miroforti
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domenica 25 agosto 2013
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l'evocazione - the conjuring
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Chiunque mastichi un poco il genere ha sentito parlare di James Wan, oppure ha sentito parlare di Saw – L’enigmista e non sa che il regista è James Wan. Il film d’esordio del giovane malese ha fatto discutere il mondo intero e grazie a una maschera e un triciclo ha creato l’unica icona horror seriale del nuovo millennio. Saw possedeva una certa originalità e si innestava in una corrente dell’orrore ai tempi ancora poco diffusa. Dopo di che, gli interessi di Wan sono stati di stampo più tradizionale e tra bambolotti e oscuri demoni ha dimostrato agilità e competenza dietro la macchina da presa, senza però doppiare l’influenza e l’eco del primo lungometraggio.
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Chiunque mastichi un poco il genere ha sentito parlare di James Wan, oppure ha sentito parlare di Saw – L’enigmista e non sa che il regista è James Wan. Il film d’esordio del giovane malese ha fatto discutere il mondo intero e grazie a una maschera e un triciclo ha creato l’unica icona horror seriale del nuovo millennio. Saw possedeva una certa originalità e si innestava in una corrente dell’orrore ai tempi ancora poco diffusa. Dopo di che, gli interessi di Wan sono stati di stampo più tradizionale e tra bambolotti e oscuri demoni ha dimostrato agilità e competenza dietro la macchina da presa, senza però doppiare l’influenza e l’eco del primo lungometraggio. Il traguardo forse non è ancora stato raggiunto ma quello di The Conjuring è un passo risoluto e capace. Giocando la carta della storia realmente accaduta il film narra un caso che i coniugi Edward e Lorraine Warren, celebri demonologi del secolo scorso, si sono trovati ad affrontare nel 1971. La vittima bisognosa dei loro servigi è la famiglia Perron che, trasferitasi nel Rhode Island, ben presto avverte oscure presenze e gli echi di un passato terribile che aleggiano tra le pareti della nuova dimora. Insomma, una casa infestata. Il tema suona addirittura imbarazzante per quanto è classico e noto. L’opera vira poi verso la possessione demoniaca completa di esorcismo e a questo punto lasciate ogni pretesa di originalità o voi ch’entrate. Dopotutto la derivatività aveva contraddistinto anche il precedente Insidious e The Conjuring non vuol essere da meno. Ancora una volta però la (ri-)ripresa di idee vecchie come il mondo avviene con mestiere e consapevolezza e tutta la differenza evidentemente la fa il modo in cui tali idee ci sono presentate. Le disavventure dei Perron abbracciano Amityville e Paranormal activity, chiedono aiuto a L’esorcista e ammiccano a Gli uccelli, passando accanto a La bambola assassina e associati. Solo per citare i più conosciuti. Tutto questo però è amalgamato con sapienza in un film che gioca e si confronta con i meccanismi più antichi e diretti del genere. La mancanza di situazioni davvero nuove e di tematiche originali è sistematica e addirittura codificata, come suggeriscono le lezioni dei coniugi Warren. Dichiarato questo atteggiamento, Wan cerca, mischia, incolla, e da innumerevoli ritagli di giornali passati, ricava un mosaico che evoca una naturale nostalgia ma che ha la forza di individuare una nuova forma agli occhi e nel cuore di chi lo osserva. The Conjuring non lascia spazio a dubbi e lo scetticismo dello spettatore scricchiola di fronte a una tale solidità formale e presto si infrange, tradito da un film che coinvolge e spaventa. Il gentile pubblico in sala ce la mette tutta per distrarsi e distrarre, commenta, ridacchia, ma la bandiera nera della paura alla fine sventola trionfante. Ora solo qualche sobbalzo, dei bisbigli soffocati. La tensione e l’atmosfera giocano in sottrazione e si preferisce nascondere, nel buio o sotto le lenzuola.
Nel processo di James Wan vista e immaginazione si aiutano a vicenda, non si vuol fare della pornografia e The Conjuring si accomoda su una mensola nella stanza dei cimeli di Ed Warren, mimetizzandosi in mezzo tanta storia e a tanti oggetti ispiratori che fanno parte della sua stessa essenza. La mimesi però non è totale e ci sono degli elementi di disturbo. Sotto la polvere il nuovo e l’inaspettato, prima celati, emergono senza fare rumore, magari visibili solo in un riflesso su una teca di vetro.
