alex2044
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giovedì 3 dicembre 2015
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spirito antico e tecnologie moderne
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Un film con uno spirito antico fatto con le tecnologie moderne . Un film che ti prende e ti fa ritornare ragazzo . Poi i ricordi che ti suscita : Gregory Peck e Moby Dick , un'immagine ancora scolpita nella memoria . Bravo Ron Howard , ha fatto un film grandioso e spettacolare ma a suo modo tenero e un po' sentimentale pur non rinunciando a mostrarci le situazioni più drammatiche ed anche indicibili . La ricostruzione è perfetta , gli attori tutti molto bravi . Le due ore scorrono velocissime . Però , e qui è la sorpresa, lo spettatore non è portato a tifare per la preda , la sofferenza dei protagonisti non gli permette questa opzione .
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Un film con uno spirito antico fatto con le tecnologie moderne . Un film che ti prende e ti fa ritornare ragazzo . Poi i ricordi che ti suscita : Gregory Peck e Moby Dick , un'immagine ancora scolpita nella memoria . Bravo Ron Howard , ha fatto un film grandioso e spettacolare ma a suo modo tenero e un po' sentimentale pur non rinunciando a mostrarci le situazioni più drammatiche ed anche indicibili . La ricostruzione è perfetta , gli attori tutti molto bravi . Le due ore scorrono velocissime . Però , e qui è la sorpresa, lo spettatore non è portato a tifare per la preda , la sofferenza dei protagonisti non gli permette questa opzione . Il regista è riuscito a coniugare perfettamente la grande professionalità del cinema americano con una robusta iniezione di senso di umanità e la scelta si è rivelata vincente .
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[+] filosofia ed epica sullo scontro natura-cultura
(di antonio montefalcone)
[ - ] filosofia ed epica sullo scontro natura-cultura
[+] un revival del moby dick del 1956.
(di graisano)
[ - ] un revival del moby dick del 1956.
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j kudo
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lunedì 14 dicembre 2015
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il mare ci racconta
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Un gran bel film che racconta del primo avvistamento e scontro con Moby Dick , ma che in realtà si focalizza soprattutto sul rapporto di rivalità tra il nobile comandante della nave Essex e il primo sottufficiale. Essendo una storia di mare, che si fonda sulla caccia alle balene per il reperimento del loro prezioso olio, il ritmo del film vive di scossoni improvvisi. La struttura del racconto è solida ed apprezzabile è l'introduzione alla storia con uno dei sopravvissuti al naufragio della Essex che narra la storia a quello che sarà l'autore di "Moby Dick " Herman Melville . È un bel ritratto della società che ci viene presentato da Howard, con le distinzioni di classe, le ambizioni e le sofferenze dell'uomo di quel tempo.
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Un gran bel film che racconta del primo avvistamento e scontro con Moby Dick , ma che in realtà si focalizza soprattutto sul rapporto di rivalità tra il nobile comandante della nave Essex e il primo sottufficiale. Essendo una storia di mare, che si fonda sulla caccia alle balene per il reperimento del loro prezioso olio, il ritmo del film vive di scossoni improvvisi. La struttura del racconto è solida ed apprezzabile è l'introduzione alla storia con uno dei sopravvissuti al naufragio della Essex che narra la storia a quello che sarà l'autore di "Moby Dick " Herman Melville . È un bel ritratto della società che ci viene presentato da Howard, con le distinzioni di classe, le ambizioni e le sofferenze dell'uomo di quel tempo. Spettacolare ed epico lo scontro con la balena , macabra e realista la lotta per la sopravvivenza dell'equipaggio . Il cast eccellente passando dal sempre positivo Hemsworth al veterano Brendan Gleeson. Un film da vedere , particolarmente consigliato per chi ama quelle belle storie sul mare che si raccontano solo di rado.
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mario nitti
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sabato 5 dicembre 2015
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howard riflette sull'uomo e sulla natura
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Non sarà un caso se l’ultimo film di Ron Howard è uscito durante il summit di Parigi sul clima.
