fabiofeli
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martedì 18 febbraio 2014
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il tango è libertà
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Jean-Christophe (François Damiens) conduce una vita solitaria, in un triste appartamento nei Paesi Bassi, con un lavoro da guardia carceraria e una unica follia: prende lezioni di tango. Non è molto esperto nella danza, perché non ne comprende il senso profondo e il suo ballo con Alice (Anne Paulicevich) non è fortunato: al termine, come è consuetudine nel tango, la donna decide se continuare o meno con il partner occasionale. Sembra che la guardia carceraria sia condannata a condividere con un annoso pesce rosso nel suo acquario una vita senza scosse, finché non vede Alice fare visita a due carcerati, Fernand (Sergi Lòpez) e Dominic (Jan Hammenecker); costoro scontano una dura condanna a 10 e 20 anni di reclusione e sono marito e amante della donna, in un complicato triangolo amoroso.
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Jean-Christophe (François Damiens) conduce una vita solitaria, in un triste appartamento nei Paesi Bassi, con un lavoro da guardia carceraria e una unica follia: prende lezioni di tango. Non è molto esperto nella danza, perché non ne comprende il senso profondo e il suo ballo con Alice (Anne Paulicevich) non è fortunato: al termine, come è consuetudine nel tango, la donna decide se continuare o meno con il partner occasionale. Sembra che la guardia carceraria sia condannata a condividere con un annoso pesce rosso nel suo acquario una vita senza scosse, finché non vede Alice fare visita a due carcerati, Fernand (Sergi Lòpez) e Dominic (Jan Hammenecker); costoro scontano una dura condanna a 10 e 20 anni di reclusione e sono marito e amante della donna, in un complicato triangolo amoroso. Alice ha anche un figlio quindicenne, Antonio (Zacharie Chasseriaud), formalmente figlio di Fernand, ma generato da Dominic. Fernand è geloso di tutti, eccetto che dell’amico fraterno Dominic, ed intuisce che si è stabilito un filo di comunicazione tra Alice e Jean-Christophe, creato dalla scuola di ballo. Chiede a un detenuto argentino di imparare il tango e nel carcere, come per un prodigio, sorge una scuola di danza. Il tango è una filosofia: qualcuno l’ha definito “un pensiero triste che si balla”. Il detenuto argentino spiega che è anima, corpo, movimento; ma soprattutto libertà. E non ha torto. Suicidi tentati, uccisioni mancate, drammi adolescenziali e passioni incontrollate preludono a un finale a sorpresa, con aneliti di apparentemente impossibile libertà per tutti i protagonisti della storia.
Il tango è il vero protagonista della pellicola e affascinano i movimenti di danza, le strisciate dei passi, i saltelli, gli eleganti giri a sorpresa dei piedi dei ballerini. La coppia durante il ballo non comunica con le parole, ma con i movimenti del corpo. Solo al termine della danza i ballerini si scambiano qualche parola. Nel tango si comunica con uno slang, il “lunfardo”, una lingua creata dai carcerati per non farsi capire dalle guardie, che ha derivazioni di parole dialettali italiane e altera l’ordine delle sillabe. E proprio il carcere, ambiente originario del tango, è il teatro principale della storia, quasi tutta girata in interni. Gli attori sono bravi e ben diretti con una citazione particolare per la intensa Paulicevich, che firma anche soggetto e sceneggiatura. La pellicola è piuttosto sovraccarica di storie e in qualche modo perde l’efficacia creata dalle sequenze di ballo. Ma è un film comunque gradevole e ben fatto.
Valutazione ***
FabioFeli
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(di mario.tz)
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flyanto
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venerdì 21 febbraio 2014
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la forza travolgente del tango argentino
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Film in cui si racconta di una guardia carceraria, nella vita piuttosto solitaria e timida, che decide di prendere delle lezioni di tango argentino per motivare le proprie giornate e la propria esistenza. Proprio durante queste lezioni egli incontrerà e ballerà con una donna, di cui si innamorerà follemente la quale però è la compagna contemporaneamente di due detenuti nel carcere presso cui egli presta servizio. Da qui si verificheranno le conseguenti e naturali gelosie da parte dei tre uomini per la donna che invece sembra legata indissolubilmente a tutti e tre senza preferirne uno all' altro.
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Film in cui si racconta di una guardia carceraria, nella vita piuttosto solitaria e timida, che decide di prendere delle lezioni di tango argentino per motivare le proprie giornate e la propria esistenza. Proprio durante queste lezioni egli incontrerà e ballerà con una donna, di cui si innamorerà follemente la quale però è la compagna contemporaneamente di due detenuti nel carcere presso cui egli presta servizio. Da qui si verificheranno le conseguenti e naturali gelosie da parte dei tre uomini per la donna che invece sembra legata indissolubilmente a tutti e tre senza preferirne uno all' altro. Il finale, assai improbabile, testimonierà ciò.
