carloalberto
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giovedì 19 novembre 2020
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guazzabuglio di generi inconciliabili
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Mike Flanagan è il regista e lo sceneggiatore di questo guazzabuglio di generi, in cui si affollano i topoi classici del drammatico compassionevole, con la coppia a cui è morto tragicamente il figlioletto ed un finale strappalacrime, che non si dice per non guastare la visione di un film tutto sommato guardabile, dell’horror familiare alla Babadook, con l’apparizione questa volta della madre in veste di fantasma demone ed infine del fantasy alla Harry Potter con lo spirito malvagio che assomiglia a un mangiamorte e l’atmosfera di magia che pervade soprattutto le ultime sequenze. Non mancano riferimenti alla fantascienza di Solaris, da cui è tratta l’idea principe del soggetto, ovvero che i sogni si materializzano ricreando in carne ed ossa persone scomparse.
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Mike Flanagan è il regista e lo sceneggiatore di questo guazzabuglio di generi, in cui si affollano i topoi classici del drammatico compassionevole, con la coppia a cui è morto tragicamente il figlioletto ed un finale strappalacrime, che non si dice per non guastare la visione di un film tutto sommato guardabile, dell’horror familiare alla Babadook, con l’apparizione questa volta della madre in veste di fantasma demone ed infine del fantasy alla Harry Potter con lo spirito malvagio che assomiglia a un mangiamorte e l’atmosfera di magia che pervade soprattutto le ultime sequenze. Non mancano riferimenti alla fantascienza di Solaris, da cui è tratta l’idea principe del soggetto, ovvero che i sogni si materializzano ricreando in carne ed ossa persone scomparse.
E’ tale tuttavia la congerie di rinvii filmici e di trovate raccattate qua e là e raffazzonate alla meno peggio che alla fine Somnia acquista paradossalmente una sua originalità, benché soffra comunque la mancanza di coerenza, dovuta proprio al voler mettere insieme artificiosamente generi diversi.
Il migliore nel cast è il bambino dai poteri magici, interpretato dal piccolo Jacob Tremblay, già protagonista, l’anno prima, nel 2015, di Room.
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totybottalla
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mercoledì 21 giugno 2017
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storia d'horror allentata svegliata da spettri!
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La storia del film ricorda quella di "Case 39" del 2009, il percorso narrativo impresso da Mike Flanagan appare lento e dal punto di vista recitativo un pò presuntuoso mancando di personalità attoriale anche nel contorno del cast, la buona fotografia risalta gli ambienti e le apparizioni degli spettri che svegliano dal toropre stagnante. Saluti.
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tmpsvita
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lunedì 19 giugno 2017
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una grande idea con una trasposizione discreta
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Finalmente un horror dalle premesse davvero interessanti e originali, questo avevo pensato la prima che ho visto il trailer che mi aveva subito fatto incuriosito al film.
Diciamo che in linea di massima queste premesse vengono rispettate, ma non del tutto.
Infatti, per quanto l'idea di base sia geniale, il film si sviluppa un po' come un canonico film horror moderno, con i soliti jump-scare e i comportamenti dei personaggi un po' surreali, anche se presenti in numero più che accettabile.
Certo molti dei sogni del bambino sono incredibili e soprattutto ben realizzati, mentre altri sono abbastanza prevedibili e banali.
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Finalmente un horror dalle premesse davvero interessanti e originali, questo avevo pensato la prima che ho visto il trailer che mi aveva subito fatto incuriosito al film.
Diciamo che in linea di massima queste premesse vengono rispettate, ma non del tutto.
Infatti, per quanto l'idea di base sia geniale, il film si sviluppa un po' come un canonico film horror moderno, con i soliti jump-scare e i comportamenti dei personaggi un po' surreali, anche se presenti in numero più che accettabile.
Certo molti dei sogni del bambino sono incredibili e soprattutto ben realizzati, mentre altri sono abbastanza prevedibili e banali.
Comunque in generale il film è riuscito ad intrattenermi e a coinvolgermi ma senza spaventarmi più di tanto, infatti avrei preferito molta più suspance. Inoltre avrei curato un po' di più l'aspetto estetico dell'uomo cancro.
VOTO: 6/10
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elgatoloco
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domenica 11 giugno 2017
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tecnicamente efficace
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Alcuni film segnano lo stacco tra realizzazione tecnica e creatività autorale(registica, ma anche di scrittura, in fase di sceneggiatura); in "Before I Wake"di Fanagan ciò è assolutamente evidente; qualche idea di tipo registico(ma anche già in fase di"prima scrittura", id est sceneggiatura, essendo la vera scrittura filmica la regia), come quella dello psicologo-psicoterapeuta del"gruppo d'aiuto"che spiega(invero stolidamente) alla madre del bambino trattarsi di sogni-incubi a occhi aperti, mentre in realtà gli incubi sono alla"Nightmare"(calco evidente e smaccatamente non dichiarato), ma per il resto domina la tecnica, ossia gli effetti"de miedo"(de paura)sono ben costruiti, fanno realmente paura, per il carattere improvviso o meglio perché collocati nei momenti giusti, quando non ci si aspetta che le cose vadano così-che emerga la"presenza".
