hidalgo
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sabato 28 aprile 2012
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un rum annacquato
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Johnny Depp è Paul Kemp, giornalista ubriacone a Puerto Rico, dove tra alcol e droghe, belle donne e tipi loschi e combattimenti tra galli vedrà la sua vita cambiare.
Proprio come i già citati galli, il film di Robinson sbatte le ali ma non spicca il volo. Poco approfondito, a tratti noioso, The rum diary è un commedia che fa sorridere e diverte col contagocce, sfiora senza toccare importanti tematiche sociali ed ecologiche sempre mantenendosi sui binari della superficialità. Forse sono troppi i 120 minuti di durata per un film del genere, ma si ha la sensazione di girare spesso a vuoto, di essere in attesa di un qualcosa che non arriva e se arriva è appena accennato.
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Johnny Depp è Paul Kemp, giornalista ubriacone a Puerto Rico, dove tra alcol e droghe, belle donne e tipi loschi e combattimenti tra galli vedrà la sua vita cambiare.
Proprio come i già citati galli, il film di Robinson sbatte le ali ma non spicca il volo. Poco approfondito, a tratti noioso, The rum diary è un commedia che fa sorridere e diverte col contagocce, sfiora senza toccare importanti tematiche sociali ed ecologiche sempre mantenendosi sui binari della superficialità. Forse sono troppi i 120 minuti di durata per un film del genere, ma si ha la sensazione di girare spesso a vuoto, di essere in attesa di un qualcosa che non arriva e se arriva è appena accennato. Gli attori sono tutti bravi, anche se il meno convincente è proprio Johnny Depp, offuscato dagli ottimi Rispoli e Ribisi e dal balordo Aaron Eckhart e in generale da una prova modesta caratterizzata soprattutto da smorfie e ammiccamenti. Non sfruttata al meglio nemmeno la sensuale bellezza di Amber Heard, più una comparsa che una protagonista.Il film si trascina tra pochi alti e molti bassi dall'inizio alla fine senza mai cambiare marcia con decisione e lasciando in bocca un sapore di rum allungato con l'acqua.
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ombri
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giovedì 3 maggio 2012
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assolutamente dimenticabile
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Grande, cocente delusione. Fotografia super-patinata e meravigliose locations tropicali, ma stringi stringi...il nulla. Johnny Depp sempre bravissimo (anche se a mio parere surclassato dall'ancora una volta strepitoso Giovanni Ribisi, eccezionale caratterista il cui personaggio del tutto sopra le righe non viene adeguatamente sfruttato, bensì lasciato a fare da semplice macchietta), ma non riesce da solo a giustificare l'inutile prolissità del film e la fiacchezza della trama. Di "gonzo" tra l'altro qui non c'è proprio nulla, anzi la vicenda viaggia piatta, monocorde e prevedibile tanto nello svolgimento dei fatti quanto nello stile con cui vengono narrati.
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Grande, cocente delusione. Fotografia super-patinata e meravigliose locations tropicali, ma stringi stringi...il nulla. Johnny Depp sempre bravissimo (anche se a mio parere surclassato dall'ancora una volta strepitoso Giovanni Ribisi, eccezionale caratterista il cui personaggio del tutto sopra le righe non viene adeguatamente sfruttato, bensì lasciato a fare da semplice macchietta), ma non riesce da solo a giustificare l'inutile prolissità del film e la fiacchezza della trama. Di "gonzo" tra l'altro qui non c'è proprio nulla, anzi la vicenda viaggia piatta, monocorde e prevedibile tanto nello svolgimento dei fatti quanto nello stile con cui vengono narrati. Anzi, non si può parlare di alcuna vicenda poiché in realtà nelle 2 ore di proiezione non succede proprio NIENTE! Non aggiungo dettagli nel rispetto di chi eventualmente volesse vedere il film,anche se personalmente suggerirei di evitarlo.
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santoro96
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giovedì 26 aprile 2012
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johnny deep nei panni di un giornalista ubriacone
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Paul Kemp è un giornalista americano che si trasferisce dalla calma New York alla caotica Puerto Rico degli anni sessanta sconvolta da degrado e malavita.
