ennio
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venerdì 13 aprile 2018
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un sorriso sconfigge sempre una tremenda malattia
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Forse l'unico modo per affrontare cinematograficamente il dramma del cancro è farlo a ritmo di commedia, di autoironia e avvalendosi di un'ottima attrice, più brillante che drammatica, come Samantha Morton. Non sembri irriverente l'accostamento tra un genere recitativo leggero e la malattia che più di tutte suscita sacro timore e silenzioso rigetto in tutti noi.
Quando Annie esce dalla sua stanza d'ospedale, calva e abbruttita, e l'amica la accoglie con un "wow alta moda cancro!", sembra cinico e volgare a leggerlo, ma c'è invece molta tenerezza e amicizia nella disponibilità di prendersi alla leggera e consolarsi col sorriso nei momenti più difficili della nostra vita.
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Forse l'unico modo per affrontare cinematograficamente il dramma del cancro è farlo a ritmo di commedia, di autoironia e avvalendosi di un'ottima attrice, più brillante che drammatica, come Samantha Morton. Non sembri irriverente l'accostamento tra un genere recitativo leggero e la malattia che più di tutte suscita sacro timore e silenzioso rigetto in tutti noi.
Quando Annie esce dalla sua stanza d'ospedale, calva e abbruttita, e l'amica la accoglie con un "wow alta moda cancro!", sembra cinico e volgare a leggerlo, ma c'è invece molta tenerezza e amicizia nella disponibilità di prendersi alla leggera e consolarsi col sorriso nei momenti più difficili della nostra vita.
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enzo70
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giovedì 1 giugno 2017
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il dramma del cancro con gli occhi di annie
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Annie vive con il terrore del tumore al seno, malattia che le ha portato via la madre quando era ancora bambina. E purtroppo l’incubo si avvera quando a 29 anni a seguito di una autopalpazione scopre un nodulo che affronterà con forza e determinazione: e non lotterà solo contro il cancro, ma anche contro la comunità scientifica che nega una relazione ereditaria nei fattori di rischio.
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Annie vive con il terrore del tumore al seno, malattia che le ha portato via la madre quando era ancora bambina. E purtroppo l’incubo si avvera quando a 29 anni a seguito di una autopalpazione scopre un nodulo che affronterà con forza e determinazione: e non lotterà solo contro il cancro, ma anche contro la comunità scientifica che nega una relazione ereditaria nei fattori di rischio. E nella sua battaglia verrà affiancata da una ricercatrice che con uguale impegno approfondisce il rapporto genetico tra i tumori anche sulla base dell’ereditarietà. Il film è ambientato in Canada ed ha l’approccio narrativa di un racconto biografico, quasi un documentario, centrando la telecamera sulla storia, più che sulle persone. Ottima l’interpretazione di Samantha Morton, che veste i panni di Annie; brava, al solito, Helen Hunt che interpreta il ruolo della scienziata. Film gradevole che sconta, forse, alcune scelte poco felici del regista che nel cercare di documentare la storia consente che la sceneggiatura a volte possa annoiare a causa di un ritmo troppo piatto.
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