Vita di Pi |
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Un film di Ang Lee.
Con Suraj Sharma, Irrfan Khan, Tabu, Rafe Spall, Gérard Depardieu.
continua»
Titolo originale Life of Pi.
Avventura,
Ratings: Kids,
durata 127 min.
- Cina, USA 2012.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 20 dicembre 2012.
MYMONETRO
Vita di Pi
valutazione media:
3,64
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lee tra Omero e Freuddi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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martedì 22 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“Quando cominci un film cominci una nuova ricerca…”, dice Ang Lee. E se si pensa ai diversi generi in cui il regista cino-americano si è finora cimentato, con il successo verificato dai vari premi conseguiti, possiamo affermare che abbiamo a che fare con un “esploratore” cinematografico dai mille interessi e dalle mille sfide. Incentrare un’opera visiva di oltre due ore sul rapporto tra un adolescente ed una tigre su una barca in mezzo all’oceano non è impresa da tutti, nonostante il supporto letterario di base. La prova di Lee è riuscita non solo sul piano spettacolare –grazie ad una splendida regia che si avvale di una fotografia e di una fantasia di ricostruzione di rara efficacia- ma anche sul piano speculativo, grazie ad un sapiente coinvolgimento che impegna tanto la mente razionale quanto le pulsioni emotive. Il racconto al presente del protagonista, secondo un collaudato espediente della narrazione dell’evento da chi l’ha vissuto ad un interlocutore interessato, qui un giornalista (come per es. in L’uomo che volle farsi re, di J. Huston)- ha un taglio epico-fiabesco ma anche teologico; il ragazzo indiano, che un’innata curiosità ha spinto a sondare tre religioni, cerca il massimo di verità dal confronto di diverse fedi per dare un senso compiuto ad una vita ancora acerba ma già corroborata dai saggi consigli del padre. Il combinato disposto tra ragione e sfera emotiva spiana la strada per affrontare il tortuoso cammino del rapporto tra l’uomo che sa, apprende, valuta e crede e la natura, talvolta ostile, tal’altra amica, con cui è costretto a convivere. E’ il viaggio nel suo multiforme divenire che conta, ben più che l’ambito traguardo. Naturalmente il dubbio è dietro l’angolo, e non sempre è facile scegliere tra la verità e ciò che appare come tale: la doppia storia di Pi è offerta al giornalista (cioè allo spettatore) perché opti secondo il suo sentire tra diverse versioni della realtà. In quest’ottica Ang Lee lascia intravedere anche altre chiavi di lettura (o almeno citazioni letterarie). Il mare tormentato, intriso di pericoli e di speranza, foriero di vita e di morte, è un teatro che richiama istintivamente le vicende di Odisseo, che si svolgono prevalentemente sull’acqua. Così l’isola misteriosa, apparentemente irresistibile ma pericolosa e cannibale (le sirene), il naufragio della nave o l’approdo sulla spiaggia della salvezza (terra dei Feaci) ci ricordano alcune delle tappe dell’eroe omerico, che sfida, forte della perizia sperimentata durante il suo “viaggio”, le forze naturali con cui deve confrontarsi per sopravvivere (la tigre), grazie anche agli aiuti divini (gli dèi pagani). Giunto al traguardo, eroe e natura si separano “consensualmente”, ma per misurasi in nuove, successive sfide che la vita imporrà (anche Odisseo ripartirà dopo il ritorno ad Itaca). Né appare peregrina un’interpretazione di tipo psicanalitico: nel ragazzo che combatte con le armi dell’esperienza e della logica contro l’imprevedibilità e l’aggressività di Robert Parker sembra implicito il riferimento alla teoria di Freud del primato della ragione sulla bestialità ed istintività dell’inconscio (rappresentato dai profondi abissi della Fossa delle Marianne). In conclusione Lee ci regala uno splendido ciclo pittorico, dove creatività e significati si esaltano al massimo, grazie anche ad effetti speciali, mai usati per stupire ma semmai per massimizzare la veridicità del racconto; forse mai la commistione tra digitale e naturale è apparsa così perfetta. Splendida, tra le immagini, quella in cui nuotatori “galleggiano” nel cielo, a prospettita invertita.
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