Il giornale in cui scrive è in fallimento per i troppi debiti e per l'assenza di notizie .In questa situazione di degradatezza Paul fa conoscenza del fotografo del giornale Sala e di Moberg,un ex giornalista alcolizzato e nazista.
Paul conosce anche Sanderson un uomo d'affari che sfrutta la situazione di degrado che l'isola vive per il proprio tornaconto,il giornalista si innamora della bellissima moglie di Sanderson Chenault.
Paul provando disprezzo per lo sfruttamento dell'isola e decide di fare una vera e proprio guerra ai "bastardi".
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Paul Kemp è un giornalista americano che si trasferisce dalla calma New York alla caotica Puerto Rico degli anni sessanta sconvolta da degrado e malavita.
Il giornale in cui scrive è in fallimento per i troppi debiti e per l'assenza di notizie .In questa situazione di degradatezza Paul fa conoscenza del fotografo del giornale Sala e di Moberg,un ex giornalista alcolizzato e nazista.
Paul conosce anche Sanderson un uomo d'affari che sfrutta la situazione di degrado che l'isola vive per il proprio tornaconto,il giornalista si innamora della bellissima moglie di Sanderson Chenault.
Paul provando disprezzo per lo sfruttamento dell'isola e decide di fare una vera e proprio guerra ai "bastardi".
Questo film ,ispirato ad una storia vera,è una denuncia contro i grandi uomini d'affari americani che sfruttano le bellezze naturali a scopo di lucro.
La figura di Paul è la figura del giornalista leale , che racconta la verità della vita senza paura di ritorsioni o censure, la figura del giornalista che vive in un 'epoca buia piena di censure e di corruzione dove lo sfruttamento è l'arma economica per antonomasia.
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filippo catani
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lunedì 30 aprile 2012
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ritratto di un giornalista da giovane
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Puerto Rico inizio anni '60. Paul Kemp un giovane giornalista stanco della Grande Mela decide di scrivere per un piccolo quotidiano locale. In questo frangente farà conoscenza con due membri della redazione e cioè l'addetto alle fotografie e un giornalista che si occupava di religione e omicidi ma che ora è ormai diventato solo un alcolista. Ben presto il giovane Kemp verrà avvicinato da un imprenditore senza scrupoli pronto a ricoprire di cemento un'isola incontaminata e che ha bisogno del sostegno del giornale di Kemp. Il giornalista rimarrà però fatalmente stregato dalla sua bellissima moglie.
Piace molto questo film che riesce bene a spaziare su diversi registri.
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Puerto Rico inizio anni '60. Paul Kemp un giovane giornalista stanco della Grande Mela decide di scrivere per un piccolo quotidiano locale. In questo frangente farà conoscenza con due membri della redazione e cioè l'addetto alle fotografie e un giornalista che si occupava di religione e omicidi ma che ora è ormai diventato solo un alcolista. Ben presto il giovane Kemp verrà avvicinato da un imprenditore senza scrupoli pronto a ricoprire di cemento un'isola incontaminata e che ha bisogno del sostegno del giornale di Kemp. Il giornalista rimarrà però fatalmente stregato dalla sua bellissima moglie.
Piace molto questo film che riesce bene a spaziare su diversi registri. Infatti si possono trovare momenti di intrattenimento da commedia leggera con ottime scene (per esempio il giornalista che ascolta su disco i discorsi di Hitler) alternati a momenti più impegnati (struggente la scena degli abitanti dell'isola che vengono scacciati dal losco affarista dalla spiaggia perchè come lui dice questa è la mia spiaggia). Il rhum scorre a fiumi come esigono le migliori tradizioni locali e se in qualche momento il ritmo della pellicola pare rallentare ecco che un perfetto Depp riesce con il suo carisma e la sua abilità a risollevare immediatamente le sorti del film. Ritratto di un giornalista da giovane (per parafrasare in parte Joyce), il film mette in luce le prime mosse di colui che diventerà un affermatissimo scrittore "maledetto" e decisamente controcorrente e ci mostra anche come un certo capitalismo rampante cominciava a mettere le sue terribili radici riducendo anche le bellezze naturali in mere merci da pagare per poterne usufruire. Terribili infatti i dialoghi sugli alberghi che devono essere costruiti in ogni centimetro disponibile e pazienza per la vista tanto se uno vuole vedere il mare può sempre comprare una camera e vederselo dal balcone.
