roby_81
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domenica 10 giugno 2012
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un ritorno agli anni 70
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L'esagerazione sta alla ribellione tanto quanto la libertà sta all'annullamento del proprio "super io".
In una notte migliaia di ragazzi, e non, realizzano quello che l'intera società moderna reprime, ossia quello stato di anarchia sensoriale, che paradossalmente non allontana, ma unisce, e rende degli indisciplinati senza regole i protagonisti di una festa che diverrà epica, ed unica nella sua espressività, così intensa e forte, da lasciare segni evidenti del proprio passaggio con la distruzione di ogni sorta di bene materiale.
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L'esagerazione sta alla ribellione tanto quanto la libertà sta all'annullamento del proprio "super io".
In una notte migliaia di ragazzi, e non, realizzano quello che l'intera società moderna reprime, ossia quello stato di anarchia sensoriale, che paradossalmente non allontana, ma unisce, e rende degli indisciplinati senza regole i protagonisti di una festa che diverrà epica, ed unica nella sua espressività, così intensa e forte, da lasciare segni evidenti del proprio passaggio con la distruzione di ogni sorta di bene materiale.
Per un intera notte, un tranquillo quartiere sarà sotto serrato assedio dello sfogo di migliaia di anime, che accomunate dal puro gusto del divertimento, ignoreranno ogni regola e legge civile, al solo scopo di superare ogni limite morale, con l'obiettivo comune del pieno raggiungimento della libertà dei propri istinti. Il regista non si risparmi su nulla, ed anzi, porta al limite ogni gesto socialmente represso, esaltando l'uso di droghe e alcol, riportando la dimensione della donna ad oggetto del desiderio, rimarcando a più riprese come il sesso non sia solo sballo, a scopo ricreativo, ma soprattutto un modo per innalzare lo status simbol dei personaggi, che fanno di questa festa uno strumento per riabilitarsi con i propri coetanei, dopo essere stati etichettati come "sfigati".
Il sapore della trama è espressamente rock, ed il richiamo allo sballo stile anni 70' è molto poco velato. Sesso droga e rock'n'roll! …con la variante delle colonne sonore, ovviamente aggiornate ai nostri tempi, con ritmi comunque sempre esaltanti e perfettamente collegati alle scene, che accompagnano l'impressionante ascesa dei 3 personaggi attraverso gli sviluppi di un party, che si traduce per la morale comune in una vera e propria rivolta, tanto da costringere l'intervento finale degli SWAT per la repressione della stessa.
In pieno stile americano, il film non conosce censura, e propone senza freni i temi scottanti nella cultura occidentale, in cui ancora vi è l'incoerente dibattito riguardo le droghe, per esempio. In questo party tutto è lecito, e l'utilizzo di ganja ed extasy ci è mostrato nel suo stato più realistico, quello riconosciuto dai reali consumatori, come puro divertimento ed in ogni sguardo la regia ci coglie ironia e leggerezza. Apparentemente, nonostante le esagerazioni, nessuno si fa male, ma tutti si divertono, ed accorrono sempre più numerosi, quasi calamitati da un senso sempre più forte di unicità, quasi consapevoli di condividere un qualcosa di epico ed irripetibile, proprio perché oltre i limiti della legalità, e della morale.
Ci tengo in maniera particolare ad evidenziare come non sia in alcun modo possibile confrontare questo film con altri del passato, per esempio con "american pie" o "una notte da leoni", 2 film che nei vari trailer sono stati citati a puro scopo commerciale. La tecnica con cui è stato girato Project X ricorda sicuramente molto di più i tanti film che dagli anni 90 ad oggi (vedi la strega di blair o REC) ha sfruttato l'idea del montaggio di diverse scene riprese direttamente dai personaggi, con cellulari o videocamere, per esaltare la tensione e l'enfasi, di fatto si è sempre trattato di film horror o thriller, ma questo riadattamento ad un tema così leggero ci mancava, ed è stato un esperimento pienamente riuscito. L'ironia poi, si è liberata delle vesti del demenziale, ed ha preso le sembianze del realistico, il film non è costellato di battute hollywoodiane ma strappa sorrisi soprattutto attraverso lo stupore dovuto dall'impatto di scene che lasciano immedesimarsi lo spettatore in un incedere di situazioni che lasciano col fiato sospeso!
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didachos
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giovedì 5 luglio 2012
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project x: lode all'anarchia
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Il folle Todd Philips (attore e regista di "una notte da leoni") sforna un film molto più profondo di quel che si creda, mostrandoci la reale natura dell'essere umano sia autodistruttiva, forte nell'unità e vogliosa di libertà, il tutto sotto il suo famoso marchio di fabbrica: "commedia esagerata".
