Storia di una ladra di libri |
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Un film di Brian Percival.
Con Geoffrey Rush, Emily Watson, Sophie Nélisse, Ben Schnetzer, Nico Liersch, Sandra Nedeleff.
continua»
Titolo originale The Book Thief.
Drammatico,
durata 125 min.
- USA, Germania 2013.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 27 marzo 2014.
MYMONETRO
Storia di una ladra di libri
valutazione media:
2,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il nazismo visto con gli occhi di una bambinadi DarkEnryFeedback: 3994 | altri commenti e recensioni di DarkEnry |
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lunedì 19 maggio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Storia di una ladra di libri (in inglese The Book Thief), tratto dal romanzo di Markus Zusac “La bambina che salvava i libri” (in inglese sempre The Book Thief), è un film del 2013 (da noi uscito solo il 27 marzo di quest’anno) diretto da Brian Percival con Geoffrey Rush, Emily Watson e Sophie Nélisse.
Il film è ambientato nella Germania nazista di Hitler e ha come protagonista la giovane Liesel, una ragazzina che viene adottata da Hans e Rosa Hubermann. Insieme a lei doveva esserci anche il fratellino più piccolo che però muore poco prima. Nella nuova scuola Liesel viene presa in giro perché non sa né leggere né scrivere, ma riesce a farsi un amico, Rudy Steiner, un ragazzo che s’innamora di lei.
Nonostante ciò, Liesel è incuriosita dai libri e grazie all’aiuto di Hans imparerà ben presto a leggere. La situazione però diventerà molto difficile con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e con l’arrivo di Max, un ebreo che Hans decide di proteggere in quanto il padre del primo lo aveva salvato durante la Prima Guerra Mondiale.
Il film si rivela essere molto interessante in diversi punti anche se in certe parti poteva essere reso meglio.
Intanto partiamo con i temi della pellicola; come potete immaginare si parlerà della persecuzione degli ebrei, delle leggi marziali e della guerra. Questi argomenti nel film non ci vengono mostrati in modo brutale, facendoci vedere gli orrori di quel periodo (come per esempio ha fatto Schindler’s List), ma sono narrati in modo da essere accessibili per tutti, cioè in modo da essere visti e compresi anche dai più piccoli.
Però non sono solo questi i temi principali del lungometraggio, ce n’è un altro che nel film si dimostra essere quello centrale, ovvero l’importanza della cultura. La cultura che ci permette di vedere le cose con maggior consapevolezza e ci fa capire veramente chi siamo, il tutto rappresentato durante il periodo oscuro del nazismo, dove l’ignoranza sembrava regnare sovrana.
Particolare molto interessante del film è il fatto che in certi punti il narratore principale sia niente poco di meno che la Morte. Di essa ho trovato soprattutto profondo e ottimo il monologo che fa alla fine.
La pellicola però, come ho detto prima, ha dei difetti. Il problema principale lo si può ritrovare verso la fine del film che avrebbe dovuto rappresentare la parte più drammatica della storia (e un po’ drammatica lo è), ma non riesce a colpire nel profondo lo spettatore. Altro piccolo difetto (forse in certi casi sono un po’ perfezionista ma certe cose è meglio farle notare): sono i libri che legge Liesel. Ok che il film è una produzione americana, ma il film è ambientato in Germania e quindi mi sarebbe piaciuto molto vederli scritti in tedesco a non in inglese.
Gli attori però sono tutti quanti grandiosi, a partire dalla piccola Sophie Nélisse che interpreta Liesel, fino a Hans e Rosa interpretati entrambi da un grandioso Geoffrey Rush e da una fantastica Emily Watson.
Parlando del lato tecnico, il film è molto curato, soprattutto la fotografia e la colonna sonora. La fotografia di Florian Ballhaus si dimostra essere precisa e in certi punti riesce a fare delle inquadrature molto artistiche.
La colonna sonora invece è stata curata da uno dei più bravi e leggendari compositori del cinema, ossia John Williams (non so quali dei suoi film citare, ho l’imbarazzo della scelta). Riguardo quest’ultima devo dire che, come tutte le colonne sonore realizzate da Williams, è di grande qualità e la nomination agli Oscar se l’è meritata tutta (anche se devo dire che se lo sarebbe meritato così come se la meritava anche quelle de Lo Hobbit: La desolazione di Smaug).
Concludo dicendo che, anche se non è un capolavoro, il film risulta essere molto piacevole (e dura 130 minuti) e riuscirà di sicuro a farvi apprezzare i molti personaggi presenti nella pellicola.
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