cattivit
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venerdì 9 settembre 2011
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un branco di inetti che meritano di scomparire
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Miii! Nessuno che accenda un fuoco! Hanno solo del carburante intorno e si preoccupano delle superpila!
Niente cerini, ma 20 metri di cavo per accendere l'auto si, vero?
Noioso e lungo. Si salva solo la scena iniziale, che faceva ben sperare, totalmente sprecata.
Va bene fare un film low budget, ma non si può trascurare la trama. Qui la storia non è credibile ed è piena di buchi.
Come si fa a mandare in giro film del genere?
[+] hai perfettamente ragione
(di masqat)
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mr.duff
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martedì 30 agosto 2011
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idea buona poco sviluppata
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Il film si fa seguire con interesse ma alla fine rimane il vuoto...una trama inesistente e un finale incompleto che non spiega nulla! L'idea poi mi ha ricordato molto quella avuta da Stephen King nella serie "I Langolieri" ma li c'era una spiegazione e un evolversi degli eventi...qui il nulla totale. Non viene spiegao perchè solo una macchina è ancora funzionante e le altre no, non si spiega chi siano quelle ombre, interessante solo la considerazione della donna quando mette in dubbio la loro realtà e si domanda se quello che stanno vivendo sia l'inferno e quelle ombre li vogliono richiamare al paradiso...per il resto un film che si dimentica e che ti rimane l'amaro in bocca, l'idea di partenza è comunque valida ma per niente svilup
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Il film si fa seguire con interesse ma alla fine rimane il vuoto...una trama inesistente e un finale incompleto che non spiega nulla! L'idea poi mi ha ricordato molto quella avuta da Stephen King nella serie "I Langolieri" ma li c'era una spiegazione e un evolversi degli eventi...qui il nulla totale. Non viene spiegao perchè solo una macchina è ancora funzionante e le altre no, non si spiega chi siano quelle ombre, interessante solo la considerazione della donna quando mette in dubbio la loro realtà e si domanda se quello che stanno vivendo sia l'inferno e quelle ombre li vogliono richiamare al paradiso...per il resto un film che si dimentica e che ti rimane l'amaro in bocca, l'idea di partenza è comunque valida ma per niente sviluppata!
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(di tecmec)
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riccardo76
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giovedì 3 novembre 2011
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un film con buoni propositi, ma mal realizzato
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L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine,essa risulti oramai arrivata sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi. Infine, attraverso un’interpretazione religiosa dell’opera, la luce potrebbe rappresentare la fede, l’unica salvezza contro le tenebre del male, che stanno prendendo sempre di più il sopravvento in una società oramai quasi completamente atea e allo sbando, come si vede dalla scena finale ambientata in una chiesa dove la luce divina è simboleggiata da una candela.
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L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine,essa risulti oramai arrivata sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi. Infine, attraverso un’interpretazione religiosa dell’opera, la luce potrebbe rappresentare la fede, l’unica salvezza contro le tenebre del male, che stanno prendendo sempre di più il sopravvento in una società oramai quasi completamente atea e allo sbando, come si vede dalla scena finale ambientata in una chiesa dove la luce divina è simboleggiata da una candela.
Quindi, Vanishing on 7th street, sembrerebbe un valido film, con molti buoni propositi e spunti di riflessione, se non fosse per il fatto che, trattandosi di un thriller paranormale – con risvolti catastrofici e fantascientifici – esso non riesce a tenere in tensione lo spettatore, finendo per annoiarlo a morte, a causa di una struttura debole. Tanto per cominciare il film si presenta come un concentrato di cliché visti e rivisti in pellicole del passato, per citarne le migliori, E Venne il Giorno di Shyamalan, l’Ultimo uomo della terra di Ragona e La notte dei morti viventi di Romero, che, se da un lato possono rappresentare eleganti citazioni, dall’altro finiscono per dare l’impressione del dejà-vu, provocando un crollo di interesse, di tensione e di attenzione dal momento in cui lo spettatore se ne rende conto. Uno dei cliché più sfruttati qui presente è la composizione del gruppo dei sopravvissuti: ritroviamo infatti puntualmente l’eroe giovane, bello e sprezzante del pericolo, poi, il solito ferito, che, come sempre, finisce per risultare d’impaccio agli altri, quindi, l’esperto di pronto soccorso per curare quest’ultimo – in questo caso una sedicente fisioterapista – e , infine, non poteva mancare la vittima innocente, un bambino, che spera ancora nel ritorno della madre. Anche le situazioni risultano quelle già sfruttate a più non posso nei peggiori B-movie: i sopravvissuti braccati in un locale circondato dai mostri, la necessità di fuggire per mancanza di munizioni ( in questo caso torce e tutto ciò che fa luce), il tentativo di recuperare un mezzo per la fuga. Già con questi elementi la tensione cala inesorabilmente, ma anche la sceneggiatura non aiuta, con le sue poche scene di suspense, ed i prolungamenti di tempo estenuanti di certe situazioni.
