laulilla
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domenica 2 maggio 2010
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le erbe folli
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Le erbe folli sono quelle erbe la cui vitalità ha sempre la meglio nel giardino, per quanto ben coltivato e tosato col tosaerba. Quando si hanno ospiti, è bene che le erbe folli vengano recise di netto, ma la natura presto o tardi avrà la meglio e imporrà agli incauti livellatori del prato la propria anarchica e incoercibile legge. Questa bella metafora è naturalmente valida anche per l'uomo, che, a qualsiasi età e nonostante la razionalità lo sconsigli, sarà sempre attratto dalla curiosità per affrontare l'avventura di nuove conoscenze e di nuove scoperte, qualunque sia il prezzo da pagare. La vicenda di George, nell'ultimo (per ora, glielo auguriamo di cuore!) film di Alain Resnais è per l'appunto proprio la vicenda di un incoercibile trasgressore delle leggi comunemente accettate, poiché, alla sua età, dopo un passato, si suppone, piuttosto accidentato, mantiene viva la disponibilità all'avventura, amorosa e non, nonostante che una graziosa e affettuosa moglie nonché la presenza di figli e nipoti, consiglierebbero a chiunque di tirare i remi in barca.
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Le erbe folli sono quelle erbe la cui vitalità ha sempre la meglio nel giardino, per quanto ben coltivato e tosato col tosaerba. Quando si hanno ospiti, è bene che le erbe folli vengano recise di netto, ma la natura presto o tardi avrà la meglio e imporrà agli incauti livellatori del prato la propria anarchica e incoercibile legge. Questa bella metafora è naturalmente valida anche per l'uomo, che, a qualsiasi età e nonostante la razionalità lo sconsigli, sarà sempre attratto dalla curiosità per affrontare l'avventura di nuove conoscenze e di nuove scoperte, qualunque sia il prezzo da pagare. La vicenda di George, nell'ultimo (per ora, glielo auguriamo di cuore!) film di Alain Resnais è per l'appunto proprio la vicenda di un incoercibile trasgressore delle leggi comunemente accettate, poiché, alla sua età, dopo un passato, si suppone, piuttosto accidentato, mantiene viva la disponibilità all'avventura, amorosa e non, nonostante che una graziosa e affettuosa moglie nonché la presenza di figli e nipoti, consiglierebbero a chiunque di tirare i remi in barca. Da questa esile vicenda, che si sviluppa in seguito a un casuale ritrovamento di un portafogli rubato, il grande regista francese ricava una bella storia di indomabile vitalità e di trasgressione, che finirà di coinvolgere anche la famiglia di George, perché, in primo luogo, nel cinema, come dirà la onnisciente voce fuori campo, anche ciò che sembra impossibile diventa naturale; in secondo luogo perché alle ragioni del cuore e dell'imprevedibile non è possibile opporre le noiose e scontate ragioni dell'ordine convenzionale, delle cose. Detto questo, ancora una volta vorrei far notare come la traduzione italiana del titolo del film (gli amori folli) impoverisca le implicazioni metaforiche del titolo francese, allusive non soltanto di una alquanto banale trasgressione erotica, ma di una complessiva indisponibilità al conformismo dell'ordine familiare. Gran bel film, che si avvale di una splendida recitazione degli attori e di una regia sorprendentemente giovane e viva.
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[+] un film strano e congelato
(di ghisam)
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dario
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lunedì 13 dicembre 2010
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velleitario
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Al solito, Resnais non riesce a realizzare ciò che ha in mente. Gli basta accennarlo e probabilmente lo ritiene sufficiente. Cinema lento, involuto, compiaciuto, sottilmente sgradevole per la banalità esibita con garbo quanto con presunzione. I personaggi sembrano cavie di un esperimento inutile. Divagazioni fotografiche di pregio, ma semplici decorazioni.
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irontato
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domenica 19 dicembre 2010
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Davanti a pellicole come queste un non esperto come me rimane un pò sconcertato e si chiede se venti e più anni di passione ed interessamento nei confronti del cinema siano serviti a qualcosa.La critica porta in palmo di mano il lavoro di un regista di lunga esperienza ed indiscussa qualità,ed allora la domanda sorge spontanea:le quattro stelle sono per l'opera o per il maestro?Un uso pregevole di inquadrature e colori fanno apprezzare il film dal punto di vista visivo ma la trama è inverosimile e la smania che prende i due personaggi principali è incomprensibile.La voce fuori campo che a tratti è narrante e a tratti espressione del pensiero dei protagonisti fa intravvedere sviluppi che poi non prendono corpo.