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roby_81
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giovedì 26 aprile 2012
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ubriacante
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Il film è assolutamente godibile, e nonostante l'uscita non sia stata poi molto sponsorizzata (cosa di cui sinceramente non mi capacito) la pellicola scorre veloce come le parole di un romanzo letto tutto d'un fiato.
Lo stile Gonzo inventato dalla letteratura di Thompson lo ritroviamo qui forse soprattutto nei modi di fare del personaggio di Paol Kemp, più che nel linguaggio adoperato dalla sceneggiatura.
Kamp è un giornalista americano dalle sembianze del sempre-verde Jhonny Depp, che col suo solito ed ormai inconfondibile stile è in grado di essere al tempo stesso estroverso, affascinante e quasi un cimelio catturato dal passato, per farci di nuovo stupire e sorridere.
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Il film è assolutamente godibile, e nonostante l'uscita non sia stata poi molto sponsorizzata (cosa di cui sinceramente non mi capacito) la pellicola scorre veloce come le parole di un romanzo letto tutto d'un fiato.
Lo stile Gonzo inventato dalla letteratura di Thompson lo ritroviamo qui forse soprattutto nei modi di fare del personaggio di Paol Kemp, più che nel linguaggio adoperato dalla sceneggiatura.
Kamp è un giornalista americano dalle sembianze del sempre-verde Jhonny Depp, che col suo solito ed ormai inconfondibile stile è in grado di essere al tempo stesso estroverso, affascinante e quasi un cimelio catturato dal passato, per farci di nuovo stupire e sorridere.
Il paragone, che ho letto essere stato fatto in certe occasioni, con l'interpretazione da parte di Depp di Thompson in Paura e delirio a Las Vegas lo trovo assolutamente fuori luogo. In primis perchè sono 2 film completamente diversi, dalle aspettative diverse, e dagli obiettivi conclusivi differenti. Rum Diary non è assolutamente una storia psichedelica ai livelli di Paura e delirio a Las Vegas, anche se Kamp, come altri protagonisti della storia sono caratterizzati dall'abuso di alcol, ed in alcune circostanze dalle droghe. La storia raccontata qui, per quanto leggera, ci offre poi una prospettiva più profonda, ed una volta che ci si ambienta nella Puerto Rico di quel preciso periodo storico, le emozioni sono tutte in divenire; diventa più semplice cogliere l'ironia di alcune scene come nel caso del voodoo al gallo, o più in generale di tutte quelle in cui è ostentata la presenza del rum, che come benzina sul fuoco, infiamma lo spirito dei protagonisti, e rende più movimentata quest'avventura... finita quasi bene.
Un avventura che si sviluppa su più livelli, toccando contemporaneamente diversi temi, tra cui non poteva mancare quello della storia d'amore, anch'essa passionale, divertente, e finita quasi bene.
Sullo sfondo della trama vi è poi curiosamente una sorta di documentario, tanto da far somigliare l'intera opera nel suo complesso ad un articolo di giornale, i cui dettagli sfuggono all'obiettività classica del gionalismo, sfociando nel personale di Kamp stesso, facendolo rimanere, alla fine della storia, il "gonzo" della situazione.
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donni romani
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domenica 6 maggio 2012
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johnny depp ai caraibi e ritorno
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Johnny Depp è stato per anni amico dello scrittore Hunter S. Thompson, tanto che prese parte al documentario dedicato alla vita di Thompson e quindi non stupisce che la sua casa di produzione abbia acquistato i diritti di "The Rum Diary" e che lui abbia interpretato il protagonista di questa pellicola che ci trasporta a Puerto Rico alla fine degli Anni 50. Magnifica ricostruzione d'ambiente e di un'epoca, Rum Diary narra le tragicomiche avventure del giornalista Paul Kemp che si trasferisce a Puerto Rico da New York per collaborare con il giornale locale, diretto da Letterman, prototipo divertente (il parrucchino sbilenco lo caratterizza perfettamente) stanco e disamorato quanto aggressivo e rancoroso.