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Alcuni film segnano lo stacco tra realizzazione tecnica e creatività autorale(registica, ma anche di scrittura, in fase di sceneggiatura); in "Before I Wake"di Fanagan ciò è assolutamente evidente; qualche idea di tipo registico(ma anche già in fase di"prima scrittura", id est sceneggiatura, essendo la vera scrittura filmica la regia), come quella dello psicologo-psicoterapeuta del"gruppo d'aiuto"che spiega(invero stolidamente) alla madre del bambino trattarsi di sogni-incubi a occhi aperti, mentre in realtà gli incubi sono alla"Nightmare"(calco evidente e smaccatamente non dichiarato), ma per il resto domina la tecnica, ossia gli effetti"de miedo"(de paura)sono ben costruiti, fanno realmente paura, per il carattere improvviso o meglio perché collocati nei momenti giusti, quando non ci si aspetta che le cose vadano così-che emerga la"presenza"...Per il resto, nulla di particolare: non c'è bisogno che un film horror veicoli chissà quale messaggio(li porta il postino...)ma almeno che possa veicolare una produzione di senso sì, per es.sulla discutibilità del concetto di"reale", sul rapporto soggettività-oggettività etc.; invece no, qui di questo, nella migliore-peggiore tradizione USA(di basso pragmatismo, intendo) non c'è nulla, proprio nulla; rimane la solita problematica per la morte del primo figlio e la sua sostituzione con il bambino adottato, roba da familismo un po'"primitivo"o invece veicolato da qualche chiesa di oscura definizione... Interpreti scarsi(so delle prove precedenti di Kate Bosworth, ma qui non ci siamo...scivola nel mélo patinato, senza reale efficacia)e anche gli altri interpreti, in questo film da camera non brillano particolarmente... Sarà prevenzione o frequentazione continuativa del genere, ma non trovo nulla di particolare in quanto visto qui-sembra di essere al numero "n"di un film con tanti sequels... El Gato
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gianleo67
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sabato 18 marzo 2017
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post mediam noctem...quum somnia vera
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Coppia di coniugi che ha da poco perso il giovane figlio in un incidente domestico, adotta un orfanello in età scolare che dorme poco e colleziona farfalle.
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Coppia di coniugi che ha da poco perso il giovane figlio in un incidente domestico, adotta un orfanello in età scolare che dorme poco e colleziona farfalle. Non ostante vengano avvisati per tempo che le due precedenti famiglie adottive siano misteriosamente scomparse nel nulla e che l'unico testimone è stato internato in un ospedale psichiatrico, non si insospettiscono quasi per nulla. Almeno fino a quando il fanciullo cade sfinito fra le braccia di Morfeo...
Da uno che è nato a Salem, che ha diretto quasi esclusivamente film de paura e che si barcamena tra i supplizi inferici delle produzioni indipendenti, non ci si aspetterebbe mai che faccia il prezioso, contestando la facile cataolagazione di questo dramma fiabesco formato famiglia (adottiva) come l'ennesima variante di un abusato clichè horror. In realtà a ben guardare, i riferimenti alla tradizionale figura del Boogeyman, piuttosto che al pregiudizio dickensiano imperante nel cinema americano sui graziosi pargoletti di famiglia ignota facili alle lusinghe del Demonio (The Omen, Case 39, Orphan), il film di Flanagan predilige la rappresentazione favolistica di una dolorosa elaborazione del lutto attraverso l'emersione del rimosso nelle mostruose forme di un essere protoplasmatico creato dalla vivida fantasia di una giovane mente scossa anzitempo da un evento traumatico e incomprensibile. Se la scrittura filmica rivela quindi una certa sensibilità nel ricondurre i temi di una contingente condivisione dei sensi di colpa all'interno di un meccanismo del fantastico in grado di materializzare sogni ed incubi come i fantasmatici simulacri del pianeta Solaris (tra farfalle policrome e iridescenti con e senza antenne, scene strazianti di un Natale che non verrà mai più ed uomini-cancro bisognosi solo d'una parola d'affetto), questo thriller di amori materni prematuramente interrotti si risolve nella più banale alternanza di noiose scene di vita domestica e di prevedibili e sporadici sussulti del paranormale: tra genitori adottivi fin troppo comprensivi, coscienziosi pargoletti che si fanno di Red Bull, bulli scolastici che fanno una brutta fine, psicoterapeuti di gruppo che la sanno lunga sulle allucinazioni ipnagogiche ed immancabili assistenti sociali di rara ottusità. Vabbè la metafora della farfalla come embrione di una coscienza sopita pronta a liberarsi dal bozzolo e librarsi nel fragile volo d'un giorno di vita, ma l'escalation del terrore all'acqua di rose si risolve poi tra le banalità di misteriose dipartite su cui la polizia glissa amabilmente ed un finale terrifico e rivelatore dove la bella di turno dalle iridi bicolori alla David Bowie rivela l'arcano attraverso l'elaborazione metacinematografica dei flashback che il regista pensa bene di montare a bella posta per spiegarci l'antefatto. Certo chi se ne andato non torna più (compresa la compagnia distributrice che porta il libri in tribunale e ritarda d'un anno l'uscita del film), ma tutto è bene quel che finisce bene e quelli che restano si va avanti lo stesso come una famiglia felice.
