inesperto
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martedì 23 settembre 2014
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abolire questo modo di girare!
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La camera che si muove in continuazione, sullo stile amatoriale, non favorisce certamente la comprensione del film, anzi... provoca la nausea ed il mal di testa. Ormai, però, c'è tutto un pubblico che adora questo modo di girare le scene. Lo spunto della trama (una città dei morti sotterranea) era ottimo ed è stato sprecato del tutto. Prima metà del film noiosa; la seconda metà sembrava diventare avvincente, ma s'è, infine, arenata anch'essa, senza motivare adeguatamente ciò che veniva mostrato. Tra lo stile archologico e quello horror, il film è rimasto a metà del guado, lasciando molta insoddisfazione.
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(di salva66)
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silvano bersani
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lunedì 22 settembre 2014
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non è banale
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Di cimiteri e ossa umane più o meno decomposte è disseminato tutta la storia del cinema. Per questo devo ammettere un po' di esitazione davanti alla cassa del multiplex.
Invece, pur nei limiti del film di genere, non tradisce le promesse e ragala qua e là qualche momento di bel cinema.
Molto azzeccata la regia in "soggettiva" (alla Cloverfield, per intenderci): qui, oltre al mero artificio narrativo, diventa il personaggio "in più" che fa quadrare gli azzardi della sceneggiatura. Giusto il casting. Affascinante la cornice letteraria dei sotterranei parigini. Corrette anche le citazioni dei riti esoterici alchemici.
I rischi che corre il regista sono molti: dalla riproposizione (la millesima?) di un altro dan_brown, agli arzigogoli topologici pseudo intellettuali (alla Cristopher Nolan di Inception).
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Di cimiteri e ossa umane più o meno decomposte è disseminato tutta la storia del cinema. Per questo devo ammettere un po' di esitazione davanti alla cassa del multiplex.
Invece, pur nei limiti del film di genere, non tradisce le promesse e ragala qua e là qualche momento di bel cinema.
Molto azzeccata la regia in "soggettiva" (alla Cloverfield, per intenderci): qui, oltre al mero artificio narrativo, diventa il personaggio "in più" che fa quadrare gli azzardi della sceneggiatura. Giusto il casting. Affascinante la cornice letteraria dei sotterranei parigini. Corrette anche le citazioni dei riti esoterici alchemici.
I rischi che corre il regista sono molti: dalla riproposizione (la millesima?) di un altro dan_brown, agli arzigogoli topologici pseudo intellettuali (alla Cristopher Nolan di Inception). Invece, con mano (e sceneggiatura) sapiente e furba si ferma sempre un attimo prima di cadere nel luogo comune.
Il film, senza gridare al capolavoro, acquista una sua ragion d'essere e noi ne siamo grati.
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ashtray_bliss
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venerdì 2 giugno 2017
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dante's inferno.
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As Above, So Below è un horror intelligente ma sicuramente passato quasi inosservato per via del suo ovvio difetto più grosso: il formato found footage. Un modo nauseante e stancante di girare le pellicole che spesso rendono solo più confondente e meno convincente il prodotto finale. A parte questo palese difetto di forma, è un prodotto molto intelligente che versa più sul genere del thriller psicologico che non su quello horror/ splatter e riesce a mantenere elevata l'attenzione e l'interesse di un certo tipo di spettatori anche grazie all'abbondante e costante uso di citazioni e analogie che anche se non vengono approfondite rendono il film infinitamente più affascinante di altri.
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As Above, So Below è un horror intelligente ma sicuramente passato quasi inosservato per via del suo ovvio difetto più grosso: il formato found footage. Un modo nauseante e stancante di girare le pellicole che spesso rendono solo più confondente e meno convincente il prodotto finale. A parte questo palese difetto di forma, è un prodotto molto intelligente che versa più sul genere del thriller psicologico che non su quello horror/ splatter e riesce a mantenere elevata l'attenzione e l'interesse di un certo tipo di spettatori anche grazie all'abbondante e costante uso di citazioni e analogie che anche se non vengono approfondite rendono il film infinitamente più affascinante di altri.