La storia è ambientata in un’epoca solo apparentemente lontana, due secoli fa, un tempo in cui l’uomo aveva bisogno di grandi quantitativi di olio di balena per illuminare le sue città: per questo sfidava la natura e uomini orgogliosi , come il capitano Polard o il suo il primo ufficiale Chase, conducevano navi negli oceani, determinati ad accumulare ricchezza con disinibita violenza e scarso rispetto per i possenti animali che da millenni li abitavano. La presunzione dei protagonisti, convinti di poter sfruttare senza limiti il creato, si infrange contro l’incarnazione della potenza della natura, l’immensa balena bianca, che con un solenne colpo di coda spazza, potremmo dire letteralmente “affonda” le loro illusioni.
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Non sarà un caso se l’ultimo film di Ron Howard è uscito durante il summit di Parigi sul clima.
La storia è ambientata in un’epoca solo apparentemente lontana, due secoli fa, un tempo in cui l’uomo aveva bisogno di grandi quantitativi di olio di balena per illuminare le sue città: per questo sfidava la natura e uomini orgogliosi , come il capitano Polard o il suo il primo ufficiale Chase, conducevano navi negli oceani, determinati ad accumulare ricchezza con disinibita violenza e scarso rispetto per i possenti animali che da millenni li abitavano. La presunzione dei protagonisti, convinti di poter sfruttare senza limiti il creato, si infrange contro l’incarnazione della potenza della natura, l’immensa balena bianca, che con un solenne colpo di coda spazza, potremmo dire letteralmente “affonda” le loro illusioni. Soli, in mezzo al nulla, Chase e Polard ritroveranno il senso del proprio limite e si dovranno commettere azioni difficilmente confessabili. Un vero percorso di redenzione attraverso l’umiliazione e la sofferenza, per capire che la vera sapienza, l’unica via per giungere alla salvezza, è trattenere il braccio, fermando la violenza.
Film educativo, ma anche intenso, girato senza pause e con grande mestiere.
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ashtray_bliss
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sabato 2 gennaio 2016
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nel cuore del oceano.
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Heart of The Sea prometteva a tutti di essere il 'next big thing', un film che avrebbe fatto parlare a lungo di se (nel migliore dei modi) spalleggiato da una produzione stellare, firmato da un regista affermato e navigato (anche se non sempre apprezzato come Ron Howard) e condito da effetti speciali favolosi e coinvolgenti. Il tutto a servizio di una storia epica che tuttora esercita un fascino non indifferente nella cultura popolare e che è tratta da un pilastro della letteratura moderna (Moby Dick), anche se ufficialmente basata sul omonimo libro, di assai più recente pubblicazione, firmato Philbrick.
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Heart of The Sea prometteva a tutti di essere il 'next big thing', un film che avrebbe fatto parlare a lungo di se (nel migliore dei modi) spalleggiato da una produzione stellare, firmato da un regista affermato e navigato (anche se non sempre apprezzato come Ron Howard) e condito da effetti speciali favolosi e coinvolgenti. Il tutto a servizio di una storia epica che tuttora esercita un fascino non indifferente nella cultura popolare e che è tratta da un pilastro della letteratura moderna (Moby Dick), anche se ufficialmente basata sul omonimo libro, di assai più recente pubblicazione, firmato Philbrick. Al tutto va aggiunto un cast notevole e un attore principale tra i più ricercati del momento, Chris Hemsworth, che senza ombra di dubbio era l'esca per attirare un vasto numero di spettatori nelle sale. Un film cosi non poteva e non doveva avere punti deboli o risultare in qualsivoglia modo fallimentare; eppure per tutta la durata di questa pellicola ambiziosa e spettacolare è sempre presenta una sensazione di incompletezza. ''Manca qualcosa'' è la prima cosa che mi è venuta in mente dopo i titoli di coda. Cosa c'era di sbagliato o mancante in una pellicola di questo calibro? Il sentimento. La profondità. Il Pathos. Mancano le giuste e approfondite caraterizzazioni dei personaggi, manca la descrizione dei legami tra loro, manca quel feeling che doveva avvolgerci e coinvolgerci, da spettatatori, per immedesimarsi nelle disavventure dei personaggi e soffrire o goire con loro. Anche nelle scene clou della pellicola; vedi la separazione (a tratti si potrebbe descrivere come abbandono) tra Chase e Joy, oppure la presa di coscienza del giovane Owen Coffin che lo porterà a compiere il gesto estremo del suicidio per amore del cugino Pollard, sono a malapena abbozzate, i sentimenti espressi sono troppo meccanici e forzati per risultare spontanei e verosimili e sopratutto per catturare come si deve lo spettatore e fargli percepire i sentimenti che presumibilmente provano i protagonisti del film: rabbia, dolore, esasperazione, rassegnazione etc. Le dinamiche, insomma, in un cosi disomogeneo gruppo di uomini non sono descritte accuratamente. Nemmeno il contrasto e disaccordo iniziale tra il comandante Pollard e il primo ufficiale Chase viene adeguatamente trattato; si percepisce e si assiste (in brevi scene) ad una certa rivalità e ostilità tra i due ma il tutto si riduce a sembrare più un banale contrasto adolescenziale che non una vera e propria rivalità tra uomini maturi. Lo stesso discorso vale per la loro progressiva e graduale pacificazione: la si percepisce vagamente ma non viene mai descritta per immagini e dialoghi.
