Exodus - Dei e Re |
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Un film di Ridley Scott.
Con Christian Bale, Joel Edgerton, John Turturro, Aaron Paul, Ben Mendelsohn.
continua»
Titolo originale Exodus: Gods and Kings.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 150 min.
- Gran Bretagna, USA, Spagna 2015.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 15 gennaio 2015.
MYMONETRO
Exodus - Dei e Re
valutazione media:
2,58
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dèi, re ma pochi uominidi Alexander 1986Feedback: 12308 | altri commenti e recensioni di Alexander 1986 |
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domenica 10 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Egitto, tanti anni fa. Mosé (Christian Bale) e Ramses (Joel Edgerton) crescono come fratelli alla corte del farone Seti. Non si capisce perché ma l'uno è uno scettico neoilluminista, l'altro un ragazzone viziato e superstizioso. Lo stesso sovrano non rinuncia mai all'arte aruspicina prima di una decisione ma è al tempo stesso abbastanza lucido da ammettere che Mosé sarebbe un successore migliore di quello legittimo. Ramses/Commodo lo sa e la fa pagare al fratello/Massimo Decimo Meridio dopo la morte del padre/Marco Aurelio: un funzionario idiota e ritenuto universalmente corrotto gli rivela che il fratellastro è in realtà ebreo, e il nuovo re se ne convince senza dubitare. Mosé viene quindi cacciato via e vaga solitario nelle lande desolate. I millemila ebrei schiavi in Egitto vedono in lui il salvatore, colui che li condurrà alla libertà. Lui se ne frega finché un giorno non batte la testa e un bambino dallo sguardo corrucciato non gli ordina di fare lo stesso. Il Gladiatore/Mosé, da agnostico diventato prima fanatico e poi moderato credente, torna indietro e affronta Commodo/Ramses. Regista ormai in caduta libera, Ridley Scott torna al genere che l'ha reso famoso e nel quale, bisogna dirlo, è il migliore fra i contemporanei. "Exodus" è un progetto che carezza da molti anni ormai e si capisce perché: è di fatto l'archetipo dello schema narrativo a lui più caro ovvero al topos del confronto tra David e Golia, tra il leader 'morale' e il tiranno legittimo. Abbiamo così anche questo Esodo, dopo 'Il gladiatore", "Le crociate" e "Robin Hood"; accomunati tutti da impareggiabile spettacolarità unita a distorsioni storiche funzionali al presente. Qui il gioco non funziona. Non funziona perché, se nelle pellicole precedenti era possibile prendersi una larga 'licenza poetica' pur di ottenere un determinato risultato sulla scena, in questa il regista inglese deve (o vuole?) sottomettersi a delle regole più grandi di lui ovvero a raccontare il "suo" Esodo senza distanziare troppo quello originale. I compromessi, sovente equilibristici, da lui adottati scontentano entrambi gli estremi del pubblico; tanto quello che si aspettava l'opera religiosa quanto quello che magari avrebbe guardato con interesse a un'opera laica - in fin dei conti, il tema della libertà dei popoli è sempre molto forte. Il problema principale di questa pellicola è che Scott non riesce a creare quello che nel suo cinema è sempre stato un elemento fondamentale. Si tratta dell'identificazione simpatetica del pubblico con il protagonista carismatico, l'eroe del popolo che si erge contro il potere. Qui gli ingredienti sembrano esserci: Mosé dovrebbe essere David e Ramses Golia. Terzo incomodo arriva però Dio, il quale ovviamente si pone da una parte ed è incontrastato. Di qui il paradosso: in Exodus è più facile identificarsi con il faraone, debole e impotente contro forze evidentemente soverchianti, piuttosto che con il personaggio interpretato da Bale. Sarebbe un effetto geniale se fosse voluto; ma non è così: il Ramses di Scott non è cattivissimo ma è comunque cattivo, non puoi davvero stare dalla sua parte. Si crea insomma per tutti i 150 minuti di Exodus un cortocircuito per cui lo spettatore viene sballottato emotivamente da una parte all'altra senza sosta e soprattutto senza che gli venga offerta la possibilità di meditare su altri contenuti (ammesso che ce ne siano)
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