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mr. gianluca
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domenica 25 agosto 2013
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quando la paura è atmosfera pura
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Ormai se ne sente parlare ovunque: "The conjuring" è il miglior film horror degli ultimi anni. La cosa mi ha incuriosito, così sono andato a vederlo anche io. Ho raccattato un paio di amici e ci siamo fiondati nel cinema più vicino. Ispirato alla vera storia della famiglia Perron, che, trasferitasi in una spettrale casa di campagna, si accorgono ben presto che non sono i soli ad abitare quelle fatiscenti mura; chiedono così aiuto ai coniugi Warren, demonologi di professione, sperando che questi siano in grado di liberare la loro casa dall'oscura presenza che infesta la dimora. Sulle prime sono un po' scettico sulla riuscita del film, eppure, andando avanti nella visione, devo ammettere che anche questa volta il regista James Wan (che già avevo apprezzato con il primo Saw) ha fatto centro.
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Ormai se ne sente parlare ovunque: "The conjuring" è il miglior film horror degli ultimi anni. La cosa mi ha incuriosito, così sono andato a vederlo anche io. Ho raccattato un paio di amici e ci siamo fiondati nel cinema più vicino. Ispirato alla vera storia della famiglia Perron, che, trasferitasi in una spettrale casa di campagna, si accorgono ben presto che non sono i soli ad abitare quelle fatiscenti mura; chiedono così aiuto ai coniugi Warren, demonologi di professione, sperando che questi siano in grado di liberare la loro casa dall'oscura presenza che infesta la dimora. Sulle prime sono un po' scettico sulla riuscita del film, eppure, andando avanti nella visione, devo ammettere che anche questa volta il regista James Wan (che già avevo apprezzato con il primo Saw) ha fatto centro... perché "The conjuring" fa davvero paura. Non è quella paura dovuta alla vista di mostri famelici o quintali di sangue, no... ma quella paura viscerale ed inconscia di ciò che non vediamo, ma siamo sicuri che c'è. Nella prima parte del film, l'orrore è solo suggerito, intravisto negli occhi dei protagonisti; se avete visto il trailer, e vi ha inquietato la scena del grottesco battimani, allora provate a vederla per intero. La regia di Wan è potente, ferma, e ogni inquadratura lascia presagire un qualcosa di oscuro (perché non gira il prossimo Silent Hill?). Il film si lascia guardare fino alla fine, con un crescendo di tensione che trova il suo climax proprio nel finale, in un'esplosione di orrore e azione. Alla fine il film non mi ha deluso nemmeno un po', e sono tornato a casa abbastanza soddisfatto. Non aspettatevi, però, chissà quale storia o dialogo super elaborato... il punto forte del film, come detto, è la paura, che attraverso la mano sicura di James Wan, diventa palpabile e vissuta. Per chiudere questa piccola recensione, vi racconto una cosa interessante: sarà forse anche la già succitata dicitura "Ispirato ad una storia vera", ma tornato a casa, pensavo di trovarmi l'inquietante presenza del film, in giro. Prima di andare a letto, era ancora indeciso se spegnere o no la luce...
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darkenry
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venerdì 30 agosto 2013
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un'incredibile sorpresa
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L'evocazione – The Conjuring è un film horror del 2013 diretto da James Wan, basata su dei fatti realmente accaduti nel 1971, con Vera Farmiga, Patrick Wilson e Lili Taylor.
Il film parla di uno dei casi più inquietanti capitati ai coniugi Warren, i quali vengono chiamati dalla famiglia Perron, terrorizzata perchè da un pò di tempo nella loro nuova casa sta succedendo qualcosa di veramente orribile: porte che si approno da sole, la misteriosa morte del loro cane e delle presenze che non lasciano in pace la famiglia. Toccherà a Ed e Loranne Warren scoprire e affrontare questa minaccia che si rivelerà essere molto potente e spietata.
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L'evocazione – The Conjuring è un film horror del 2013 diretto da James Wan, basata su dei fatti realmente accaduti nel 1971, con Vera Farmiga, Patrick Wilson e Lili Taylor.
Il film parla di uno dei casi più inquietanti capitati ai coniugi Warren, i quali vengono chiamati dalla famiglia Perron, terrorizzata perchè da un pò di tempo nella loro nuova casa sta succedendo qualcosa di veramente orribile: porte che si approno da sole, la misteriosa morte del loro cane e delle presenze che non lasciano in pace la famiglia. Toccherà a Ed e Loranne Warren scoprire e affrontare questa minaccia che si rivelerà essere molto potente e spietata.
