laulilla
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domenica 19 dicembre 2010
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il signor risorse umane
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Questo film israeliano, tratto, con libere variazioni, da un romanzo di Yehoshua, racconta le peripezie vissute dal responsabile del personale di un panificio industriale di Gerusalemme, in seguito alla morte di un'inserviente del panificio, dilaniata da un attentato terroristico, uno dei tanti che sconquassano il minuscolo stato di Israele. La donna era ingegnere, emigrata dalla Romania e si era accontentata, come molti altri migranti, di svolgere i lavori più umili, in questo caso di lavare i pavimenti del panificio, pur di sfuggire allo squallore di un paesetto sperduto fra le montagne, e arretrato nei costumi e nella mentalità. La vita di relazione di questa poveretta era ridotta al minimo: il marito l'aveva abbandonata, il figlioletto era sparito per frequentare pessime compagnie di amici, i colleghi di lavoro la ignoravano, essendo le sue mansioni possibili da svolgere solo in orari diversi da quelli degli addetti alla produzione del pane.
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Questo film israeliano, tratto, con libere variazioni, da un romanzo di Yehoshua, racconta le peripezie vissute dal responsabile del personale di un panificio industriale di Gerusalemme, in seguito alla morte di un'inserviente del panificio, dilaniata da un attentato terroristico, uno dei tanti che sconquassano il minuscolo stato di Israele. La donna era ingegnere, emigrata dalla Romania e si era accontentata, come molti altri migranti, di svolgere i lavori più umili, in questo caso di lavare i pavimenti del panificio, pur di sfuggire allo squallore di un paesetto sperduto fra le montagne, e arretrato nei costumi e nella mentalità. La vita di relazione di questa poveretta era ridotta al minimo: il marito l'aveva abbandonata, il figlioletto era sparito per frequentare pessime compagnie di amici, i colleghi di lavoro la ignoravano, essendo le sue mansioni possibili da svolgere solo in orari diversi da quelli degli addetti alla produzione del pane. Le complicate vicende, in seguito alle quali la donna, pur non lavorando più nell'azienda del pane, continuava a percepirne lo stipendio, costituiscono la prima parte del film, in cui il regista cerca di spiegare perché una morte così drammatica fosse passata inosservata, finché un giornalista a caccia di scoop, frugando fra i documenti di lei, ancora in obitorio in attesa di sepoltura, trovò la cedola della sua ultima paga, e pensò di cavalcare la dolorosa storia, impostando una campagna di stampa contro il panificio. Si arriva quindi alla seconda parte del film: il panificio decide di rimediare al danno d'immagine non solo addossandosi le spese del funerale , ma riaccompagnando la donna in Romania per la sepoltura. Questa seconda parte è quindi la storia del viaggio che il responsabile delle risorse umane compie con il feretro della donna, e col rintracciato figlio di lei, piccolo teppista che ora appare come una fragile creatura troppo a lungo lasciata a se stessa. Quello che colpisce nel film è la presenza di personaggi che non hanno un nome, in quanto vengono resi individuabilii solo dalla funzione che svolgono: la lavapavimenti, il responsabile delle risorse umane, il giornalista, il console israeliano ecc. Ognuno di loro vive solo in funzione di quello che fa, anche il "signor risorse umane", come viene una volta scherzosamente chiamato, che è un marito poco presente e poco amato, un padre che, travolto dal lavoro, non riesce a dare figlioletta tutto il tempo che vorrebbe dedicarle, ma che nel corso del viaggio rivela qualità umane davvero notevoli, tanto che la sua comprensione riuscirà a domare anche il piccolo teppista disperato che viaggia con lui. Ancora una volta un viaggio di formazione; un percorso on the road, in una Europa gelida e sterminata, povera come quella dell'Est può essere, ma in cui gli uomini vengono ancora stimati e valutati per quello che sono e in cui il rispetto significa anche aiuto e solidarietà, magari prestando un carro armato per soli due giorni (chi se ne potrebbe accorgere!), per rendere possibile il trasporto della bara dell'infelice e sfortunata "lavapavimenti." Il film è perciò anche una riflessione sugli uomini e sui rapporti che nelle nostre città stabiliamo col nostro prossimo, ignorandone i problemi, i dolori, le storie. Una buona regia accompagna con ironia sottile gli ottimi attori in questo mesto viaggio.