Cosa resta, dunque, di veramente riuscito in questo capolavoro mancato? Le immagini, la scenografia, la fotografia, la ricostruzione particolareggiata dei costumi e navi d'epoca e un mare, in senso figurato e non solo, di effetti speciali sensazionalistici che fanno da padrone per tutta la durata della pellicola. Nulla da obbiettare su quanto appena riferito. Le scene della tempesta, della caccia alle balene, e ovviamente del incontro con Moby Dick, il capodoglio bianco, non lasceranno nessuno deluso; sono ben fatte, realistiche, spettacolari e sensazionali provocando il giusto mix contrastante di sentimenti quali stupore, soggezione, ammirazione e trepidazione.
La balena ovviamente la si vede poco, tutto sommato, eppure la sua presenza è quella che riesce sempre a dare una spinta in più al film e tenere vivo l'interesse degli spettatori. Il suo comportamento quasi umano, la sua sete di vendetta (gli stessi elementi base del classico di Melville) sono proprio la carta vincente di questa bella pellicola.
Sul piano narrativo non mancano le riflessioni ambientaliste ed etiche sulla magnificenza e spietatezza della natura, sul diritto o meno dell'uomo di dominare sul Creato a suo piacere e volontà, ma anche delle ripercussioni delle azioni umane quando intervengono sulla Natura e delle conseguenze che ne derivano quando quest'ultima ripristina l'equilibrio tra le specie e riprende il sopravvento. Spunti di riflessione importanti riguardano ovviamente anche l'ego smisurato dell'uomo, la sua arroganza e avidità che non sono altro che gli ingredienti basilari che spingono l'equipaggio della Essex ai confini del mondo e della ragione (come giustamente dichiarerà Thomas Nickerson, il personaggio che ci svela la storia alla quale assistiamo).
Il regista Ron Howard è in grado di evidenziare abilmente questa svolta narrativa, caraterizzata dalla presa di coscienza dei protagonisti, durante la loro permanenza (dopo il naufragio della baleniera) sull'isola deserta. Grazie a questa svolta, spirituale ed ecologista, sarà permesso al gruppo di naufraghi di tornare a casa, e la balena, dunque, cessa di essere simbolo di preoccupazione e angoscia per i superstiti.
La pellicola da questo momento in poi va procedendo verso un finale lineare e compatto, senza particolari punti d'interesse o situazioni memorabili. Un epilogo bilanciato e formale, insomma, dove ci si informa delle sorti dei personaggi una volta rientrarti in patria (gli U.S.A.), e dove rigorosamente trionfano i buoni sentimenti e una certa (ma fastidiosa) dose di nazionalismo tipicamente statunitense, spiccatamente marcato dalla frase finale poco prima della definitiva chiusura del film.
