francisdeckhaunt
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mercoledì 12 settembre 2012
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l'uomo di ghiaccio raffredda le aspettative
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Ariel Vromen porta sul grande schermo la vera storia di Richard Kuklinski, killer spietato, ma allo stesso tempo marito e padre amorevole. Le premesse per questo film c'erano, a partire dal cast: Michael Shannon, Winona Ryder e Ray Liotta non sono attori qualunque. Ma si sa, per essere ben costruito, un film deve avere fondamenta solide e cioè una buona sceneggiatura. E' proprio questo uno dei punti deboli del lungometraggio, che cade dritto nella trappola della “Storia vera” (nella quale cascano fin troppi film), quindi riducendo al minimo la caratterizzazione e l'introspezione psicologia dei personaggi come se il solo fatto di vedere sullo schermo eventi successi realmente, seppur riadattati, riesca a giustificare il tutto.
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Ariel Vromen porta sul grande schermo la vera storia di Richard Kuklinski, killer spietato, ma allo stesso tempo marito e padre amorevole. Le premesse per questo film c'erano, a partire dal cast: Michael Shannon, Winona Ryder e Ray Liotta non sono attori qualunque. Ma si sa, per essere ben costruito, un film deve avere fondamenta solide e cioè una buona sceneggiatura. E' proprio questo uno dei punti deboli del lungometraggio, che cade dritto nella trappola della “Storia vera” (nella quale cascano fin troppi film), quindi riducendo al minimo la caratterizzazione e l'introspezione psicologia dei personaggi come se il solo fatto di vedere sullo schermo eventi successi realmente, seppur riadattati, riesca a giustificare il tutto. Per fortuna Michael Shannon sopperisce almeno parzialmente ai difetti di sceneggiatura, regalandoci un interpretazione fenomenale; un Richard Kuklinski più freddo che mai. Degno di nota anche un irriconoscibile Chris Evans nelle vesti di co-protagonista. La ricostruzione dell'America degli anni Settanta, poi, è fedele, come anche nella norma è la fotografia. In conclusione, però, è un film che non lascia il segno, forse perché ricco di elementi già visti in lavori del genere, che avrebbero potuto essere sfruttati diversamente. Questo a riprova del fatto che, portando la realtà quanto più fedelmente possibile sullo schermo, si rischia di annoiare e passare inosservati.
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sir gient
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martedì 17 febbraio 2015
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ghiaccio che però non si scioglie...
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....Ennesima storia di gangster, ma qui il protagonista non è il capo mafia o il picciotto classico stile quei bravi ragazzi, ma un killer che diventa tale perchè da piccolo suo padre lo picchiava con il bastone e contava le bastonate in polacco.... un po riduttivo non trovate ? Il film che arriva sulle nostre tavole a quasi tre anni di distanza dalla messa in distribuzione negli U.S.A. e dalla presentazione del festival di venezia lascia un po di amaro in bocca...senza essere troppo letale.... un pò come il cianuro dato al gatto per vedere se funziona !!!
Il film parte lento tra una copia di un porno e un approccio conquista stile Dolarhyde che introduce nella storia una sempre brava e affascinante Winona.
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....Ennesima storia di gangster, ma qui il protagonista non è il capo mafia o il picciotto classico stile quei bravi ragazzi, ma un killer che diventa tale perchè da piccolo suo padre lo picchiava con il bastone e contava le bastonate in polacco.... un po riduttivo non trovate ? Il film che arriva sulle nostre tavole a quasi tre anni di distanza dalla messa in distribuzione negli U.S.A. e dalla presentazione del festival di venezia lascia un po di amaro in bocca...senza essere troppo letale.... un pò come il cianuro dato al gatto per vedere se funziona !!!
Il film parte lento tra una copia di un porno e un approccio conquista stile Dolarhyde che introduce nella storia una sempre brava e affascinante Winona.
Tutto scorre piuttosto lento, pacato quasi a sottolineare il carattere del protagonista. Ray Liotta che credo sia davvero un mafioso a questo punto (visti gli innumerevoli film di mafia in cui ha dato prova della sua immensa bravura), insieme a Michael Shannon, come sempre un trasformista del proprio io (rimane quasi sempre irriconoscibile come attore), danno prova di alta scuola di recitazione, ma.... qualcosa nel film non va... l'ho trovato un po sciolto, come un ghiacciolo lasciato fuori dal freezer...
