haeddre
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venerdì 20 novembre 2015
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meraviglioso.
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Questa è stato il mio pensiero appena uscita dal cinema. Da tempo non vedevo un film così tenero e struggente ma mai melenso o con cadute nel sentimentalismo. Bravissimo Ian McKellen che mai perde la sua dignità, anche se nel film ha 93 anni e dipende dalle cure della governante. Il titolo del film è stato, come spesso accade in Itali, storpiato dalla trasposizione. Non c'entra nulla l'aggiunta "ed il mistero del caso irrisolto". Dà soltanto una parvenza di giallo al film (forse la casa distributrice aveva paura che non accorresse abbastanza pubblico?). Il titolo esatto è soltanto Mr.Holmes. Sherlock, l'investigatore più famoso del mondo, non esiste più, si è ritirato da decenni in una residenza in campagna, dopo aver sbagliato l'esito della sua ultima indagine, purtroppo con risvolti fatali.
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Questa è stato il mio pensiero appena uscita dal cinema. Da tempo non vedevo un film così tenero e struggente ma mai melenso o con cadute nel sentimentalismo. Bravissimo Ian McKellen che mai perde la sua dignità, anche se nel film ha 93 anni e dipende dalle cure della governante. Il titolo del film è stato, come spesso accade in Itali, storpiato dalla trasposizione. Non c'entra nulla l'aggiunta "ed il mistero del caso irrisolto". Dà soltanto una parvenza di giallo al film (forse la casa distributrice aveva paura che non accorresse abbastanza pubblico?). Il titolo esatto è soltanto Mr.Holmes. Sherlock, l'investigatore più famoso del mondo, non esiste più, si è ritirato da decenni in una residenza in campagna, dopo aver sbagliato l'esito della sua ultima indagine, purtroppo con risvolti fatali. Tutto qui "il giallo" del film. Il vero "giallo" è la vita, nella sua complessità di sentimenti ed emozioni. La vita, che non ha mai un vero perchè, dove nessuno troverà mai il vero significato se non si interroga veramente da dentro: siamo tutti soli e tutti abbiamo bisogno di amore. Ma spesso ce ne dimentichiamo e diamo ragione alle apparenze, cerchiamo misteri dove non ce ne sono e diamo la colpa agli altri delle nostre manchevolezze. In mezzo al frastuono della quotidianità, Mr.Holmes si è ritirato accompagnato sempre dalla sua grande intelligenza ed intuito a vivere fra le api, portatrici di vita e di lavoro, innocui ed innocenti creature, ed ha chiuso fuori il male dalla sua esistenza, dimenticandosi che esiste e dimenticandosi le cose, dandone colpa all'età avanzata, in attesa della morte. Ma la vita non ha ancora concluso, con Mr.Holmes e gli chiede di cominciare a vivere veramente ed a capire che il Male nasce dal far finta che non esista. Così, la vita lo costringe a rivedere ed a risolvere definitivamente l'indagine del suo ultimo caso e di dare giustizia alle vittime innocenti: con il ricordo e con la forza dell'amore al quale prima mai dava importanza, vivendo nell'illusione della sua celebrità e nell'uso della logica: il Male chiede colpevoli, il Bene solo di esistere. Alla fine la vita lo premia: invece di perdere gli affetti che lo circondano ed a rischiare di rimanenere davvero solo, si ritrova una vera famiglia e nuovi potenti legami. E capisce che l'amore può tutto, colma i vuoti e le solitudini, e che un cuore aperto, tenero e riconoscente supera gli ostacoli, l'età e le malattie.
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giuseppe
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domenica 22 novembre 2015
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capolavoro
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Oggettivamente è un bel film, soggettivamente è un capolavoro.
L'ho guardato senza particolari aspettative e ai titoli di coda sono rimasto di stucco rispetto alle mie aspettative. Sicuramente il titolo in italiano non rispecchia quella che è poi la trama del film in quanto richiama quasi un thriller mentre è decisamente un drammatico. Alla fine è anche commovente, molto intenso, e chi ha sempre seguito Sherlock Holmes si ritrova davanti a una storia che non conosceva, un Holmes inedito e molto profondo.