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giuliog02
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lunedì 24 gennaio 2011
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momenti di umanità
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Film surreale, duro, ironico, commovente, del tutto fuori del comune. Si ha bisogno di umanità e lo svolgimento della narrazione riesce in questo difficile compito. Il film inizia come un giallo. Il protagonista, padre e marito con qualche problema esistenziale e familiare, gestisce sulle prime in modo asettico e distante, da dirigente e ex-soldato di fanteria, l'incombenza cadutagli fra capo e collo. Nel prosieguo sente nascere in sé la responsabilità di farsi carico della morte della straniera e del luogo in cui seppellirla. E' la narrazione di un profondo esercizio di introspezione e di crescita interiore.
La prima parte, in cui scatta il meccanismo compulsivo di autocolpevolizzazione del protagonista, é una ricca narrazione di suoni e di luci di Gerusalemme, cui manca solo la percezione dei profumi e degli odori.
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Film surreale, duro, ironico, commovente, del tutto fuori del comune. Si ha bisogno di umanità e lo svolgimento della narrazione riesce in questo difficile compito. Il film inizia come un giallo. Il protagonista, padre e marito con qualche problema esistenziale e familiare, gestisce sulle prime in modo asettico e distante, da dirigente e ex-soldato di fanteria, l'incombenza cadutagli fra capo e collo. Nel prosieguo sente nascere in sé la responsabilità di farsi carico della morte della straniera e del luogo in cui seppellirla. E' la narrazione di un profondo esercizio di introspezione e di crescita interiore.
La prima parte, in cui scatta il meccanismo compulsivo di autocolpevolizzazione del protagonista, é una ricca narrazione di suoni e di luci di Gerusalemme, cui manca solo la percezione dei profumi e degli odori. Pregevole ed incantevole nella sua capacità di introdurre lo spettatore nell'ambiente in cui nasce la vicenda. La seconda, un poco picaresca, é un racconto di non comune sottigliezza, in cui la componente delle vicende umane e della imprevedibilità delle situazioni non sfugge all'attenzione del regista.
Interessanti le scelte di non contestualizzare con precisione la meta del viaggio e di individuare i personaggi sulla base della funzione e non dei nomi.
Il viaggio in Romania, con le sue vicissitudini, l'intervento dei rappresentanti diplomatici e dei loro collaboratori, ha toni picareschi e ricorda l'ironia e la profonda conoscenza dei luoghi e della cultura locali di Radu Mihaileanu nell'eccezionale Train de vie, inclusa la rappresentazione dei villaggi e del paesaggio. Ottima la recitazione. Film affascinante, che merita d'esser visto..
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cacciafilm
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domenica 2 gennaio 2011
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viaggiare tra i luoghi comuni. e cambiare idea.
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Cosa chiedi a un film per definirlo "bello" ?.Io rispondo che a un film chiedo una storia che stia in piedi e qualcosa che mi "allarghi" un po'. Se non ti fa respirare più profondamente del solito l'arte é meno arte per me. Se ci sono le due cose il prezzo del biglietto si giustifica.E questo film è, per me, un bel film.
E' tratto da un romanzo di Yeoushua e la storia si muove su temi minimali, partendo dai fatti della vita quotidiana. La disgregazione sociale sembra essere il collante di queste quotidianità. Disgregazione di una società, quella israeliana, che con l'immigrazione accentua "l'estraneità" e un cadavere rimane non identificato in obitorio per molti giorni.
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Cosa chiedi a un film per definirlo "bello" ?.Io rispondo che a un film chiedo una storia che stia in piedi e qualcosa che mi "allarghi" un po'. Se non ti fa respirare più profondamente del solito l'arte é meno arte per me. Se ci sono le due cose il prezzo del biglietto si giustifica.E questo film è, per me, un bel film.