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Johnny Depp è stato per anni amico dello scrittore Hunter S. Thompson, tanto che prese parte al documentario dedicato alla vita di Thompson e quindi non stupisce che la sua casa di produzione abbia acquistato i diritti di "The Rum Diary" e che lui abbia interpretato il protagonista di questa pellicola che ci trasporta a Puerto Rico alla fine degli Anni 50. Magnifica ricostruzione d'ambiente e di un'epoca, Rum Diary narra le tragicomiche avventure del giornalista Paul Kemp che si trasferisce a Puerto Rico da New York per collaborare con il giornale locale, diretto da Letterman, prototipo divertente (il parrucchino sbilenco lo caratterizza perfettamente) stanco e disamorato quanto aggressivo e rancoroso. I colleghi sono un campionario di tipi spiaggiati ai Caraibi e insabbiati in carriere perse e prospettive nulle, in cui Kemp si inserisce con un pizzico di scetticismo tentando inizialmente di proporre articoli con qualche contenuto ma adagiandosi ben presto all'andamento lento dell'isola, dove si va "per giocare a golf e non per leggere di scioperi e miseria" come gli ricorda il direttore. L'alcool scorre a fiumi, le prime esperienze con l'LSD sono al limite del comico e le avventure che coinvolgono Kemp e soci si fanno sempre più pericolose, tanto che finiscono anche in tribunale e nelle grinfie di affaristi senza scrupoli. In sottofinale ci sarà anche spazio per un rigurgito di orgoglio che dovrebbe portare alla pubblicazione di un articolo esplosivo e che invece finirà con l'ennesima sconfitta. Si sorride molto in alcune scene - e le espressioni di Depp, gigione da par suo, aiutano in tal senso - e soprattutto si gusta l'ambientazione che evoca il mito dello scrittore maledetto tutto alcool e droga che cerca la propria strada e la propria identità in un'isola sperduta ma che allo stesso tempo lo destruttura con scene esilaranti e con situazioni paradossali. Depp alla fine del mondo e ritorno, per omaggiare un'epoca letteraria ed alcolica che rimane unica.
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ultimoboyscout
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mercoledì 23 gennaio 2013
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l'inchiostro che sa di verità.
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Morale: bisognaperdersi prima di trovare la propria strada. Ed è esattamente quello che succede a Paul Kemp/Johnny Depp, giornalista e scrittore in crisi, bevitore scellerato che trova lavoro presso un giornale di terz'ordine a San Juan di Porto Rico come compilatore di oroscopi. Tra colleghi e amicizie borderline e una certa predisposizione al balordone più totale, Kemp, sprofonda nella palude della moralità, finendo in un losco affare immobiliare e trovandosi innamorato senza freni della donna di un altro. Il fil è tratto dal romanzo "Cronache del rum" del giornalista Hunter S. Thompson ed è un tributo allo stesso autore autore e al suo linguaggio.
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Morale: bisognaperdersi prima di trovare la propria strada. Ed è esattamente quello che succede a Paul Kemp/Johnny Depp, giornalista e scrittore in crisi, bevitore scellerato che trova lavoro presso un giornale di terz'ordine a San Juan di Porto Rico come compilatore di oroscopi. Tra colleghi e amicizie borderline e una certa predisposizione al balordone più totale, Kemp, sprofonda nella palude della moralità, finendo in un losco affare immobiliare e trovandosi innamorato senza freni della donna di un altro. Il fil è tratto dal romanzo "Cronache del rum" del giornalista Hunter S. Thompson ed è un tributo allo stesso autore autore e al suo linguaggio. Depp lo interpreta al naturale , è un centro di passività che trova reazione e redenzione (solo alla fine) e che attrae verso di se un teatrino più che emblematico fatto di situazioni e personaggi tipici se non addirittura folkloristici qualu ubriaconi, maneggioni e smanettoni, yankee reazionari e latini incattiviti da un sistema che li esclude e li emargina. E' un ritratto dell'altra, sporca faccia della medaglia del sogno americano, un american dream al contrario, puzzolente e pieno di pustole che produrrà Nixon, colpi di stato e movimenti di reazione e liberazione. Il problema è che è tutto troppo prevedibile e che il regista rimane in superficie, giocando (facile) sul contesto e su una mitologia tardo-hemingwayana. Tecnicamente ineccepibile, bellissime e indovinate le musiche, è una vera goduria per gli amanti del vintage ma soffre la narrazione e la consequenzialitàdegli eventi è del tutto in agonia. E' una sorta di paura e delirio a Porto Rico in cui Depp è l'alter ego di Thompson (dopo averlo già impersonato proprio in "Paura e delirio a Las Vegas") e si muove nei suoi adorati Caraibi. L'attore è perfetto (chi meglio di lui poteva farlo?) ma è la solita storia di eccessi, stravizi, belle donne con pochissimi guizzi.