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Davanti a pellicole come queste un non esperto come me rimane un pò sconcertato e si chiede se venti e più anni di passione ed interessamento nei confronti del cinema siano serviti a qualcosa.La critica porta in palmo di mano il lavoro di un regista di lunga esperienza ed indiscussa qualità,ed allora la domanda sorge spontanea:le quattro stelle sono per l'opera o per il maestro?Un uso pregevole di inquadrature e colori fanno apprezzare il film dal punto di vista visivo ma la trama è inverosimile e la smania che prende i due personaggi principali è incomprensibile.La voce fuori campo che a tratti è narrante e a tratti espressione del pensiero dei protagonisti fa intravvedere sviluppi che poi non prendono corpo.Il finale poi,che che ne dica la critica che riesce sempre a trovare signifiacati reconditi invisibili ai più,è privo di qualsiasi collegamento logico con il resto del film.Per queste ragioni mi riesce difficile esprimere un giudizio su un opera che è considerata un capolavoro ma non si capisce bene il perchè.
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m.d.c
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lunedì 3 maggio 2010
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i crimini del cuore secondo resnais
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Girotondo sentimentale intorno ad un portafogli sottratto all'odontoiatra S.Azema e ritrovato casualmente dall'annoiato A. Dussolier che si strugge per una colpa passata (che il copione lascia solo intuire). Conosciuta l'identità della donna l'uomo, sposato e con figli, tenta a tutti i costi di intromettersi nella vita dell'appariscente dentista con telefonate, lettere e visite sgradite. Allarmata, la donna si rivolge alla polizia sconcertando( chissà perchè poi) il suo corteggiatore che desiste dai suoi irrazionali propositi. Ma ecco che è proprio la turbata signora a rendersi conto di non poter fare più a meno di quelle attenzioni e a partire alla carica, con l'aiuto della collega E. Devos, per riconquistare il suo bizzoso ammiratore, coinvolgendo in questo instabile balletto persino la moglie di lui.
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Girotondo sentimentale intorno ad un portafogli sottratto all'odontoiatra S.Azema e ritrovato casualmente dall'annoiato A. Dussolier che si strugge per una colpa passata (che il copione lascia solo intuire). Conosciuta l'identità della donna l'uomo, sposato e con figli, tenta a tutti i costi di intromettersi nella vita dell'appariscente dentista con telefonate, lettere e visite sgradite. Allarmata, la donna si rivolge alla polizia sconcertando( chissà perchè poi) il suo corteggiatore che desiste dai suoi irrazionali propositi. Ma ecco che è proprio la turbata signora a rendersi conto di non poter fare più a meno di quelle attenzioni e a partire alla carica, con l'aiuto della collega E. Devos, per riconquistare il suo bizzoso ammiratore, coinvolgendo in questo instabile balletto persino la moglie di lui. Raccontato così l'ultimo film di A. Resnais, uno dei patriarchi del cinema francese, sembrerebbe quasi indugiare nella farsa tanto sembra ondivago e implausibile l'approccio ad una materia così rovente e abusata come quella dell'amore. Di tutt'altro effetto è invece il risultato finale, ammirevole,visionario e irritante a seconda del punto di vista da cui a si voglia guardare la messinscena, che al coraggio e alla sapienza visiva (il fascino struggente delle riprese è indubbio)unisce delle intenzioni drammaturgiche un pò sbalestrate. E se almeno una scena è memorabile (qulla dell'incontro all'uscita del cinema) il cogegno narrativo del film ci consegna delle figure che sembrano agire come marionette di un capriccioso e annoiato creatore, dando quasi l'impressione che all'inossidabile regista,a questo punto della sua carriera, interessi più la forma del contenuto (come confermano i ghirogori visivi del finale). Ma di questi tempi, di vuoto tridimensionale e di cattivi maestri, anche il nostalgico e fantasioso approccio di Resnais, per quanto senile, può a tratti strappare un cauto applauso. Matteo De Chiara
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poldino
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domenica 13 febbraio 2011
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il "vecchio" resnais e il cinema
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Alain Resnais, a quasi novant'anni, gira uno dei suoi film più interessanti sia dal punto di vista visivo che narrativo. La macchina da presa si muove con la consueta maestria, regalandoci forti emozioni e riuscendo a colpire l'attenzione dei critici più esperti. Sicuramente, ci sono molti spettatori (presumo la maggior parte) cui il film non è piaciuto, ma questo è da considerarsi normale, visto che stiamo parlando di un regista d'autore che ha quasi sempre sfornato opere che richiedono una certa attenzione per essere comprese chiaramente. Il film, comunque, è nel suo complesso molto bello e merita di essere visto e conservato in videoteca.