Oltre a sorprendere per l'enorme successo che sta avendo nel mondo in fatto di incassi, L'evocazione – The Conjuring sorprende anche per il modo in cui è stato realizzato.
James Wan è migliorato molto con la camera da presa e, se con Insidious aveva fatto un ottimo lavoro, con questo film fa ancora meglio. Inquadrature davvero ben fatte e inquietanti che fanno venire i brividi, atmosfere tipiche dei film anni '80 realizzate con maestria che riescono a dare un senso di oppressione, effetti sonori tipici dei vecchi horror che riescono a farti fermare il cuore e attori che recitano veramente bene.
Dalla trama il film sembra essere la tipica ghost-story ma non è così. Infatti nel film è presente anche il tema dell'esorcismo (era dai tempi di The Exorcism of Emily Rose che non veniva trattato così bene il genere) e della famiglia che non viene banalizzato come succede in altri film.
Nel film ci sono anche dei tributi a vecchi horror come ad esempio L'Esorcista ma anche film come Il signore del male e molti altri.
Un film che utilizza i trucchi della vecchia scuola horror in modo originale.
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noonename
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martedì 27 agosto 2013
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un horror come si deve
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Nel giro di un mese ho guardato quasi tutti i film di James Wan: Saw – l’enigmista, Dead Silence, Insidious e in ultimo L’Evocazione – The conjuring.
In quest’ultimo film la sua mano è immediatamente riconoscibile, e oltre a quella, anche i suoi collaboratori “affezionati”. Ricompare il compositore Joseph Bishara, dai suoni dissonanti immediatamente identificabili, e che negli ultimi due film si fa anche interprete dei “mostri”; il direttore della fotografia John Leonetti, che anche qui come in Insidious non fa mancare lunghe inquadrature ampie, in cui i nostri occhi frugano senza sosta per scovare la minaccia annidata nell’ombra, e contorti movimenti di camera di cui non si può che rimanere incantati.
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Nel giro di un mese ho guardato quasi tutti i film di James Wan: Saw – l’enigmista, Dead Silence, Insidious e in ultimo L’Evocazione – The conjuring.
In quest’ultimo film la sua mano è immediatamente riconoscibile, e oltre a quella, anche i suoi collaboratori “affezionati”. Ricompare il compositore Joseph Bishara, dai suoni dissonanti immediatamente identificabili, e che negli ultimi due film si fa anche interprete dei “mostri”; il direttore della fotografia John Leonetti, che anche qui come in Insidious non fa mancare lunghe inquadrature ampie, in cui i nostri occhi frugano senza sosta per scovare la minaccia annidata nell’ombra, e contorti movimenti di camera di cui non si può che rimanere incantati.
Se i primi due film, pur rimanendo degni di nota, puntano molto sul finale e a volte faticano a trovare l’esatto ritmo narrativo, già da Insidious tutta la meccanica del racconto comincia a trovare la giusta unità, arrivando a completa maturazione nell’Evocazione.
Anche il gusto citazionista e retrò che ci era apparso in tutta la sua folgorante e “creepy” bellezza nell’ “Altrove” di Insidious, ritorna con toni più sofisticati e maturi nel suo ultimo film.
La trama di per sé rischiava di perdersi nella mischia un po’ dei classici dell’esorcismo nel cinema, un po’ di esaurirsi nell’ormai comune preambolo del “tratto da una storia vera”, ma così non è. La storia si basa su una famiglia che si trasferisce in una casa infestata, e i cliché finiscono qui. Perché la famiglia Perren non è l’unico centro di questa ellisse e a intricare la sceneggiatura ci pensano i Warren: non sono i soliti stravaganti cacciatori di fantasmi, piatti, ma persone, anch’essi con una famiglia e con un lato umano che Wan non dimentica di tratteggiare.
Ad presentarci la famiglia ci pensa una storia dentro la storia: la bambola Annabella che ci introduce al mondo demoniaco. Il punto iniziale in cui ogni film deve “saltare lo steccato” e traghettarci dal mondo reale e comunemente accettato a quello del film è maggiormente delicato tanto più improbabile è la storia narrata, e anche in questo The Conjuring non sbaglia.
Idealmente si potrebbe dividere il film in due parti. Durante la prima parte lo spettatore è completamente nelle mani delle presenze, attorniato da una varietà di figure spettrali che ancora non riesce a mettere a fuoco. Siamo confusi e spaventati; così come i Perren non sappiamo che nemico stiamo combattendo.