All'inizio la trama è un po noiosa e tende a assopire lo spettatore ma poi riprende la sua dose d'attenzione. Bellissimo il finale.
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Oggettivamente è un bel film, soggettivamente è un capolavoro.
L'ho guardato senza particolari aspettative e ai titoli di coda sono rimasto di stucco rispetto alle mie aspettative. Sicuramente il titolo in italiano non rispecchia quella che è poi la trama del film in quanto richiama quasi un thriller mentre è decisamente un drammatico. Alla fine è anche commovente, molto intenso, e chi ha sempre seguito Sherlock Holmes si ritrova davanti a una storia che non conosceva, un Holmes inedito e molto profondo.
All'inizio la trama è un po noiosa e tende a assopire lo spettatore ma poi riprende la sua dose d'attenzione. Bellissimo il finale.
In particolare vorrei sottolineare l'interpretazione di Ian McKellen che più di ogni altra cosa mi ha sorpreso e per il quale credo che si meriti davvero una nomination agli oscar.
Da vedere, fino alla fine.
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maria cristina nascosi sandri
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sabato 5 dicembre 2015
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non bisogna lasciare la vita senza un senso...
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Mr. HOLMES - Recensione di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
Non bisogna lasciare la vita senza un senso di completezza... (Sherlock Holmes)
E' arrivato da poco nelle sale italiane Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto (Mr. Holmes), un film del 2015 diretto da Bill Condon e interpretato dal grande attore shakespeariano, uno degli ultimi, Ian McKellen nel ruolo del famoso investigatore Sherlock Holmes. Si tratta di un adattamento cinematografico dal libro di Mitch Cullin, A Slight Trick of the Mind (2005) che si può tradurre in Un leggero inganno della mente.
E' un Holmes a cui non siamo abituati, visto che sul mitico eroe di Sir Conan Doyle, si son realizzate montagne di pellicole, ad iniziare dal cinema muto per arrivare all'ultimo di Robert Downey jr, per non parlare delle serie tv che ora van a ruba.
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Mr. HOLMES - Recensione di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
Non bisogna lasciare la vita senza un senso di completezza... (Sherlock Holmes)
E' arrivato da poco nelle sale italiane Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto (Mr. Holmes), un film del 2015 diretto da Bill Condon e interpretato dal grande attore shakespeariano, uno degli ultimi, Ian McKellen nel ruolo del famoso investigatore Sherlock Holmes. Si tratta di un adattamento cinematografico dal libro di Mitch Cullin, A Slight Trick of the Mind (2005) che si può tradurre in Un leggero inganno della mente.
E' un Holmes a cui non siamo abituati, visto che sul mitico eroe di Sir Conan Doyle, si son realizzate montagne di pellicole, ad iniziare dal cinema muto per arrivare all'ultimo di Robert Downey jr, per non parlare delle serie tv che ora van a ruba.
E' un anti-eroe che ormai è giunto alle ultime battute della sua vita e si è ritirato da parecchi anni come detective, dopo il matrimonio del suo aiuto e biografo Watson, in un villino in riva al mare nello splendido Sussex, abbandonando il fittizio indirizzo londinese di Baker Street, 221.
Ciò che l'ha spinto è un senso di colpa che, rimosso, continua a non dargli tregua, seppur subliminalmente. Solo le sue api, la pazienza che la loro cura richiede che sa tanto di saggezza quasi orientale, ed il convivere con una matura signora che gli fa da governante suo malgrado (una Laura Linney sempre molto brava, dimessa, ma non meno incisiva) ed il suo bimbo, il grintoso Milo Parker in odore di enfant prodige, agiranno sulla sua incipiente e svagata vecchiezza come ultimo motore di una vita degna di essere vissuta.
Un testo forse difficile da capire, forse più umano e meno identificabile coi cliché del grande personaggio, ma la vita non sempre 'si fa capire del tutto' - come afferma, fuori dei canoni razionali classici 'deduttivi' del 'metodo holmesiano': anche i geni possono sbagliare e lasciarsi andare, almeno una volta, a patto che la vita non venga 'lasciata' senza un senso di completezza...