Un buon film, nulla di che paragonabile a "quei bravi ragazzi" o "Donnie Brasco" tanto per citare due pellicole a caso....che trattano dell'argomento mafia e pizza connection...
Un film che si lascia guardare ma che in fondo ti lascia un pò indifferente... troppo slegato, gli anni che volano via tra un morto e l'altro... senza effettivamente vederne poi molti di morti ammazzati...poco psycothriller e poco mob-movie.. non c'è introspezione e poco si capisce del killer e di come alla fine riescono a mettergli le manette ai polsi...
...forse come "ghiacciolo" ha un gusto un pò sciapo.... del resto si sa i ghiaccioli o sono alla menta o non sanno di molto !!
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flyanto
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giovedì 12 febbraio 2015
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il ritratto di un' inquietante doppia personalità
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Film in cui si racconta della storia di Richard Kuklinski, sicario della Mafia del New Jersey negli anni '70/'90, famoso per avere ucciso più di circa100 persone, marito devoto e padre esemplare ed alla fine finalmente scoperto e catturato dalla Polizia.
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Film in cui si racconta della storia di Richard Kuklinski, sicario della Mafia del New Jersey negli anni '70/'90, famoso per avere ucciso più di circa100 persone, marito devoto e padre esemplare ed alla fine finalmente scoperto e catturato dalla Polizia.
Questa pellicola presenta il ritratto del vero Richard Kuklinsky, un uomo di origini polacche che negli Stati Uniti dov'era emigrato spietatamente per circa un ventennio e più ha svolto l'attività di spietato killer al soldo della Mafia locale, arrivando ad uccidere un numero considerevole di persone a sangue freddo e senza alcun rimorso. Quello che è singolare e che colpisce di più della sua personalità, nel film peraltro molto ben evidenziata, è la sua doppia personalità che lo mostra come un marito fedele ed un padre affettuoso nei confronti delle due figlie da una parte, e freddo e spietato senza alcun rimorso per le sue efferate azioni dall'altra. E proprio questa sua doppia natura ha reso difficile negli anni per la Polizia la sua cattura e la sua conseguente condanna all'ergastolo.
Michael Shannon ben interpreta, grazie soprattutto all'espressione del proprio volto e delle poche parole che esprime nei suoi dialoghi, il reale personaggio di Kuklinski, rendendolo quanto mai veritiero ed alquanto inquietante e temibile. Insomma, un ritratto di un uomo fortemente disturbato e sicuramente disadattato che tanto sangue ha sparso senza il benchè minimo rimorso. Proprio quest' ottima recitazione dà valore al film discostandolo dalle mediocri biografie di serial killers e fa troneggiare Shannon su tutti gli altri attori, quali per esempio Ray Liotta, James Franco e Winona Ryder, seppur egregi ma qui non certamente alla sua altezza.
Molto interessante.
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the thin red line
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venerdì 29 maggio 2015
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non affonda il coltello dove dovrebbe
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Per la regia di Ariel Vromen: The Iceman. Richard Kuklinski è un americano polacco, vive un'esistenza pacata, ha una bella moglie, un lavoro che non lo esalta ma che svolge con minuta seriosità e la passione per il biliardo. Turbato da un infanzia tormentata un giorno uccide un ex spasimante della moglie senza battere ciglio, viene cosi notato dal gangster di quartiere Roy Demeo, che lo metterà alla prova e lo assolderà come killer professionista. E' l'inizio di una interminabile escalation di omicidi che porterà il protagonista all'epilogo conosciuto.
La storia di Richard Kuklinski è di quelle da far rabbrividire, pensare che un uomo simile sia esistito e abbia condiviso con la propria famiglia anni di felicità agiata e mostrato loro solo il suo lato migliore potrebbe dare il voltastomaco a chiunque.
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Per la regia di Ariel Vromen: The Iceman. Richard Kuklinski è un americano polacco, vive un'esistenza pacata, ha una bella moglie, un lavoro che non lo esalta ma che svolge con minuta seriosità e la passione per il biliardo. Turbato da un infanzia tormentata un giorno uccide un ex spasimante della moglie senza battere ciglio, viene cosi notato dal gangster di quartiere Roy Demeo, che lo metterà alla prova e lo assolderà come killer professionista. E' l'inizio di una interminabile escalation di omicidi che porterà il protagonista all'epilogo conosciuto.