Anche per quanto riguarda gli effetti speciali, poi, il film scivola nel ridicolo: le ombre infatti, con i loro movimenti goffi e i loro lamenti, ricordano molto gli spiriti cattivi di Ghost, che rappresentano la parte meno riuscita di quel capolavoro; solo che in quel caso correva l’anno 1989, e perciò si poteva giustificare la grossolanità degli effetti speciali, ma non nel caso di una pellicola del 2011, con tutte le tecniche digitali a disposizione. Infine, anche i dialoghi contribuiscono al crollo di tensione e attenzione, rallentando fastidiosamente un ritmo già di per sé lento, per non parlare della loro inconsistenza, costruiti sulla banalità più assoluta.
Ma c’è qualcosa da salvare? – Sì, ma non molto: oltre ai messaggi impliciti citati all’inizio, un piccolo colpo di scena, quasi alla fine, in cui si fa credere allo spettatore qualcosa che in realtà non avviene realmente e il finale, che per fortuna, si distacca dalla massa dei predecessori e ci regala una poetica scena di chiusura. Tuttavia, questo non basta a far scrollare di dosso dallo spettatore una noia mortale!
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cenox
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domenica 29 gennaio 2012
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essenziale? pure troppo!!!
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L'idea di un horror basato su delle ombre che assorbono la luce e fanno scomparire i corpi degli esseri umani che non hanno fonti luminose per difendersi ci può benissimo stare (anche se non venite a dirmi che l'idea è originale!!), ma si può fare un film senza pensare a creare un minimo di spiegazione per i poveretti che hanno deciso di vederlo?? Quante sono le cose essenziali che vengono veramente chiarite e per cui si aspetta che finisca il film, per poter finalmente capire? Vediamo se riesco a spiegarmi: ok, l'unica cosa che dovrebbe essere chiara è che gli unici sopravvissuti all'attacco di queste pseudo "forze negative" (ma ovviamente non si capisce nè cosa siano, nè da dove siano venute) son le fortunate persone che casualmnete erano davanti ad una luce, poichè ne son respinte.
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L'idea di un horror basato su delle ombre che assorbono la luce e fanno scomparire i corpi degli esseri umani che non hanno fonti luminose per difendersi ci può benissimo stare (anche se non venite a dirmi che l'idea è originale!!), ma si può fare un film senza pensare a creare un minimo di spiegazione per i poveretti che hanno deciso di vederlo?? Quante sono le cose essenziali che vengono veramente chiarite e per cui si aspetta che finisca il film, per poter finalmente capire? Vediamo se riesco a spiegarmi: ok, l'unica cosa che dovrebbe essere chiara è che gli unici sopravvissuti all'attacco di queste pseudo "forze negative" (ma ovviamente non si capisce nè cosa siano, nè da dove siano venute) son le fortunate persone che casualmnete erano davanti ad una luce, poichè ne son respinte. Ma perchè son attaccati solo gli esseri umani e non gli animali? Boh, direbbe lo stesso regista! Perchè alcune luci non riescono a tenere a bada gli antagonisti? Perchè i protagonisti non danno fuoco a tutto ciò che trovano per far luce? Bah, mi sa che i quesiti non avranno risposta perchè il regista non aveva una gran voglia di svilupparlo seriamente!
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riccardo76
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giovedì 17 novembre 2011
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un film con buoni propositi, ma mal realizzato
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L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine,essa risulti oramai arrivata sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi. Infine, attraverso un’interpretazione religiosa dell’opera, la luce potrebbe rappresentare la fede, l’unica salvezza contro le tenebre del male, che stanno prendendo sempre di più il sopravvento in una società oramai quasi completamente atea e allo sbando, come si vede dalla scena finale ambientata in una chiesa dove la luce divina è simboleggiata da una candela.