Innanzitutto l'intero film è una riuscita rappresentazione dell'articolato Inferno di Dante ecco perchè i suoi protagonisti scendono continuamente di livello (9 in totale), proprio come se scendessero nei nove gironi dell'inferno, e ad ogni livello devono affrontare le loro più recondite paure e colpe, le quali andranno affrontate ed espiate, pur di restare in vita. Inoltre, il film presenta anche notevoli citazioni e riferimenti tratte da dottrine filosofiche antiche (egiziane, greche) e richiami all'esoterismo alchemico da cui è tratta la frase che serve da titolo in originale. Infatti, il principio di "come sopra cosi sotto" rappresenta una delle sette verità universali espresse dall'alchimista Trismegisto, considerato uno dei padri di questa ondata di filosofia ermetica. L'alchimia nella pellicola è anche l'elemento che serve da filo conduttore, siccome la protagonista Scarlett seguendo le orme del padre, si convince che nelle catacombe parigine vi sia nascosta la pietra filosofale e ciò la spinge ad organizzare una missione, clandestina e pericolosa, addentrandosi nelle catacombe parigine.
Ovviamente l'elemento predominante della pellicola è la sensazione di claustrofobia, qui ben costruita e trasmessa al pubblico, ma altrettanto importante è l'elemento del buio che rappresenta una delle ataviche paure dell'umanità. Addentrarsi nelle anguste, chiuse e buie catacombe crea un'atmosfera colma di tensione e mistero che avvolge il luogo e i protagonisti. La morte è un'altro simbolismo onnipresente nella pellicola e un'altro dei leit motiv il che potrebbe apparire scontato per un horror ma non sempre accade. La location scelta poi è decisamente idonea per la storia narrata.
Le catacombe, luogo suggestivo di per se, rappresentano il luogo di morte per antonomasia essendo intrinsecamente legate alla loro antica funzione cimiteriale e per estensione legate al culto e al mistero della morte. I protagonisti si addentrano in un luogo lugubre e carico simbolismi e di mistero, entrando in pieno contatto col mondo dei morti, immergendosi in questa dimensione parallela che li condurrà in un viaggio dritti al centro dell'inferno come descritto nella mitologia dantesca. Importante anche l'elemento del paranormale, con tanto di apparizioni di fantasmi e demoni, che risulta gestito molto bene, in modo misurato e intelligente, per enfatizzare la natura (infernale) del luogo e testare la resistenza degli avventurieri ma senza eccedere nello splatter o rischiare di cadere nel ridicolo. Sensi di colpa mai superati riemergono dirompenti e chiedono di essere affrontati i protagonisti. La salvezza viene garantita soltanto da coloro che rettificano il proprio errore, ammettendo le proprie colpe. Il tutto mentre la loro discesa nelle catacombe si fa sempre più fitta e colma di misteri da risolvere attraverso enigmi da risolvere e segni, disseminati ovunque, da interpretare.
E per uscire da questo labirinto infernale bisogna andare sempre più a fondo, scendere sempre più in basso finchè non verrà rivelato il mistero: quello dei morti è un mondo parallelo e capovolto rispetto al nostro (con le leggi della gravità inverse) che comunica con quello dei vivi e che talvolta, come spesso nella mitologia accade, permette ai suoi eroi di tornare indietro; restituendoli al mondo che appartiene loro. I paralellismi con l'opera dantesca sono lapalissiani, anzi, l'intero film è una sorta di adattamento/ omaggio dell'opera letteraria più famosa d'Italia. In questa chiave di lettura va interpretato anche il finale con entrambi i protagonisti principali che riescono a riemergere e sigillare la loro salvezza.
In definitiva, un film interessante colmo di citazioni intellettuali e ricercate, che costruisce una solida atmosfera ansiogena e opprimente ma che viene penalizzato dal suo formato in stile found footage. Buono il livello recitativo e buona la storia narrata, decisamente sopra la media degli horror proposti negli ultimi anni. Consigliato vivamente a chi vuole vedere un film più ricercato e intellettualmente stimolante del solito a condizione che regga lo stile 'camera amatoriale'. Personalmente l'ho reputato una piacevolissima sorpresa. 3/5.
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veritasxxx
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mercoledì 17 settembre 2014
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le voyage dantesque
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Sarebbe interessante fare un conto di quanti film hanno come protagonista Parigi ed i suoi sotterranei, attraversati da lunghissimi corridoi e da catacombe ancora inesplorate che, secondo Scarlett, l'esperta studiosa di antichi misteri interpretata da Perdita Weeks, nascondono il nascondiglio che custodisce la pietra filosofale. Inutile andare in ulteriore dettaglio di una storia campata in aria che serve solo da pretesto per indurre l'audace e stranamente attraente ricercatrice e un gruppo di speleologi locali a scendere negli anfratti bui del sottosuolo parigino, calandosi in pozzi, traducendo antiche scritture, risolvendo enigmi e, come in una discesa all'inferno, precipitando in un abisso senza fine che riporterà i partecipanti all'escursione a scavare nel loro passato e pentirsi dei loro peccati per ritrovare l'uscita in un vero e propio viaggio catartico con connotazioni di Alighieriana memoria.