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gexwon
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domenica 22 novembre 2015
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oltre la logica e la ragione
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Finalmente. Finalmente in un panorama dove trovare una sceneggiatura originale è sempre più difficile, Bill Condon ci offre una pellicola intensa, non scontata e soprattutto una storia non logora. L'immagine di Sherlock Holmes è quella di un uomo vero, che ha vissuto avventure reali e che al di fuori dei libri, romanzati e preparati per il pubblico, è un uomo con nient'altro che una sviluppata logica e che utilizza il raziocinio in ogni circostanza della vita. Un uomo così non può far altro che scontrarsi con i problemi e le sfide della vita; e così, stanco e invecchiato si ritroverà a combattere per riportare alla luce il suo ultimo caso, quello per il quale si è ritirato dall'attività.
Inevitabile sottolineare la prova di assoluto valore di Ian McKellen, perfettamente calato nel personaggio e assolutamente credibile nelle varie fasi del film.
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Finalmente. Finalmente in un panorama dove trovare una sceneggiatura originale è sempre più difficile, Bill Condon ci offre una pellicola intensa, non scontata e soprattutto una storia non logora. L'immagine di Sherlock Holmes è quella di un uomo vero, che ha vissuto avventure reali e che al di fuori dei libri, romanzati e preparati per il pubblico, è un uomo con nient'altro che una sviluppata logica e che utilizza il raziocinio in ogni circostanza della vita. Un uomo così non può far altro che scontrarsi con i problemi e le sfide della vita; e così, stanco e invecchiato si ritroverà a combattere per riportare alla luce il suo ultimo caso, quello per il quale si è ritirato dall'attività.
Inevitabile sottolineare la prova di assoluto valore di Ian McKellen, perfettamente calato nel personaggio e assolutamente credibile nelle varie fasi del film. L'espediente narrativo della parziale perdita di memoria non è originalissimo, ma tiene comunque il ritmo piuttosto alto, e si adatta ad un personaggio per il quale il mistero è stato una professione. In definitiva film assolutamente consigliato.
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vincenzo ambriola
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domenica 22 novembre 2015
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sherlock holmes inedito e insolito
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Sherlock Holmes si è ritirato a vita privata, alleva api e brucia le lettere che gli propongono casi da risolvere, enigmi da svelare. Vive nella campagna inglese, con una governante e il suo giovane figlio, Roger. La memoria di Holmes sta iniziando a vacillare e l'ultimo caso che non ha risolto prima di ritirarsi lo assilla. Inizia un percorso indietro nel tempo e nella memoria, alla ricerca di indizi e di ricordi che gli permettano di concludere il suo onorato e famoso lavoro di investigatore. Proponendo un Holmes elegante, raffinato, ironico, dissacratore, Holmes ci mostra i lati nascosti di questo personaggio, consapevole che la vita sta terminando e che la razionalità non può compensare la solitudine.
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Sherlock Holmes si è ritirato a vita privata, alleva api e brucia le lettere che gli propongono casi da risolvere, enigmi da svelare. Vive nella campagna inglese, con una governante e il suo giovane figlio, Roger. La memoria di Holmes sta iniziando a vacillare e l'ultimo caso che non ha risolto prima di ritirarsi lo assilla. Inizia un percorso indietro nel tempo e nella memoria, alla ricerca di indizi e di ricordi che gli permettano di concludere il suo onorato e famoso lavoro di investigatore. Proponendo un Holmes elegante, raffinato, ironico, dissacratore, Holmes ci mostra i lati nascosti di questo personaggio, consapevole che la vita sta terminando e che la razionalità non può compensare la solitudine. Sarà il rapporto con Roger a scatenare in Holmes una reazione interna che lo porterà a mettere in discussione l'essenza stessa della sua professione, l'attenzione ai fatti e alla realtà e la pretesa di assoluta oggettività. Condon si rivolge ammiccante a un pubblico sempre più avanti negli anni, che vuole vedere una rappresentazione dei suoi problemi e delle sue ansie. Ma lo perdoniamo, per averci mostrato Sherlock Holmes da una prospettiva inedita e insolita.