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L’ultimo film di Brad Anderson sembrerebbe intriso di messaggi impliciti, soprattutto filosofici. Uno tra questi potrebbe essere quello che, considerando la nostra società basata soltanto sull’immagine,essa risulti oramai arrivata sull’orlo di un baratro e non può far altro che crollare e ricominciare da zero, facendosi avvolgere dalle tenebre per rinascere in una nuova luce. La lettura si potrebbe estendere però anche al livello metacinematografico, dove un cinema ormai saturo necessiterebbe di rinnovamento, e la scena iniziale, ambientata in una sala di proiezione, confermerebbe tale ipotesi. Infine, attraverso un’interpretazione religiosa dell’opera, la luce potrebbe rappresentare la fede, l’unica salvezza contro le tenebre del male, che stanno prendendo sempre di più il sopravvento in una società oramai quasi completamente atea e allo sbando, come si vede dalla scena finale ambientata in una chiesa dove la luce divina è simboleggiata da una candela.
Quindi, Vanishing on 7th street, sembrerebbe un valido film, con molti buoni propositi e spunti di riflessione, se non fosse per il fatto che, trattandosi di un thriller paranormale – con risvolti catastrofici e fantascientifici – esso non riesce a tenere in tensione lo spettatore, finendo per annoiarlo a morte, a causa di una struttura debole. Tanto per cominciare il film si presenta come un concentrato di cliché visti e rivisti in pellicole del passato, per citarne le migliori, E Venne il Giorno di Shyamalan, l’Ultimo uomo della terra di Ragona e La notte dei morti viventi di Romero, che, se da un lato possono rappresentare eleganti citazioni, dall’altro finiscono per dare l’impressione del dejà-vu, provocando un crollo di interesse, di tensione e di attenzione dal momento in cui lo spettatore se ne rende conto. Uno dei cliché più sfruttati qui presente è la composizione del gruppo dei sopravvissuti: ritroviamo infatti puntualmente l’eroe giovane, bello e sprezzante del pericolo, poi, il solito ferito, che, come sempre, finisce per risultare d’impaccio agli altri, quindi, l’esperto di pronto soccorso per curare quest’ultimo – in questo caso una sedicente fisioterapista – e , infine, non poteva mancare la vittima innocente, un bambino, che spera ancora nel ritorno della madre. Anche le situazioni risultano quelle già sfruttate a più non posso nei peggiori B-movie: i sopravvissuti braccati in un locale circondato dai mostri, la necessità di fuggire per mancanza di munizioni ( in questo caso torce e tutto ciò che fa luce), il tentativo di recuperare un mezzo per la fuga. Già con questi elementi la tensione cala inesorabilmente, ma anche la sceneggiatura non aiuta, con le sue poche scene di suspense, ed i prolungamenti di tempo estenuanti di certe situazioni.
Anche per quanto riguarda gli effetti speciali, poi, il film scivola nel ridicolo: le ombre infatti, con i loro movimenti goffi e i loro lamenti, ricordano molto gli spiriti cattivi di Ghost, che rappresentano la parte meno riuscita di quel capolavoro; solo che in quel caso correva l’anno 1989, e perciò si poteva giustificare la grossolanità degli effetti speciali, ma non nel caso di una pellicola del 2011, con tutte le tecniche digitali a disposizione. Infine, anche i dialoghi contribuiscono al crollo di tensione e attenzione, rallentando fastidiosamente un ritmo già di per sé lento, per non parlare della loro inconsistenza, costruiti sulla banalità più assoluta.
Ma c’è qualcosa da salvare? – Sì, ma non molto: oltre ai messaggi impliciti citati all’inizio, un piccolo colpo di scena, quasi alla fine, in cui si fa credere allo spettatore qualcosa che in realtà non avviene realmente e il finale, che per fortuna, si distacca dalla massa dei predecessori e ci regala una poetica scena di chiusura. Tuttavia, questo non basta a far scrollare di dosso dallo spettatore una noia mortale!
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marsmarc
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sabato 2 febbraio 2013
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menomale, solo 95 minuti!