La storia di Richard Kuklinski è di quelle da far rabbrividire, pensare che un uomo simile sia esistito e abbia condiviso con la propria famiglia anni di felicità agiata e mostrato loro solo il suo lato migliore potrebbe dare il voltastomaco a chiunque. La sua vita è perfetta per farne un film e proprio su questo punto ci si dovrebbe soffermare un istante, prendere ciò che di peggio ha fatto un uomo e metterlo in piazza cosi, come se tutti fossero succubi del malgrado della società di quei tempi, come se potesse capitare a chiunque, sminuisce ciò che doveva essere il vero punto di forza del lavoro di Vromen ovvero lo stato psicologico e le turbe emotive di un uomo che uccide senza scrupolo, ammazza per soldi si, ma anche perchè ci è portato e lo fa sentire bene. Le vere domande da porsi il regista non se le fa, e il protagonista non se le pone nemmeno per sogno, la sua famiglia vive agiatamente, lui è rispettato e pagato bene e ciò gli basta, ma non basta allo spettatore che attende per tutto il film di conoscere particolari che non presentano il minimo approfondimento, come la genesi di questo male cresciuto in questo corpo gelido e spietato. Mentre il regista si accontenta di narrare le vicende omicide cronologicamente e senza un filo di umanità che già latita decisamente nell'uomo di ghiaccio. In poche parole Vromen sceglie la strada sicura del Gangster movie raccontando di cose già viste quasi non fossero realtà ma mera finzione non preoccupandosi che ciò che sta raccontando meriterebbe più lauta riflessione vista la reale esistenza del soggetto in essere. Cast capeggiato da colui che al meglio poteva interpretare simile parte, Michael Shannon coadiuvato dalla moglie comparsa Winona Rider ottima nel finale strappalacrime e da Ray Liotta, presenza nostalgica di Quei Bravi Ragazzi cui si avvicina, ma solo nello stile, suddetto film.
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dandy
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venerdì 10 marzo 2017
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freddezza e calore nello stesso cuore.
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Dalla storia di Richard Kuklinski (1935-2006)uno dei più efferati assassini di tutti i tempi(seral killer e sicario su commissione che si è attribuito "almeno" 200 omicidi)un buon prodotto di genere che tratteggia abilmente il ritratto di un uomo segnato da violenze nell'infanzia(in verità appenna accennate) e trasformato in un mostro del tutto incapace di sentire qualcosa,se non durante i suoi omicidi(che però non prevedono donne o bambini).Ma che riesce anche a conservare una facciata di normalità e a dimostrare amore verso la propria famiglia.Se da un lato il livello generale rimane entro i limiti del "buono"(il protagonista non riesce a diventare una metafora dell'America ipocrita e malata),il racconto è coinvolgente,e la violenza fredda senza essere gratuita.
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Dalla storia di Richard Kuklinski (1935-2006)uno dei più efferati assassini di tutti i tempi(seral killer e sicario su commissione che si è attribuito "almeno" 200 omicidi)un buon prodotto di genere che tratteggia abilmente il ritratto di un uomo segnato da violenze nell'infanzia(in verità appenna accennate) e trasformato in un mostro del tutto incapace di sentire qualcosa,se non durante i suoi omicidi(che però non prevedono donne o bambini).Ma che riesce anche a conservare una facciata di normalità e a dimostrare amore verso la propria famiglia.Se da un lato il livello generale rimane entro i limiti del "buono"(il protagonista non riesce a diventare una metafora dell'America ipocrita e malata),il racconto è coinvolgente,e la violenza fredda senza essere gratuita.Shannon ha la faccia perfetta per il ruolo,in cui si cala perfettamente.La Ryder,dopo oltre un decennio di declino,non è da meno.Da vedere.
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brian77
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domenica 8 febbraio 2015
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non male...
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L'ho trovato un buon film: asciutto, tutto concentrato sulla nudità delle azioni, abbastanza serrato nel racconto.
Peccato ci siano quei due o tre accenni a motivazioni psicologiche che lo potrebbero rendere più banale: francamente non ne possiamo più di film che rovinano la grande tradizione del cinema di genere americano con psicologismi da piccolo e scontato e mediocre realismo psicologico all'europea.
Ma grazie al cielo non influiscono più di tanto.
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