"Wie Bru"der im Wind"(i italiano "AbelIl fgiligio del vento"ma letteralmente"Fratelli nel vento", 2015, diretto da Gerardo Olivares con Otmar Penker, screenplay di Penker con Joanne Reay e Gerard Salmina, produzione internazionale ma realizzato in Austria e in Parte nell'Ampezzano), dimostra che ipiuttosto che i film alpini(o meglio i telefilm)politieschi, valgono i grandi film di natura e di amizia, come qui, dove un ragazzo, in rotta con il padre a causa di un vecchio incdendio di cui llui stesso era stato, senza volere, la causa, alleva un aquilotto e lo segue poi per il resto della sua evoluzione , riacquistando anche il rapporto con il padre, dopo un périodo "critico"e conflittuale. Si vede che il "primo regista", lo spagnolo Olivares e'un notevolissimo documentarista con scene bellissime e difatti il film rimane sospeso tra documentazione e "film narrativo", di fiction se vogliamo. A t ratti il ruolo di Tobias Moretti(il padre)e quello di Jean Reno(l guardiaccia e custode del parco naturale, per cosi'dire)e'piuttosto di"supporto", di confronto, con quello che e'il vero protagonista umano, ossia Manuel Camacho, il"falconiere", potremmo dire se si trattasse di un giovnae falco, invece che di un aquilotto. Da qui, credo, anche i commenti critici divisi, prbabilmente sconcertati dalll'ooscillazione del film, appunto, da un genere all'altro. Certo e'che, complessivmaente, anche considerando il valore etico(non solo "morale")del film, esso e'comunque da valutare molto positivamente, a parte, come gia'detto, la qualita'aritsitca delle sequenze. Eugen
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