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jaylee
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giovedì 3 dicembre 2015
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l’ultimo caso di sherlock
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Interessante come il titolo originale del film seguisse pedissequamente quello del libro di Mitch Cullin “un Impercettibile trucco della mente”. Interessante perché: 1. Forse si perde il vero succo del film, che prende le mosse dalle incredibili capacità di lettura dei dettagli del protagonista, l’arcinoto Sherlock Holmes; 2. Sottolinea con il prefisso, che si vuole scavare nel “vero” Sherlock Holmes, che , pur essendo un personaggio letterario, era un essere umano con i suoi limiti e i suoi difetti.
Bill Condon, dirige per la seconda volta il titanico Ian McKellen dopo Demoni e Dei 1998 (Oscar per la Miglior Sceneggiatura), oltre che la sua attrice prediletta Laura Linney (alla quarta collaborazione).
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Interessante come il titolo originale del film seguisse pedissequamente quello del libro di Mitch Cullin “un Impercettibile trucco della mente”. Interessante perché: 1. Forse si perde il vero succo del film, che prende le mosse dalle incredibili capacità di lettura dei dettagli del protagonista, l’arcinoto Sherlock Holmes; 2. Sottolinea con il prefisso, che si vuole scavare nel “vero” Sherlock Holmes, che , pur essendo un personaggio letterario, era un essere umano con i suoi limiti e i suoi difetti.
Bill Condon, dirige per la seconda volta il titanico Ian McKellen dopo Demoni e Dei 1998 (Oscar per la Miglior Sceneggiatura), oltre che la sua attrice prediletta Laura Linney (alla quarta collaborazione).
Il personaggio di Sherlock Holmes, che ormai è nato quasi 130 anni fa, sembra aver avuto un’interessante rinascita in questa decade, sia al cinema con la versione adrenalinica di Guy Ritchie (e Robert Downey Jr. mattatore), sia in ben due versioni TV, la trasposizione moderna con Jonny Lee Miller e quella più classica con Benedict Cumberbatch. Nessuno di questi, però, aveva avuto l’idea di far vedere uno Sherlock ormai 93enne, ritiratosi sul mare, solo, fragile ed amareggiato, e sull’orlo della perdita delle sue capacità mentali, suo vanto ed eccellenza. Due le cose che gli riempiono la vita: il rapporto col piccolo Roger, figlio della badante, al quale trasmette l’arte dell’apicoltura e dell’osservazione; e la sua ultima missione: cosa lo ha costretto ad abbandonare la sua carriera di investigatore 35 anni prima? Sembra persa in partenza la sua battaglia con l’Alzheimer, ma non desisterà, e sarà l’ultimo caso della sua vita.
Film British a tutti gli effetti, quindi grandissime interpretazioni, e buoni dialoghi seppur un po’ teatrali, storytelling però molto lento, e a tratti da fiction. Lo stile di Condon, qui è proverbiale, e tanti lo ameranno quanto lo odieranno. Che dire di McKellen? Ormai è un monumento,il suo volto è una maschera in grado di invecchiare e ringiovanire col semplice alzarsi di un sopracciglio, e ancor di più stupisce la sua capacità di comunicare attraverso il non detto. Le sue interazioni col piccolo Milo Parker (promettente talento in erba) e con la Linney (attrice di rara intelligenza e versatilità) sono il punto di forza del film, così come la rievocazione degli anni’40, semplice e pulita.
Dove probabilmente zoppica il film , paradossalmente per un prodotto UK per di più basato su un romanzo, è proprio la sceneggiatura: e se davvero struggente è l’epifania del vecchio Sherlock, che capisce come la logica e le fredde convenzioni siano una religione senza gioia, e una schiavitù priva di senso verso il nostro prossimo (quanto dolore inespresso quando afferma che ha perso Watson, senza neanche salutarlo), molto meno efficaci sono i flashback, sia quello dell’effettivo caso Kelmot (la sua ultima missione), sia quello del suo viaggio in Giappone, che davvero così come è presentato, appare davvero posticcio e con forse l’unica motivazione di preparare la scena finale. Molto più funzionale, invece, l’espediente di Holmes che si rivede al cinema, in una specie di prisma suo passato “bidimensionale”; e dismessi cappello da cacciatore e pipa, si spoglierà finalmente dei suoi pesi prima di risolvere il suo ultimo caso: quello della felicità perduta. Elementare, Watson: la vita viene prima. (www.versionekowalski.it
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filippo catani
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lunedì 30 novembre 2015
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l'anziano e malinconico sherlock holmes
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Sherlock Holmes si è ritirato da tempo in campagna dove si dedica al suo allevamento di api. L'investigatore è però tormentato da un vecchio caso di cui cercherà di fare luce.