Heart of the Sea, in definitiva è un buon prodotto, un'avventura avvincente e grandiosa che racchiude in se messaggi importanti e più che mai attuali sul rapporto Uomo/Natura. Conquista e cattura sopratutto grazie alla sua raffinatezza visiva ma pecca sul piano della caratterizzazione dei protagonisti e delle dinamiche che vengono a crearsi da loro. Il trasporto emotivo è veramente minimo mentre doveva essere la chiave principale in un film dagli echi epici e ambiziosi come questo. Le interpretazioni degli attori sono buone, non incisive, ma assolutamente conformi a ciò che richiedeva tale pellicola, e riescono a spiccare particolarmente nelle scene da naufraghi, evidenziando proprio la disperazione e strematezza umana che mossa dal istinto di sopravvivenza e autoconservazione si riduce a compiere atti deplorevoli e disumani. Come sottolieato prima, ottime sono la scenografia e la fotografia, ove spicca un forte contrasto di colori, dai più vividi a quelli più smorti, ma che riscono a incorniciare perfettamente la sequenza di scene nella pellicola e restare impresse.
In poche parole: abbiamo a che fare con un valido prodotto cinematografico, che poteva certamente risultare ottimo se il regista avesse concesso più spazio all'introspezione dei personaggi. Superato questo difetto il film risulta godibilissimo e scorrevole, grazie all'abbondanza di scene d'azione; non annoia nonostante la sua durata e risulta effetivamente un prodotto memorabile. Certamente consigliato. 3,5/5.
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orione95
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martedì 23 febbraio 2016
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"è solo una balena."
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Non c'è davvero nulla da aggiungere a quanto detto negli anni circa il capolavoro indiscusso della letteratura americana, il romanzo "Moby Dick" di Herman Melville, ovvero la suprema parabola dell'eterna lotta tra uomo e natura, fortunatamente però oggetto della seguente recensione non è la letteratura, bensì la cinematografia, nello specifico l'ultima fatica del pluripremiato Ron Howard, mai così presente in una sua creatura come in questo film. Il tocco drammatico e al tempo stesso epico del papà di "Apollo 13" c'è tutto, caratterizzato stavolta da una velata emulazione delle atmosfere de "Lo Squalo" (nonostante il noto regista del "Codice da Vinci" abbia più volte e alquanto energicamente negato ogni collegamento con l'opera di Spielberg).
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Non c'è davvero nulla da aggiungere a quanto detto negli anni circa il capolavoro indiscusso della letteratura americana, il romanzo "Moby Dick" di Herman Melville, ovvero la suprema parabola dell'eterna lotta tra uomo e natura, fortunatamente però oggetto della seguente recensione non è la letteratura, bensì la cinematografia, nello specifico l'ultima fatica del pluripremiato Ron Howard, mai così presente in una sua creatura come in questo film. Il tocco drammatico e al tempo stesso epico del papà di "Apollo 13" c'è tutto, caratterizzato stavolta da una velata emulazione delle atmosfere de "Lo Squalo" (nonostante il noto regista del "Codice da Vinci" abbia più volte e alquanto energicamente negato ogni collegamento con l'opera di Spielberg).
Atmosfere evocative al limite della drammaturgia condite dall'ormai abituale aulica fisicità di Chris Hemsworth che sostituisce la fiocina al martello (senza peraltro far rimpiangere troppo il suo divino alter ego).
Spettacolare il protagonismo delle emozioni controverse dei personaggi: intensissima e gravida di pathos la scena in cui si scontrano gli sguardi della balena e del primo ufficiale Chase (Hemsworth), la natura ammonitrice da un lato e l'uomo tracotante dall'altro.
L'oceano, così ostile e misterioso, diviene trasfigurazione del turbamento insito nell'animo umano.
Magistrale l'uso degli effetti speciali, decisivi per la riuscita del film, costantemente presenti ma mai invadenti.
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sim one
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domenica 13 dicembre 2015
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un film sulla sopravvivenza o su moby dick?