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andrea bazzarini
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domenica 24 giugno 2012
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the rum diary
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Quando insieme ai titoli di testa di The Rum Diary parte Volare sembra per un attimo di essere a vedere il nuovo Woody Allen, ma qui canta Dean Martin e non Modugno. Johnny Depp ricorda l'amico (gonzo) giornalista Hunter S. Thompson con questo adattamento cinematografico, di cui è anche produttore e che in America è stato un flop, di uno dei suoi primi romanzi.
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Quando insieme ai titoli di testa di The Rum Diary parte Volare sembra per un attimo di essere a vedere il nuovo Woody Allen, ma qui canta Dean Martin e non Modugno. Johnny Depp ricorda l'amico (gonzo) giornalista Hunter S. Thompson con questo adattamento cinematografico, di cui è anche produttore e che in America è stato un flop, di uno dei suoi primi romanzi. Il freelance Paul Kemp (Depp) crede nella lotta sovversiva del reporter ma finisce per dedicarsi agli oroscopi, alloggia all'hotel Xanadu e si sveglia con occhi iniettati di sangue causa abuso di alcol e droghe. Puerto Rico negli anni '60 è in fermento rivoluzionario, imperi nati da speculazioni edilizie si affacciano vicino alla spiaggia, mentre il visionario Kemp profetizza che in America l'irlandese (JFK) vincerà le elezioni ma lo faranno fuori. I problemi cominciano quando dal mare della prima luna spunta la sirena Chenault, Amber Heard, fiancée del faccendiere politico due facce Aaron Eckhart.
Lo spirito folle e innocente di Thompson rifiuta la corruzione e viene riportato al cinema da Depp dopo Paura e delirio a Las Vegas del 1998, in una Puerto Rico che fa strike con le bottiglie di rum al posto dei birilli, dove i giornali sono in perdita fallimentare proprio come ai giorni nostri, e Kemp a caccia del reportage scandalo mostra l'aspetto più debole e autodistruttivo degli uomini come lui, rifugiandosi nell'alcol e finendo per fare del male solo a se stesso. Depp pare finalmente levarsi di dosso i panni di Jack Sparrow e combina un vibrante duetto con la bellezza bionda in ascesa di Amber Heard, sole cuore e amore del film.
Tattile trip allucinato a base di mescalina e misteriose droghe liquide che gocciolano negli occhi; i combattimenti dei galli fanno da sfondo a questa vita maledetta oltre i confini del mondo, lenta e nostalgica visione di una realtà che sta per scoprire il forziere fantasma. "Dritto alla meta e conquista la preda" diceva Captain Jack, qui invece si cita Oscar Wilde ("si conosce il prezzo di tutto ma il valore di niente") e, anche se lo humour non punge come vorrebbe, il film si ciba avidamente di colori caldi e della presenza di Amber Heard, si adegua al sensazionalismo del postmoderno (lingua a forma di serpente che esce dalla bocca), e subisce il solito pessimo sottotitolo postumo aggiunto dalla distribuzione italiana. La frase da dire: "Sei strafatto amico, beviti del rum".
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mr magoo
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lunedì 30 aprile 2012
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un solo protagonista: il rum!!!