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Il film si è presentato bene, l'idea delle ombre che rapivano gli uomini non era male... ma proseguendo si incontra una banalità tremenda, specialmente nel finale.
Non viene retta, con alcun ragionamento logico, la conclusione, che sembra possa avere un senso solo se si utilizza un ragionamento infantile e semplice: che l'uomo ha vissuto una vita dettata da odio e futilità, perciò verrà sterminato... di conseguenzadue bimbi( poichè mettere i bambini come principio di un modo senza pecche è moda) saranno i nuovi capi stipidi della nuova generazione purificata dai mali di quella vecchia. Okay, va bene basarsi su questa idea, ma almeno metterci dell'originalità, condirla con un po' di suspance, un po' di ragionamenti sensati e non solo di idee calviniste non controbattute( il discorso che fa la donna al bar, dove ribadisce che il destino dell'uomo è in mano di Dio e che l'uomo in se non può far nulla).
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Il film si è presentato bene, l'idea delle ombre che rapivano gli uomini non era male... ma proseguendo si incontra una banalità tremenda, specialmente nel finale.
Non viene retta, con alcun ragionamento logico, la conclusione, che sembra possa avere un senso solo se si utilizza un ragionamento infantile e semplice: che l'uomo ha vissuto una vita dettata da odio e futilità, perciò verrà sterminato... di conseguenzadue bimbi( poichè mettere i bambini come principio di un modo senza pecche è moda) saranno i nuovi capi stipidi della nuova generazione purificata dai mali di quella vecchia. Okay, va bene basarsi su questa idea, ma almeno metterci dell'originalità, condirla con un po' di suspance, un po' di ragionamenti sensati e non solo di idee calviniste non controbattute( il discorso che fa la donna al bar, dove ribadisce che il destino dell'uomo è in mano di Dio e che l'uomo in se non può far nulla). E i personaggi? Beh, loro sono perfetti... statici, sterili e inetti, non valgono nulla, non danno nulla, codardi e vigliacchi e male interpretati secondo me. In conclusione un film che per certi versi può sembrare accattivante, ma che in sostanza vale poco. Avevano una buona idea, ma non si sa perchè non l'hanno messa in campo.
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carloalberto
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lunedì 11 gennaio 2021
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da anderson ci si aspettava di più
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Dal regista del bellissimo L’uomo senza sonno, Brad Anderson, forse ci si aspettava qualcosa di più. Ma in quel film campeggiava un attore straordinario come Bale, qui si è scelto il volto un po’ anonimo, più adatto ad un episodio di Guerre stellari, di Christensen. Per un film girato quasi tutto in interni e basato su soli quattro personaggi, insomma una sorta di piece teatrale, sono decisive due cose, la sceneggiatura, ovvero i dialoghi, e la performance attoriale dei protagonisti. Se si sbaglia il cast in un film del genere, che, sotto le vesti di un horror fantascientifico post apocalittico, vorrebbe essere in realtà un drammatico surreale con un finale metaforico che evoca la rinascita dell’umanità biblicamente rappresentata dall’Adamo ed Eva a cavallo, il risultato è una pellicola mediocre e a tratti tediosa.
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Dal regista del bellissimo L’uomo senza sonno, Brad Anderson, forse ci si aspettava qualcosa di più. Ma in quel film campeggiava un attore straordinario come Bale, qui si è scelto il volto un po’ anonimo, più adatto ad un episodio di Guerre stellari, di Christensen. Per un film girato quasi tutto in interni e basato su soli quattro personaggi, insomma una sorta di piece teatrale, sono decisive due cose, la sceneggiatura, ovvero i dialoghi, e la performance attoriale dei protagonisti. Se si sbaglia il cast in un film del genere, che, sotto le vesti di un horror fantascientifico post apocalittico, vorrebbe essere in realtà un drammatico surreale con un finale metaforico che evoca la rinascita dell’umanità biblicamente rappresentata dall’Adamo ed Eva a cavallo, il risultato è una pellicola mediocre e a tratti tediosa. La palingenesi attraverso il sacrificio degli innocenti non è un’idea nuova per un soggetto, in chiave fantascientifica ed aliena già rappresentata nel 2009 in Segnali dal futuro con Nicolas Cage, e tantomeno la scomparsa simultanea di milioni di persone dalla faccia della terra, che affonda le sue radici niente di meno che nell’Apocalisse di Giovanni o più prosaicamente nei romanzi fantastico-religiosi degli anni ‘90 di Tim LaHaye, cui si richiamerà, senza migliore esito, Left Behind - La profezia del 2014 con l’immancabile Cage.