E' tratto da un romanzo di Yeoushua e la storia si muove su temi minimali, partendo dai fatti della vita quotidiana. La disgregazione sociale sembra essere il collante di queste quotidianità. Disgregazione di una società, quella israeliana, che con l'immigrazione accentua "l'estraneità" e un cadavere rimane non identificato in obitorio per molti giorni. Quasi che il "corpo sociale" sia disgregato come il corpo delle vittime dell'attentato suicida che ha ucciso quell' immigrata rumena. Disgregata l'immagine dell'azienda dove lavorava. Le trovano il cedolino-stipendio addosso e un giornale denuncia il disinteresse aziendale. Lei, ingegnere rumeno, faceva le pulizie in una fabbrica di pane a Gerusalemme. Il protagonista( un volto conosciuto nei serial US) viene inviato ad accompagnare alla sepoltura la dipendente. Viene inviato strumentalmente per salvare la faccia all'azienda. All'inizio si porta dietro solo i suoi dolori e le sue convinzioni, oltre che il giornalista "critico". Altra disgregazione che il film rappresenta, é la società rumena post comunista che appare in sfacelo totale, tranne che per le relazioni personali. Ma il viaggio, come la vita del resto, arricchiranno di nuove esperienze e nuovi sentimenti le persone coinvolte.I nuovi legami affettivi permetteranno al nostro "responsabile" di cambiare idea, di cambiare tante idee e di accettare di più il mondo intorno a lui, anzi di gioire del fatto che forse siamo al mondo proprio per cambiare idea e tornare a casa felici con quello che avremmo voluto interrare lontano da noi. Un inno alla vita insomma, all'enorme potenza delle relazioni e della conoscenza degli altri, l'unico modo forse per capire un pochino di più cosa diavolo succede intorno a noi e dentro di noi. Ho ancora negli occhi primi piani molto intensi e commoventi della madre che dice dimessa che chi é riescito a scappare dalla miseria della Romania non ci vuole tornare neanche morto. Il quotidiano può insegnarci più di quanto immaginiamo. Occorre viaggiare, muoversi insomma.
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(di kondor17)
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kondor17
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mercoledì 31 luglio 2013
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surreale e divertente
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Il direttore del personale di un panificio di Gerusalemme viene coinvolto dal responsabile dei turni notturni nella mancata denuncia di sparizione di una loro dipendente rumena, Julia, ancora a libro paga, nonostante fosse morta da oltre una settimana a seguito di un attentato kamikaze e giacesse da allora in obitorio in attesa di identificazione. Proprio grazie ad un cedolino dello stipendio trovatole in tasca, infatti, un solerte giornalista ne fa un caso ecclatante, che va sulle prime pagine dei giornali. Il direttore quindi inizia ad indagare per capire l'accaduto e scopre che il responsabile dei turni notturni, sposato, se ne era perdutamente innamorato, ma, scoperto dalla moglie malata, decise di licenziare Julia senza darne notizia in direzione, per farle così percepire ancora un mese di stipendio.
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Il direttore del personale di un panificio di Gerusalemme viene coinvolto dal responsabile dei turni notturni nella mancata denuncia di sparizione di una loro dipendente rumena, Julia, ancora a libro paga, nonostante fosse morta da oltre una settimana a seguito di un attentato kamikaze e giacesse da allora in obitorio in attesa di identificazione. Proprio grazie ad un cedolino dello stipendio trovatole in tasca, infatti, un solerte giornalista ne fa un caso ecclatante, che va sulle prime pagine dei giornali. Il direttore quindi inizia ad indagare per capire l'accaduto e scopre che il responsabile dei turni notturni, sposato, se ne era perdutamente innamorato, ma, scoperto dalla moglie malata, decise di licenziare Julia senza darne notizia in direzione, per farle così percepire ancora un mese di stipendio. Per rimediare allo scandalo, la direttrice dello stabilimento incarica il direttore di scrivere una gentile lettera di spiegazioni al giornale, prima, e di accompagnare la salma di Julia in patria, fornendo nel contempo un congruo rimborso alla famiglia e sostenendo tutte le spese per le esequie. Fatto sta che Julia era divorziata e quindi il marito non può firmare le carte per la sepoltura. Il figlio minorenne è scappato di casa e vive per strada. Viene però rintracciato dal padre e decide quindi di unirsi alla grottesca comitiva, che li porterà ad un viaggio, alla ricerca della nonna rumena, che definire avventuroso è decisamente riduttivo.
A tratti esilarante, spesso riflessivo e introspettivo, il film scorre bene dall'inizio alla fine, con personaggi ed ambientazione decisamente all'altezza. In questo suo lavoro, Riklis dà ancora prova di un'ottima mano, accompagnandoti dolcemente in un road movie che non stufa mai, anzi diverte e fa riflettere. Ma alla fine Julia troverà pace? Buona domanda ....
Film assolutamente godibile e da vedere, da tre stelle abbondanti.
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reservoir dogs
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sabato 29 gennaio 2011
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le risorse degli uomini
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Ogni giorno l'industria più grande di Gerusalemme sforna tanto pane quanti dipendenti, per questo il responsabile delle risorse umane nella sua professione ricca di curriculum con foto e colloqui non ricorda una dipende romena.
Una donna viene uccisa da un attentato dinamitardo, l'unico documento che permette di identificarla è la sua ultima busta paga; la donna lavorava nel panificio ma in pochi avevano notato la sua assenza.
