La custode di mia sorella |
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Un film di Nick Cassavetes.
Con Cameron Diaz, Abigail Breslin, Alec Baldwin, Jason Patric, Sofia Vassilieva.
continua»
Titolo originale My Sister's Keeper.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 109 min.
- USA 2009.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 4 settembre 2009.
- VM 14 -
MYMONETRO
La custode di mia sorella
valutazione media:
2,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un'occasione molto mancatadi vanessatalantaFeedback: 1227 | altri commenti e recensioni di vanessatalanta |
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domenica 11 febbraio 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho letto il libro e l’ho trovato piatto, ogni capitolo dovrebbe essere ”raccontato” da un diverso personaggio e invece non esiste alcuna caratterizzazione. Qui, per rendere il tutto ultrapatetico, in realtà l’attenzione va tutta alla sorella malata, la piccola resta quasi sullo sfondo, come motore della vicenda e del contrasto, ancor peggio capita al personaggio dell’avvocato. Dato che si è voluto cambiare il finale del libro, fatto apposta per farti odiare l’autrice e l’egocentrismo della malata, si sarebbe potuto approfittarne per domandarsi che vita avrà avuto la piccola Anna dopo la morte di Kate. Una vita distrutta dai sensi di colpa e dagli sguardi dei genitori, colmi di accusa, anche se forse inconsapevole? Ho vissuto qualcosa di simile, anche se meno drammatico, e non riesco ad immaginarmi nulla di più tremendo per lei, dopo essere nata come un magazzino di pezzi di ricambio, il tutto aggravato dall’autentico affetto per la sorella, non credo assolutamente allipotesi del regista. di una famiglia completamente malata che finalmente, come nulla fosse, diventa del tutto equilibrata. La madre, chiusa nel suo delirio uterino di onnipotenza, che si sente in diritto di decidere per una bimba inerme senza mai farsi domande scomode, scusandosi di tutto in nome dell’amore. Quante nefandezze sono state compiute in nome dell’amore? Forse più che in nome dell’odio. Ho tre figli, e una ha avuto problemi, ma mai, mai potrei concepire un tale sopruso, men che meno per amore. Il padre, come spesso capita, si chiama fuori e lascia tutto in mano alla moglie, e il figlio poveretto, è infelice e preso tra due fuochi e probabilmente si sente in colpa per non essere compatibile e tagliato fuori dalle dinamiche familiari, per quanto malate. Insomma un film costruito per le lacrime, superficiale , una colonna sonora “frignona” fatta ad arte per sottolineare le scene mute di flashback felici o di patetici momenti di serenità. Attori sufficienti, ( la Vassileva potranno proclamarla bellissima, ma ha una facciona volgarotta con un naso enorme) pellicola deludente, nulla di memorabile nemmeno nella fotografia.
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