nick castle
|
giovedì 5 maggio 2011
|
gli spagnoli si fanno avanti e fanno centro...
|
|
|
|
Un giorno, la vita su un pianeta, viene interrotta dall'arrivo di uno space shuttle USA, da cui esce un terrestre, che dopo aver appena piantato la bandiera, si accorge che il pianeta è abitato ed è in piena follia anni cinquanta tra rockabilly, fumetti fantascientifici e paura folle per le invasioni aliene. Il terrestre dovrà tornare sul suo shuttle entro 74 ore, se no perderà per sempre la possibilità di tornare sulla Terra. Gli spagnoli si lanciano nella follia del terzo millennio per i film in CGI, e fanno centro! Da una sceneggiatura di Joe Stillman, già autore dei vari Shrek, questa volta in trasferta europea, i tre registi Jorge Blanco, Javier Abied e Marcos Martìnez cavano una commedia d'animazione fresca e originale che inverte le parti tipiche della fantascienza aliena, ma apportando modifiche sostanziali, si, sono i terrestri ad arrivare su un pianeta estraneo, ma non come invasori, di fatto, pensavano che il pianeta fosse inabitato, di piantare una bandiera, fare due tiri a golf e tornarsene a casa! Insomma, questo film, toglie la malizia tipica delle invasioni aliene, facendo passare dalla parte del torto gli stolti alieni verdi.
[+]
Un giorno, la vita su un pianeta, viene interrotta dall'arrivo di uno space shuttle USA, da cui esce un terrestre, che dopo aver appena piantato la bandiera, si accorge che il pianeta è abitato ed è in piena follia anni cinquanta tra rockabilly, fumetti fantascientifici e paura folle per le invasioni aliene. Il terrestre dovrà tornare sul suo shuttle entro 74 ore, se no perderà per sempre la possibilità di tornare sulla Terra. Gli spagnoli si lanciano nella follia del terzo millennio per i film in CGI, e fanno centro! Da una sceneggiatura di Joe Stillman, già autore dei vari Shrek, questa volta in trasferta europea, i tre registi Jorge Blanco, Javier Abied e Marcos Martìnez cavano una commedia d'animazione fresca e originale che inverte le parti tipiche della fantascienza aliena, ma apportando modifiche sostanziali, si, sono i terrestri ad arrivare su un pianeta estraneo, ma non come invasori, di fatto, pensavano che il pianeta fosse inabitato, di piantare una bandiera, fare due tiri a golf e tornarsene a casa! Insomma, questo film, toglie la malizia tipica delle invasioni aliene, facendo passare dalla parte del torto gli stolti alieni verdi. Tra le tante, citazioni a "2001: Odissea nello spazio", "Cantando sotto la pioggia". Simpatici il cagnolino xenomorfo attaccabrighe e la sonda spaziale dal comportamento canino dall' innegabile somiglianza con Wall-E.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nick castle »
[ - ] lascia un commento a nick castle »
|
|
d'accordo? |
|
davidestanzione
|
domenica 26 dicembre 2010
|
gli alieni siamo noi
|
|
|
|
Un pianeta non meglio identificato popolato da similumani verdognoli, con quelli che sembrano lombrichi ben allevati al posto dei capelli. Un bonario giovanotto, Lem, che in cuor suo spera vivamente di essere ricambiato dalla graziosa vicina di casa, marcata stretta da un presessantotino schitarrante che per capelli più che dei lombrichi sembra avere dei pitoni reduci da un pranzo luculliano. La vita di Lem, e dell'intera comunità, sarà sconvolta dalla grossolana invasione di Chuck Baker, un pacioccone e statuario astronauta vagamente piacione, laccato, un po' tronfio e seduttore efferato. Tra il giovane abitante del pianeta 51 e l'alieno umano (l'ossimoro é d'obbligo) nascerà una splendida e autentica amicizia, e Lem farà di tutto per aiutare Chuck a ritornare sulla
Terra.