Una pellicola che i più potrebbero, osservando solo il trailer, definire "stupid movie", presenta invece parti profonde, emozionanti (la sottotrama amorosa ci ha fatto sospirare, impersonare e gridare consigli) e drammatiche (qualcuno ha detto "ragazzi che si gettano dal tetto?"). Ricco di trovate grandiose (una chicca che prevale tra tutte: la ripresa della rivolta di quartiere, tra suoni e fotografia, urla e tensione, si rende degna del meglio film di guerra), la pellicola si espone con una modaiola regia "handycam" che, parendo ormai chiusa in se stessa, viene invece reinterpetata grazie al passaggio del punto di vista di più videocamere (proprio come il "Chronicle" di Trank), proiettandoci direttamente all'interno del party permettendo così allo spettatore di partecipare al "progetto" e divertirsi, inserendo comunque in esso, tra una risata e un "oh mio dio!", un piccolo e dannoso pensiero: tutto questo potrebbe non essere una realtà poi così lontata!
Il prodotto figlio di "Animal House" è in realtà, proprio come suo padre, un grande inno alla vita, alla rivalsa sociale, ma soprattuto al delirio e al caos anarchico, portando i protagonisti a interpretare L'ESSERE UMANO: desideroso di distruggere qualsivoglia regola, in cerca della più totale libertà, tentando di tornare alle origini selvagge (quanta ragione avevi Russeau!), ecco che quindi il ragazzino, titubante all'inizio, si concederà poi a questi valori, diventando inarrestabile, tralasciando paure e conseguenze, scopi e obiettivi, completando la sua trasformazione, agli occhi di tutti (si, anche dei nostri!) nell' eroe e nel campione del più profondo animo umano.
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Il folle Todd Philips (attore e regista di "una notte da leoni") sforna un film molto più profondo di quel che si creda, mostrandoci la reale natura dell'essere umano sia autodistruttiva, forte nell'unità e vogliosa di libertà, il tutto sotto il suo famoso marchio di fabbrica: "commedia esagerata".
Una pellicola che i più potrebbero, osservando solo il trailer, definire "stupid movie", presenta invece parti profonde, emozionanti (la sottotrama amorosa ci ha fatto sospirare, impersonare e gridare consigli) e drammatiche (qualcuno ha detto "ragazzi che si gettano dal tetto?"). Ricco di trovate grandiose (una chicca che prevale tra tutte: la ripresa della rivolta di quartiere, tra suoni e fotografia, urla e tensione, si rende degna del meglio film di guerra), la pellicola si espone con una modaiola regia "handycam" che, parendo ormai chiusa in se stessa, viene invece reinterpetata grazie al passaggio del punto di vista di più videocamere (proprio come il "Chronicle" di Trank), proiettandoci direttamente all'interno del party permettendo così allo spettatore di partecipare al "progetto" e divertirsi, inserendo comunque in esso, tra una risata e un "oh mio dio!", un piccolo e dannoso pensiero: tutto questo potrebbe non essere una realtà poi così lontata!
Il prodotto figlio di "Animal House" è in realtà, proprio come suo padre, un grande inno alla vita, alla rivalsa sociale, ma soprattuto al delirio e al caos anarchico, portando i protagonisti a interpretare L'ESSERE UMANO: desideroso di distruggere qualsivoglia regola, in cerca della più totale libertà, tentando di tornare alle origini selvagge (quanta ragione avevi Russeau!), ecco che quindi il ragazzino, titubante all'inizio, si concederà poi a questi valori, diventando inarrestabile, tralasciando paure e conseguenze, scopi e obiettivi, completando la sua trasformazione, agli occhi di tutti (si, anche dei nostri!) nell' eroe e nel campione del più profondo animo umano.
Perchè in fondo, chi non sarebbe voluto essere in quella casa?!
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doc steve
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lunedì 23 luglio 2012
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una festa troppo esagerata
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Trama: un gruppo di amici, "sfigati" decide di dare una festa per il compleanno di uno di loro, Thomas, la cosa finira' ovviamente per sfuggirgli di mano.
Questo film ha due caratteristiche che lo rendono godibile, l'idea di unire il modello "American Pie" oramai stra-usato, con la tecnica in presa diretta (tipo Rec, per intendersi) in modo da reinventare entrambi, cosi d'avere una festa ricca di personaggi e scene bizzarre (lo gnomo, il nano, la modella, il cane volante, etc..) e tuttavia sembrare realistico; secondo e' il tema, una festa colossale a cui tutti vorrebbero parecipare...ci si esalta per forza durante il film ad un certo punto...anche perche' il film mostra il volto vero di un party, droghe, sesso, giochi alcolici.
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Trama: un gruppo di amici, "sfigati" decide di dare una festa per il compleanno di uno di loro, Thomas, la cosa finira' ovviamente per sfuggirgli di mano.
Questo film ha due caratteristiche che lo rendono godibile, l'idea di unire il modello "American Pie" oramai stra-usato, con la tecnica in presa diretta (tipo Rec, per intendersi) in modo da reinventare entrambi, cosi d'avere una festa ricca di personaggi e scene bizzarre (lo gnomo, il nano, la modella, il cane volante, etc..) e tuttavia sembrare realistico; secondo e' il tema, una festa colossale a cui tutti vorrebbero parecipare...ci si esalta per forza durante il film ad un certo punto...anche perche' il film mostra il volto vero di un party, droghe, sesso, giochi alcolici..