Dalla scena in cui la raccapricciante Bathsheba piomba giù dall’armadio tutto cambia. Se prima la paura era giocata su cigolii e porte sbattute, ora l’Evocazione gioca a carte scoperte e le immagini raccapriccianti perdurano davanti ai nostri occhi attoniti, senza che noi riusciamo a scacciarle (o esorcizzarle).
Il film ha un ritmo incredibile, insostenibile e sfiancante, senza lasciare mai un attimo di sollievo allo spettatore.
Le intuizioni sono tante, gli accorgimenti per rendere questo film un cult ci sono tutti.
Ogni cosa si trova sempre al posto giusto, nessun elemento appare mai sbilanciato e proprio quando ci sembra di riuscire di nuovo ad orientarci in questo incubo il film muta sotto i nostri occhi.
Così come in Insidious, il regista ci mostra le persone e la psicologia che si celano dietro l’horror nutrendo una dimensione umana di grande sensibilità. Niente viene stilizzato o tralasciato.
Dopo tanto un horror veramente degno di questo nome.
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laurence316
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giovedì 8 novembre 2018
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uno dei migliori horror degli ultimi anni? andiamo
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... e' solo la solita storia di case infestate e possessioni demoniache
Tratto da una supposta storia vera riportata dai coniugi Warren, demonologi e "investigatori del paranormale" le cui vicende avevano già ispirato film come il celebre Amityville Horror, il nuovo film di James Wan, l’ideatore, con l’amico Leigh Whannell, della saga di Saw, è un horror “vecchio stile”, che si affida quasi esclusivamente alla suspense e alla suggestionabilità dello spettatore per creare l’atmosfera e incutere paura.
Difatti, è la prima parte la più riuscita, mentre nella seconda si scade in un horror più convenzionale, di bassa lega e ripetitivo, anche se Wan evita accuratamente gli spargimenti di sangue à la Saw.
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... e' solo la solita storia di case infestate e possessioni demoniache
Tratto da una supposta storia vera riportata dai coniugi Warren, demonologi e "investigatori del paranormale" le cui vicende avevano già ispirato film come il celebre Amityville Horror, il nuovo film di James Wan, l’ideatore, con l’amico Leigh Whannell, della saga di Saw, è un horror “vecchio stile”, che si affida quasi esclusivamente alla suspense e alla suggestionabilità dello spettatore per creare l’atmosfera e incutere paura.
Difatti, è la prima parte la più riuscita, mentre nella seconda si scade in un horror più convenzionale, di bassa lega e ripetitivo, anche se Wan evita accuratamente gli spargimenti di sangue à la Saw.
Per il resto, nonostante alcune sequenze indubbiamente efficaci, L’evocazione rimane un film riuscito solo per metà in cui la regia cerca di riparare alle frequenti insulsaggini proposte dalla sceneggiatura ad opera dei fratelli Hayes, non riuscendovi sempre.
Un film che si prende maledettamente sul serio (per essere la solita storiellina di case infestate e possessioni demoniache) e cade nel ridicolo involontario in più di un’occasione, oltre a proporre, come detto, una seconda parte poco convincente e troppo sensazionalistica, da horror di serie B.
E il sovraccarico di segni, simbolismi ed elucubrazioni pseudo-intellettuali non fanno altro che appesantire ulteriormente la narrazione (e dare un altro schiaffo all'intelligenza dello spettatore e alla sua capacità di sospendere oltremodo l'incredulità).
Ottimi, in ogni caso, i contributi tecnici, dalla fotografia di Leonetti alle scenografie di Berghoff, e discrete le interpretazioni degli attori.
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diomede917
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giovedì 5 settembre 2013
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la maturità di un regista horror
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Tratto da una storia vera L'evocazione vede protagonisti i Warren, dei veri e propri investigatori dell'occulto.....lei sensitiva lei un demonologo laico riconosciuto dalla chiesa.
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Tratto da una storia vera L'evocazione vede protagonisti i Warren, dei veri e propri investigatori dell'occulto.....lei sensitiva lei un demonologo laico riconosciuto dalla chiesa.
Fin dall'inizio l'intento del regista James Wan e' di creare quelle atmosfere tipiche dell'horror anni '70 in stile Amityville Horror.
Abbiamo una casa immersa nel verde e una famiglia di poveri ma belli composta da padre camionista, mamma casalinga e 5 figlie......ma in quella casa sono successe cose tremende e le presenze imprigionate si faranno sentire.....