[+]
Un pianeta non meglio identificato popolato da similumani verdognoli, con quelli che sembrano lombrichi ben allevati al posto dei capelli. Un bonario giovanotto, Lem, che in cuor suo spera vivamente di essere ricambiato dalla graziosa vicina di casa, marcata stretta da un presessantotino schitarrante che per capelli più che dei lombrichi sembra avere dei pitoni reduci da un pranzo luculliano. La vita di Lem, e dell'intera comunità, sarà sconvolta dalla grossolana invasione di Chuck Baker, un pacioccone e statuario astronauta vagamente piacione, laccato, un po' tronfio e seduttore efferato. Tra il giovane abitante del pianeta 51 e l'alieno umano (l'ossimoro é d'obbligo) nascerà una splendida e autentica amicizia, e Lem farà di tutto per aiutare Chuck a ritornare sulla
Terra. Il tema dell'invasione aliena visto da una prospettiva rovesciata: siamo noi, per una volta gli invasori, visti come obliqui, sinistri e perfino mortiferi per via di un sentire comune che non può non legittimare la paura del diverso, specie se (ulteriormente) plagiato dai media e dall'opinione di presunti e spigolosi esperti che riconoscono criptici propositi distruttivi nelle confezioni dei nostri Snack (gli squisiti Twist). Ci somigliano più di quanto noi stessi immaginiamo, questi alieni. E non solo perché dipingono l'altro appestandolo di negatività, ma anche perché perché i loro anni '50 sono spaventosamente simili alla coeva epoca (americana): ragazzini avvinghiati a quella che oggi é (solo) cultura nerd, appassionati di fumetti, alieni e di b-movies proiettati nei proverbiali cinema affrescati coi colori pastello dell'art-déco. Il trend vigente é quello dei furori edwoodiani, d'altronde perfino i militari sanno che "gli zombie" non sentono dolore e un bambino per sfuggire alle grinfie della madre petulante arriva a tacciarla di essere un morto vivente. Ha dunque il gusto del calco, "umanoide" e storiografico, "Planet 51", produzione embrionalmente riconducibile alla Dreamworks ma artigianalmente concretizzatasi nelle new factories d'animazione di matrice iberica, il cui humour appena appena sofisticato e più densamente "europeo" é a più riprese tangibile. Della Dreamworks il film, scritto dall'autore di Shrek Joe Stillman e diritto dall'ispanico Jorges Blanco, ha invece il peculiare e insistito gusto citazionista: evidente il product placement spielberghiano (il fotogramma lunare di E.T, ma non solo), così come la strizzatina d'occhio alla Pixar che nel riproporre a breve distanza temporale un robottino vagabondo, che però rispetto a Wall-E manca di compenetrazione patetica e degli splendidi, immensi occhioni. Allora, perché spiaccicarlo sullo schermo? Puro plaisir? Forse, e nel trionfo dell'ammiccamento più o meno funzionale confluiscono anche Solaris, Apollo 13, Star Wars, Marilyn Monroe e via discorrendo. Basti guardare la prima scena, già da antologia citazionista: il taglio visivo sul promiscuo schieramento in attesa che si apra la porta d'ingresso dell'astronave é un gustosissimo incrocio tra Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo e il burtoniano Mars Attacks! (che viene rievocato anche altrove nel film: vi ricordano niente degli abitanti di altre galassie insofferenti alla musica?). Ma al di là del patchwork compiaciente (e compiaciuto) "Planet 51" ha il merito, limpido e in sé lodevole, di proporci la consueta e mai indigesta favoletta riconciatrice tra poli d'opposte diversità e provenienze. Tutt'altro che inconciabili. D'altronde anche il linguaggio parlato delle due parti nel film pressappoco lo stesso, e quello delle emozioni, in fin dei conti, é universale. Magari non transgalattico, ma chissenefrega.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a davidestanzione »
[ - ] lascia un commento a davidestanzione »
|
|
d'accordo? |
|
|