Il problema e' la seconda parte del film...hanno voluto spingere per forza oltre ogni limite, oltre ogni possibilita'...distruzione e distruzione....se vogliamo, vuole mostrare cosa porta la voglia di divertimento spinta senza freni...pero' questo rovina quello che era il realismo, l'atmosfera e le sensazioni che lo spettatore provava nella prima parte del film..ti chiedi ad un certo punto solo quando il regista decidera' di finirla e non che cosa succedera' ai protagonisti....finisce nel decadente, nell' "Americanata" piu' classica
Alla fine questo film si presta molto bene a una visione leggera, senza pretese, una serata tra amici,
ma anche (senza volermi sbilanciare se sia solo un esercizio forzatamente voluto) a una lettura piu' profonda su cosa siano le nuove generazioni, il concetto di divertimento, rapporto tra ragazzi e famiglia (il padre che considera il figlio sempre e comunque uno sfigato), alle conseguenze dell'agire senza pensare e all'affermazione di se' ( un esempio e' l'acclamazione di Thomas, come culmine della vita sociale del ragazzo), lasciando un amaro in bocca dopo l'allegria
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van cristal lee
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martedì 12 giugno 2012
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film che vuole far riflettere più che ridere.
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Non è certamente un film che può pretendere di farsi amare per la sua sceneggiatura, né offre un progetto immaginativo che distacca lo spettatore dalla realtà. Il finto found footage d'altrocanto mette ben in chiaro il messaggio di questo film: documenta la società contemporanea. Vedere Project x come un film demenziale o come una stilisticamente innovativa commedia americana sarebbe troppo riduttivo per un film che, certamente amplificando (neanche tanto) certe dinamiche, riesce a denunciare il dilagante e primitivo edonismo che dimora in ogni essere umano. L'identità dell'individuo passa attraverso alle possibilità materiali, di più, carnali, che può offrire in un'intersoggettività amorale prefigurata per lo spasso più pulsionale e l'oblio di ogni regolamento interno (genitori-membri della festa) e esterno (vicini-polizia.
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Non è certamente un film che può pretendere di farsi amare per la sua sceneggiatura, né offre un progetto immaginativo che distacca lo spettatore dalla realtà. Il finto found footage d'altrocanto mette ben in chiaro il messaggio di questo film: documenta la società contemporanea. Vedere Project x come un film demenziale o come una stilisticamente innovativa commedia americana sarebbe troppo riduttivo per un film che, certamente amplificando (neanche tanto) certe dinamiche, riesce a denunciare il dilagante e primitivo edonismo che dimora in ogni essere umano. L'identità dell'individuo passa attraverso alle possibilità materiali, di più, carnali, che può offrire in un'intersoggettività amorale prefigurata per lo spasso più pulsionale e l'oblio di ogni regolamento interno (genitori-membri della festa) e esterno (vicini-polizia..società). I protagonisti finiscono per essere idolatrati per aver posto le premesse per il degenero più estremo, a prescindere dal loro valore come individui con le proprie peculiarità personali. Finiranno per raggiungere il loro obbiettivo, la notorietà, senza accusare più di tanto le conseguenze delle loro azioni.
Si potrebbe andare avanti a lungo, prendendo spunto dal film, e parlare di come sia il mondo di noi giovani d'oggi, di quanto sia troppo facile prendersela comoda e cedere all'irresistibile fascino della carne, di come le pulsioni di morte corrino parallele alle pulsioni di vita, incrociandosi fino a confondere le idee di ciò che è da considerarsi bene e di ciò che è da considerarsi male. In conclusione è un film che fa riflettere, anche se è solo una finestra sul mondo, quello vero, che troppo spesso disperde le teste nel profluvio di stimoli facendo dimenticare ai più proprio quell'atto riflessivo offerto da una finzione, o meglio, simulazione del reale.
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sypnos
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mercoledì 13 giugno 2012
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quando la festa diventa distruzione
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Thomas, JB e Costa sono tre amici piuttosto "sfigati" che approfittando del compleanno del primo e dell'assenza dei suoi genitori, decidono di organizzare la festa più epica di sempre, in modo da diventare popolari.
Costa si dà da fare e sparge la voce della festa, una grande festa, in modo tale che la sera del party si presentino a casa di Thomas quelli che sembrano tutti gli studenti della scuola.
Il divertimento non manca, e di minuto in minuto la folla aumenta, arrivando a far chiamare la polizia dal vicino. Ma i ragazzi sono ben preparati e continuano la baldoria senza tregua.
Però dopo poco, la festa si sposta oltre che in giardino, unico luogo precedentemente scelto, alla casa, luogo off-limits, poichè per Thomas non sarebbe stato facile nascondere i danni.