IL film di Frédéric Fonteyne risulta essere in pratica un encomio per il ballo del tango argentino con tutta la ricchezza di significato che esso racchiude e sprigiona in maniera sensuale, passionale e melanconica nel corso dell' evolversi dei passi di danza stessi. Infatti è proprio il tango argentino il protagonista unico ed indiscusso della pellicola, l'unico elemento di coesione tra i vari elementi del film, cioè i quattro protagonisti della vicenda, che vivono in solitudine e molto differenti l'uno dall'altro per ciò che concerne il carattere e lo stile di vita. E' l'elemento che porta alla luce i veri temperamenti dei protagonisti, facendoli agire secondo il proprio naturale istinto, senza più alcuna remora di morale od altro. Ed è ciò che determina e giustifica il finale alquanto irreale o, per lo meno, poco credibile. Ma l'intento del regista, appunto, è quello di rappresentare la forza trascinante della danza argentina e non presentare tanto allo spettatore una narrazione che possa risultare credibile in tutto e per tutto.Pertanto, tralasciando il poco probabile finale, quest'opera risulta alquanto originale ed efficace nel suo contenuto.
Da menzionare i quattro attori, più il giovane adolescente nella parte del figlio, tutti adeguati ed all'altezza del proprio ruolo.
Per assistere ad una rappresentazione un pò inusuale.
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gianni quilici
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venerdì 21 febbraio 2014
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l'erotismo del tango, l'erotismo delle passioni
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E’ un film realistico, che sfugge al realismo. Questo è il suo pregio, questo il suo limite. Se si considera, infatti, come in effetti è, un film realistico, è, a tratti, poco plausibile psicologicamente e narrativamente, soprattutto nel finale; e negli intrecci passionali la figura del ragazzo è poco risolta.
E’ però anche il suo pregio, perché mescola la tragedia delle passioni ( le passioni, che nascono da acuti desideri e pulsioni nascoste, che provocano violente gelosie-tradimenti) con lo spettacolo ( lo spettacolo del tango, che è musica, danza, corpi, che diventano erotismo, un sottile esibito erotismo).
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E’ un film realistico, che sfugge al realismo. Questo è il suo pregio, questo il suo limite. Se si considera, infatti, come in effetti è, un film realistico, è, a tratti, poco plausibile psicologicamente e narrativamente, soprattutto nel finale; e negli intrecci passionali la figura del ragazzo è poco risolta.
E’ però anche il suo pregio, perché mescola la tragedia delle passioni ( le passioni, che nascono da acuti desideri e pulsioni nascoste, che provocano violente gelosie-tradimenti) con lo spettacolo ( lo spettacolo del tango, che è musica, danza, corpi, che diventano erotismo, un sottile esibito erotismo).
Con una sequenza eccezionale: il tango, che sembra iniziare come resa dei conti e che diventa invece una danza frenetica, che coinvolge e scatena i detenuti e, loro malgrado, i secondini stessi, “ irrompendo nel carcere come soffio di follia, e forse di utopia” (Fabio Ferzetti) . Questa miscela tra tragedia, spettacolo e erotismo genera mutamenti di genere e di ritmo, sorprende, avvince, allenta l’acme della tensione, la alleggerisce.
In secondo luogo Tango Libre di Frédéric Fonteyne, regista belga di due film da ri-vedere Una relazione privata e La donna di Gilles , è una grande prova di attori per l’energia psico-fisica che trasmettono: i due detenuti (Sergi Lopez e Jan Hammeneker), ben piantati e minacciosi con il fuoco di una passione imprigionata, e il secondino ( François Damiens), contratto e solitario con occhi fissamente allucinati. Su tutti, centro di questo triangolo la donna, da tutti desiderata (Anne Paulicevich, anche sceneggiatrice con il regista), che senza essere particolarmente bella, sprigiona un erotismo vibrante nel corpo seminudo esibito, nelle movenze, nell’ambiguità degli occhi.
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effemmecinema
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martedì 25 febbraio 2014
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il tango di fontayne e' fantasia e passione!
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Alice (Anne Paulicevich) ha i suoi “due uomini” (Fernand/Sergi López e Dominique/Jan Hammenecker) rinchiusi in un carcere; vive con il figlio Antonio (Zacharie Chasseriaud) e nel tempo libero balla il tango con Jean-Christophe (Françoise Damiens), che di mestiere fa la guardia carceraria.
Ben presto l'uomo che serra i chiavistelli diverrà “un grimaldello” e dalla sua solitudine nasceranno gentilezza e coraggio.
Fontayne va a passo di tango, con tocco leggiadro e spericolato. Il suo film è ricco di emozioni ed affettività di vario “genere ed intensità”, di gesti d'onore e d'istinto, ma anche di patti traditi, se rivelare un segreto può servire a salvare una vita e far rinascere la speranza.