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nigel mansell
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venerdì 11 febbraio 2011
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curiosamente ed allegramente folle
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Curiosamente ed allegramente folle. Avevo delle remore sul regista, avevo trovato cuori molto noioso... invece questo film merita. Ottima regia e fotografia, conturbante la protagonista, sorprendente il finale.
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par condicio
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venerdì 21 maggio 2010
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sessualmente liberi
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Il film rappresentato con ricorrente simbolismo evidenzia l’evoluzione dei rapporti interpersonali nella sfera amatoria.
Un’espressione sessuale d’altri tempi (George), concepita solo nell’ambito familiare e finalizzata alla procreazione, si contrappone alla visione libertaria (marguerite) di condurre la propria vita (l’allegoria della ricerca della scarpa desiderata, nel negozio fuori dalla portata della massa…, dove vige la comprensione e il rispetto delle scelte personali).
L’erba che cresce naturalmente nei campi si fa strada a fatica nelle crepe dell’asfalto (nei pregiudizi e nelle costruzioni culturali della società civile).
George, che vive in una famiglia apparentemente convenzionale si illude di avere dei nipoti, non volendo accettare l’evoluzione del rapporto di coppia e personale che vivono i suoi figli.
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Il film rappresentato con ricorrente simbolismo evidenzia l’evoluzione dei rapporti interpersonali nella sfera amatoria.
Un’espressione sessuale d’altri tempi (George), concepita solo nell’ambito familiare e finalizzata alla procreazione, si contrappone alla visione libertaria (marguerite) di condurre la propria vita (l’allegoria della ricerca della scarpa desiderata, nel negozio fuori dalla portata della massa…, dove vige la comprensione e il rispetto delle scelte personali).
L’erba che cresce naturalmente nei campi si fa strada a fatica nelle crepe dell’asfalto (nei pregiudizi e nelle costruzioni culturali della società civile).
George, che vive in una famiglia apparentemente convenzionale si illude di avere dei nipoti, non volendo accettare l’evoluzione del rapporto di coppia e personale che vivono i suoi figli.
La sua mente concepisce il mondo come surrogato della realtà (dipinge il sottogronda colore azzurro cielo).
La conoscenza di marguerite, donna che vive con determinazione la libertà sessuale, “ri”mette George in crisi ma nello stesso tempo lo incuriosisce.
Nel lungo processo di evoluzione culturale che George affronta, condotto per mano dalla moglie, giunge alla consapevolezza (le acrobazie dell’aereo di cui lui prende il comando) che la pulsione sessuale umana, seppur frenata dalle convenzioni sociali, può vivere in una dimensione di naturalità.
Non c’è più tempo per la vecchia generazione di comprendere la concezione di un mondo nuovo: l’aereo, con l’equipaggio di altri tempi deve schiantarsi.
Il nuovo che avanza (la bambina) si sente espressione di un mondo dove si può essere ciò che si vuole, nell’ingenuità di associare i suoi comportamenti a quelli di una dimensione naturale (il gatto) senza pregiudizi.
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linus2k
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domenica 2 maggio 2010
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sublime!
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E' pazzesco vedere quanto un regista di quasi 90 anni sappia avere più estro e coraggio narrativo di tanti nuovi registi...
Resnais, ormai venerando maestro del cinema francese, colui che con le sue vecchie opere ha contribuito a rivedere lo schema narrativo classico sperimentando un modo nuovo di raccontare le storie, al di là del tempo e dello spazio, torna a meravigliare, stupire, incantare con un film che è un volo pindarico continuo nell'animo umoano, sulla psiche e sul rapporto tra le persone...
Resnais ancora una volta stravolge i piani temporali, e descrive un film che definirei equilibrista tra il dramma e la commedia, con testi arguti, fotografia sublime e colonna sonora perfetta.
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E' pazzesco vedere quanto un regista di quasi 90 anni sappia avere più estro e coraggio narrativo di tanti nuovi registi...
Resnais, ormai venerando maestro del cinema francese, colui che con le sue vecchie opere ha contribuito a rivedere lo schema narrativo classico sperimentando un modo nuovo di raccontare le storie, al di là del tempo e dello spazio, torna a meravigliare, stupire, incantare con un film che è un volo pindarico continuo nell'animo umoano, sulla psiche e sul rapporto tra le persone...
Resnais ancora una volta stravolge i piani temporali, e descrive un film che definirei equilibrista tra il dramma e la commedia, con testi arguti, fotografia sublime e colonna sonora perfetta...
Niente da dire sui magistrali protagonisti, ormai team affiatato perfettamente al servizio di questo grande regista. Sublime la Sabine Azéma, impeccabile André Dussollier, ma sorprendenti anche le 2 attrici che fanno da sponda a questa coppia: Anne Consigny e Emmanuelle Devos.
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