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Sarebbe interessante fare un conto di quanti film hanno come protagonista Parigi ed i suoi sotterranei, attraversati da lunghissimi corridoi e da catacombe ancora inesplorate che, secondo Scarlett, l'esperta studiosa di antichi misteri interpretata da Perdita Weeks, nascondono il nascondiglio che custodisce la pietra filosofale. Inutile andare in ulteriore dettaglio di una storia campata in aria che serve solo da pretesto per indurre l'audace e stranamente attraente ricercatrice e un gruppo di speleologi locali a scendere negli anfratti bui del sottosuolo parigino, calandosi in pozzi, traducendo antiche scritture, risolvendo enigmi e, come in una discesa all'inferno, precipitando in un abisso senza fine che riporterà i partecipanti all'escursione a scavare nel loro passato e pentirsi dei loro peccati per ritrovare l'uscita in un vero e propio viaggio catartico con connotazioni di Alighieriana memoria.
Saranno stati forse i vaghi ricordi della tragedia del pozzo artesiano di Vermicino o il fatto di essere leggermente claustrofobico, ma il film riesce nell'intento di trasmettere un senso di angoscia e di terrore mano a mano che, scendendo sempre più in profondità, l'uscita dalla città dei morti sembra un sogno impossibile. In un paio di occasioni mi sono ritrovato ad urlare e gesticolare con le braccia per difendermi dai mostri che spuntano come noccioline dagli oscuri corridoi del labirinto che tiene intrappolati i protagonisti e questo mi induce a pensare che il giovane regista John Erick Dowdle abbia fatto un discreto lavoro, pur avendo a disposizione un budget decisamente low cost.
Come più facilmente intuibile dal titolo inglese del film, "As Above, So Below", il film gioca sul paradosso degli specchi inversi e solo andando a fondo nelle profondità più cupe a Scarlett e pochi altri superstiti sarà possibile risalire verso la luce e ritrovare l'uscita, ma non prima di aver ripercorso da capo tutto il tragitto affrontando i demoni della propria coscienza.
Il film non è un capolavoro, ricorda vagamente Descent e probabilmente usciranno altri dieci film con un tema simile nei prossimi anni; ciò nonostante si può vedere e fa arrivare a destinazione i brividi che ci si aspetta di provare da un film del genere.
Belissimo il montaggio finale nei titoli di coda, con foto di cimiteri e altri luoghi maledetti al suono indie-rock di "Hypsoline" dei LaFemme.
"I signori si affrettino, il locale sta chiudendo. L'uscita é al piano di sotto."
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gianleo67
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domenica 11 gennaio 2015
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ossessioni ermetiche di una lara croft d'oltralpe
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Dopo il suicidio del padre, per anni ossessionato dagli studi sulle opere dell'alchimista francese Nicolas Flamel, la giovane e brillante archeologa Scarlett Marlowe (Perdita Weeks) riesce a decifrare un codice segreto che le consente di individuare nelle catacombe parigine il luogo dove sarebbe custodita la famosa pietra filosofale. Alla testa di una spedizione costituita da un gruppo di giovani compagni, intraprende un viaggio senza ritorno nelle viscere della capitale francese che la condurra ben oltre le soglie del Regno delle Tenebre.
Facile miscellanea di stili (il 'found-footage' da horror documentaristico) e tematiche (i miti alchemici, gli spauracchi inferici, le ossessioni familiari,etc.
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Dopo il suicidio del padre, per anni ossessionato dagli studi sulle opere dell'alchimista francese Nicolas Flamel, la giovane e brillante archeologa Scarlett Marlowe (Perdita Weeks) riesce a decifrare un codice segreto che le consente di individuare nelle catacombe parigine il luogo dove sarebbe custodita la famosa pietra filosofale. Alla testa di una spedizione costituita da un gruppo di giovani compagni, intraprende un viaggio senza ritorno nelle viscere della capitale francese che la condurra ben oltre le soglie del Regno delle Tenebre.
