Eleanor e Connor sono una coppia. Sono giovani e felici e hanno una intera vita davanti, che si prospetta altrettanto emozionante come la loro relazione. Ma le cose da lì a breve sono destinate a mutare drasticamente. La coppia infatti si vedrà travolta da un lutto devastante quanto improvviso che li porterà a percorrere due strade diverse, e inevitabilmente li separerà, per poi forse farli ricongiungere insieme alla consapevolezza che il dolore di una perdita non si supera e non si dimentica. Si può solo sopravvivere e forse insieme condividerrne l'indelebile peso che lascia.
Date queste importanti premesse qui assistiamo al'atto terzo di un unico prodotto cinematografico suddiviso in tre film. Ned Benson, appoggiato dalla stessa Chastain qui anche nelle vesti di produttrice, hanno creato la storia di Eleanor e Connor decidendo di raccontarla dalla prosettiva di lei, poi di lui, ed infine (forse anche sotto le esigenze di marketing) di riassumere la storia in un terzo e conclusivo capitolo (Them) che cerca di ripercorrere e ricostruire le scelte, le reazioni, la maturità e la profondità psicologica dei due protagonisti della storia.
Il film però si concentra inevitabilmente sul suo centro gravitazionale, ovvero Eleanor Rigby (il suo nome completo); una giovane donna che non appena si vede la vita crollarle addosso causa la morte prematura e inaspettata del suo bambino, decide di sparire -letteralmente- dalla vita del marito Connor. Così all'improvviso, senza lasciare traccia o messaggi, Eleanor tenta di scappare da una realtà che la sta soffocando e dentro la quale lei stessa non si sente più viva. E come la sua omonima della canzone dei Beatles, si ritrova intrappolata nella vuotezza e solitudine di un'esistenza che pare ormai essere priva di ogni significato. Prima cercherà di uscirne attraverso un tentato suidicio, che contrariamente la riavvicinerà ai suoi genitori e alla sorella minore. Successivamente proverà a rimettere in piedi la sua vita iscrivendosi ad un corso universitario d'identità, in un disperato tentativo di riappropriarsi della sua stessa identità e riempire un vuoto incolmabile, distraendosi da pensieri e ricordi che continuano a tornare a galla, tormentandola e isolandola dal resto del mondo.
Connor, dal canto suo, supera il dolore dedicandosi alla sua attività di manager d'un piccolo bar di quartiere, mentre anch'esso, spinto dal bisogno di evadere da quei spazi che sono ormai troppo pesanti da affrontare da soli, torna a vivere momentaneamente col padre, un ricco uomo d'affari ormai decaduto sia psicologicamente che finanziariamente.
Entrambi si riagganciano ai loro genitori, reduci dalla loro breve esperienza genitoriale, trovano conforto ma anche comprensione oltre ad un unica occassione per ricongiungersi con loro, questa volta in modo più maturo e cosciente.
Sia Ella che Connor, ricominciano a costruirsi una vita, nel difficile periodo transitorio tra il lutto per la morte di loro figlio e la precendente vita di coppia, grazie ai loro genitori e parenti, che con i loro limiti e imperferzioni li sproneranno a diventare persone migliori, superando loro stessi e mettendo delle solide basi per ricostruirsi una vita.
Il film tocca diverse tematiche pesanti da affrontare, specialmente in un unico prodotto cinematografico : il lutto per la perdita di un bambino, la depressione, l'estraneazione, l'allontanamento, la crisi esistenziale e gli affetti che questi fattori hanno sulla psiche dei protagonisti ma anche l'impatto che provocano nella vita di chi gli ruota attorno. E se Eleanor si rifugia in un limbo instabile ed isolato dal resto del mondo e mentre resta in sospeso in un universo vuoto e vano dal quale è incapace di coglierne le emozioni, le sfide e i nuovi inizii, Connor fà del suo meglio per evitare di fallire il suo bar, provando a ricostruirsi una nuova vita ma finendo sempre col rincorrere e cercare Eleanor Rigby, riprovando ogni volta a ricominciare tutto da capo insieme a lei. I due amanti e coniugi si incontrano, si cercano ma alla fine continuano imperterriti nella loro strada personale alla ricerca della rinascita per poi, forse finire ad incontrarsi di nuovo e possibilmente mettere le basi di una nuova fase comune della loro vita.
Il film di Benson propone delle tematiche gia' ampiamente sfruttate dai suoi colleghi durante gli anni (basti pensare a titoli come Rabbit Hole, Alabama Monroe, Reservation Road) che ruotano attorno all'elaborazione del lutto dopo la perdita di un figlio e le dinamiche che sopravvengono nella relazione di coppia nel periodo successivo. Ma il film in questione ha forse una marcia in più: non si sofferma ad analizare mieticolosamente il lutto e il dolore, strumentalizzandolo, ma aggrava i suoi protagonisti con delle vere e proprie crisi esistenziali che li porteranno prima ad isolarsi dal mondo (Eleanor in particolare) ma successivamente a superare i loro ostacoli personali e riorganizzare la loro vita. Ripartire da zero, uscendo da quello stato di vuotezza e stasi isolatrice che caraterizza la loro esistenza.
Ella e Connor non devono solo decidere il futuro della loro relazione, ma anche della loro vita individualmente, riscoprire le loro ambizioni, le loro speranze, inseguire i loro sogni e realizzarli, ma anche riassestare il rapporto (spesso turbolento) con i genitori: Eleanor con sua madre. Connor col padre.
Forse il film pecca nella sua ecclatante semplicità, nella sua linearità di eventi che si susseguono, senza alcuna svolta narrativa o colpo di scena memorabile. Eppure questo elemento vorrebbe essere la sua carta vincente. La scomparsa di Eleanor Rigby non vuole essere l'ennesimo film sdolcinato e romantico, nè il solito film esistenziale che indaga in profondità quel silenzioso cancro che si chiama depressione. Eppure con estrema grazia e caparbietà tocca tutte queste tematiche. Senza mai fuoruscire dai canoni del cinema mainstream (e di qualche stereotipo di genere) riesce comunque a intrattenere egregiamente il pubblico, senza eccessi di alcun tipo, ma forse per questo è proprio in grado di conquistare quella fetta di pubblico che ormai si vuole distaccare dai film azionistici e colmi di effetti speciali e scenegiature da capogiro.
Sicuro è che le interpretazioni sono genuine e convincenti, su tutti quella della Chastain che sì interpreta un personaggio egocentrico, arrogante e permaloso ma anche infinitamente fragile, complicato ed incompreso.
Fotografia molto curata nei minimi dettagli, sia interni che esterni.
Una pellicolla che vale decisamente la pena di scoprire.
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