flyanto
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lunedì 22 aprile 2013
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un senso di apatia che si diffonde tutto intorno
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Film in cui si racconta di una giovane donna, di nome Nina, un pò stralunata, solitaria e sola che prende l'impegno nel corso dell'estate che trascorre a Roma di badare ad un grosso cane, di nome Omero, e di altri animali domestici proprietà di un suo caro amico. In seguito a ciò ella si trasferirà a casa dell'amico stesso che si trova nel quartiere EUR di Roma, un quartiere rappresentato qui come fortemente assolato e deserto in quanto tutti, o quasi, gli inquilini degli stabili sono partiti per le vacanze. Nel trascorrere così le sue giornate portando a spasso il cane e dando da mangiare agli altri animaletti, la giovane donna avrà l'occasione per uscire pian piano dal suo voluto e cercato isolamento venendo a contatto con realtà nuove e soprattutto personaggi, quasi figure oniriche, che le cambieranno la propria vita.
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Film in cui si racconta di una giovane donna, di nome Nina, un pò stralunata, solitaria e sola che prende l'impegno nel corso dell'estate che trascorre a Roma di badare ad un grosso cane, di nome Omero, e di altri animali domestici proprietà di un suo caro amico. In seguito a ciò ella si trasferirà a casa dell'amico stesso che si trova nel quartiere EUR di Roma, un quartiere rappresentato qui come fortemente assolato e deserto in quanto tutti, o quasi, gli inquilini degli stabili sono partiti per le vacanze. Nel trascorrere così le sue giornate portando a spasso il cane e dando da mangiare agli altri animaletti, la giovane donna avrà l'occasione per uscire pian piano dal suo voluto e cercato isolamento venendo a contatto con realtà nuove e soprattutto personaggi, quasi figure oniriche, che le cambieranno la propria vita. Film, direi, altamente minimalista dove l'azione è pressoché ridotta al nulla: infatti lo spettatore segue le monotone giornate della protagonista senza che nulla di eccezionale o, per lo meno, di significativo, mai accada. Ma, a mio parere, le sensazioni provate dalla protagonista e tutta l'atmosfera di apatia e di immobilità e di surrealismo di cui è interamente permeata la pellicola vengono perfettamente rappresentata dalla regista che qui, peraltro, è alla sua prima esperienza artistica di regista di lungometraggi. Lo spettatore "vive" o condivide perciò quasi in prima persona i sentimenti provati da Nina immergendosi fino in fondo, appunto, in questa atmosfera quasi irreale ed impalpabile. Da apprezzare notevolmente sono inoltre la fotografia con i palazzi e l'architettura prepotente del quartiere EUR (del resto, la regista Elisa Fuksas è figlia del famoso architetto Massimiliano ed è ella stessa è laureata in architettura) che qui diventa quasi la protagonista del film stesso e la stupenda e trascinante colonna sonora composta dai brani delle varie opere di Mozart e dalle musiche di Bach. Perfettamente calata nel suo personaggio l'attrice Diane Fleri.
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lincefrancy72
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sabato 20 aprile 2013
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la ricerca di un' identità
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Opera prima di Elisa Fuksas, Nina, racconta l’estate solitaria di una ragazza di trent’anni che rimane in una Roma deserta, ospite a casa dei genitori di un suo caro amico per prendersi cura del cane Omero, del porcellino d’India Armando e di un meraviglioso acquario di pesci. La sua estate trascorre prendendo lezioni di scrittura cinese dallo strano e bizzarro professore (Ernesto Mahieux), che la riceve tra statue di Madonne e ceri accesi, insegnando canto ad una ragazza consapevole del suo limitato talento e soprattutto mangiando torte intere con la speranza di colmare la solitudine sempre presente in lei stessa. Il tutto si svolge in una location scelta dalla regista in maniera non casuale, (ella è laureata in architettura), il quartiere dell’EUR, dove l’architettura razionalista e urbanistica dei luoghi le sono serviti a spiegare il senso di confusione e di spaesamento di Nina.
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Opera prima di Elisa Fuksas, Nina, racconta l’estate solitaria di una ragazza di trent’anni che rimane in una Roma deserta, ospite a casa dei genitori di un suo caro amico per prendersi cura del cane Omero, del porcellino d’India Armando e di un meraviglioso acquario di pesci. La sua estate trascorre prendendo lezioni di scrittura cinese dallo strano e bizzarro professore (Ernesto Mahieux), che la riceve tra statue di Madonne e ceri accesi, insegnando canto ad una ragazza consapevole del suo limitato talento e soprattutto mangiando torte intere con la speranza di colmare la solitudine sempre presente in lei stessa. Il tutto si svolge in una location scelta dalla regista in maniera non casuale, (ella è laureata in architettura), il quartiere dell’EUR, dove l’architettura razionalista e urbanistica dei luoghi le sono serviti a spiegare il senso di confusione e di spaesamento di Nina. La protagonista del film è una donna problematica, una donna incapace di sentire, una donna alla ricerca della propria identità. Mentre si guarda il film, allo spettatore viene trasmetto un senso di vuoto, di angoscia, di sospensione, e direi, anche di attesa di qualcosa che sta per accadere. Il film affascina molto per la cura delle immagini , per la semplicità e la tenerezza della protagonista che riesce ad avere un unico rapporto umano e autentico con un bambino di 9 anni. Sono gli sguardi di Nina, gli occhi del bambino Ettore che parlano e narrano il film. Molto brava Nina, l’attrice Diane Fleri, che è riuscita ad interpretare la donna inquieta e tormentata dalle sue paure, come quella di amare e di essere amata, risvegliata dall’incontro con un musicista Fabrizio, Luca Marinelli, e dove lei è impreparata a viverla, infatti dice “ad essere normali come gli altri, ho paura!”. Infine si può dire che Nina è un film pieno di originalità estetica, elegante ed emozionante.
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renato volpone
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giovedì 18 aprile 2013
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il piacere di "sentirsi"
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Un delicato esercizio di stile, eleganza e raffinatezza, come ce ne sono pochi e come dovrebbero essercene molti. Un piacere per gli occhi e per le orecchie, ma anche per la memoria e il desiderio del palato. Una fotografia ricercata e superba accompagnata dalle splendide musiche di Mozart e non solo, un incanto da rivedere per gustarsi ogni momento di Nina e del suo magico mondo incantato. Un mondo calato in una Roma deserta e silenziosa come non l'abbiamo mai vista, ma come la desidereremmo per il sole, la luce, lo splendore e il piacere di riuscire a "sentirsi". È la storia di "essere", di avere delle aspirazioni, dei desideri, è la storia dell'amore e del corteggiamento, è la storia della musica e del silenzio, è la storia di ogni animo che vuole guardarsi dentro.
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Un delicato esercizio di stile, eleganza e raffinatezza, come ce ne sono pochi e come dovrebbero essercene molti. Un piacere per gli occhi e per le orecchie, ma anche per la memoria e il desiderio del palato. Una fotografia ricercata e superba accompagnata dalle splendide musiche di Mozart e non solo, un incanto da rivedere per gustarsi ogni momento di Nina e del suo magico mondo incantato. Un mondo calato in una Roma deserta e silenziosa come non l'abbiamo mai vista, ma come la desidereremmo per il sole, la luce, lo splendore e il piacere di riuscire a "sentirsi". È la storia di "essere", di avere delle aspirazioni, dei desideri, è la storia dell'amore e del corteggiamento, è la storia della musica e del silenzio, è la storia di ogni animo che vuole guardarsi dentro.
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