Facile miscellanea di stili (il 'found-footage' da horror documentaristico) e tematiche (i miti alchemici, gli spauracchi inferici, le ossessioni familiari,etc.) di un cinema 'de paura' che sembra aver da tempo superato il limite massimo di inflazione cinefila, questo adventure-horror del 40 enne John Erick Dowdle incrocia le atmosfere claustrofobiche e tenebrose già viste in 'Catacombs - Il mondo dei morti' (che fantasia nei titoli della distribuzione nostrana!) con lo spirito indomito e la sete di conocenza di una moderna Lara Croft d'Oltralpe guidata dall'esempio paterno e, come quello, ossessionata dal Sacro Graal di una ricerca alchemica da condurre comodamente appena oltre la porta di casa. Se lo scontato dejavù di una siffatta operazione derivativa lascerebbe pensare ad un'accumulo banalizzante degli stereotipi e dei prototipi del genere e se questa impressione è sicuramente confermata dalla linearità un pò pretestuosa della trama e dalla prevedibiltà monodimesionale dei caratteri in gioco, è anche vero che un film del genere si alimenta di un immaginario iconografico e delle suggestioni labirintiche di un virtuosismo registico che insegue l'orrore nei campi stretti e strettissimi dell'inestricabile ginepraio di un mondo sotterraneo e sconosciuto, confermando che la formuletta funziona oltre ogni sentenza inappellabile ed ogni ragionevole dubbio. Al netto quindi di una confezione spartana, questo B-Movie che raccatta formulette alchemiche e (falsi) miti letterari, si dimostra ben più originale di alcune pompose operazioni mainstream ('Angeli e demoni' - 2009 - Ron Howard) contaminado ,seppur con esiti contraddittori ed a volte involontariamente ridicoli, lo psuedo-realismo di una docu-fiction in presa diretta con i sobbalzi belli e buoni del fantastico orrifico alla Dario Argento ('Inferno' - 1980; con tanto di tristo mietitore incappucciato e seduto di schiena) , salvo riscattarsi in un finale dove la discesa agli inferi (V.I.T.R.I.O.L) non può che condurre ad un ribaltamento prospettico e misterico ('As Above, So Below') ed alla presa di coscienza di una dottrina ermetica che affranchi i superstiti dal senso di colpa e li faccia finalmente riemergere (agli antipodi) 'a riveder il sole l'altre stelle'. Perdita Weeks non sarà carina come la Sossamon, ma ci sa fare lo stesso!
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elgatoloco
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venerdì 7 maggio 2021
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found footage distoglie dalla"cosa"
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"Niecropolis"-"As Above, so Below"(JOhn Erick Dowdle, scritto con Erick Dowdle, 2014)racconta di un'arechoeologa impegnata, nella zona catacombale di Parigi, a ritrovare, sulle orme del padre, anch'egli archeologo, la pietra filosofale di Flamel, che darebbe una sorta di quintessenza alla conoscenza totale. Si fa aiutare da un gruppo di"habitués"del furto, compreso un certo"Papillon", il cui soprannome dice tutto, ma anche da un collaboratore di sempre... Durante il drammatico viaggio il gruppo troverà molte tragiche difficoltà, portando a un ridimensionamento del team stesso, anche a causa dell'intervento di forze che eccedono quelle"terrene".