A parte il ragazzo, interpretato da un giovane rapper afroamericano Jacob Latimore, gli altri due superstiti della misteriosa, e tale rimarrà fino alla fine della pellicola, scomparsa collettiva, sono Jonathan Leguizamo, ottimo caratterista ed attore comico di origini colombiane, eThandie Newton, attrice britannica di padre inglese e madre Zimbabwese. Ovviamente il riferimento alla nazionalità dei protagonisti è per sottolineare l’accuratezza con la quale sono stati scelti gli attori, proprio per formare un campione di sopravvissuti che fosse il più variegato possibile e rappresentativo dell’intera umanità. Si noti, peraltro, a conferma dell’importanza che è stata data al tema razziale, che il ragazzino e la bambina che, come novelli Adamo ed Eva, sono destinati a ripopolare il mondo, sono l’uno di colore e l’altra bianca.
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tecmec
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lunedì 10 ottobre 2011
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incredibile!
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Incredibile per due ragioni: la prima è che non mi aspettavo un horror tanto semplice eppure efficace e ben riuscito; la seconda è che è incredibile, addidittura inspiegabile che il forum sia pieno di commenti scritti da chi di cinema horror non si intende minimamente!
Al pubblico, quindi, come spesso succede regalo un bello ZERO! mentre al film direi che merita un bel 10!
Un film semplice ed efficace, assolutamente terrificante nella sua essenzialità, in cui come da miglior tradizione horror si spiega il meno possibile e si lascia intuire allo spettatore cosa potrebbe essere successo, non dimenticando però di ricordare allo stesso spettatore che " se anche arriverà ad una soluzione sarà sbagliata e comunque non sarà lui a sopravvivere"!
Notevolissima pellicola quindi, da un regista assolutamente originale come Brad Anderson (Il Cubo), attori adatti alla parte, fotografia impressionante e trama raccapricciante, con l'inquietantissimo riferimento ai fatti dell'isola inglese (su cui comunque potrebbe essere successo di tutto.
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Incredibile per due ragioni: la prima è che non mi aspettavo un horror tanto semplice eppure efficace e ben riuscito; la seconda è che è incredibile, addidittura inspiegabile che il forum sia pieno di commenti scritti da chi di cinema horror non si intende minimamente!
Al pubblico, quindi, come spesso succede regalo un bello ZERO! mentre al film direi che merita un bel 10!
Un film semplice ed efficace, assolutamente terrificante nella sua essenzialità, in cui come da miglior tradizione horror si spiega il meno possibile e si lascia intuire allo spettatore cosa potrebbe essere successo, non dimenticando però di ricordare allo stesso spettatore che " se anche arriverà ad una soluzione sarà sbagliata e comunque non sarà lui a sopravvivere"!
Notevolissima pellicola quindi, da un regista assolutamente originale come Brad Anderson (Il Cubo), attori adatti alla parte, fotografia impressionante e trama raccapricciante, con l'inquietantissimo riferimento ai fatti dell'isola inglese (su cui comunque potrebbe essere successo di tutto...).
Cosa si può chiedere di più da un horror?!
Certo è che se un brutto giorno accadesse quel blackout e mi ritrovassi da solo in un mondo ostile una consolazione almeno l'avrei: tutte le teste di cocco che scrivono boiate abbassando il voto di grandi pellicole sarebbero certamente (e finalmente) scomparse!!!
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[+] incredibile davvero!!!!
(di riccardo76)
[ - ] incredibile davvero!!!!
[+] incredibile davvero 2!!!!
(di cenox)
[ - ] incredibile davvero 2!!!!
[+] il mondo è bello perchè è vario...
(di vale125j)
[ - ] il mondo è bello perchè è vario...
[+] ?
(di larrylachance)
[ - ] ?
[+] film incomprensibile...
(di valets91)
[ - ] film incomprensibile...
[+] attenzione agli errori
(di giacomo)
[ - ] attenzione agli errori
[+] ottima recensione..
(di filolgi)
[ - ] ottima recensione..
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