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Sebbene un film curato e interessante, ricco di suspence e di un vocabolario ricco, non nascondo la delusione per il poco tempo dedicato alla balena che ha ispirato questa storia. E' stata approfondita invece la parte più macabra, ma purtroppo più reale, e che la gente preferibbe ignorare. Avrei preferito che allungassero lo scontro, dove il capodoglio vestiva i panni del protettore, piuttosto che farlo sembrare uno stalker vendicativo, ma in fondo misericordioso. Il finale un po' a sorpresa e piacevole non cambia comunque le sorti del mio voto.
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parieaa
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lunedì 21 dicembre 2015
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film vecchia maniera, che incontra il nuovo
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Il nuovo film di Ron Howard è allo stesso tempo un tributo al cinema che fu, ma anche un buon esempio di come gli effetti computerizzati possano (ed anzi dovrebbero sempre) fornire qualcosa in più ed arricchire la storia stessa piuttosto che fungere da più o meno inutili fronzoli (e spesso pure dannosi). In "In The Heart Of The Sea" si vede un film molto solido, che racconta una classica storia di sopravvivenza nell'infinito scontro uomo-natura. Tecnicamente quasi perfetto, ottimi costumi e scenografie, fotografia sempre azzeccata e montaggio nelle (poche) scene movimentate serrato. Il cast è di medio-alto livello: con un Hemsworth che forse dà la prima vera prova di poter essere un attore decente (in black mass doveva fare solo il fighetto super hacker con finti sentimenti), ottimi Murphy e Gleeson, un po' meno Walker (capitano di mercantile non per volere, ma per nome es un po' troppo amiguo nei comportamenti e nelle scelte) e Whishaw (non mi ha convinto del tutto nei panni di uno squattrinato Mellville alla ricerca disperata di una storia che valesse la pena di raccontare), buona la prima per il nuovo Spider-man (sembrerebbe molto promettente).
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Il nuovo film di Ron Howard è allo stesso tempo un tributo al cinema che fu, ma anche un buon esempio di come gli effetti computerizzati possano (ed anzi dovrebbero sempre) fornire qualcosa in più ed arricchire la storia stessa piuttosto che fungere da più o meno inutili fronzoli (e spesso pure dannosi). In "In The Heart Of The Sea" si vede un film molto solido, che racconta una classica storia di sopravvivenza nell'infinito scontro uomo-natura. Tecnicamente quasi perfetto, ottimi costumi e scenografie, fotografia sempre azzeccata e montaggio nelle (poche) scene movimentate serrato. Il cast è di medio-alto livello: con un Hemsworth che forse dà la prima vera prova di poter essere un attore decente (in black mass doveva fare solo il fighetto super hacker con finti sentimenti), ottimi Murphy e Gleeson, un po' meno Walker (capitano di mercantile non per volere, ma per nome es un po' troppo amiguo nei comportamenti e nelle scelte) e Whishaw (non mi ha convinto del tutto nei panni di uno squattrinato Mellville alla ricerca disperata di una storia che valesse la pena di raccontare), buona la prima per il nuovo Spider-man (sembrerebbe molto promettente). Grande mancanza, almeno per me, è invece l'assenza di una colonna sonora degna di nota, o che almeno sostenga il film nei suoi momenti più coinvolgenti e che vorrebbero (e dovrebbero) essere carichi di pathòs e\o di epicità. Questo perchè se c'è una (abbastanza grave) pecca è proprio questa: la mancanza di capacità di coinvolgere appieno lo spettatore nei momenti clou. In una storia che narra le gesta di un gruppo di sopravvissuti, disposti (giustamente) a tutto pur di farcela e tornare a casa, senza mai peraltro eccedere nelle scelte, si dovrebbe creare un profondo senso di fratellanza e condivisione con tutti i protagonisti...e invece è così solo in parte...non che fosse facile dopotutto, anzi tutt'altro...forse avrebbero dovuto usare molto di più il buon vecchio Moby per creare un senso di continua inquietudine, invece di ridurlo a poco più di un antipatico Stalker (anche se forse Howard non voleva far passare la natura come solo una forza vendicatrice, ma piuttosto che si limita a mantenere l'equilibrio rovinato dall'uomo avido rappresentato qui sottoforma dei balenieri senza scrupoli)...insomma se si usa la figura di Moby Dick, una delle più iconiche e complesse di sempre, lo si deve fare per bene, e non solo come macchietta di sottofondo. Inoltre ho trovato un po' fuori luogo, o quantomeno mal gestita, la scelta finale della facile morale sul "è sempre bene dire la verità"...ma se il film intero verteva su altri temi ,comunque ben rappresentati, perchè infilarcene un altro alla fine tanto per fare? Questi e altri difetti ne hanno compromesso la godibilità ad un pubblico ben più vasto e variegato. Ciò non toglie che resti un film godibile, e che alla fine mi sia piaciuto, ma un po' meno di quanto mi aspettassi. Sono sicuro che il signor Howard possa fare meglio.