In loro aiuto arriveranno i Warren, che a differenza degli altri film del genere sono personaggi più terreni che ultraterreni. Vivono la materia in maniera scientifica documentando tutto con filmati super 8 a supporto di lezioni universitarie. Sono fortemente cattolici e il contrasto con la famiglia non credente Perron e' uno degli elementi che caratterizzano il film dandogli una piega più umana.
La vera forza del film sta nella messa in scena scelta dal regista Wan.....niente splatter, niente violenza gratuita, niente sangue a ettolitri.....
La paura e' quella classica delle paure infantili che si nascondono nel buio......da bambole di porcellana a piedi tirati nel sonno, scricchiolii e orologi che si fermano all'ora del massacro fino al drammatico esorcismo finale tutto mantenendo una personalità propria pur citando classici del genere quali Poltergeist o L'Esorcista.
A supporto un cast davvero in gran forma da Patrik Wilson che aveva già lavorato con Wan in Insidius a una Vera Farmiga in versione "casa nella prateria" che evidenzia il lato religioso del film fino alla più brava quella Lily Taylor che già aveva affrontato gli spiriti in Haunting qui madre affettuosa in lotta con uno spirito che vuole possederla....
Vi consiglio di rimanere fino alla fine dove conoscerete i veri protagonisti dando quel tocco di realismo che amplifica di più il terrore provato durante tutto il film
Dopo la visione di questo film il gioco del battimani sarà la cosa che vi creerà più brividi....
Voto 7
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filippo catani
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giovedì 12 settembre 2013
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un horror ben costruito
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Una famiglia si trasferisce in una casa di campagna. Appena arrivati non possono non notare che all'interno della casa ci sono delle strane presenze. Per fare luce su tutto ciò, la famiglia si rivolge a due esperti.
Partiamo dicendo che i canonici ingredienti da film horror sono tutti ben presenti: casa in campagna isolata, famigliola felice che rimane sconvolta dagli eventi, presenze più o meno demoniache, porte che scricchiolano, strane bambole, persone possedute ed esorcismi. Insomma fino a quì nulla di nuovo. Ciò che fa però funzionare il film è in primo luogo il buon ritmo che viene dato alla sceneggiatura e all'azione. In secondo luogo siamo in presenza di un ottimo trucco e di scene molto ben costruite e decisamente inquietanti.
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Una famiglia si trasferisce in una casa di campagna. Appena arrivati non possono non notare che all'interno della casa ci sono delle strane presenze. Per fare luce su tutto ciò, la famiglia si rivolge a due esperti.
Partiamo dicendo che i canonici ingredienti da film horror sono tutti ben presenti: casa in campagna isolata, famigliola felice che rimane sconvolta dagli eventi, presenze più o meno demoniache, porte che scricchiolano, strane bambole, persone possedute ed esorcismi. Insomma fino a quì nulla di nuovo. Ciò che fa però funzionare il film è in primo luogo il buon ritmo che viene dato alla sceneggiatura e all'azione. In secondo luogo siamo in presenza di un ottimo trucco e di scene molto ben costruite e decisamente inquietanti. Già regista del pregevole Saw, Wan si conferma a suo agio nel dirigere film di genere che non si limitano alla ripetitività degli horror. Bene il cast al completo con una menzione particolare per Formiga e Taylor. Insomma un buon film che tiene attaccati alla poltrona e a un film horror non si può chiedere molto altro.
Post scriptum: purtroppo siamo ancora a segnalare che la visione del film è stata parzialmente disturbata dai soliti noti che scambiano le sale cinematografiche per curve da stadio o bar e accompagnano tutto lo svolgimento della pellicola con cori, urla e sghignazzi vari; ora nessuno pretende il silenzio più assoluto ma nemmeno questo becero modo di stare al cinema decisamente irrispettoso nei confronti degli altri spettatori.
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kiary83
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martedì 22 ottobre 2013
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un bellissimo omaggio al genere horror
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In un'epoca in cui spaventare il pubblico è sempre più difficile, James Wan raggiunge l'obiettivo in modo magistrale.
Nei primi minuti di flm lo spettatore trova rassicurazioni nei coniugi - demonologi Warren: il male esiste, ma loro possono sconfiggerlo con metodi di una pragmaticità quasi scientifica.
La tranquillità iniziale però lascia il posto all'ansia quando vengono narrate le vicende della famiglia Perron. Con l'accadere di episodi sempre più inquietanti l'ansia si trasforma in angoscia. L'angoscia si trasforma in panico quando ci si rende conto che si ha a che fare con una forza maligna mai vista prima.
