovedì 3 novembre 2016.
MYMONETRO
La ragazza del treno
valutazione media:
2,18
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un thriller vero ma con qualche difettodi allegric86Feedback: 100 |
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sabato 19 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un orco dei nostri giorni, dannatamente insospettabile, deteriora la vita delle donne che lo circondano, sviluppando una normalità quotidiana che si discosta dal benessere reciproco di coppia: in gioco ci sono gli elementi femminili migliori, dalla sensualità alla sensibilità, passando dal senso di maternità. Un mix di bellezza usurato dall’unico protagonista maschile che tiene le redini delle tre protagoniste: è un ex marito, un amante e un padre. O forse è solo l’uomo che ognuna di loro cercava nel momento sbagliato. In un viaggio introspettivo, spesso maldestro e impreciso, Rachel (Emily Blunt) deve sconfiggere prima sé stessa e la propria debolezza con l’alcol per arrivare alla verità, compiendo quel viaggio che sa di miracoloso e che la rende una protagonista positiva, a cui possiamo perdonare il perenne status confusionario che viviamo in prima persona. Non solo pensieri e parole, ma flashback e immagini improvvise, che lungo la pellicola si schiariscono e prendono la forma reale dei fatti, abbandonando quella sfuocatura che nella prima mezzora avvolge non solo la testa della protagonista ma lo stesso film. La pellicola, in effetti, parte lenta. E la gestione della sequenza temporale lascia un po’ perplessi: il regista non trova una soluzione omogenea per svelarci i fatti, il climax narrativo riesce in parte, nonostante il pathos finale sia raggiunto. Lo spettatore se ne andrà con quel sottile stato di “confusione”, trasportato non tanto dalle storie intrecciate (e sovrapposte) delle tre protagoniste, ma soprattutto per averle condivise con Rachel, l’anello debole e vulnerabile della società, tramite visioni e pensieri, conditi con vera sofferenza. “La ragazza del treno” è un thriller vero, che pesca a mani basse dal genere (già visto) condito con sesso e dramma, anche fisico. Non è rivoluzionario e nemmeno indimenticabile. Ma il filo conduttore, nel complesso, lo rende piacevole: il viaggio esistenziale della protagonista, tra immaginazione e realtà, ci abitua al colpo di scena, all’imprevedibilità che naturalmente scaturisce dall’instabilità mentale. Il treno rappresenta per eccellenza “il viaggio”, e l’utilizzo spasmodico che ne fa la protagonista sottolinea il senso ultimo della narrazione: una donna alla ricerca della propria destinazione, un luogo inizialmente sconosciuto, ma che poi prende forma e dà un senso all’esistenza rassegnata di Rachel.
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