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"Niecropolis"-"As Above, so Below"(JOhn Erick Dowdle, scritto con Erick Dowdle, 2014)racconta di un'arechoeologa impegnata, nella zona catacombale di Parigi, a ritrovare, sulle orme del padre, anch'egli archeologo, la pietra filosofale di Flamel, che darebbe una sorta di quintessenza alla conoscenza totale. Si fa aiutare da un gruppo di"habitués"del furto, compreso un certo"Papillon", il cui soprannome dice tutto, ma anche da un collaboratore di sempre... Durante il drammatico viaggio il gruppo troverà molte tragiche difficoltà, portando a un ridimensionamento del team stesso, anche a causa dell'intervento di forze che eccedono quelle"terrene". Alla fine si renderà contro, però, dei termini reali del problema. Per chiarire brevemente i termini del problema: gli alchimisti(e non solo loro, ma loro in particolare)cercavano la pietra filosofoale, non per"convertire ogni sostanza in oro", come sosteneva la vulgata, ma per scoprire il segreto dell'immortalità(cfr., inter cetera)il mito di Faust nelle sue diverse declianzioni, da Marlowe a Goethe al dopo)e la conoscenza assoluta della realtà, Forse le aspirazioni qui sono pià modeste, anche perché la protagonista, l'atrice Perdita Weeks, segue in particolare le orme paterne, ma comunque abbastanza elevate: quando afferma": "COme in altro così in basso", certo in forma notevolmente vol.garizzata, è una famosa espressione di Ermete Trimegisto(alla lettera. Ermete tre volte gande), mitico autore di età tardo.ellensitica, dunque non è di conio dell'autore del film, come credo sia necessario precisare. Inoltre, la tecnica citata, con la camera in spalla, oscillante, provaoca inutialmente un effetto di diegesi estreaeeame marcata, che distoglie, direi"fatalmente"l'attenzione di chi guarda e segue il film dlala vicenda stessa, relativizzandola in mdoo estremo, portando a distogliersi da quanto narrato dal film, motivo per il quale, in fin dei conti, dal film stesso ci si allontanata o comunque lo si vede come qualcosa di narrato , che non ci riguarda, motivo per il quale anche gli"effetti horror",che c sono, indubbiamente, vengono a risultare molto sfocati rispetto a quanto si vorrebbe. Perdita Weeks è abbastanza convicente nel ruolo principale, Ben Feldman, Marion Lambert e François Civil("Papillon)la accompagnano in questa"dis-avventura". El Gato
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pincopallo
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venerdì 31 dicembre 2021
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lo spinoff sul polizio è d''obbligo
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Partenza scoppiettante con un poliziotto rugbista che placca in un abbraccio mortale uno dei protagonisti (per motivi non precisati) per convincere il caghetta ad entrare con gli altri a morire. Ma chi siamo noi per giudicare le forze dell'ordine francesi? Sono sicuramente persone che non lasciano nulla al caso. Tranne... per una simpatica messa satanica all'entrata di una fogna. Tutto normale. Gira gente strana da queste parti, è risaputo.
Non mi spingo oltre. Il film mi è piaciuto molto lo consiglio agli appassionati del football americano e di altri prodotti dello spettacolo recente, tipo Forum.
Solo in una cosa non mi sento soddisfatto al cento percento.
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Partenza scoppiettante con un poliziotto rugbista che placca in un abbraccio mortale uno dei protagonisti (per motivi non precisati) per convincere il caghetta ad entrare con gli altri a morire. Ma chi siamo noi per giudicare le forze dell'ordine francesi? Sono sicuramente persone che non lasciano nulla al caso. Tranne... per una simpatica messa satanica all'entrata di una fogna. Tutto normale. Gira gente strana da queste parti, è risaputo.
Non mi spingo oltre. Il film mi è piaciuto molto lo consiglio agli appassionati del football americano e di altri prodotti dello spettacolo recente, tipo Forum.
Solo in una cosa non mi sento soddisfatto al cento percento. Perché il regista, una volta usciti dal tombino, non ci ha deliziato con un bel placcaggio di gruppo?
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kayako
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giovedì 19 febbraio 2015
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buon horror claustrofobico
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Trovo che il film abbia raggiunto appieno lo scopo di suscitare ansia e senso di claustrofobia nello spettatore. A parere mio, inoltre, trovo che l'uso che si fa della videocamera sia più che azzeccato, dato che rende la storia, in qualche modo, molto realistica. Credo anche che la recitazione sia molto buona: d'altra parte, con questi tipi di film girati in "stile documentario", quest'ultima gioca un ruolo più che fondamentale, poiché il tutto deve sembrare una documentazione dei fatti reale e non fatta apposta. Nel complesso, direi che, per gli amanti del genere, è un film da vedere, in quanto sfrutti molto bene il senso di claustrofobia, portando lo spettatore a sentirsi coinvolto nella vicenda e a stare con gli occhi aperti e attento durante tutta la durata della pellicola.
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Trovo che il film abbia raggiunto appieno lo scopo di suscitare ansia e senso di claustrofobia nello spettatore. A parere mio, inoltre, trovo che l'uso che si fa della videocamera sia più che azzeccato, dato che rende la storia, in qualche modo, molto realistica. Credo anche che la recitazione sia molto buona: d'altra parte, con questi tipi di film girati in "stile documentario", quest'ultima gioca un ruolo più che fondamentale, poiché il tutto deve sembrare una documentazione dei fatti reale e non fatta apposta. Nel complesso, direi che, per gli amanti del genere, è un film da vedere, in quanto sfrutti molto bene il senso di claustrofobia, portando lo spettatore a sentirsi coinvolto nella vicenda e a stare con gli occhi aperti e attento durante tutta la durata della pellicola.