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Thomas, JB e Costa sono tre amici piuttosto "sfigati" che approfittando del compleanno del primo e dell'assenza dei suoi genitori, decidono di organizzare la festa più epica di sempre, in modo da diventare popolari.
Costa si dà da fare e sparge la voce della festa, una grande festa, in modo tale che la sera del party si presentino a casa di Thomas quelli che sembrano tutti gli studenti della scuola.
Il divertimento non manca, e di minuto in minuto la folla aumenta, arrivando a far chiamare la polizia dal vicino. Ma i ragazzi sono ben preparati e continuano la baldoria senza tregua.
Però dopo poco, la festa si sposta oltre che in giardino, unico luogo precedentemente scelto, alla casa, luogo off-limits, poichè per Thomas non sarebbe stato facile nascondere i danni.
Infatti i danni non mancano tra oggetti rotti, animali domestici seviziati, conati di vomito dovuti al troppo alcol e nani nel forno.
Subito dopo, rompendo uno gnomo di ceramica che Costa aveva rubato a uno spacciatore, spuntano fuori anche pasticche di ecstasy per tutti gli invitati.
L'effetto della droga si fa subito sentire e i ragazzi si abbandonano al sesso e all'alcol sfrenato, tanto che Thomas finisce per tradire la sua ragazza.
Nonostante tutto però, la festa continua con ritmo veloce e devastante e i ragazzi organizzatori del party si vedono finalmente glorificati, tanto da essere ripresi dalla televisione.
Ma ormai la folla è incontrollabile e quando la polizia torna alla carica per arrestare gli invitati di troppo, inizia una vera e propria guerriglia, interrotta dall'arrivo dello spacciatore al quale Costa aveva rubato la ecstasy che, munito di lanciafiamme, incendia l'intero quartiere.
Alla fine le forze dell'ordine l'hanno vinta e riescono a domare l'incendio e a disperdere la folla. Il mattino dopo nel campo da football della scuola Thomas, Costa e JB riposano e affermano che il party è stato sicuramente indimenticabile.
I tre adolescenti vengono processati e bene o male se la cavano. Thomas torna insieme alla sua ragazza.
Ovviamente non poteva mancare l'effetto ruvido e grezzo delle riprese totalmente fatte con la videocamera da un personaggio del film, effetto che nel cinema americano di questi ultimi tempi è strausato, perciò banale.
Nel film le riprese sono effettuate da Dax, un ragazzo orfano che vive da solo.
L'idea è basata soprattutto sul disaster movie montato sullo stereotipo della festa americana. Niente male nel suo genere.
Una curiosità che ho notato è che i nomi dei protagonisti Thomas (Thomas Mann), JB (Jonatan Brown), Dax (Dax Flame) e Kirby (Kirby Blanton) sono gli stessi nomi degli attori.
Questo film è stato ben sviluppato, l'idea sfruttata a pieno, forse troppo velleitario il tentativo di incastrare all'interno della storia anche una parte sentimentale, comunque ottima pellicola nel suo genere.
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thebride
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mercoledì 4 luglio 2012
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festa e delirio a pasadena
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Tre ragazzi Thomas, Costa e JB, anzi quattro con Dux che si vede rilfesso nello specchio, solo all'inizio del film, decidono di uscire dal loro stato di sfigati attraverso una festa che dovrà essere epica. Costa convince Thomas, attraverso spiegazioni come "la gnocca", di dare una festa a casa sua per il suo compleanno. Potrebbe sembrare il classico inizio di una festa qualunque, fuori i genitori, compleanno dei diciassette anni, qualche six-pack di birra e via alla festa. L'intenzione è quella: "massimo cinquanta invitati" e tutti nel giardino sul retro nessuno in casa; queste le condizioni di Thomas. Condizioni che per la viralità degli inviti verranno violate da tutti gli invitati, due dj, uno gnomo da giardino, un nano e uno spacciatore con lanciafiamme alla mano.
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Tre ragazzi Thomas, Costa e JB, anzi quattro con Dux che si vede rilfesso nello specchio, solo all'inizio del film, decidono di uscire dal loro stato di sfigati attraverso una festa che dovrà essere epica. Costa convince Thomas, attraverso spiegazioni come "la gnocca", di dare una festa a casa sua per il suo compleanno. Potrebbe sembrare il classico inizio di una festa qualunque, fuori i genitori, compleanno dei diciassette anni, qualche six-pack di birra e via alla festa. L'intenzione è quella: "massimo cinquanta invitati" e tutti nel giardino sul retro nessuno in casa; queste le condizioni di Thomas. Condizioni che per la viralità degli inviti verranno violate da tutti gli invitati, due dj, uno gnomo da giardino, un nano e uno spacciatore con lanciafiamme alla mano.
Interessante il montaggio e la regia come se fosse un collage dei vari video (la telecamera di Dux, di vari cellulari o fotocamre, le telecamere della televisione e delle volanti della polizia), tecnica non nuova, però da l'idea che uno dei tre ragazzi ci facesse vedere di persona l'accaduto o come se stessimo guardando il video su YouTube.