Un giornalista del posto viene a conoscenza del fatto e ne fa un caso di professionale inumanità, crocifiggendo così il panificio e il responsabile del risorse umane che scopre paradossalmente nella propria professione la mancanza di contatto umano.
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Ogni giorno l'industria più grande di Gerusalemme sforna tanto pane quanti dipendenti, per questo il responsabile delle risorse umane nella sua professione ricca di curriculum con foto e colloqui non ricorda una dipende romena.
Una donna viene uccisa da un attentato dinamitardo, l'unico documento che permette di identificarla è la sua ultima busta paga; la donna lavorava nel panificio ma in pochi avevano notato la sua assenza.
Un giornalista del posto viene a conoscenza del fatto e ne fa un caso di professionale inumanità, crocifiggendo così il panificio e il responsabile del risorse umane che scopre paradossalmente nella propria professione la mancanza di contatto umano.
Come spesso accade, il viaggio in Palestina che il responsabile decide di intraprendere alla ricerca di un familiare che confermi il riconoscimento della donna (lui non ha avuto la forza di farlo) é anche un viaggio conoscitivo ed elemento di redenzione per i rapporti familiari e lavorativi che l'uomo ha.
Un "ragazzo selvaggio" orfano di madre, due strampalati consoli e un petulante giornalista sono gli altri protagonisti di questo espediente narrativo che si basa sul viaggio funebre (Little Miss Sunshine).
Attraverso una commedia che talvolta assume i toni di farsa (un tank come carro funebre), Eran Riklis ci mostra una profonda riflessione sull'illogicità della vita, la frenesia del mondo moderno legato all'indifferenza ed al conseguente senso di colpa dopo la presa di coscienza.
Un pò come nei film di Antonioni la crisi interiore è il sintomo di una crisi esterna più grande e la donna (in questo caso catalizzatrice) è l'antenna che risente prima della turbolenza di questa crisi.
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[+] romania, non palestina
(di queztal)
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epidemic
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mercoledì 26 gennaio 2011
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deludente rispetto ai precedenti
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ora...chiamarlo bellissimo è esagerato. Il film pecca di una lentezza estrema. Lo stratagemma del viaggio per ritrovare idee e persone non da i frutti sperati. Un inizio promettente ma un continuo che non affonda...La magnificenza e il conflitto eterno ne "Il giardino dei limoni" è lontanta, un pò il regista se ne allontanato ma non ha giovato all'opera.Voto 6
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minamovies
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mercoledì 15 dicembre 2010
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boh...
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Questo fil mi ha lasciato perplessa...
Temevo uno di quei film in cui israeliani e palestinesi si vogliono tanto bene.. invece questo era una cosa diversa.
in breve il responsabile delle risorse umane di un panificio è incaricato dalla proprietaria di riportare in patria la salma di una dipendente morta in un attentato suicidia. se il soggetto (tratto da yehoshua) fosse stato in mano ad una produzione hollywoodiana probabilmente ci avrebbero messo di mezzo la cia, l'fbi e il mossad, più una scena di sesso e due scene d'azione (tipo lancio da auto in corsa o esplosione su aereo in volo). invece la produzione è israeliana, ambientata tra israele e un paese del vecchio blocco comunista.
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Questo fil mi ha lasciato perplessa...
Temevo uno di quei film in cui israeliani e palestinesi si vogliono tanto bene.. invece questo era una cosa diversa.
in breve il responsabile delle risorse umane di un panificio è incaricato dalla proprietaria di riportare in patria la salma di una dipendente morta in un attentato suicidia. se il soggetto (tratto da yehoshua) fosse stato in mano ad una produzione hollywoodiana probabilmente ci avrebbero messo di mezzo la cia, l'fbi e il mossad, più una scena di sesso e due scene d'azione (tipo lancio da auto in corsa o esplosione su aereo in volo). invece la produzione è israeliana, ambientata tra israele e un paese del vecchio blocco comunista.
perciò la prima parte è girata a gerusalemme (e che non ce le vuoi mettere due bombe a gerusalemme??!), poi si parte per riportare questa salma nel paese d'origine. non ci sono arrivata subito, questo paese è la romania...
la cosa che mi ha colpito di più sono proprio l'arretratezza, lo squallore, il sudiciume di certi villaggi. sono davvero così? chissà.. comunque l'attore protagonista fa economia di mezzi espressivi, e il suo personaggio rimane impresso. certe macchiette (l'autista sudicio, il ragazzino ribelle, i militari corrotti) ormai hanno stufato, però l'insieme ha un qualcosa di interessante...
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