cinefila
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lunedì 31 maggio 2010
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tacchi 20 nel deserto!!
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Un film consigliato a chi ha voglia di lasciare fidanzati, mariti, compagni a casa per commentare l'ultima moda : sono centinaia gli abiti, le scarpe, i cappelli e accessori vari indossati dalle "ragazze"!
Il film non offre molto altro, di certo non si può parlare di cinema di qualità ma questo lo si sa ancor prima di entrare in sala! Due ore che impastano le vicende delle eterne girls della grande mela in trasferta, a due anni di distanza dall'ultimo lungometraggio campione d'incassi. Meno brillante del primo, quest'ultimo film incasserà ugualmente, sicuramente molto, molto di + del miglior film nostrano!
Beh, il cinema è anche questo..
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marlenebarrett
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mercoledì 21 luglio 2010
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al peggio non c'è mai limite...
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...e Sex and the City 2 ce lo ricorda!
Manca l’anima di ciò che è stato, c’è un’assenza quasi totale della trama e la moda, il lusso, il glam che avevano fatto da sfondo alle personalità delle protagoniste, diventano padroni unici e incontrastati della scena, a pieno, totale, imbarazzante discapito della qualità della narrazione.
Per metà film, tecnicamente, non succede nulla.
Carrie e Big sembrano una coppia noiosissima e lei è, come al solito, presa dalle sue immancabili pugnette: a 50 anni non può rassegnarsi a vedere un film su un televisore schermo piatto 52 pollici con l’uomo per il quale ce l’ha menata per 10 anni, ma ha bisogno di “scintillio”. Charlotte risulta per buona parte della pellicola il ritratto di una borghese sull’orlo di una crisi di nervi, esaurita dalle due figlie, nonostante la tata full time.
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...e Sex and the City 2 ce lo ricorda!
Manca l’anima di ciò che è stato, c’è un’assenza quasi totale della trama e la moda, il lusso, il glam che avevano fatto da sfondo alle personalità delle protagoniste, diventano padroni unici e incontrastati della scena, a pieno, totale, imbarazzante discapito della qualità della narrazione.
Per metà film, tecnicamente, non succede nulla.
Carrie e Big sembrano una coppia noiosissima e lei è, come al solito, presa dalle sue immancabili pugnette: a 50 anni non può rassegnarsi a vedere un film su un televisore schermo piatto 52 pollici con l’uomo per il quale ce l’ha menata per 10 anni, ma ha bisogno di “scintillio”. Charlotte risulta per buona parte della pellicola il ritratto di una borghese sull’orlo di una crisi di nervi, esaurita dalle due figlie, nonostante la tata full time.
Miranda, il personaggio forse più bello, più umano e insieme più cinico, viene completamente appiattita nel ruolo della turista americana ad Abudhabi.
Samantha continua a lottare contro il tempo, è l’unica che faccia sorridere, peccato che l’abbiano resa la caricatura di se stessa, riducendola ad essere solo una tardona intenta a sparare le sue ultime cartucce, grossomodo priva di quella saggezza sfrontata che l’aveva resa così speciale. Diventa una sorta di replicante femminile di Christian De Sica, con degli eccessi trash degni dei migliori cinepanettoni italiani.
Un’ultima nota sulla follia senza ritorno di Carrie che, magicamente, incontra Aiden in vacanza, ci va a cena, lo bacia e, come qualunque sedicenne che si rispetti, racconta tutto a Big con somma costernazione. Al ritorno a New York, Big si presenta dalla fedifraga con un diamante nero grande quanto la stessa Carrie, così che lei, indossandolo ogni giorno possa ricordare di essere sposata.
Lei ride, è felice, è giuliva.
Ma ci vuole così tanto a capire che quell’anello significa che Big, durante la sua assenza, ha fatto evidentemente sesso spinto con Penelope Cruz?
Insomma, anche la millantata amicizia sembra venir meno, le “ragazze” sembrano più che mai prese dalle proprie personali e inutili lotte, a tal punto che solo nella seconda metà del film Miranda decide di parlare con Charlotte – davvero una donna in declino psichico - di quanto sia difficile essere madre.
Ciò posto, essere a favore o contro Sex and the city non credi significhi essere femministi o maschilisti. E onestà intellettuale vuole che si possa riconoscere il decadimento di alcuni personaggi, esattamente come in passato se ne riconosceva la bellezza.
Tra gli elementi su cui giocava la serie TV, c’era la complicità con il pubblico e un margine di immedesimazione piuttosto concreto perché, infondo, a tutte, in qualche fase della vita, piacciono uomini stronzi e scarpe col tacco. E a tutte è capitata almeno una delle disavventure che capitano alle protagoniste.
Ma nei film, specie nell’ultimo, questo silenzioso e forte legame si spezza. Del tutto. L’umanità annega in un modus vivendi assolutamente lontano dalle quotidiane peripezie di qualunque normale spettatrice.
Probabilmente, se tra Dior e Blanik, avessero aggiunto un pizzico di realtà, un assaggio di quell’anima che ci aveva conquistate, il film sarebbe arrivato al cuore.
Ma non è andata così.
E lo scintillio non può sostituire la totale assenza di ispirazione.
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liuk©
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domenica 13 novembre 2011
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il nulla
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film nullo, senza alcuno spunto e di una lunghezza inspiegabile.
Mancano totalmente i punti fermi della serie: manca New York, manca gli spunti comici, manca il sarcasmo.
Assolutamente da evitare.
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lucido71
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giovedì 10 febbraio 2011
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noioso, stancante e lunghissimooooo
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Decisamente d'accordo con la recensione di MyMovies: brodo indigesto e inaccettabilmente allungato! Film veramente mediocre, con tempi esasperatamente dilatati (dura quasi 2 ore e mezza!), dove proprio non ce n'era bisogno. Si salvano solo le battute di Samantha, x il resto (purtroppo a differenza del primo), si può tranquillamente NON vedere! Si è voluto esportare il prodotto fuori New York (certo, dopo un'ora di agonia x un matrimonio gay, che "deve" far tendenza...), a nostro avviso, fallendo miseramente la missione. Piuttosto, rifatevi con NOTTE FOLLE A MANHATTAN e LA VERITA' E' CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA.
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(di jenny88)
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