ashtray_bliss
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giovedì 6 ottobre 2016
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una straordinaria storia di amicizia.
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Abel è un aquilotto che appena nato viene spinto giù dal nido dal fratello maggiore, denominato Caino. Abel sopravvive alla caduta e allo shock ma rischia di morire per via degli altri predatori che popolano le montagne austriache, se non fosse che viene trovato e custodito da un bambino, Lukas, uno dei pochi abitanti degli altipiani il quale decide di prendersene cura e accompagnarlo nel suo viaggio verso la maturità e la libertà. Questo è il riassunto della storia alla quale si assiste durante la visione di Abel, il figlio del vento. Un prodotto di ottima fattura, che prevede la cooperazione di più nazioni europee, evidenziate anche dal cast e regia multietnica comprendente francesi, spagnoli e austriaci.
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Abel è un aquilotto che appena nato viene spinto giù dal nido dal fratello maggiore, denominato Caino. Abel sopravvive alla caduta e allo shock ma rischia di morire per via degli altri predatori che popolano le montagne austriache, se non fosse che viene trovato e custodito da un bambino, Lukas, uno dei pochi abitanti degli altipiani il quale decide di prendersene cura e accompagnarlo nel suo viaggio verso la maturità e la libertà. Questo è il riassunto della storia alla quale si assiste durante la visione di Abel, il figlio del vento. Un prodotto di ottima fattura, che prevede la cooperazione di più nazioni europee, evidenziate anche dal cast e regia multietnica comprendente francesi, spagnoli e austriaci. Il prodotto si rivolge alle famiglie intrattenendo in modo intelligente e discorrevole sia gli adulti che gli spettatori più piccoli e riuscendo a mandare un preciso messaggio educativo, semplice ma essenziale sia per le nuove che per le vecchie generazioni: la natura e i suoi abitanti vanno rispettati e protetti a tutti i costi.
Unendo in modo omogeneo incantevoli immagini della natura incontaminata e selvaggia delle montagne alle sequenze documentaristiche che seguono la sopravvivenza degli animali, specialmente delle aquile, si riesce a costruire una storia semplice ma visivamente molto potente e ricca di messaggi morali altamente condivisibili. Il film in fatti, narra la storia di un bambino il quale vivendo in mezzo alla natura solo in essa riesce a trovare conforto per superare i traumi del passato (costituiti dalla perdita della madre e il distacco emotivo dal padre, cacciatore dai metodi bruschi). Un giorno, trovando il giovane aquilotto indifeso e in pericolo, decide di prendersene cura ma non solo; con l'aiuto indispensabile fornito dal guardaboschi (Jean Reno) riuscirà ad addestralo e ricollegarlo con il suo vero istinto selvaggio, restituendolo al suo habitat naturale. Quello stesso istinto un giorno richiama Abel a sè, separandolo dal ragazzo.
Se siete particolarmente sensibili alle storie con protagonisti gli animali, preparatevi a dover versare qualche lacrima perchè il film è di una tale delicatezza e poesia che non può lasciare indifferenti. Sopratutto l'ho apprezzato perchè rivolgendosi prevalentemente ad un gruppo di spettatori minorenni riesce a catturare la loro attenzione attraverso immagini mozzafiato educando contemporaneamente al valore inestimabile della natura e degli animali selvatici, i quali non devono e non meritano di essere trattati al pari degli animali da compagnia. Tali animali sono presenti per abbellire questo mondo nel loro status naturale e selvaggio, senza il bisogno di snaturarli addomesticandoli. Ecco infatti che Lukas diventa un amico fedele di Abel, lo cresce e lo addestra ma preparandolo a reintegrarsi con suo ambiente di appartenenza riprendendo il suo posto nella natura.
Abel rappresenta un film sociale, a tratti fiabesco, di spessore, che colpisce e ammalia per la belezza delle immagini attravverso le quali fotografa l'esistenza di questi splendidi animali selvatici e il loro duro percorso per sopravvivere. Mescolando assieme anche una dolcissima storia di amicizia tra bambino, l'essere umano nella sua forma più pura e innocente, e un animale. Un rapporto di amicizia basato sul reciproco rispetto dell'appartenenza e dei bisogni biologici.
E ci piace pensare che da qualche parte nel mondo esistano ancora bambini, come Lukas, capaci di meravigliarsi, stupirsi e commuoversi davanti alla magnificenza e alla perfezione della Natura e delle sue creature, oltre che a perdersi dentro il mondo luminoso e alienante degli smartphone o dei tablet.
Bravissimo il piccolo Manuel che si immedesima nella parte del sensibile Lukas e che attravverso il percorso formativo che intraprende insieme all'aquilotto riuscirà a superare il trauma del passato e ricongiungersi col padre (un redivivo Tobias Moretti che non vedevo dai lontani tempi di Rex). Reno in questo film occupa il ruolo della voce narrante e serve da mentore per il giovane Lukas.
Un ottimo prodotto insomma, adatto a grandi e piccoli. Sopratutto rivolto a tutti coloro che hanno ancora voglia di lasciarsi trasportare dalla meraviglia selvaggia degli animali e della natura, e che dentro la corazza degli adulti nascondono sempre dei bimbi pronti a commuoversi dinanzi alle separazioni, inevitabilmente dolorose, tra persone e animali.