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raysugark
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sabato 16 luglio 2016
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in the heart of the sea
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Moby Dick di Herman Melville, un grande capolavoro sull'uomo che cerca di sfidare l'imponente oceano per trovare la balena bianca chiamata Moby Dick. Herman Melville è riuscito a scrivere il suo grande capolavoro, attraverso l'esperienza di aver viaggiato in una baleniera. Ma per completare Moby Dick Melville si è fatto raccontare da Thomas Nickerson, su cos'è accaduto all'Essex e ai protagonisti Owen Chase e George Pollard. Ron Howard cineasta d'autore di Splash, Cocoon, Apollo 13, A Beautiful Mind, The Da Vinci Code e Rush, si è messo subito a lavoro per raccontare In The Heart of The Sea con protagonista Chris Hemsworth nei panni di Owen Chase. La pellicola racconta l'avventura in modo emozionante, epico e filosofico, accompagnato dalle scene a tratti cupe e intense.
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Moby Dick di Herman Melville, un grande capolavoro sull'uomo che cerca di sfidare l'imponente oceano per trovare la balena bianca chiamata Moby Dick. Herman Melville è riuscito a scrivere il suo grande capolavoro, attraverso l'esperienza di aver viaggiato in una baleniera. Ma per completare Moby Dick Melville si è fatto raccontare da Thomas Nickerson, su cos'è accaduto all'Essex e ai protagonisti Owen Chase e George Pollard. Ron Howard cineasta d'autore di Splash, Cocoon, Apollo 13, A Beautiful Mind, The Da Vinci Code e Rush, si è messo subito a lavoro per raccontare In The Heart of The Sea con protagonista Chris Hemsworth nei panni di Owen Chase. La pellicola racconta l'avventura in modo emozionante, epico e filosofico, accompagnato dalle scene a tratti cupe e intense. I costumi, le scenografie e gli effetti speciali sono realizzati magistralmente, specialmente la balena bianca che rappresenta un elemento fondamentale nell'avventura. La colonna sonora di Roque Baños riesce ad attirare l'attenzione del pubblico, mentre si prosegue l'avventura tra vari pericoli della maestosità dell'oceano. La pellicola purtroppo non ha incassato superando il costo del budget, ma ha ricevuto meritatamente delle accoglienze sia dal pubblico che dalla critica.
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tmpsvita
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sabato 12 dicembre 2015
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la balena o l'uomo, chi è il vero mostro?
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E finalmente , dopo vari problemi di produzione e slittamenti per l'uscita, è arrivato il film sull'epica leggenda di Moby Dick raccontata da un regista, Ron Howard,che negli anni si è fatto conoscere e amare grazie a classici come Il Grinch e a film di forte impatto visivo ed emotivo come Rush. E molto di quest'ultimo si rivede in questo grande film, non lo dico solo per il ritrovamento del talentuoso Chris Hemsworth nel cast ma anche per varie scelte registiche soprattutto visive: se in Rush il regista si diveertiva nel mostrare il motore, i cilindri e le ruote in movimento delle bellissime auto da corsa, qui fa altrettanto con le corde, le vele e le onde del mare create dalle affascinanti navi dell'epoca.