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In un'epoca in cui spaventare il pubblico è sempre più difficile, James Wan raggiunge l'obiettivo in modo magistrale.
Nei primi minuti di flm lo spettatore trova rassicurazioni nei coniugi - demonologi Warren: il male esiste, ma loro possono sconfiggerlo con metodi di una pragmaticità quasi scientifica.
La tranquillità iniziale però lascia il posto all'ansia quando vengono narrate le vicende della famiglia Perron. Con l'accadere di episodi sempre più inquietanti l'ansia si trasforma in angoscia. L'angoscia si trasforma in panico quando ci si rende conto che si ha a che fare con una forza maligna mai vista prima.
Ci si immedesima nei preoccupati genitori Perron, ci si sente parte della squadra di ricerca/analisi dei "poltergeist", ancora una volta ci si rivolge ai Warren per essere rassicurati.
Questo film regala allo spettatore un'esperienza intensa ed eccitante, raggiungendo lo scopo intrinseco del gerene horror: ovvero far vivere ai suoi fruitori esperienze spaventose in tutta sicurezza, in modo che possano esorcizzare le proprie paure.
La trama è semplice e lineare, gli elementi del cinema splatter (sangue, zombie e mostri), sono quasi del tutto assenti. Basta lo sbattere di una porta per far saltare il pubblico sulla sedia, lo sguardo preoccupato della sensitiva Lorraine per far gelare il sangue nelle vene.
Ciò che stupisce di questo film è come il regista sia riucito a trattare un tema ormai classico, l'esorcismo, dandogli nuova linfa senza stravolgerlo, rendendo un belissimo omaggio a tutta la letteratura e filmografia di genere.
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istian gonny
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giovedì 9 gennaio 2014
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finalmente...
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un film horror come si deve!!! non è un capolavoro come l'esorcista , ma l'idea di fondo è un'idea originale... atmosfera incredibile ed avvenimenti paranormali molto buoni... dei personaggi che finalmente possono essere chiamati tali... unica pecca la parte dell'esorcismo che è un pò il solito brodo riscaldato...
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gianlucarinaldi
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mercoledì 17 settembre 2014
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horror vecchia scuola inquietante e ben fatto
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Basato sulle reali testimonianze della famiglia Warren, il nuovo horror di James Wan gioca interamente sul terrore vecchia scuola.
Nella prima parte, l’inquietudine è abilmente trasmessa allo spettatore tramite il classico gioco di rumori e silenzi.
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Basato sulle reali testimonianze della famiglia Warren, il nuovo horror di James Wan gioca interamente sul terrore vecchia scuola.
Nella prima parte, l’inquietudine è abilmente trasmessa allo spettatore tramite il classico gioco di rumori e silenzi. L’interno della casa, oscuro e malmesso, fa il resto.
Nella seconda parte si nota un lieve aumento di effettacci (la scena del vomito di sangue richiama un Raimi d’annata), che stonano leggermente con la bella e funzionale atmosfera creata in precedenza. Sopratutto il finale, un po’ troppo accelerato, potrebbe strappare qualche risata piuttosto che qualche urlo. Dipende dallo spettatore (la paura è soggettiva, questo è certo).
Tralasciando i difetti, The Conjuring resta comunque un ottimo horror in grado di spaventare senza dover necessariamente ricorrere a spargimenti di sangue ed altre pleonastiche truculenze. Questo è un merito davvero notevole, considerando che ci troviamo in un periodo in cui lo splatter senza senso spadroneggia a dismisura.
Da rimarcare la bravura di Wan alla regia: già con i due Insidious (carini ma inferiori a The Conjuring) ci ha mostrato come sappia dove puntare l’occhio della telecamera per creare suspense. Efficace la scelta non di mostrare mai troppo: il terrore spinge lo spettatore a vedere quello che vuole vedere, persino laddove effettivamente non c’è nulla. Ritmo e tensione ne giovano.
Molto brava Vera Farmiga, attrice assai espressiva che ricorda incredibilmente la Blanchette. Anche Patrick Wilson, già diretto da Wan nei due Insidious, se la cava.
Davvero inquietante la bambola Annabelle, a cui sarà prontamente dedicato uno spin-off.
Se gli eventi di The Conjuring siano realmente una storia vera oppure no sarà oggetto di numerosi dibattiti, proprio come accadde quando uscì “L’esorcista”.
Il mio consiglio? Non sprecate fiato.
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