Il film passa velocemente, il ritmo è incalzante, da un inizio molto tranquillo, al momento frenetico dei preparativi (esilarante la scena dei ragazzi che vanno a casa dello spacciatore), dal momento di pausa quando alla festa non arriva nessuno al crescendo della nottata goliardica; spassosi i due ragazzini della securit.
Non è un film impegnativo, ma quattro stelle le merita per come sono caratterizzati i personaggi, per l'assurdità delle gag, per lo sguardo sincero e senza paura di mostrare tutto.
Thomas, Costa, JB e Dux rimangono fedeli a se stessi per tutta la durata del film, da adolescenti coerenti non pensano alle conseguenze dell'evento da loro scatenato, l'unico che ci pensa è Thomas ma, anche lui, non smentisce la sua natura di teen-ager quando, alla fine del film, si preoccuperà di più del suo rapporto con l'amica Kirby che dell'accuse sulla sua testa. Sono talmente adolescenti che si dimenticano del casino combinato quando torneranno a scuola in una pioggia di applausi. Le gag sono molteplici e le batutte triviali ma non fastidiose lasciano lo spettatore tra l'esterrefatto e il divertito; si sente molto la presenza di Todd Philips, perché alcune reazioni che si hanno durante il film sono come quelle di Una Notte Da Leoni.
Altra cosa notevole del film è che non nasconde niente: alcool, droga, sesso non sono un tabù, ma vengono mostrati senza dare un giudizio, senza nasconderli o coprendoli con una vena di buonismo. Il bello del film è anche questo: l'assenza totale di filtri e l'assenza di colpevoli. Non si incolpa la società, né la scuola, nè i genitori, alla fine ognuno (più o meno) sarà responsabile delle proprie conseguenze. E anche nel finale, come se avessimo visto un documentario, ci vengono mostrate le varie sorti dei quattro ragazzi.
Una nota di merito va alla colonna sonora che accompagna tutta la festa: il passaggio musicale da "Pursuit Of Happiness" a "Heads Will Roll" scandisce anche la trasformazione della festa goliardica a delirio allucinato sfino a sfociare nell'anarchia.
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annu83
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domenica 5 agosto 2012
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una festa riuscita...
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Quando comincio a scrivere è un caldissimo pomeriggio estivo, non l’ideale per essere di buonumore. Anzi, non lo sono proprio, e il ventilatore non mi allieta a sufficienza. Eppure, nonostante il malumore, qualcosa mi spinge a scrivere bene di questa pellicola, che rapisce lo spettatore fin dall’inizio, grazie a una regia lineare e pulita, nonostante il metodo utilizzato.
La storia è semplice e immediata: 3 giovani imbranati e smaniosi di diventare “famosi” tra i compagni di scuola, un nugolo di persone in procinto di diventare più di mille all’interno di una festa epica destinata a imperitura memoria, la promessa (mantenuta) di “un mare di gnocca”, una casa da “sbranare” insieme a litri di alcolici, centinaia di pasticche e tanta erba da far impallidire Jack Herer…
Nourizadeh e Todd Phillips mischiano diversi mazzi delle migliori carte “trashpop” americane e si lanciano, grazie all’ausilio del sempre interessante found footage, che dopo Chronicle sembra aver preso nuovo vigore, in un’impresa importante, come la festa descritta.
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Quando comincio a scrivere è un caldissimo pomeriggio estivo, non l’ideale per essere di buonumore. Anzi, non lo sono proprio, e il ventilatore non mi allieta a sufficienza. Eppure, nonostante il malumore, qualcosa mi spinge a scrivere bene di questa pellicola, che rapisce lo spettatore fin dall’inizio, grazie a una regia lineare e pulita, nonostante il metodo utilizzato.
La storia è semplice e immediata: 3 giovani imbranati e smaniosi di diventare “famosi” tra i compagni di scuola, un nugolo di persone in procinto di diventare più di mille all’interno di una festa epica destinata a imperitura memoria, la promessa (mantenuta) di “un mare di gnocca”, una casa da “sbranare” insieme a litri di alcolici, centinaia di pasticche e tanta erba da far impallidire Jack Herer…
Nourizadeh e Todd Phillips mischiano diversi mazzi delle migliori carte “trashpop” americane e si lanciano, grazie all’ausilio del sempre interessante found footage, che dopo Chronicle sembra aver preso nuovo vigore, in un’impresa importante, come la festa descritta. Tutto in una notte, la notte del delirio assoluto, della psichedelia sintetica, dei “nani da forno” e tanto altro… la notte in cui un intero quartiere è vittima di una conquista barbara da parte dell’anarchia assoluta. Una sorta di Gotham City dove i Joker della situazione sono tre ragazzini sbarbati che vogliono solo festeggiare un compleanno, senza nemmeno riuscire ad immaginare quello che potrà succedere quando le luci si spegneranno e si tornerà alla realtà. Una pellicola altamente degenerativa, dove ogni minuto è sempre più basso (o più alto, punti di vista) di quello precedente.