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E finalmente , dopo vari problemi di produzione e slittamenti per l'uscita, è arrivato il film sull'epica leggenda di Moby Dick raccontata da un regista, Ron Howard,che negli anni si è fatto conoscere e amare grazie a classici come Il Grinch e a film di forte impatto visivo ed emotivo come Rush. E molto di quest'ultimo si rivede in questo grande film, non lo dico solo per il ritrovamento del talentuoso Chris Hemsworth nel cast ma anche per varie scelte registiche soprattutto visive: se in Rush il regista si diveertiva nel mostrare il motore, i cilindri e le ruote in movimento delle bellissime auto da corsa, qui fa altrettanto con le corde, le vele e le onde del mare create dalle affascinanti navi dell'epoca. Quindi diciamo che lo stile registico con cui è stato girato questo kolossal è molto simile a quello utilizzato per Rush ma questo non è affatto un difetto per dire che Ron Howard non è un regista originale o innovativo anzi tutt'altro è più che un pregio perchè è una regia che funziona sempre meglio e mi fa capire che questo regista ha uno stile proprio e non è una regista anonimo e impersonale e lascia sempre un'indelebile firma in ogni suo lavoro, bello o brutto che sia. Oltre alla regia miè piaciuta moltissimo la fotografia a dir poco suggestiva, immersiva e dai colori altalenanti: dai più caldi come l'arancione di un tramonto o il rosso del fuoco che invade un nave, ai più freddi come il blu dell'immenso e dispersivo oceano, qui realizzato in maniera egregia. Il cast capitanato dal, già citato in precedenza, talentuoso Chris Hemsworth, non delude affatto con sorprese come Tom Holland, che vedremo in futuro vestire i panni di Spider-man, in generale le prove attoriali sono eccezionali. Gli effetti speciali sono sensazionali,ma non ci si poteva aspettare altro da un film grande come questo, le balene e l'oceano sono realizzati perfettamente. Prima di vedere il film avevo paura sorattutto del ritmo e della narrazione, pensavo potesse essere un film dal ritmo lento e noioso e dalla narrazione distaccata e anch'essa noiosa invece mi sono, per fortuna, dovuto ricredere: il ritmo è molto ben equilibrato e la narrazione è credibile e coinvolgente. Voto 8/10.
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neger
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domenica 27 dicembre 2015
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se si potesse riscrivere il finale!
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Il film è carino, peccato che venga sporcato e perda la quarta stella per un finale banale alla "volemose bene!"
La storia mi sembra avvincente, chiara, semplice e senza troppi fronzoli. Chi cerca un film con sorprese, capovolgimenti di fronte e colpi di scena cambi sala...
Questo è un film semplice, con un buon cast ed una bella storia di fantasia narrata con sufficiente suspance da un marinaio superstite all'incontro fatale con Moby Dick, l'enorme e leggendaria balena.
Ho apprezzato come nel film venga messo in risalto il rapporto tra l'esperto, anche se giovane, tenente (vice comandante della nave) e l'inesperto ma pur sempre blasonato capitano (comandante della nave).
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Il film è carino, peccato che venga sporcato e perda la quarta stella per un finale banale alla "volemose bene!"
La storia mi sembra avvincente, chiara, semplice e senza troppi fronzoli. Chi cerca un film con sorprese, capovolgimenti di fronte e colpi di scena cambi sala...
Questo è un film semplice, con un buon cast ed una bella storia di fantasia narrata con sufficiente suspance da un marinaio superstite all'incontro fatale con Moby Dick, l'enorme e leggendaria balena.
Ho apprezzato come nel film venga messo in risalto il rapporto tra l'esperto, anche se giovane, tenente (vice comandante della nave) e l'inesperto ma pur sempre blasonato capitano (comandante della nave). Proprio nella seconda parte del film quest'ultimo mi stupirà guadagnandosi progressivamente il rispetto sia del vicecomandante che della ciurma rimasta ormai ai minimi termini. Peccato che nel finale (dalla scena del tribunale fino ai titoli di coda) il pathos abbia sia in caduta verticale e le scene che si susseguono siano piuttosto scontate e trattate con molta superficialità. Un vero peccato, perchè fino a 3/4 la pellicola mi aveva tenuto incollato allo schermo, senza rapirmi, ma senza neanche farmi annoiare... Cosa che mi è successa invece guardando il finale :(
Si può mica riscrivere?!
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