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Alice (Anne Paulicevich) ha i suoi “due uomini” (Fernand/Sergi López e Dominique/Jan Hammenecker) rinchiusi in un carcere; vive con il figlio Antonio (Zacharie Chasseriaud) e nel tempo libero balla il tango con Jean-Christophe (Françoise Damiens), che di mestiere fa la guardia carceraria.
Ben presto l'uomo che serra i chiavistelli diverrà “un grimaldello” e dalla sua solitudine nasceranno gentilezza e coraggio.
Fontayne va a passo di tango, con tocco leggiadro e spericolato. Il suo film è ricco di emozioni ed affettività di vario “genere ed intensità”, di gesti d'onore e d'istinto, ma anche di patti traditi, se rivelare un segreto può servire a salvare una vita e far rinascere la speranza.
I battiti del cuore manderanno all'aria timidezze e regolamenti, la rabbia troverà la sua quiete e tornerà ad esser passione. Amore ed affetto correranno lungo vie inconsuete e dentro un perimetro formato da quattro lati...anzi cinque!
Il soggetto e la sceneggiatura presentano qualche avventatezza equando scricchiola la plausibilità per superare l'ostacolo è necessario chiudere gli occhi e lasciarsi andare, ma il cast affronta la sua avventura con grande passione, tappando ogni falla e facendo funzionare ogni cosa, donandole la giusta misura e l'indispensabile calore.
FRANCO
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melvin ii
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lunedì 24 marzo 2014
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il tango motore dell'amore
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“Tango libre “è un film di Frédéric Fonteyne. con François Damiens, Anne Paulicevich, Sergi López, Jan Hammenecker, Zacharie Chasseriaud .
Come si può fare per spezzare la quotidianità e la monotonia di una vita?
A volte, un hobby o una passione può cambiare tutto.
Se un uomo ama due donne in contemporanea, è considerato” un seduttore”
Ma se una donna amasse tre uomini in contemporanea, come sarebbe definita?
L’amore e la passione per la danza sono i due temi del film.
Nel nostro caso la passione del protagonista, Jean-Cristophe(Damiens) guardia carceraria, è il tango.
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“Tango libre “è un film di Frédéric Fonteyne. con François Damiens, Anne Paulicevich, Sergi López, Jan Hammenecker, Zacharie Chasseriaud .
Come si può fare per spezzare la quotidianità e la monotonia di una vita?
A volte, un hobby o una passione può cambiare tutto.
Se un uomo ama due donne in contemporanea, è considerato” un seduttore”
Ma se una donna amasse tre uomini in contemporanea, come sarebbe definita?
L’amore e la passione per la danza sono i due temi del film.
Nel nostro caso la passione del protagonista, Jean-Cristophe(Damiens) guardia carceraria, è il tango.
Il film presentato nel trailer come drammatico ha fin da subito una vitalità e freschezza visiva.
La prima scena ci mostra una rapina finita tragicamente compiuta da Sergi Lopez e Jan Hammenecker.
Siamo proiettati all’interno di un carcere belga, dove sono rinchiusi i due uomini. .
Dovremmo aspettarci un ambiente cupo, drammatico, claustrofobico, invece il tango è la spinta per un film originale, divertente ed a tratti ironico.
La protagonista femminile è Alice(Paulicevich), una infermiera, amante dei due rapinatori e soprattutto anch’essa ballerina di tango.
Alice e Jean si trovavano per caso, allo stesso corso di tango.
Fra loro nasce subito un feeling, nonostante nella vita reale abbiano ruoli “diversi”
Attraverso gli occhi di Jean, il regista ci mostra la “normale” relazione a tre tra Alice e i suoi amanti.
Un equilibrio raggiunto tra l’incredulità del mondo esterno.
Jean ha come”compagnia” di vita il suo pesciolino rosso.
La solitudine lo spingerà a fare scelte imprevedibili.
Sergi Lopez,marito di Alice, geloso del feeling nato tra la guardia e la moglie, prenderà lezioni di tango in carcere da un altro detenuto, coinvolgendo in poco tempo tutto il carcere
Le scene di ballo tra i carcerati sono divertenti, coinvolgenti e suggestive
I dialoghi sono scarni, semplici, ma incisivi.
L sceneggiatura è originale, ben scritta e cinematograficamente “ariosa”.
François Damiens merita sicuramente menzione per come è riuscito a dare profondità e sentimento al suo personaggio malinconico e solitario
Tutto il cast, in vero, è convincente ed adeguato.
Il finale poetico anche se abbastanza scontato, convince il pubblico
Lo spettatore , coinvolto, danzerà con i protagonisti fino alla fine.
“Tango libre” piacerà a chi crede il ballo muove il mondo, ancora più dell’amore.
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