Un’idea obsoleta, ma un metodo di narrazione che la rende più interessante di quel che realmente sarebbe, 3 attori giovani che recitano bene la loro parte, e alcuni spunti molto interessanti che rendono realistica tutta la narrazione. L’abuso di sostanze “illegali” non è la chicca, bensì la è la superficialità e la naturalezza con cui vengono utilizzate, a puro scopo ludico, quasi a rivivere le emozioni degli anni 70 e della beat generation, ormai troppo lontana ma non ancora completamente dimenticata. Sesso, droga, ben 2 dj che spingono musica “giusta”, tette e culi a manciate buttate lì su tavoli e divani e il piatto è servito. Perché il trucco del successo è proprio questo, la leggerezza con cui la pellicola volta le spalle al buon senso. In un regime di completa anarchia, il pregio della sceneggiatura è anche quella di evitare il colpo ad effetto finale. Nessun dramma, la festa viene soppressa nella maniera più naturale possibile, e la gloria degli ideatori sarà salva. Addirittura il proprietario della villa distrutta accennerà un moto di invidia per la festa appena svolta, roba da fare accapponare la pelle.
Qualcuno mormorava: “è come guardare American pie… ma da strafatti”… e il senso è proprio quello. Project X non ha la carica di ironia che hanno altri film a lui accostati, come appunto American Pie o Una notte da leoni, ma ha qualcosa di più. Ha la plausibilità, che di questi tempi, per una “trashcom” non è mica da buttare.
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onufrio
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lunedì 10 giugno 2013
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era solo una festa di compleanno
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Thomas si appresta a compiere 17 anni, gli amici più cari, ovvero Dax,JB ma soprattutto Costa, decidono di organizzare nella sua villa una festa megagalattica,il tutto ripreso sin dai preparativi con una telecamera dal misterioso Dax. L'obiettivo della serata è quello di realizzare una festa storica, con un solo chiodo fisso: "scopare"; mi affido ad un termine volgare poichè il film si mantiene su codesti toni dall'inizio alla fine, il che comunque non porta alla scandalo, poichè questa è la società d'oggi,o per lo meno una fetta sociale, non c'è dunque da scandalizzarsi se si vedono ragazzini che bevono fiumi di alcool, fumano qualsiasi erba, e quando alla rottura del nano da giardino vi trovano dentro addirittura l'ecstasy vanno in delirio totale; e dunque una semplice festa tra amici, diventa un festone con più di 2000 invitati e con un evolversi di danni apocalittici al quale anche il fido amico Costa, che in un primo momento sembra avere tutto sotto controllo, verrà risucchiato da questo vortice di pazzia giovanile.
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Thomas si appresta a compiere 17 anni, gli amici più cari, ovvero Dax,JB ma soprattutto Costa, decidono di organizzare nella sua villa una festa megagalattica,il tutto ripreso sin dai preparativi con una telecamera dal misterioso Dax. L'obiettivo della serata è quello di realizzare una festa storica, con un solo chiodo fisso: "scopare"; mi affido ad un termine volgare poichè il film si mantiene su codesti toni dall'inizio alla fine, il che comunque non porta alla scandalo, poichè questa è la società d'oggi,o per lo meno una fetta sociale, non c'è dunque da scandalizzarsi se si vedono ragazzini che bevono fiumi di alcool, fumano qualsiasi erba, e quando alla rottura del nano da giardino vi trovano dentro addirittura l'ecstasy vanno in delirio totale; e dunque una semplice festa tra amici, diventa un festone con più di 2000 invitati e con un evolversi di danni apocalittici al quale anche il fido amico Costa, che in un primo momento sembra avere tutto sotto controllo, verrà risucchiato da questo vortice di pazzia giovanile. Le scene con la musica mentre riprendono l'evolversi della festa sembrano dei veri e propri videoclip musicali dei giorni nostri, dove tutto è lecito tutto è consentito. Trovo questa commedia nel suo genere molto simpatica e divertente, magari il piromane è un pò troppo, ma è sempre e comunque un film, ed in una festa (ed in un film) del genere tutto è lecito.
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doublemile
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martedì 12 giugno 2012
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non annoia, pero'...
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Una festa. tempo di sballo e divertimento, anche per i tre protagonisti di questo film che tentano di organizzare il birthday party più spettacolare della storia, salvo poi pagarne le conseguenze quando la situazione sfugge loro di mano... tempo di perplessità invece per chi segue le loro peripezie sul grande schermo, avvolto nel buio della sala. Il primo pensiero nella testa dello spettatore può essere "forte, che sballo!", poi ci si riflette un attimo e magari ci si chiede anche se ragazzi non ancora 18enni possano davvere arrivare a fare tutto quello che vediamo nel film. Lasciamo perdere la risposta, l'eventuale preoccupazione o la questione della verosimiglianza della pellicola e accettiamola così com'è.