Post mediam noctem visus quum somnia vera (Orazio, Satire, lib.I, sat.10, v.33)
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ilragazzodelcomputer
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sabato 4 giugno 2016
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l'orphan movie che si scorda in un battito di ali
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Lui e lei perdono il figlio nella vasca da bagno. Arriva l'orfano con gli occhioni spauriti, che di notte beve redbull perché se si addormenta, succede una strage. Lui si addormenta, tutti scompaiono ingoiati dal mostro falena/mummia che ha creato con la sua fantasia, ma la madre adottiva se lo riprende nel lettone, nonostante lui abbia sterminato mezza città, marito di lei compreso, perché, in fondo, i suoi poteri magici sono qualcosa di meraviglioso e un giorno chissà... Tante le recensioni entusiastiche, per un film che non spaventa, non coinvolge, non approfondisce, non spiega, non si risolve. Indimenticabile l'interpretazione dei capelli di Thomas Jane, vero elemento horror del film.
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gdahlia
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giovedì 2 giugno 2016
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horror... era davvero necessario?
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L'idea di base su cui si sviluppa la vicenda mi è sembrata molto originale, tuttavia dopo la visione del film mi è subito sorta una domanda: perché cercare di farne un horror? diciamocelo, questo film di horror non ha molto, ma trovo comunque che abbia molto potenziale e contenga un messaggio profondo che probabilmente sarebbe arrivato in modo più efficace se il film non fosse stato etichettato come horror, ma piuttosto come un dramma psicologico. Il tema trattato è di grande sensibilitá, alla fine l'elemento horror del film [spoiler] non é altro che la rielaborazione del cancro visto dagli occhi di un bambino a cui la malattia ha portato via la mamma. Nel complesso il film non mi è dispiaciuto ed ho apprezzato moltissimo la scelta del lieto fine, a mio parere un colpo di scena finale sarebbe stato del tutto superfluo e banale.
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L'idea di base su cui si sviluppa la vicenda mi è sembrata molto originale, tuttavia dopo la visione del film mi è subito sorta una domanda: perché cercare di farne un horror? diciamocelo, questo film di horror non ha molto, ma trovo comunque che abbia molto potenziale e contenga un messaggio profondo che probabilmente sarebbe arrivato in modo più efficace se il film non fosse stato etichettato come horror, ma piuttosto come un dramma psicologico. Il tema trattato è di grande sensibilitá, alla fine l'elemento horror del film [spoiler] non é altro che la rielaborazione del cancro visto dagli occhi di un bambino a cui la malattia ha portato via la mamma. Nel complesso il film non mi è dispiaciuto ed ho apprezzato moltissimo la scelta del lieto fine, a mio parere un colpo di scena finale sarebbe stato del tutto superfluo e banale. Concludo con una nota a favore del piccolo Jacob Tremblay che trovo eccezionale in ogni sua performance.
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(di markwillis)
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elpiezo
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domenica 29 maggio 2016
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un horror eccessivamente flemmatico!!!
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Classificato come horror, Somnia assume da subito le fattezze di una vicenda tesa e drammatica, dove un bambino dotato di magici poteri metterà a dura prova i nervi della famiglia adottiva. Si gioca sul consueto rapporto bambino, incubo, a cui va aggiunto un teatrale sconforto che percuote l'animo degli adulti, ossessionati da una grave perdita precedente.
Pur manipolando temi eccessivamente emotivi per un comune horror, la continua matrice visionaria del prodotto, impedisce una vera e propria evoluzione di una trama di per se originale ma fin troppo ancorata ad un'esteriorità favolistica che discosta il titolo dal genere prefissato.
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nino pell.
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sabato 28 maggio 2016
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racconto visionario in chiave horror
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Prova del regista Mike Flanagan sicuramente da non disprezzare, anzi da ritenere più che discreta nella sua forma di tessitura e di narrazione. Il film in questione è difatti un racconto visionario in chiave horror dai riflessi psicologici. Originale l'idea del bambino protagonista dotato del potere paranormale di rendere reali i sogni e, purtroppo, anche gli incubi che egli vive durante le sue fasi della notte dedicate al sonno. Sin dalle prime battute possiamo capire che la pellicola in questione non è il solito horror dal finale crudo o cruento, ma piuttosto una trama che ha qualcosa in più. Forse potrebbe essere tacciato di essere un film dalla forte componente inverosimile irreale, ma comunque il tutto viene reso da una capacità del regista sicuramente da apprezzare.
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