Mi è piaciuto molto, sono rari i film girati in questo modo che vengono bene.
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new flesh
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giovedì 18 settembre 2014
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nonostante tutto si regge in piedi benissimo
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Per parlare di questo film non si può non parlare del nostro amato amatoriale che ormai è stato consegnato alla storia del cinema come stile codificato e che in quanto tale ha delle potenzialità notevoli,delle regole e quindi dei rischi.Necropolis ci fa una specie di seminario su tutti e tre questi punti:a livello estetico il found footage è sfruttato splendidamente e,anzi,se il film fosse stato girato col "metodo tradizionale" molti di noi lo avrebbero rimpianto,perchè l'idea di girovagare nelle catacombe tra cunicoli,ombre,pozzi profondissimi,tunnel di ossa umane viene esaltata benissimo da tutte le possibilità che questo stile permette:punti di vista trasverali,l'orrore consegnato spesso con punti di vista decentrati grazie all'idea della telecamera sui caschi da minatore (ad esempio quando qualcuno si guarda attorno terrorizzato e uno spettro o un'ombra entrano fugaci nella visuale)che rende tutto più realistico e tridimansionale,immergendo lo spettatore completamente nella scena.
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Per parlare di questo film non si può non parlare del nostro amato amatoriale che ormai è stato consegnato alla storia del cinema come stile codificato e che in quanto tale ha delle potenzialità notevoli,delle regole e quindi dei rischi.Necropolis ci fa una specie di seminario su tutti e tre questi punti:a livello estetico il found footage è sfruttato splendidamente e,anzi,se il film fosse stato girato col "metodo tradizionale" molti di noi lo avrebbero rimpianto,perchè l'idea di girovagare nelle catacombe tra cunicoli,ombre,pozzi profondissimi,tunnel di ossa umane viene esaltata benissimo da tutte le possibilità che questo stile permette:punti di vista trasverali,l'orrore consegnato spesso con punti di vista decentrati grazie all'idea della telecamera sui caschi da minatore (ad esempio quando qualcuno si guarda attorno terrorizzato e uno spettro o un'ombra entrano fugaci nella visuale)che rende tutto più realistico e tridimansionale,immergendo lo spettatore completamente nella scena.Stesso discorso per le varie interferenze a causa di tuffi nell'acqua e crolli.veniamo agli intoppi:"found footage" vuol dire che i filmati vengono ritrovati,quindi l'uso arbitrario dei punti di vista che prediligono certe visuali più funzionali rispetto ad altre(ricordando molto i cambi di inquadrature tradizionali)forse dovrebbero essere giustificate in qualche modo(anche solo indicando all'inizio che i filmati ci vengono proposti da x o y).Ma facciamo che ci sta bene(anche perchè è una licenza che spesso ci ritroviamo davanti). Un'altra importante ingenuità è il fatto che ci giungono filamti ripresi da telecamere di gente morta e rimasta nelle catacombe,come siamo arrivati a vederli?Qualcuno ha recuperato i cadaveri e quindi le telecamere?facciamo che ci sta bene anche questo.Il finale ci mette però a dura prova:Di chi è il punto di vista? chi è che riprende?Troppo tardi per parlare di mescolare il F.F. con lo stile tradizionale.Però il finale è talmente una ciliegina sulle trovate creative e surreali,sull'idea di concretizzare i traumi e le paure dei protagonisti (che ci regala delle sequenze notevoli)sull'uso felice e creativo degli spazi,che ci facciamo piacere pure qualche strafalcione,non ultima la storia,che può essere pretestuosa quanto si vuole ma qui sfiora ainoi il ridicolo..Perchè è questa la forza di Necropolis: un equilibrio tra delle ingenuità a volte difficilmente perdonabili e una creatività genuina e trascinante che lo mantengono incredibilmente in piedi pure con una certa dignità.Mezza stella in più.
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cibernella
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venerdì 19 settembre 2014
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indiana jones
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Il film viene "spacciato" x Genere Horror...ma fino a metà del secondo tempo è + d'Avventura (tipo IndianaJones)
La trama non è male e comunque il film cattura l'attenzione, quindi il mio giudizio non è negativo! Però, da appassionata di Horror...ieri io mi aspettavo di vedere un film Horror e così non è statao ..se non negli ultimi 20/30 minuti in cui tutto accade talvolta anche in modo eccessivamente sbrigativo e scontato!
Voto del fim comunque un 6/7
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