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Una festa. tempo di sballo e divertimento, anche per i tre protagonisti di questo film che tentano di organizzare il birthday party più spettacolare della storia, salvo poi pagarne le conseguenze quando la situazione sfugge loro di mano... tempo di perplessità invece per chi segue le loro peripezie sul grande schermo, avvolto nel buio della sala. Il primo pensiero nella testa dello spettatore può essere "forte, che sballo!", poi ci si riflette un attimo e magari ci si chiede anche se ragazzi non ancora 18enni possano davvere arrivare a fare tutto quello che vediamo nel film. Lasciamo perdere la risposta, l'eventuale preoccupazione o la questione della verosimiglianza della pellicola e accettiamola così com'è. Altri punti ci lasciano forse perplessi: la progressione narrativa nell'arco del film è praticamente nulla e la stessa festa non presenta una struttra ascendente di emozioni e coinvolgimento, alternando sequenze "tranquille" ad altre più "agitate" ma senza costruire un convincente crescendo verso il climax che pone fine alla baldoria. Certo, ci sono delle sequenze eccessive, c'è la logica dello shock, del far dire "oooh, cavolo" seguito dal risolino per l'assurdità e la drammaticità di certe situazioni che diventano quasi grottesche; ma tutto questo non necessariamente genera vero coinvolgimento e non sempre viene ben speso dalla pellicola, per quanto possa generare un certo apprezzamento soprattuto nel pubblico più giovane, che forse si identifica o meglio vorrebbe essere nei panni dei protagonisti (e per certi versi vorremmo esserlo tutti). Qualche perplessità anche sul montaggio e sulla gestione di alcuni personaggi, che si trovano in determinati luoghi per poi sparire e ricomparire in altri. Ma quello che più di tutto non convince è la focalizzazione dell'opera, che si presenta inizialmente come il filmato della festa girato dagli stessi presenti, praticamente una semi-soggettiva di chi di volta in volta tiene la telecamera (spesso, soprattutto inizialmente, un amico dei tre protagonisti). Il problema è che a volte il film esce di colpo da questa prospettiva, presentando inquadrature e punti di vista impossibili o non riconducibili al personaggio che dovrebbe riprendere, salvo poi rientrare in quest'ottica incrociando immagini prese da varie videocamere in funzione all'evento (la videocamera dell'amico, i vari videofonini, l'elicottero della tv, eccetera). Questa soluzione conferisce forse maggiore movimento alla pellicola, ma ne sporca in parte la purezza in termini di intento filmico e di focalizzazione, intesa apputno come l'adozione e il rispetto di un punto di vista (in senso lato, non solo come prospettiva ottica) da cui presentare ed esplorare il mondo diegetico.
C'è da dire comunque, dopo tutto questo, che il film non annoia, regala qualche buona battuta e dura il giusto.
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bartleby corinzio
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mercoledì 14 novembre 2012
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la pietosa metafisica del tutto
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Potrei sbilanciarmi con un ammanto alcolico di accelerazione interna ma preferisco leggere quello che mi son scritto sul palmo della mano con il pennarello. Una citazione di Foucault che dice all'incirca così: "Noi moderni cominciamo a renderci conto che sotto la follia, la nevrosi, le inadattabilità sociali, circola una comune esperienza dell'angoscia." E, usando un'espressione che dal mio punto di vista non è proprio entusiasmante, Foucault parla di fascino della "sragione" per l'uomo classico. Fascino che cede invece sotto il rigetto attuato dall'uomo moderno, atto liberatorio dalla "sragione" simboleggiato dall'intenzione da parte di Pierre Paul Royer-Collard di cacciare de Sade dall'ospizio di Charenton, ove è imprigionato per oscenità.
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Potrei sbilanciarmi con un ammanto alcolico di accelerazione interna ma preferisco leggere quello che mi son scritto sul palmo della mano con il pennarello. Una citazione di Foucault che dice all'incirca così: "Noi moderni cominciamo a renderci conto che sotto la follia, la nevrosi, le inadattabilità sociali, circola una comune esperienza dell'angoscia." E, usando un'espressione che dal mio punto di vista non è proprio entusiasmante, Foucault parla di fascino della "sragione" per l'uomo classico. Fascino che cede invece sotto il rigetto attuato dall'uomo moderno, atto liberatorio dalla "sragione" simboleggiato dall'intenzione da parte di Pierre Paul Royer-Collard di cacciare de Sade dall'ospizio di Charenton, ove è imprigionato per oscenità. Il Marchese de Sade, "il suo solo delirio è quello del vizio, e questa specie di vizio non può essere represso in una casa consacrata alla cura medica dell'alienazione". La crisi, nonché la filosofia della crisi, può anche essere speculare alla "sragione", nonché -andando un po' più nei crismi di Foucault - alla "metafisica" del potere. Studiare il potere ed impedire che si tramuti in dominio, contrastarlo anche con occasionali eresie e pungolate eccedenze. Ora, queste sono solo indicazioni di sorta o di scorta, ma dal mio punto di vista -seppur nella loro stramba incompletezza - possono essere una chiave di lettura. Il potere è un'arma che nasce anche dalla contestazione su di esso, contrasto il potere e divengo io potere. Una insidia concreta no? Ora, tutto ciò è paradigmatico di una festa che degenera in caos: una risposta.
