Il ragazzo invisibile

Gabriele Salvatores, noto e apprezzato regista italiano, decide con "Il ragazzo invisibile" di buttarsi in un genere assolutamente sconosciuto al cinema dello stivale. Il film narra la storia di Michele Silenzi, ragazzo delle medie vittima di bullismo da parte di alcuni compagni e protetto solo da una madre single poliziotto (Valeria Golino); dopo l'ennesima umiliazione subita dai "bulli", scopre di aver acquisito il potere dell'invisibilità. Ci gioca, si toglie qualche soddisfazione, imparando man mano come utilizzare i suoi poteri e di pari passo capirà chi è realmente. Salvatores riprende i comic-movie americani con leggerezza e con semplicità, con alcune sequenze veramente gradevoli (la scena d'apertura è veramente bella), fotografia veramente notevole e cast equilibrato, tenerissimo il rapporto fra Michele e la bambina Candela. Cosa possiamo rimproverare a Salvatores? Se lo consideriamo come un primo tentativo in un genere assolutamente distante dalle abitudini del regista, niente. Altrimenti i punti sono tanti: i dialoghi, sopratutto nella parte coi bulli, sono insufficienti e pieni zeppi di "scene cliché", e non aiutano gli attori ragazzi a ben figurare. Sarebbe stato veramente apprezzabile se l'ormai stra-utilizzato tema del bullismo venisse trattato non tanto con profondità (non si può pretendere in un film come questo), ma con più rotondità e con una maggiore ricerca visto che la violenza tutto è tranne che indolore (fisicamente e non) e scontata (chiedere a Stanley Kubrick). La cura è appena sufficiente anche nella sceneggiatura: il film cita (o ruba) fin troppo dai fumetti americani riducendosi ad un collage di altri supereroi senza nulla di straordinario da raccontare; nella sua voluta leggerezza e nel montaggio rassicurante trova sì la buona pace dello spettatore, regalandogli anche qualche sana risata, ma rende tutto esageratamente didascalico e prevedibile perdendo così l'anima dei comics: la loro epicità e la forza dei suoi personaggi, decisamente troppo piatti. Piccolo post scriptum: credo che il personaggio del "Cieco" (evito spoiler) sia il costume più trash e meno credibile che abbia visto in pellicole di livello e regala diversi momenti, grazie anche alla sceneggiatura, di delizioso macciocapatondismo. Aspetto di rivederlo nel sequel.