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salve a tutti..penso di trovarmi sostanzialmente d'accordo con la recensione letta..il rum è il vero protagonista della storia a fianco del grande Depp che come al solito entra in queste parti in maniera esemplare.Guardando questo film si ha proprio la sensazione di rivedere il Signor Duke e il suo avvocato Gonzo certo in una storia molto + soft e classica..ciò che però devo ammettere è che sono stato leggermente deluso dalla estrema semplicità della trama..intendiamoci non mi aspettavo intrighi internazionali ma un conivolgimento maggiore del bravo Kemp nei loschi affari di Sanderson mi sembrava doveroso!!! e invece ancora una volta come ribadisce il titolo, che trovo azzeccatissimo, i nostri protagonisti si perdono in ubriacature e feste occasionali con belle donne.
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salve a tutti..penso di trovarmi sostanzialmente d'accordo con la recensione letta..il rum è il vero protagonista della storia a fianco del grande Depp che come al solito entra in queste parti in maniera esemplare.Guardando questo film si ha proprio la sensazione di rivedere il Signor Duke e il suo avvocato Gonzo certo in una storia molto + soft e classica..ciò che però devo ammettere è che sono stato leggermente deluso dalla estrema semplicità della trama..intendiamoci non mi aspettavo intrighi internazionali ma un conivolgimento maggiore del bravo Kemp nei loschi affari di Sanderson mi sembrava doveroso!!! e invece ancora una volta come ribadisce il titolo, che trovo azzeccatissimo, i nostri protagonisti si perdono in ubriacature e feste occasionali con belle donne..il rum si porta via anche la trama insomma...questa secondo me è stata la pecca maggiore anche perchè un film di 2 ore deve pur avere un pò di azione e di suspense..non è questo il caso..Kemp rovina le sue trattative perchè si porta dietro Sala..e Sanderson come lo liquida???dammi le chiavi della chevrolet e con me hai chiuso 6 fuori...un pò poco...detto questo ci sono scene talmente divertenti come quelle della notte in carcere e quella della 500 scassata che fanno davvero ridere!!!
insomma questo film è godibile ma estramamente semplice quindi per quanto mi riguarda consiglio di andarlo a vedere ma senza grosse aspettative!!!un saluto a tutti!!!
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ando_89
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martedì 22 maggio 2012
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alberghi, flirt e lsd
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The Rum Diary è il racconto dell'esperienza di Hunter S. Thompson a Porto Rico nel 1960. Si intrecciano una storia d'amore ("non confondere l'amore con la lussuria, è come l'ubriachezza con il giudizio"), una riflessione critica socio economica e l'amicizia di due giornalisti scapestrati con una sfrenata passione per l'ebbrezza. Forse la troppa carne al fuoco rischia di far perdere forza al complesso ma trovo che abbia comunque molti meriti. Ho trovato saggia l'invettiva verso lo sfruttamento turistico dell'isola e le critiche verso un certo tipo di giornalismo, divertenti le gag di Kemp e Sala tra sbronze. inseguimenti. galline e sperimentazioni di misteriosi liquidi allucinogeni, un pò debole l'avventura con la monrosissima Ambrer Heard.
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The Rum Diary è il racconto dell'esperienza di Hunter S. Thompson a Porto Rico nel 1960. Si intrecciano una storia d'amore ("non confondere l'amore con la lussuria, è come l'ubriachezza con il giudizio"), una riflessione critica socio economica e l'amicizia di due giornalisti scapestrati con una sfrenata passione per l'ebbrezza. Forse la troppa carne al fuoco rischia di far perdere forza al complesso ma trovo che abbia comunque molti meriti. Ho trovato saggia l'invettiva verso lo sfruttamento turistico dell'isola e le critiche verso un certo tipo di giornalismo, divertenti le gag di Kemp e Sala tra sbronze. inseguimenti. galline e sperimentazioni di misteriosi liquidi allucinogeni, un pò debole l'avventura con la monrosissima Ambrer Heard. Menzione d'onore per un folle Ribisi. Concordo con la definizione "omaggio classicheggiante" ma l'estetica bella e fredda e il rum che scalda i cuori trovano un insolito connubio. Si cerca anche una rivalsa contro i potenti speculatori edilizi ma finisce tragicamente (o gloriosamente?) con un furto nell'albeggiare caraibico.
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