Il festeggiato è quello che anche gli stessi genitori riconoscono come uno sfigato. E' uno sfigato, alla sua festa verranno in cinque o sei. Non abbiamo di che preoccuparci e soprattutto, poverino, è giusto che cerchi di divertirsi. I genitori partono per festeggiare - loro sì - l'anniversario di matrimonio e lasciano la casa al figlio e ai suoi due migliori amici. Ed è grazie ad uno dei due amici (quello meno incline a cedere alla sfigataggine di cui godono) che gli invitati supereranno di gran lunga il numero di quattro gatti. Lo svolgersi degli eventi è raccontato grazie alla telecamera di un uomo ombra, l'unico nel gruppo a non bere alcolici e grazie, successivamente, alle riprese fatte da cellulari e altri mezzi. Una sorta quindi di finto documentario sugli eventi e di per sé -anche se stra-abusata- questa è una trovata assai calzante. Il film è il racconto della nascita e del concretizzarsi di una degenerazione. Una generazione in degenerazione. Tette, culi, birra, cannucce, salti, balli, vomiti. Eppure, e datemi pure dello psicopatico, io in tutto questo ci ho visto un che di profondo.
Tecnicamente il film è ben girato e quindi un punto a favore di partenza ma è poi il resto a destare attenzione. Il documentato è un delirante salto heideggeriano, non fate caso se è singolare o inquietante ma dobbiamo saltare dal familiare al non familiare, saltare sul saldo suolo delle nostre vite. Saltare per arrivare dove già siamo, sull'adesso. Solo che l'adesso è critico. Economicamente critico, politicamente critico, socialmente critico. L'altro aspetto sostanziale di una bolgia ubriaca e festaiola è che, per quanto all'apparenza essa rappresenti una massa di pecore in realtà è una forma di singolarità-plurali. Quando si cede agli effluvi alcolici, quando il muro della ragione viene violentemente rotto si è faccia a faccia con noi stessi. Non si è massa, si è nettamente nell'auto-imposizione di me a me. Parafrasando in modo volgare sento di chiamare questa condizione la spontanea autonomia kantiana. Stabilire un principio di comportamento ("vado alla festa e mi sbronzo"), determinare la modalità di azione e seguire il principio scelto. Bevo responsabilmente, ossia mi prendo la responsabilità di sbronzarmi come se non ci fosse un domani. E mi infilo nella comunità non vestito della debolezza delle mie idiosincrasie ma nudo nella forza del mio me a me. Incontro facce, struscio su corpi, capelli femminili sul mio collo, capezzoli femminili sulle mie labbra, sento odori, fumo e scambio il fumo, verso da bere, mi versano da bere. Ciao, come ti chiami? Ciao, posso chiederti una sigaretta? Le sovrastrutture strozzate sul nascere.
La pietosa metafisica del tutto piomba come un macigno il giorno dopo, quando nulla è stato concretizzato a livello dell'oggi. A livello "politico" vi è stato un momento d'aggregazione e di risposta coerente alla crisi abbracciando un'altra crisi: quella singolare nel mondo plurale irrazional-economico. Dalla cenere, o dal vomito, restante si raccoglie un grappolo di tristezza. Per quanto ci siamo scatenati nulla là fuori ha subito il colpo, anzi, siamo stati spinti ancora più indietro e forse ci giochiamo anche un futuro responsabile. E quindi allora che fare se non pensare ad un nuovo appuntamento con il contatto? Oltre all'amaro sbatter la faccia sull'adesso v'è comunque ciò che a livello umano conta di più: l'intersoggettività, il toccarsi, il curarsi l'uno dell'altro, il non restar da soli anche solo per il momento della vomitata all'aperto.
Sì, ben donde, può esser che magari tutto ciò l'ho visto solo io in questo film. Ma mi auguro di no (sempre per parlar di condivisione). Le uniche note critiche sono sulla scarsa introspezione dei personaggi, non dico una ponderosa analisi psicologica ma un pochetto di più avrebbe impreziosito il film che, ripeto, per me è solo apparentemente un film di gente 'embreaca. E, altra nota critica, è per alcuni elementi nel finale. Ma sono piccolezze per un'ora e mezza scarsa di spassosa follia giovanile ove non può che nascere nella diegesi una certa e, mi auguro, comprensiva invidia a partire da un cartello a bordo piscina che dice "solo ragazze nude"; invidia ovviamente non per il cartello ma per la piscina.
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