Dopo lo Sherlock di Downing Jr. con McKellen si ritorna a uno Sherlock diciamo così molto inglese. Aldilà della risoluzione del caso, il film vive di una serie di importanti e malinconiche riflessioni sul passare della vita e del tempo e sulla fatale perdita della memoria che tutto mette in discussione. Il film è molto lento ma proprio per farci entrare nel modo di vedere le cose di un investigatore ormai ultranovantenne che Mc Kellen interpreta superbamente così come molto bella risulta essere la fotografia.
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Sherlock Holmes si è ritirato da tempo in campagna dove si dedica al suo allevamento di api. L'investigatore è però tormentato da un vecchio caso di cui cercherà di fare luce.
Dopo lo Sherlock di Downing Jr. con McKellen si ritorna a uno Sherlock diciamo così molto inglese. Aldilà della risoluzione del caso, il film vive di una serie di importanti e malinconiche riflessioni sul passare della vita e del tempo e sulla fatale perdita della memoria che tutto mette in discussione. Il film è molto lento ma proprio per farci entrare nel modo di vedere le cose di un investigatore ormai ultranovantenne che Mc Kellen interpreta superbamente così come molto bella risulta essere la fotografia. Insomma un bel film per gli amanti del personaggio e delle sue indagini ma anche e soprattutto per chi ha voglia di qualche interessante spunto di riflessione per una storia davvero struggente specialmente nei suoi personaggi femminili.
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aristoteles
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martedì 10 maggio 2016
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mr. holmes e il caso del ricordo rimosso.
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So di poter sembrare cinico ma questo Holmes accompagnato da demenza senile non mi ha convinto pienamente.
Più che in un "giallo" avvincente ci ritroviamo in una marea di ricordi confusi ad osservare un uomo che lotta contro la propria malattia.
Rimorso e penitenza caratterizzano la pellicola,sostenuta da un'ottima fotografia e da discrete interpretazioni.
Un viaggio all'interno dell'uomo piuttosto che l'ennesima avventura dell'investigatore più famoso di sempre.
Holmes viene tradito dunque dalla sua stessa intelligenza che in più di un occasione,come ammette lui stesso,ha sostituito il suo cuore ed i suoi sentimenti più puri rendendolo in fondo un lupo solitario.
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So di poter sembrare cinico ma questo Holmes accompagnato da demenza senile non mi ha convinto pienamente.
Più che in un "giallo" avvincente ci ritroviamo in una marea di ricordi confusi ad osservare un uomo che lotta contro la propria malattia.
Rimorso e penitenza caratterizzano la pellicola,sostenuta da un'ottima fotografia e da discrete interpretazioni.
Un viaggio all'interno dell'uomo piuttosto che l'ennesima avventura dell'investigatore più famoso di sempre.
Holmes viene tradito dunque dalla sua stessa intelligenza che in più di un occasione,come ammette lui stesso,ha sostituito il suo cuore ed i suoi sentimenti più puri rendendolo in fondo un lupo solitario.
Cercherà di porvi rimedio attraverso scelte ben precise e grazie all'aiuto di un bambino (bravo ed intelligente) che in pratica sostituisce il suo compagno di sempre,Watson.
Il finale è delicato e "chiude il cerchio" tuttavia quella parziale sensazione di delusione mi è rimasta dentro.
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ruzzante
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mercoledì 25 novembre 2015
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un holmes che lotta contro se stesso, e vince !
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Davvero interesante questo Sherlock Holmes 90enne alle prese con l'Halzeimer, che lotta contro la sua memoria, costretto da un bambino vivace a frugare nella mente i particolari di una storia che gli fece molto male, fino ad indurlo all'esilio perpetuo nelle hihglands.
Un Holmes che riesce infine a ritrovare un'umanità che, per tutta la sua vita, era stata schiacciata dal peso della sua fredda logica e del suo cinismo.