Se siete fatti di un'anima particolarmente sensibile, preparate i fazzoletti. 4/5 meritati.
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andrea giostra
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giovedì 13 ottobre 2016
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la bellezza e il trionfo della natura pura!
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“Abel – Il figlio del vento” di Gerarldo Olivares e Otmar Penker è un Film bellissimo.
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“Abel – Il figlio del vento” di Gerarldo Olivares e Otmar Penker è un Film bellissimo. E' bellissimo per chi ama il Cinema, per chi ama la Natura, per chi ama aree del nostro pianeta dove la Natura è incontrastata e domina su tutto, per chi ama le belle Storie, per chi ama la vita cristallina e pura vissuta in luoghi incontaminati dall'Uomo!
Il Film è tutto questo: in una parola è una “Poesia”, tradotta dal bravissimo sceneggiatore – Otmar Penker - e dagli altrettanto bravissimi registi - Gerarldo Olivares e Otmar Penker - in narrazione cinematografica brillante e coinvolgente, con una fotografia mozzafiato e ipnotica creata dagli eccellenti Óscar Durán e Otmar Penker
Il Cast si “riduce” a soli tre bravissimi attori francesi (più la mamma scomparsa!): Jean Reno, Tobias Moretti e Manuel Camacho.
La storia non è certamente originale, ma è il modo in cui è raccontata, la cornice fotografica, le scene con gli animali che non hanno nulla da invidiare agli eccellenti documentari della “National Geographic Channel”, che ne fanno un Film bellissimo e nel suo genere estremamente coinvolgente per lo spettatore.
Chi ama la natura, chi ama la vita selvaggia, chi ama posti incantevoli e paradisiaci dovrà prima o poi vedere “Abel”: ne rimarrà incantato!
La Storia narra di una coppia di aquilotti dei quali il più grande ad un certo punto scaccia dal nido il più piccolo, buttandolo giù dal dirupo dove mamma e papà aquile hanno costruito l'inespugnabile nido. E' a quel punto che interviene casualmente Lukas, il piccolo protagonista del Film, vittima adolescente della recente e prematura scomparsa della sua mamma, che ritrova con il piccolo aquilotto la voglia di gioire prendendosi cura del cucciolo bisognoso di affetto e di amore; ed è in questa sfida con la natura che Lukas ritrova la gioia di vivere e inconsapevole percorre la strada che lo porterà dritto dritto verso il sano recupero dell'apparente compromesso rapporto col padre.
Jean Reno, come sempre, recita il suo ruolo in modo brillante, calandosi nella sua parte in modo naturale e spontaneo, arricchendo il film di maestria, talento e bravura recitativa infinita!
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eugen
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lunedì 25 settembre 2023
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non i polizieschi, ma i film di natura i sentiment
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"Wie Bru"der im Wind"(i italiano "AbelIl fgiligio del vento"ma letteralmente"Fratelli nel vento", 2015, diretto da Gerardo Olivares con Otmar Penker, screenplay di Penker con Joanne Reay e Gerard Salmina, produzione internazionale ma realizzato in Austria e in Parte nell'Ampezzano), dimostra che ipiuttosto che i film alpini(o meglio i telefilm)politieschi, valgono i grandi film di natura e di amizia, come qui, dove un ragazzo, in rotta con il padre a causa di un vecchio incdendio di cui llui stesso era stato, senza volere, la causa, alleva un aquilotto e lo segue poi per il resto della sua evoluzione , riacquistando anche il rapporto con il padre, dopo un périodo "critico"e conflittuale.
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"Wie Bru"der im Wind"(i italiano "AbelIl fgiligio del vento"ma letteralmente"Fratelli nel vento", 2015, diretto da Gerardo Olivares con Otmar Penker, screenplay di Penker con Joanne Reay e Gerard Salmina, produzione internazionale ma realizzato in Austria e in Parte nell'Ampezzano), dimostra che ipiuttosto che i film alpini(o meglio i telefilm)politieschi, valgono i grandi film di natura e di amizia, come qui, dove un ragazzo, in rotta con il padre a causa di un vecchio incdendio di cui llui stesso era stato, senza volere, la causa, alleva un aquilotto e lo segue poi per il resto della sua evoluzione , riacquistando anche il rapporto con il padre, dopo un périodo "critico"e conflittuale. Si vede che il "primo regista", lo spagnolo Olivares e'un notevolissimo documentarista con scene bellissime e difatti il film rimane sospeso tra documentazione e "film narrativo", di fiction se vogliamo. A t ratti il ruolo di Tobias Moretti(il padre)e quello di Jean Reno(l guardiaccia e custode del parco naturale, per cosi'dire)e'piuttosto di"supporto", di confronto, con quello che e'il vero protagonista umano, ossia Manuel Camacho, il"falconiere", potremmo dire se si trattasse di un giovnae falco, invece che di un aquilotto. Da qui, credo, anche i commenti critici divisi, prbabilmente sconcertati dalll'ooscillazione del film, appunto, da un genere all'altro. Certo e'che, complessivmaente, anche considerando il valore etico(non solo "morale")del film, esso e'comunque da valutare molto positivamente, a parte, come gia'detto, la qualita'aritsitca delle sequenze. Eugen
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