Il film è ben diretto e ottimamente interpretato da un Ian Mc Kellen gran mattatore. Bene anche i dialoghi. Il messaggio più importante, almeno secondo me è "non c'è una spiegazione per tutto" ... e se lo dice Sherlock Holmes .
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Davvero interesante questo Sherlock Holmes 90enne alle prese con l'Halzeimer, che lotta contro la sua memoria, costretto da un bambino vivace a frugare nella mente i particolari di una storia che gli fece molto male, fino ad indurlo all'esilio perpetuo nelle hihglands.
Un Holmes che riesce infine a ritrovare un'umanità che, per tutta la sua vita, era stata schiacciata dal peso della sua fredda logica e del suo cinismo.
Il film è ben diretto e ottimamente interpretato da un Ian Mc Kellen gran mattatore. Bene anche i dialoghi. Il messaggio più importante, almeno secondo me è "non c'è una spiegazione per tutto" ... e se lo dice Sherlock Holmes ...
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dhany coraucci
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martedì 1 dicembre 2015
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la filosofia nel.... cottage di sherlock holmes
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Innanzitutto non bisogna avere fretta: a guidarci in questo particolare, raffinato thriller filosofico è un 93enne che cammina curvo e adagio, fatica a fare le scale e si dimentica delle cose. E poi si deve avere una certa affinità con l'Inghilterra, perché questo film è inglese fino al midollo. A cominciare dal suo protagonista Ian Mc Kellen che è uno dei più grandi attori teatrali britannici (ricordo la sua magnifica interpretazione di Riccardo III ,1995) il quale, a sua volta, impersona il più celebre detective inglese di tutti i tempi, Sherlock Holmes che trascorre la vecchiaia nella più tradizionale (e splendida) campagna inglese con tanto di cottage, verdi prati, bianche scogliere e.
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Innanzitutto non bisogna avere fretta: a guidarci in questo particolare, raffinato thriller filosofico è un 93enne che cammina curvo e adagio, fatica a fare le scale e si dimentica delle cose. E poi si deve avere una certa affinità con l'Inghilterra, perché questo film è inglese fino al midollo. A cominciare dal suo protagonista Ian Mc Kellen che è uno dei più grandi attori teatrali britannici (ricordo la sua magnifica interpretazione di Riccardo III ,1995) il quale, a sua volta, impersona il più celebre detective inglese di tutti i tempi, Sherlock Holmes che trascorre la vecchiaia nella più tradizionale (e splendida) campagna inglese con tanto di cottage, verdi prati, bianche scogliere e.... api. L'ultimo mistero è sepolto in un senso di colpa che è difficile da evocare. Potete immaginare che non si tratta di un'indagine consueta, l'unico testimone attendibile (si fa per dire) è la sua memoria, che affiora lentamente come i suoi passi, a tratti sfocata, a tratti lucida; e gli unici indizi sono racchiusi nella misteriosa foto di una donna bella con gli occhi tristi. Poi c'è anche tutta la storia legata al Giappone di Hiroshima che non vi sto a raccontare e ci sono le giornate pigre e affaticate nel cottage sorvegliato dall'arcigna (ma sempre affascinante) Laura Linney, governante vedova con figlioletto curioso a carico. Secondo me l'intento del regista Bill Condon (lui e Ian hanno già lavorato insieme in Demoni e Dei, 1998, biografia del regista di Frankenstein morto suicida, James Whale) non è smitizzare il mito, quanto prenderlo a esempio per raccontare come sia arduo lavorare sulla logica quando c'è sempre qualcosa che sfugge a ogni logica. C'è una bellissima scena, dura due minuti, ma è talmente intensa da riscattare tutta la lentezza del film dove Sherlock Holmes rivela il mistero e soprattutto la verità della sua vita: ovviamente non vi dico qual è, ma è lì che si concentra tutta la filosofia più eclatante e pessimista, lì che ritrovo il pensiero dei miei filosofi prediletti e dunque vale la pena resistere, anche se in voi non c'è alcuna affinità con l'Inghilterra. Poi il film prosegue lasciando in disparte quell'arguta visione e se fosse finito male, a me sarebbe piaciuto molto di più.
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